Legge 104/1992. Trasferimento e permessi mensili

Diritto Militare e per le Forze di Polizia
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luporaf
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Legge 104/1992. Trasferimento e permessi mensili

Messaggio da luporaf »

Buonasera.
Ancora io...
Comunque - gentilmente e se possibile - vorrei sapere, entro quanto tempo, dalla presentazione della domanda, ci dovrà essere una risposta in merito ad una richiesta di trasferimento in virtù della L.104/1992 e quindi trattasi di trasferimento per gravi problemi familiari legati all'assistenza ad una persona handicappat in situazione di gravità (almeno per quanto mi riguarda). Poi, in caso di accoglimento del trasferimento, per quanto riguarda la sede lavorativa, esiste una distanza prevista superiore alla quale non si puo' essere trasferiti?

Inoltre l'ESCLUSIVITA' nell'assistenza, per quanto riguarda i permessi, è stata "abolita" o mi sbaglio? L'importante che l'assistenza si continua, adeguata e sistematica nonchè, in famiglia, non vi siano altri soggetti beneficiari dei permessi per la stessa persona. Giusto? Può eventualemte darmi conferma con dei riferimenti normativi vigenti (es. Parere nr.13 del DPP) da citare in un ricorso iniziale?

Grazie.


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Avv. Giorgio Carta
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Re: Legge 104/1992. Trasferimento e permessi mensili

Messaggio da Avv. Giorgio Carta »

In relazione ai trasferimenti ai sensi della legge n. 104/1992, la giurisprudenza ha chiarito che non è affatto necessario che il richiedente sia l'unico familiare in grado di prestare assistenza al portatore di handicap grave.



Se, però, l'Amministrazione ha obiettato la sola circostanza dell'esistenza di altri parenti in grado di prestare assistenza, non esiterei ad impugnare dinnanzi al TAR il rigetto dell'istanza.
Ovviamente, è necessario che non siano già decorsi 60 giorni dalla notifica del provvedimento. In tal caso, entro 120 giorni, potrebbe proporre ricorso straordinario al Capo dello Stato.

L'istanza di traferimento va vagliata dall'Amministrazione entro 240 giorni (se lei è dipendente del Ministero della difesa) e, in caso di accoglimento, non esistono limiti massimi di distanza, atteso che la normativa in esame tutela l'interesse del dipendente pubblico di esser il più vicino possibile al congiunto gravemente handicappato.


Saluti,

Avv. Giorgio Carta
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