Legge di stabilità.

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lionhard
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da lionhard »

Concordo pienamente sulla giusta informazione, infatti stiamo commendando il testo approvato alla Camera in prima lettura, come si dice: " carta canta "! Per adesso.
Poi in altre mie risposte ho chiaramente scritto che in Senato può subire modifiche meno drastiche.
Sono altresì daccordo sulla serietà.
Ma quì in Italia mi sembra di stare su Scherzi a parte! Infatti gli altri paesi ci considerano poco seri.
Poi mi ripeto, in quanto l'ho già scritto, vi sono lavoratori che hanno deciso di rimanere in Servizio dopo la Riforma pensionistica Monti-Fornero, " SOLO " per aggiungere un'altra piccola quota di pensione a quella fino allora maturata. Perchè fare marcia indietro e cassare tutto, si accorgono solo adesso che è stato un errore?
Incredibile! Con tutti i grandi tecnici della Ragioneria della Stato e IMPS che ci costano, loro sì, centinaia e centinaia di migliaia di Euro l'anno di stipendio a cranio, adesso dopo quattro anni si accorgono di aver sbagliato!
Povera Italia!
Se hanno sbagliato, allora che li caccessero tutti via addebitandogli gli Euro spesi per le quote di pensioni pro rata erogate dallo Stato dal 2012 ad oggi.
Perchè lo Stato siamo tutti NOI. Quei soldi non vengono dalle tasse che versiamo tutti i mesi?
O mi sbaglio?
E un dubbio mi stà assalendo: chi è che pecca di poca serietà!


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angri62
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da angri62 »

lionhard ha scritto:Concordo pienamente sulla giusta informazione, infatti stiamo commendando il testo approvato alla Camera in prima lettura, come si dice: " carta canta "! Per adesso.
Poi in altre mie risposte ho chiaramente scritto che in Senato può subire modifiche meno drastiche.
Sono altresì daccordo sulla serietà.
Ma quì in Italia mi sembra di stare su Scherzi a parte! Infatti gli altri paesi ci considerano poco seri.
Poi mi ripeto, in quanto l'ho già scritto, vi sono lavoratori che hanno deciso di rimanere in Servizio dopo la Riforma pensionistica Monti-Fornero, " SOLO " per aggiungere un'altra piccola quota di pensione a quella fino allora maturata. Perchè fare marcia indietro e cassare tutto, si accorgono solo adesso che è stato un errore?
Incredibile! Con tutti i grandi tecnici della Ragioneria della Stato e IMPS che ci costano, loro sì, centinaia e centinaia di migliaia di Euro l'anno di stipendio a cranio, adesso dopo quattro anni si accorgono di aver sbagliato!
Povera Italia!
Se hanno sbagliato, allora che li caccessero tutti via addebitandogli gli Euro spesi per le quote di pensioni pro rata erogate dallo Stato dal 2012 ad oggi.
Perchè lo Stato siamo tutti NOI. Quei soldi non vengono dalle tasse che versiamo tutti i mesi?
O mi sbaglio?
E un dubbio mi stà assalendo: chi è che pecca di poca serietà!
===ci metto la mano sul fuoco che noi non sapevamo neanche di maturare un ulteriore quota, ma i capoccioni i furbetti che potevano rimanere anche fino a 75 anni, loro si che lo sapevano. questi sono a capo dei dipartimenti di tutte la amministrazioni. già con pensioni altissime, ma non contenti.....mai.
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da spazzanevepuntocom »

io accetterei di buon grado questa correzione se contestualmente fosse eliminata la finesta mobile dei 12 mesi....non dico altro.

buona notte a tutti
Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore.
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lionhard
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da lionhard »

Si hai ragione Angri62, nessuno ne sapeva nulla, io ne venni a conoscenza leggendo un bell'articolo apparso sul Sole 24 Ore che spiegava gli effetti del Pro Rata.
Vi ricordate la legge la chiamarono il " Salva Italia "! Poi ci furono le lacrime in diretta tv della ministra Fornero. Io dopo aver letto quell'articolo, provai a chiedere in giro tra i vari sindacati del Comparto sicurezza...nessuno ne sapeva nulla sugli effetti del pro rata sul sistema pensionistico. Poi fù chiaro e...chi maggiormente se ne avvantaggiava maggiormente?
Guarda caso tutta la casta dei dipendenti pubblici che guadagnano centinaia di migliaia di euro l'anno.
Vogliamo provare a chiamarli con nome e cognome?
Eccone qualcuno:
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La casta dei generali
23 NOVEMBRE 2012
by osserbari
LA CASTA DEI GENERALI

Non vi sono solo i politici. Infatti, è quasi impossibile toccare i privilegi, i benefit dei generali, nemmeno le pensioni, devono rimanere dorate anche se calcolate in base a logiche risalenti all’ultimo dopoguerra.

Certo, lo sprending review faccia pure il suo lavoro nel settore: riduca la truppa, tagli i marescialli, però non tocchi i privilegi delle alte sfere. Quali sono quindi i privilegiati della Difesa italiana, quali sono i benefit arcaici ancora concessi è subito detto.

Iniziamo con leggere la mail che il Capitano di Vascello Liborio Francesco Palombella spedisce ai suoi sottoposti, il 3 maggio 2012, alla vigilia della visita dell’ammiraglio Giuseppe De Giorgi sulla “Caio Duilio” ormeggiata a La Spezia. <<All’arrivo del Cinc (comandante in capo della squadra italiana, ndr) prevedere in quadrato l’aperitivo con vino bianco ghiacciato, mandorle salate, grana, olive verdi, pizzette, rustici, tartine. Prepararsi a servire caffè d’orzo o tè verde>>. In un’altra mail, un ufficiale ricorda a tutti i gusti dell’ammiraglio, guai a sbagliare:<< Il caffè con orzo in tazza grande, senza zucchero, macchiato caldo. Il tè verde, senza zucchero>>. Quell’accoglienza da impero borbonico riservatagli a Taranto l’8 settembre scorso a bordo dell’incrociatore Mambella (camerieri, tartine, champagne e ovviamente mandorle), di cui hanno dato conto i giornali, non era dunque un caso. E mentre a La Spezia si domandano se l’ammiraglio gradisca il caffè in tazza grande o piccola, a Kabul ai soldati italiani non è più concesso di andare a mangiare alla mensa americana, più abbondante e costosa. Stona, in tempi di crisi, qualsiasi forma di sperpero di denaro pubblico. E quella dell’ammiraglio De Giorgi è solo una delle 400 e passa casi di benefit e favori goduti da chi ha il grado di generale.

Lasciamo ora parlare i numeri. Tra Esercito, Marina e Aeronautica ci sono 425 generali per 178mila militari. Negli Stati Uniti sono 900, ma guidano un comparto che con 1.408.000 uomini è quasi dieci volte quello italiano. In sostanza, noi abbiamo più generali di Corpo d’Armata, 64, che Corpi d’Armata, circa una trentina. Andrea Nativi che si occupa di Difesa e intelligence: <<A essere generosi, in Italia basterebbero 150 generali per svolgere gli stessi compiti, gli esuberi concentrati nei gradi apicali degli ufficiali devono essere smaltiti in fretta attraverso provvedimenti straordinari, altrimenti rimarranno una zavorra costosa e penalizzante>>.

Siamo al paradosso che i comandanti sono più dei comandati: 94 mila ufficiali e sottoufficiali, 83.400 uomini e donne della truppa. Nei prossimi due anni il personale, civile e militare sarà tagliato di 8.571 unità. Entro il 2024 i 178 mila scenderanno a 150 mila. Ma i generali no, loro non si toccano. Perché avere la greca sulla spallina significa godere di uno status privilegiato. Un generale di Corpo d’armata (il grado più alto, tre stellette) percepisce in servizio uno stipendio annuale di 120 mila euro, circa 7 mila euro netti al mese. Non ha limitazione alle ore di straordinario che può fare. Ha diritto all’alloggio di servizio a canone agevolato nelle zone migliori della città, al telefonino, in alcuni casi all’autista (l’anno scorso sono state acquistate dalla Difesa 19 Maserati per gli alti ufficiali), a soggiorni low cost nelle decine di foresterie della Difesa, alcune in località turistiche di pregio come Bardonecchia o Milano Marittima. E quando raggiunge la pensione, per effetto di indennità varie, del sistema retributivo ancora in vigore per gli anziani e della cessazione del versamento dei contributi all’Inpdap, si trova con un mensile superiore a quello in servizio.

Si chiama Sip la cuccagna dei generali. Speciale indennità pensionabile, un emolumento ad personam che fa schizzare lo stipendio dei dirigenti in alto. Molto in alto. Spetta al Capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Biagio Abrate, (482,019 euro all’anno) ai tre Capi di stato maggiore di Esercito, Aeronautica e Marina (481.006 euro), al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Leonardo Galitelli (462,642 euro) e al segretario generale della Difesa Claudio De Bertolis (451.072). Cifre che superano ampiamente i 294 mila euro annuali (il trattamento riservato al Primo presidente di Cassazione) indicato dal “decreto salva-Italia” come tetto per gli stipendi dei manager pubblici. In sei costano ala ministero 2,8 milioni di euro. Gli stessi soggetti quando lasciano, ricevono una liquidazione che sfiora il milione di euro e una pensione di 15 mila euro netti al mese.

Una Sip, anche se ridotta nel valore, viene misteriosamente concessa anche al vice comandante dei Carabinieri. E non è un caso che per quel ruolo si siano avvicendati, dall’inizio del 2012, già tre ufficiali e di media non si rimane in carica più di un anno.

Si scopre poi che la carriera della dirigenza militare, e solo quella, è un moto inarrestabile verso l’alto. Nelle amministrazioni pubbliche si viene promossi quando si libera un posto. Sotto le armi no. I generali vengono promossi prescidendo dall’esistenza di un posto vacante. La commissione Difesa della Camera l’ha scritto, prevedendo che il generale di Divisione (2 stellette) con almeno un anno di permanenza in quella posizione possa avanzare al grado superiore anche se in soprannumero.

Altro regalo che ha resistito ai tagli è la promozione automatica immediatamente prima del congedo. Il giorno antecedente alla pensione si sale di grado. Più stelle sulle spalline, più benefit.

Il sistema delle “promozioni di carta” riesce anche ad aggirare il blocco delle buste paga imposto alle amministrazioni pubbliche fino al 2014 grazie all’istituto della omogeneizzazione stipendiale: gli ufficiali dopo 23 anni in servizio senza demerito ottengono, a prescindere dal grado ricoperto, la retribuzione fissa del generale di brigata, circa 3.100 euro netti. Certo, gli stipendi medi dei soldati italiani sono nel complesso inferiori rispetto a quelli dei colleghi inglesi o francesi ma quando si parla di capi, il discorso cambia. E più guadagnano, meno devono spendere.

A oggi sono 44 i generali e gli ammiragli a cui è stato concesso l’alloggio di servizio e rappresentanza, il famoso Asir, l’extralusso del parco immobiliare della Difesa. Per mantenerli tutti, lo stato spende 4 milioni di euro all’anno. Del resto si devono lucidare appartamenti con 400 metri quadri di parquet, 143 mq di marmo, 188 mq di maioliche, ascensore con moquette e terrazzo di 275 mq, come nel caso della residenza riservata al Capo di stato maggiore dell’Aeronautica in via del Pretoriano a Roma.

Nessuno mette in dubbio che il ministro, i quattro Capi di stato maggiore, i sottocapi, gli alti comandanti abbiano diritto agli Asir, anche perché devono ricevere ambasciatori e cariche estere. Ma andando a sfogliare l’elenco di chi li occupa, qualche perplessità sorge.

Ad esempio, non si capisce quale siano i compiti di rappresentanza del comandante della 1° Regione aerea dell’Aeronautica, che pure vive in via Gaio a Milano, in un alloggio di 450 mq rivestito in parquet, leggermente più ampio del collega delle Operazioni aeree, che ne ha uno di 445 mq in via Cavour a Ferrara. A Firenze Il Comandante dell’Isma si deve stringere in 233 mq, ma può sfruttare un balcone di 158 mq. A Pozzuoli il direttore dell’Accademia aeronautica ha un alloggio di 189 mq., con un terrazzo faraonico da 287mq.

Chi li occupa si difende sostenendo di pagare regolarmente l’affitto mensile sulla parte residenziale, cioè le camere, la cucina, il soggiorno e i bagni. Verissimo. Ma a canoni più che vantaggiosi: 1 euro a metro quadrato. Che sia in centro a Roma o a Pozzuoli o nella strada più in di Firenze, sempre quello è il prezzo.

Equiparato per grado e stipendio al generale di corpo d’armata è anche l’ordinario militare, ruolo attualmente coperto da monsignor Vincenzo Pelvi, che a capo di un’arcidiocesi speciale composta dai 182 cappellani militari, tutti inquadrati come ufficiali che svolgono l’attività pastorale nelle caserme. Il vicario equivale a un generale di brigata (6000 euro al mese lordi). Il vicario episcopale, il cancelliere e l’economo sono equiparati ai tenenti colonnello. Alla Difesa nel complesso costano 10 milioni di euro in busta paga annuali, più altri 7 milioni per la liquidazione di 160 pensioni, che mediamente ammontano a 43 mila euro all’anno ciascuno, tranne quella dell’ordinario a cui vanno 4 mila euro al mese. L’attuale presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, nei fatti è un baby-pensionato. E’ stato arcivescovo ordinario militare dal 2003 al 2006, a 63 anni ha ottenuto il vitalizio dalla Difesa, un po’ meno di 4 mila euro, con appena tre anni di contributi. Il suo successore, monsignor Pelvi, ha mandato una lettera al presidente della Repubblica, a cui spetta la nomina, e a Papa Ratzinger per chiedere una proroga fino al 2014, così da maturare gli anni necessari perla pensione di generale.

I radicali hanno provato a sganciare questi compensi dal bilancio della Difesa con un emendamento al ddl di revisione. Respinto.

Discorso a parte merita l’indennità di ausiliaria. Una volta in congedo per il raggiungimento dei limiti di età (tra i 60 e i 65 anni), ufficiali e sottoufficiali possono chiedere di restare per 5 anni a disposizione della Difesa, nell’eventualità di essere richiamati in servizio in caso di necessità.

Il “disturbo” di restare a casa, ma a disposizione, viene comunque pagato. L’ausiliaria, introdotta per il fatto che i militari escono dal servizio per limiti di età prima degli altri dipendenti statali, è pari al 70 per cento della differenza tra il trattamento percepito in pensione e quello spettante nel tempo al pari grado in servizio. Un calcolo complesso. E con il blocco delle retribuzioni per l’impiego pubblico, non è nemmeno più vantaggiosa per gli ufficiali intermedi. Per un generale di corpo d’armata invece può raggiungere 700 euro al mese alla pensione. Inizialmente c’era un bacino relativamente stretto di 35 ufficiali e 500 sottoufficiali a cui spettava. Oggi in deroga viene concessa a centinaia di militari.

Nel 2011 la Difesa ha speso per l’ausiliaria 326 milioni, quest’anno 355. E’ vero i casi di richiamo in servizio sono rarissimi. Qualche generale ha partecipato alle commissioni di concorso interno, qualcun altro è stato richiamato durante l’emergenza rifiuti a Napoli. E quando un pezzo grosso torna al lavoro, lo fa con tutti i crismi. Stipendio pre-congedo, macchina con l’autista, alloggio, spesi di diaria, straordinari. Che uno torni in servizio o rimanga a casa, i cinque anni di ausiliaria vengono comunque cnteggiati ai fini del trattamento pensionistico e della liquidazione. La casta dei generali non disarma.

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angri62
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da angri62 »

lionhard ha scritto:Si hai ragione Angri62, nessuno ne sapeva nulla, io ne venni a conoscenza leggendo un bell'articolo apparso sul Sole 24 Ore che spiegava gli effetti del Pro Rata.
Vi ricordate la legge la chiamarono il " Salva Italia "! Poi ci furono le lacrime in diretta tv della ministra Fornero. Io dopo aver letto quell'articolo, provai a chiedere in giro tra i vari sindacati del Comparto sicurezza...nessuno ne sapeva nulla sugli effetti del pro rata sul sistema pensionistico. Poi fù chiaro e...chi maggiormente se ne avvantaggiava maggiormente?
Guarda caso tutta la casta dei dipendenti pubblici che guadagnano centinaia di migliaia di euro l'anno.
Vogliamo provare a chiamarli con nome e cognome?
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La casta dei generali
23 NOVEMBRE 2012
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LA CASTA DEI GENERALI

Non vi sono solo i politici. Infatti, è quasi impossibile toccare i privilegi, i benefit dei generali, nemmeno le pensioni, devono rimanere dorate anche se calcolate in base a logiche risalenti all’ultimo dopoguerra.

Certo, lo sprending review faccia pure il suo lavoro nel settore: riduca la truppa, tagli i marescialli, però non tocchi i privilegi delle alte sfere. Quali sono quindi i privilegiati della Difesa italiana, quali sono i benefit arcaici ancora concessi è subito detto.

Iniziamo con leggere la mail che il Capitano di Vascello Liborio Francesco Palombella spedisce ai suoi sottoposti, il 3 maggio 2012, alla vigilia della visita dell’ammiraglio Giuseppe De Giorgi sulla “Caio Duilio” ormeggiata a La Spezia. <<All’arrivo del Cinc (comandante in capo della squadra italiana, ndr) prevedere in quadrato l’aperitivo con vino bianco ghiacciato, mandorle salate, grana, olive verdi, pizzette, rustici, tartine. Prepararsi a servire caffè d’orzo o tè verde>>. In un’altra mail, un ufficiale ricorda a tutti i gusti dell’ammiraglio, guai a sbagliare:<< Il caffè con orzo in tazza grande, senza zucchero, macchiato caldo. Il tè verde, senza zucchero>>. Quell’accoglienza da impero borbonico riservatagli a Taranto l’8 settembre scorso a bordo dell’incrociatore Mambella (camerieri, tartine, champagne e ovviamente mandorle), di cui hanno dato conto i giornali, non era dunque un caso. E mentre a La Spezia si domandano se l’ammiraglio gradisca il caffè in tazza grande o piccola, a Kabul ai soldati italiani non è più concesso di andare a mangiare alla mensa americana, più abbondante e costosa. Stona, in tempi di crisi, qualsiasi forma di sperpero di denaro pubblico. E quella dell’ammiraglio De Giorgi è solo una delle 400 e passa casi di benefit e favori goduti da chi ha il grado di generale.

Lasciamo ora parlare i numeri. Tra Esercito, Marina e Aeronautica ci sono 425 generali per 178mila militari. Negli Stati Uniti sono 900, ma guidano un comparto che con 1.408.000 uomini è quasi dieci volte quello italiano. In sostanza, noi abbiamo più generali di Corpo d’Armata, 64, che Corpi d’Armata, circa una trentina. Andrea Nativi che si occupa di Difesa e intelligence: <<A essere generosi, in Italia basterebbero 150 generali per svolgere gli stessi compiti, gli esuberi concentrati nei gradi apicali degli ufficiali devono essere smaltiti in fretta attraverso provvedimenti straordinari, altrimenti rimarranno una zavorra costosa e penalizzante>>.

Siamo al paradosso che i comandanti sono più dei comandati: 94 mila ufficiali e sottoufficiali, 83.400 uomini e donne della truppa. Nei prossimi due anni il personale, civile e militare sarà tagliato di 8.571 unità. Entro il 2024 i 178 mila scenderanno a 150 mila. Ma i generali no, loro non si toccano. Perché avere la greca sulla spallina significa godere di uno status privilegiato. Un generale di Corpo d’armata (il grado più alto, tre stellette) percepisce in servizio uno stipendio annuale di 120 mila euro, circa 7 mila euro netti al mese. Non ha limitazione alle ore di straordinario che può fare. Ha diritto all’alloggio di servizio a canone agevolato nelle zone migliori della città, al telefonino, in alcuni casi all’autista (l’anno scorso sono state acquistate dalla Difesa 19 Maserati per gli alti ufficiali), a soggiorni low cost nelle decine di foresterie della Difesa, alcune in località turistiche di pregio come Bardonecchia o Milano Marittima. E quando raggiunge la pensione, per effetto di indennità varie, del sistema retributivo ancora in vigore per gli anziani e della cessazione del versamento dei contributi all’Inpdap, si trova con un mensile superiore a quello in servizio.

Si chiama Sip la cuccagna dei generali. Speciale indennità pensionabile, un emolumento ad personam che fa schizzare lo stipendio dei dirigenti in alto. Molto in alto. Spetta al Capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Biagio Abrate, (482,019 euro all’anno) ai tre Capi di stato maggiore di Esercito, Aeronautica e Marina (481.006 euro), al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Leonardo Galitelli (462,642 euro) e al segretario generale della Difesa Claudio De Bertolis (451.072). Cifre che superano ampiamente i 294 mila euro annuali (il trattamento riservato al Primo presidente di Cassazione) indicato dal “decreto salva-Italia” come tetto per gli stipendi dei manager pubblici. In sei costano ala ministero 2,8 milioni di euro. Gli stessi soggetti quando lasciano, ricevono una liquidazione che sfiora il milione di euro e una pensione di 15 mila euro netti al mese.

Una Sip, anche se ridotta nel valore, viene misteriosamente concessa anche al vice comandante dei Carabinieri. E non è un caso che per quel ruolo si siano avvicendati, dall’inizio del 2012, già tre ufficiali e di media non si rimane in carica più di un anno.

Si scopre poi che la carriera della dirigenza militare, e solo quella, è un moto inarrestabile verso l’alto. Nelle amministrazioni pubbliche si viene promossi quando si libera un posto. Sotto le armi no. I generali vengono promossi prescidendo dall’esistenza di un posto vacante. La commissione Difesa della Camera l’ha scritto, prevedendo che il generale di Divisione (2 stellette) con almeno un anno di permanenza in quella posizione possa avanzare al grado superiore anche se in soprannumero.

Altro regalo che ha resistito ai tagli è la promozione automatica immediatamente prima del congedo. Il giorno antecedente alla pensione si sale di grado. Più stelle sulle spalline, più benefit.

Il sistema delle “promozioni di carta” riesce anche ad aggirare il blocco delle buste paga imposto alle amministrazioni pubbliche fino al 2014 grazie all’istituto della omogeneizzazione stipendiale: gli ufficiali dopo 23 anni in servizio senza demerito ottengono, a prescindere dal grado ricoperto, la retribuzione fissa del generale di brigata, circa 3.100 euro netti. Certo, gli stipendi medi dei soldati italiani sono nel complesso inferiori rispetto a quelli dei colleghi inglesi o francesi ma quando si parla di capi, il discorso cambia. E più guadagnano, meno devono spendere.

A oggi sono 44 i generali e gli ammiragli a cui è stato concesso l’alloggio di servizio e rappresentanza, il famoso Asir, l’extralusso del parco immobiliare della Difesa. Per mantenerli tutti, lo stato spende 4 milioni di euro all’anno. Del resto si devono lucidare appartamenti con 400 metri quadri di parquet, 143 mq di marmo, 188 mq di maioliche, ascensore con moquette e terrazzo di 275 mq, come nel caso della residenza riservata al Capo di stato maggiore dell’Aeronautica in via del Pretoriano a Roma.

Nessuno mette in dubbio che il ministro, i quattro Capi di stato maggiore, i sottocapi, gli alti comandanti abbiano diritto agli Asir, anche perché devono ricevere ambasciatori e cariche estere. Ma andando a sfogliare l’elenco di chi li occupa, qualche perplessità sorge.

Ad esempio, non si capisce quale siano i compiti di rappresentanza del comandante della 1° Regione aerea dell’Aeronautica, che pure vive in via Gaio a Milano, in un alloggio di 450 mq rivestito in parquet, leggermente più ampio del collega delle Operazioni aeree, che ne ha uno di 445 mq in via Cavour a Ferrara. A Firenze Il Comandante dell’Isma si deve stringere in 233 mq, ma può sfruttare un balcone di 158 mq. A Pozzuoli il direttore dell’Accademia aeronautica ha un alloggio di 189 mq., con un terrazzo faraonico da 287mq.

Chi li occupa si difende sostenendo di pagare regolarmente l’affitto mensile sulla parte residenziale, cioè le camere, la cucina, il soggiorno e i bagni. Verissimo. Ma a canoni più che vantaggiosi: 1 euro a metro quadrato. Che sia in centro a Roma o a Pozzuoli o nella strada più in di Firenze, sempre quello è il prezzo.

Equiparato per grado e stipendio al generale di corpo d’armata è anche l’ordinario militare, ruolo attualmente coperto da monsignor Vincenzo Pelvi, che a capo di un’arcidiocesi speciale composta dai 182 cappellani militari, tutti inquadrati come ufficiali che svolgono l’attività pastorale nelle caserme. Il vicario equivale a un generale di brigata (6000 euro al mese lordi). Il vicario episcopale, il cancelliere e l’economo sono equiparati ai tenenti colonnello. Alla Difesa nel complesso costano 10 milioni di euro in busta paga annuali, più altri 7 milioni per la liquidazione di 160 pensioni, che mediamente ammontano a 43 mila euro all’anno ciascuno, tranne quella dell’ordinario a cui vanno 4 mila euro al mese. L’attuale presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, nei fatti è un baby-pensionato. E’ stato arcivescovo ordinario militare dal 2003 al 2006, a 63 anni ha ottenuto il vitalizio dalla Difesa, un po’ meno di 4 mila euro, con appena tre anni di contributi. Il suo successore, monsignor Pelvi, ha mandato una lettera al presidente della Repubblica, a cui spetta la nomina, e a Papa Ratzinger per chiedere una proroga fino al 2014, così da maturare gli anni necessari perla pensione di generale.

I radicali hanno provato a sganciare questi compensi dal bilancio della Difesa con un emendamento al ddl di revisione. Respinto.

Discorso a parte merita l’indennità di ausiliaria. Una volta in congedo per il raggiungimento dei limiti di età (tra i 60 e i 65 anni), ufficiali e sottoufficiali possono chiedere di restare per 5 anni a disposizione della Difesa, nell’eventualità di essere richiamati in servizio in caso di necessità.

Il “disturbo” di restare a casa, ma a disposizione, viene comunque pagato. L’ausiliaria, introdotta per il fatto che i militari escono dal servizio per limiti di età prima degli altri dipendenti statali, è pari al 70 per cento della differenza tra il trattamento percepito in pensione e quello spettante nel tempo al pari grado in servizio. Un calcolo complesso. E con il blocco delle retribuzioni per l’impiego pubblico, non è nemmeno più vantaggiosa per gli ufficiali intermedi. Per un generale di corpo d’armata invece può raggiungere 700 euro al mese alla pensione. Inizialmente c’era un bacino relativamente stretto di 35 ufficiali e 500 sottoufficiali a cui spettava. Oggi in deroga viene concessa a centinaia di militari.

Nel 2011 la Difesa ha speso per l’ausiliaria 326 milioni, quest’anno 355. E’ vero i casi di richiamo in servizio sono rarissimi. Qualche generale ha partecipato alle commissioni di concorso interno, qualcun altro è stato richiamato durante l’emergenza rifiuti a Napoli. E quando un pezzo grosso torna al lavoro, lo fa con tutti i crismi. Stipendio pre-congedo, macchina con l’autista, alloggio, spesi di diaria, straordinari. Che uno torni in servizio o rimanga a casa, i cinque anni di ausiliaria vengono comunque cnteggiati ai fini del trattamento pensionistico e della liquidazione. La casta dei generali non disarma.

N.B.: Dati e fatti rilevati da la Repubblica
===tutto alla faccia della spendig....
poi pretendono qualche centesimo dalle pensione della bassa manovalanza come noi.
arsenico60

Re: Legge di stabilità.

Messaggio da arsenico60 »

......come dire " se la merd@ avesse valore, i poveracci sarebbero nati tutti senza xxxxxxx" , mai così azzeccata la saggezza popolare.
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da Admin »

Testo del maxi-emendamento, relativo a questo argomento, approvato stanotte dal Senato: 707. All'articolo 24, comma 2, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «In ogni caso, l'importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l'applicazione delle regole di calcolo vigenti prima della data di entrata io vigore del presente decreto computando, ai fini della determinazione della misura del trattamento, l'anzianità contributiva necessaria per il conseguimento del diritto alla prestazione, integrata da quella eventualmente maturata fra la data di conseguimento del diritto e la data di decorrenza del primo periodo utile per la corresponsione della prestazione stessa».

708 [...] Resta io ogni caso fermo il termine di ventiquattro mesi di cui al primo periodo del comma 2 dell'articolo 3 del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140, e successive modificazioni, per la liquidanone dei trattamenti di fine servizio, comunque denominati, per i lavoratori cbe accedono al pensionamento a età inferiore a quella corrispondente ai limiti di età, con esclusione delle cause di cessazione di cui al comma 5 del medesimo articolo 3.

Le economie, da accertare a consuntivo sulla base del procedimento di cui all'articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, derivanti dall'applicazione del comma 732 del presente articolo aflluiscono io un apposito fondo, istituito presso l'INPS, finalizzato a garantire l'adeguatezza delle prestazioni pensionistiche in favore di particolari categorie di soggetti, iodividuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finaoze. Con il medesimo decreto si provvede altresl a definire i criteri e le modalità di utilizzo delle risorse del fondo in favore delle predette categorie di soggetti.


L'effetto del combinato disposto di queste norme, vine spiegato chiaramente qui.
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angri62
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da angri62 »

===questo vale per chi ha preso di più.
per tutti quelli che si sono visti appioppare il sistema contributivo pur non avendo i requisiti per la pensione e nonostante avessero raggiunto l'aliquota dell'80% - cosa cambia?
per chi aveva 37/8 anni di contributi al 31/12/2011 e non 40 come previsto e non aveva neanche 53 anni di età come finisce sta roba.
la pensione verrà ricalcolata con il vecchio sistema retributivo?
come al solito incertezza totale.
mettn semp a pucchiacc man e criatur.
buone feste.
antoniope
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da antoniope »

Il provvedimento legislativo è ancora in discussione al Senato. Aspettiamo, potrebbero esserci anche sorprese all’ultimo minuto.
Chi dà retta al cervello degli altri, butta via il suo (anonimo)
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angri62
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da angri62 »

AntonioPE ha scritto:Il provvedimento legislativo è ancora in discussione al Senato. Aspettiamo, potrebbero esserci anche sorprese all’ultimo minuto.
===è finita la discussione è stato emendato e posto la fiducia.
antoniope
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da antoniope »

Però torna alla Camera per l’approvazione definitiva, ma dovrebbe essere di routine, cioè senza stravolgimenti anche se vi sono i contrari delle opposizioni.
Chi dà retta al cervello degli altri, butta via il suo (anonimo)
arsenico60

Re: Legge di stabilità.

Messaggio da arsenico60 »

....bene, quindi devo dire addio alla quota del pro-rata cira 76 euro lordi al mese e 3 anni 1/2 di contributi versati a gratis e qualcono dice che devo essere pure contento. Grillino ero, grillino rimango e grillinamente parlando.....
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da lionhard »

È così Arsenico, purtroppo...che facce di bronzo questi politici!
Quanta amarezza, questa porcata non si riesce proprio a digerire.
Non sono più credibili!
Quaranta anni di sacrifici, a servirli e riverirli.
Ma fino a quanto vorranno abusare della pazienza nostra???
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angri62
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da angri62 »

arsenico60 ha scritto:....bene, quindi devo dire addio alla quota del pro-rata cira 76 euro lordi al mese e 3 anni 1/2 di contributi versati a gratis e qualcono dice che devo essere pure contento. Grillino ero, grillino rimango e grillinamente parlando.....
===se sei grillino lo devresti fare per ragione di stato. scherzi a parte. ma sei veramente convinto della decurtazione? è su quali basi lo credi?
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Re: Legge di stabilità.

Messaggio da dengi »

angri62 ha scritto:
arsenico60 ha scritto:....bene, quindi devo dire addio alla quota del pro-rata cira 76 euro lordi al mese e 3 anni 1/2 di contributi versati a gratis e qualcono dice che devo essere pure contento. Grillino ero, grillino rimango e grillinamente parlando.....
===se sei grillino lo devresti fare per ragione di stato. scherzi a parte. ma sei veramente convinto della decurtazione? è su quali basi lo credi?
####Arsenico Appunto su che basi ??? qualche confidente Grillino !!!! Comunque ti sento molto preoccupato non pensare per adesso goditi il pranzo e il panettone purtroppo per noi Amaro, il mese prossimo si vedrà . Notte.

Saluti
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