Buongiorno Dottore,
il mio quesito si riferisce a quanto riportato in oggetto e nello specifico alla possibilità da parte di un militare in servizio permanente che ricopre un incarico di ufficio di essere giudicato idoneo allo SMI pur avendo una patologia che lo limiterebbe ad essere impiegato ad esempio in missioni all'estero o comunque in impieghi operativi. A tal proposito Le riporto uno stralcio delle procedure di medicina legale dell'Esercito che riporta quanto segue:
"La valutazione dell’idoneità lavorativa, in particolare, non è circoscritta solo alla natura della menomazione ma afferisce anche alle residue capacità, alle caratteristiche individuali del lavoratore e delle attività da svolgere concretamente. Tale concetto, come detto, trova richiamo all’art. 579 del TUOM, laddove si prevede che per i militari di carriera il giudizio di idoneità dovrà essere espresso in relazione all'età, al grado, alla categoria ed agli incarichi. Pertanto, una menomazione che sarebbe ascrivibile ad una 5a categoria della tabella A, non può comportare “automaticamente” un giudizio di inidoneità al servizio se non implica limitazioni funzionali tali da impedire l’espletamento delle attività proprie dell’incarico rivestito, tenendo conto dell’età, del grado e della categoria".
La mia domanda quindi è: in presenza di una patologia tale da consentire comunque di svolgere l'attuale incarcio ricoperto in sede ma di non essere impiegati ad esempio all'estero, è possibile essere giudicati idonei al servizio militare ma con limitazioni di impiego oppure l'altrenativa è inequivocabilmente essere posti dinanzi al classico bivio di riforma o ruolo civile?
Grazie in anticipo per la cortese risposta.
IDONEITA' AL SERVIZIO MILITARE INCONDIZIONATO
Moderatori: Admin, Dott. Pierluigi Fanetti
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