Pordenone
Cronaca
Infarto durante un soccorso «Non è vittima del dovere»
E' stato respinto d il ricorso, nei confronti del Ministero dell’Interno, di un vigile del fuoco pordenonese, S.U., per l’annullamento del decreto con cui il capo dipartimento gli comunicava il...
22 OTTOBRE 2014
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E' stato respinto il ricorso, nei confronti del Ministero dell’Interno, di un vigile del fuoco pordenonese, S.U., per l’annullamento del decreto con cui il capo dipartimento gli comunicava il mancato riconoscimento dello status di “vittima del dovere” e dei relativi benefici economici.
Il collegio, compensando le spese di causa, non ha ritenuto sussistenti, «le particolari condizioni e circostanze straordinarie» implicanti maggiori rischi o fatiche, richieste per la concessione del beneficio.
Vigile del fuoco -infarto durante soccorso negato riconoscimento VD
Re: Vigile del fuoco -infarto durante soccorso negato riconoscimento VD
Pompiere chiamato ad intervenire per salvataggio di un gatto sopra un 'albero cade e si fa male-Istanza di riconoscimento per vd ,rigettata, fa ricorso e perde in tutti i tre gradi-
che tutti gli esposti motivi, i quali, in quanto strettamente
connessi, possono essere qui trattati congiuntamente, devono
ritenersi infondati, atteso che la qualificazione attribuita
all'operazione in sede amministrativa di "salvataggio animali"
è stata dalla Corte territoriale puntualmente presa in
considerazione in sede di esame del materiale istruttorio e
correttamente valutata, derivandone il convincimento della
non riconducibilità della fattispecie all'ipotesi dell'operazione
di soccorso, convincimento sostenuto in motivazione da
argomentazioni che, basate sul rilievo che il concetto di
salvataggio presuppone il versare dell'interessato, uomo o
animale che sia, in uno stato di necessità o di pericolo per la
Ric. 2017 n. 16981 sez. ML - ud. 11-09-2018
-3-
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
propria incolumità nella specie ritenuto non riscontrabile, si
rivelano, al di là della loro riconducibilità ad un giudizio di
mero fatto, immuni da vizi logici e giuridici ed, a ben vedere,
non risultano neppure fatte oggetto di specifica censura,
stante la ferma e insistita posizione del ricorrente per la quale
la sola qualificazione dell'operazione, rientrante nei compiti di
istituto, in termini di salvataggio era idonea ad identificarla,
stante la valenza di sinonimo del termine, quale operazione di
soccorso, ipotesi inclusa dalla norma in questione tra quelle
legittimanti la fruizione dei relativi benefici;
che, pertanto, conformandosi alla proposta del relatore, il
ricorso va rigettato;
che le spese seguono la soccombenza e sono liquidate come
da dispositivo;
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso e condanna parte ricorrente al
pagamento delle spese del presente giudizio di legittimità, che
liquida in euro 200,00 per esborsi ed euro 2.000,00 per
compensi oltre spese generali al 15% ed altri accessori di legge.
Ai sensi dell'art. 13, co. 1 quater del d.P.R. n. 115 del 2002, dà
atto della sussistenza dei presupposti per il versamento da
parte del ricorrente, dell'ulteriore importo a titolo di contributo
unificato pari a quello dovuto per il ricorso, a norma del comma
1 bis dello stesso art. 13.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio dell'Il settembre 2018
che tutti gli esposti motivi, i quali, in quanto strettamente
connessi, possono essere qui trattati congiuntamente, devono
ritenersi infondati, atteso che la qualificazione attribuita
all'operazione in sede amministrativa di "salvataggio animali"
è stata dalla Corte territoriale puntualmente presa in
considerazione in sede di esame del materiale istruttorio e
correttamente valutata, derivandone il convincimento della
non riconducibilità della fattispecie all'ipotesi dell'operazione
di soccorso, convincimento sostenuto in motivazione da
argomentazioni che, basate sul rilievo che il concetto di
salvataggio presuppone il versare dell'interessato, uomo o
animale che sia, in uno stato di necessità o di pericolo per la
Ric. 2017 n. 16981 sez. ML - ud. 11-09-2018
-3-
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
propria incolumità nella specie ritenuto non riscontrabile, si
rivelano, al di là della loro riconducibilità ad un giudizio di
mero fatto, immuni da vizi logici e giuridici ed, a ben vedere,
non risultano neppure fatte oggetto di specifica censura,
stante la ferma e insistita posizione del ricorrente per la quale
la sola qualificazione dell'operazione, rientrante nei compiti di
istituto, in termini di salvataggio era idonea ad identificarla,
stante la valenza di sinonimo del termine, quale operazione di
soccorso, ipotesi inclusa dalla norma in questione tra quelle
legittimanti la fruizione dei relativi benefici;
che, pertanto, conformandosi alla proposta del relatore, il
ricorso va rigettato;
che le spese seguono la soccombenza e sono liquidate come
da dispositivo;
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso e condanna parte ricorrente al
pagamento delle spese del presente giudizio di legittimità, che
liquida in euro 200,00 per esborsi ed euro 2.000,00 per
compensi oltre spese generali al 15% ed altri accessori di legge.
Ai sensi dell'art. 13, co. 1 quater del d.P.R. n. 115 del 2002, dà
atto della sussistenza dei presupposti per il versamento da
parte del ricorrente, dell'ulteriore importo a titolo di contributo
unificato pari a quello dovuto per il ricorso, a norma del comma
1 bis dello stesso art. 13.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio dell'Il settembre 2018
Re: Vigile del fuoco -infarto durante soccorso negato riconoscimento VD
I dettagli del primo caso non li conosco, quelli del secondo si.
Trattasi di errata e/o mancante argomentazione nella "relazione di intervento" sul Capo Partenza della squadra cui faceva parte il collega infortunatosi.
Il SOCCORSO, anche di animale è una cosa e se dimostrato che trattavasi di soccorso sicuramente il collega aveva il dovuto riconoscimento
il fatto prendere un gatto che se ne stava tranquillamente su un albero, dove autonomamente era salito e sicuramente altrettanto autonomamente ne sarebbe sceso (mai visto gatti morti per essere caduti da alberi in 30 anni) è ben altra cosa
quindi se il Capo Partenza avesse argomentato bene il fatto e le relative dinamiche (e visto l'infortunio lo poteva/doveva fare) a distanza di anni che poi prendeva in mano tale relazione molto probabilmente avrebbe emesso altra sentenza
era sufficiente ad esempio scrivere: arrivati sul posto vi era una condizione tale per cui il gatto da un momento all'altro rischiava di cadere rovinosamente al suolo e quindi si disponeva affinché...........
e NON: vi era un gatto su un albero che non riusciva a scendere ( chi lo dice?) e quindi si disponeva affinché.....
Trattasi di errata e/o mancante argomentazione nella "relazione di intervento" sul Capo Partenza della squadra cui faceva parte il collega infortunatosi.
Il SOCCORSO, anche di animale è una cosa e se dimostrato che trattavasi di soccorso sicuramente il collega aveva il dovuto riconoscimento
il fatto prendere un gatto che se ne stava tranquillamente su un albero, dove autonomamente era salito e sicuramente altrettanto autonomamente ne sarebbe sceso (mai visto gatti morti per essere caduti da alberi in 30 anni) è ben altra cosa
quindi se il Capo Partenza avesse argomentato bene il fatto e le relative dinamiche (e visto l'infortunio lo poteva/doveva fare) a distanza di anni che poi prendeva in mano tale relazione molto probabilmente avrebbe emesso altra sentenza
era sufficiente ad esempio scrivere: arrivati sul posto vi era una condizione tale per cui il gatto da un momento all'altro rischiava di cadere rovinosamente al suolo e quindi si disponeva affinché...........
e NON: vi era un gatto su un albero che non riusciva a scendere ( chi lo dice?) e quindi si disponeva affinché.....
Re: Vigile del fuoco -infarto durante soccorso negato riconoscimento VD
L'infarto può essere causato da tanti fattori genetici, fumo alcool stress,obesità e altro-
Per cui può arrivare quanto meno uno se l'aspetta- Se gli fosse caduta una trave in testa oppure addosso e avuto infarto,in questo caso sarebbe stato riconosciuto vittima del dovere-
Io conosco colleghi della P.S. che nell'inseguire i rapinatori hanno avuto infarto,ed hanno dovuto fare ricorso per essere riconosciuti vittime del dovere-alcuni hanno vinto alcuni hanno perso.-
Per cui può arrivare quanto meno uno se l'aspetta- Se gli fosse caduta una trave in testa oppure addosso e avuto infarto,in questo caso sarebbe stato riconosciuto vittima del dovere-
Io conosco colleghi della P.S. che nell'inseguire i rapinatori hanno avuto infarto,ed hanno dovuto fare ricorso per essere riconosciuti vittime del dovere-alcuni hanno vinto alcuni hanno perso.-
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