Buongiorno Avv. CARTA, sono un Assistente Capo di Polizia, gentilmente volevo un suo parere in merito ad una vicenda disciplinare che mi ha coinvolto in prima persona, le racconto brevemente i fatti: Sono iscritto ad una Associazione senza scopo di lucro ai fini ricreativi con accesso riservato ai soli soci. Tra questi diversi appartenenti alle forze dell’ordine, G.d.F, Carabinieri, Vigili Urbani etc…. Una sera, nel mese di Ottobre 2013, i miei colleghi della sezione amministrativa di un commissariato alle dipendenze della Questura della provincia dove presto servizio, vengono ad effettuare un controllo amministrativo. Tra i presenti quella sera c’erano appunto diversi appartenenti alle forze dell’ordine come anche io. Durante il controllo, è stato identificato solo ed esclusivamente il Presidente dell’associazione. Dopo circa un mese, sono stati emessi due provvedimenti :
1) denuncia all’ A.G. del Presidente dell’associazione per conduzione di attività di pubblico spettacolo senza le prescritte autorizzazioni di P.S;
2) ordinanza Questorile di cessazione attività di trattenimenti danzanti perché rilevato la spendita di bene e servizi ai fini di lucro e perché nel locale vi erano più di cento persone e che dentro il locale vi era una attività professionalmente organizzata ai fini di lucro etc..
L’associazione ha posto ricorso gerarchico alla Prefettura che lo ha rigettato perché non c’erano elementi validi per demolire l’ordinanza del Questore.
Successivamente io e altri tre appartenenti alle FF.OO., presenti nella sera del controllo, venivamo chiamati dal Presidente dell’associazione presso lo studio di un avvocato per una dichiarazione testimoniale da allegare ad un ricorso straordinario al Capo dello Stato. Nella dichiarazione siamo stati identificati “quale assistente, appuntato” etc.. La dichiarazione, oltre a descrivere i locali, riportava testualmente:
“i sottoscritti erano presenti al momento in cui sono intervenuti gli agenti di P.S. e possono confermare che detti agenti non hanno provveduto né a contare i presenti, né ad identificarli, né ad accertare se fossero iscritti o meno all’associazione. Si fa inoltre rilevare che il Presidente dell’Ass. ha invitato gli agenti a visionare il registro degli iscritti per verificare ciò, e gli agenti hanno risposto che non era necessario[/u][/u]”. Fine dichiarazione testimoniale. La firma apposta nella dichiarazione è stata messa da socio anche se nell’identificazione è stato inserito “quale assistente di P.S.” Per questa dichiarazione mi è stato aperto un procedimento disciplinare per denigrazione dell’amministrazione o dei superiori, e atti contrari ai doveri derivanti della subordinazione, ex. art. 6 comma 3 e 6 del D.P.R. 737/81, sospensione dal servizio da 1 a 6 mesi. La contestazione di addebiti riporta che la firma della dichiarazione posta “in qualità di” costituisce una relazione di servizio, quindi a firma privilegiata che non è stata resa nota preventivamente alla mia amministrazione. Le mie giustificazioni e memoria difensiva, riportano testualmente che ho “cristallizzato un fatto” e assistendo al controllo inerte, quindi non avrei dovuto comunicare nulla alla mia Amm.ne in quanto non rilevavo irregolarità nell’operato dei miei colleghi. Nelle giustificazioni ho indicato pure che in base alla legge 397/2000 e gli artt. 327 c.p.p. e 391 bis, ter, quater etc., in merito alle investigazioni difensive da parte degli avvocati, la dichiarazione poteva essere resa all’avvocato per indagini difensive,
Volevo porle un quesito:
Per la dichiarazione testimoniale resa ad un avvocato per un ricorso amministrativo, sono applicabili gli articoli sopracitati, atteso che il procedimento ormai si è concluso con la derubricazione a “Pena Pecuniaria”? E’ ammissibile la punizione che mi è stata inflitta per denigrazione dell’amministrazione e atti contrari …… visto che la dichiarazione non riporta nessun testo denigratorio? Quali sono gli atti contrari? Cosa dovevo comunicare alla mia Amm.ne? che i miei colleghi non hanno ne identificato, ne contato, ne accertato nel registro se erano soci o no! Quando verrò chiamato insieme ad altre FF.OO. all’udienza penale come testimoni, a quel punto denigrerò ulteriormente la mia amministrazione nel dire la verità? Gli altri tre firmatari della dichiarazione, un ispettore vigili urbani in servizio nella mia stessa provincia e un App. Scelto della G. di F. in servizio nella provincia limitrofa nessun provvedimento disciplinare, ad un App. Scelto della G. di F., in servizio nella mia stessa provincia, ha un rimprovero equivalente al richiamo scritto. A questo punto mi viene da pensare che ci sia stato un eccesso di potere da parte della mia amministrazione perché con quella dichiarazione testimoniale a sostegno a un ricorso straordinario al capo dello stato mi sono posto contro un suo provvedimento. Sicuro di un suo riscontro la ringrazio anticipatamente.
PROCEDIMENTO DISCIPLINARE
Moderatore: Avv. Giorgio Carta
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Re: PROCEDIMENTO DISCIPLINARE
Messaggio da nabboni »
Premetto che non sono l'Avvocato e di seguito espongo una mia visione della questione.
Il caso è abbastanza complesso e bisogna valutare bene le carte, un parere on-line è praticamente impossibile. Il fatto che ad altri soggetti siano state comminate o meno delle sanzioni non rileva, anche perché di amministrazioni differenti. Le dichiarazioni fornite sono state poco accorte, a prescindere dallo scrivere in qualità di tizio, anche perché sarebbe stato lo stesso. Se si ragiona bene, con quelle affermazioni (che ha fornito nell'ambito di un ricorso straordinario al PDR e quindi dinanzi a Magistrati del Consiglio di Stato che sono, comunque, pubblici ufficiali), si potrebbe percepire che gli agenti non abbiano compiuto atti attinenti ai loro doveri e chi lo afferma è un agente/uff. di pg oltre che pubblico ufficiale che a sua volta ha dei precisi obblighi. Questo in merito a ciò che scrive. Il consulto con un legale esperto sarebbe raccomandato anche per il prosieguo, in relazione all'eventuale procedimento penale in cui si troverà nella non invidiabile posizione di chi ha fornito una precisa dichiarazione che forse avrebbe dovuto avere un determinato seguito.
Saluti.
Il caso è abbastanza complesso e bisogna valutare bene le carte, un parere on-line è praticamente impossibile. Il fatto che ad altri soggetti siano state comminate o meno delle sanzioni non rileva, anche perché di amministrazioni differenti. Le dichiarazioni fornite sono state poco accorte, a prescindere dallo scrivere in qualità di tizio, anche perché sarebbe stato lo stesso. Se si ragiona bene, con quelle affermazioni (che ha fornito nell'ambito di un ricorso straordinario al PDR e quindi dinanzi a Magistrati del Consiglio di Stato che sono, comunque, pubblici ufficiali), si potrebbe percepire che gli agenti non abbiano compiuto atti attinenti ai loro doveri e chi lo afferma è un agente/uff. di pg oltre che pubblico ufficiale che a sua volta ha dei precisi obblighi. Questo in merito a ciò che scrive. Il consulto con un legale esperto sarebbe raccomandato anche per il prosieguo, in relazione all'eventuale procedimento penale in cui si troverà nella non invidiabile posizione di chi ha fornito una precisa dichiarazione che forse avrebbe dovuto avere un determinato seguito.
Saluti.
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