Spero di non annoiarvi, raccontandovi questo mio episodio che sta logorando e facendo a pezzi il mio fegato, sperando in nostro Gesu' Cristo, che mi dia la forza di sopportare, di non sbagliare nei confronti del mio compilatore anche se meritasse la cattedra sulla schiena o meglio ancora in testa.
Nel 2009 a settembre sono andato a firmare le note, e come ognuno di noi, visto tutto il lavoro svolto in un anno, pensa se le propria pagella è indice dei propri voti.
Giunto in compagnia con tanto di sorriso, e sopra tutto in quanto durante l'arco dell'anno con il compilatore, avendogli portato arresti, fatto denunce di ogni tipo, con relative indagini, comunicazioni di reato alla p.g. e non mi sto troppo a divulgare, mi ritrovo da superiore alla media, a nella media.
Per me è stata come una fucilata, e la prima cosa che ho pensato è stata, non riesco a capire, ma se faccio anche il lavoro che non mi spetta essendo un agente di p.g., e faccio quello che dovrebbe fare il mio comandante, perché mi ha abbassato le note? Indignato da tale azione nei miei confronti, ho ritenuto opportuno sapere il perché, sono andato a parlargli e per tutta risposta mi ha riferito che mi aveva abbassato le note perché non mi fermavo a fare straordinari, alche super indignato rispondevo che quando c'era da lavorare e fare straordinario non mi sono mai tirato indietro, ma lui niente, ed inoltre ho aggiunto se era giusto avere abbassato le note valutandomi per quel motivo e non per tutto quello che avevo svolto in un anno. Amareggiato pieno di sconforto e con i nervi alle stelle, uscivo dall'ufficio al fine di evitare che qualche sedia gli andasse a finire in testa.
Andavo a parlare con il mio comandante di compagnia che era appena arrivato e manco mi conosceva, approvando anche lui la stessa cosa, dicendomi che per quest'anno era cosi e il prossimo anno sarebbe andata meglio.
Quest'anno idem, vado a firmare le note e mi ritrovo nella media, tengo a precisare, senza togliere nulla ai colleghi che stanno nel mio stesso reparto, io quando sono di piantone lavoro, senza mai stare fermo, allora mi domando se a questo punto i paraculi la fanno sempre franca e io mi devo spaccare in quattro, tanto vale che non faccio più niente almeno quello che è stato scritto corrisponde a verità, e per il mio comandante di compagnia ho visto come sarebbe andata meglio.
Scusate il mio sfogo, non so per quanto tempo riuscirò a resistere a questi soprusi, so solo che da adesso le cose cambiano e sicuramente faro' solo quello che mi spetta da fare e null'altro

