Caso Marò
Re: Caso Marò
Messaggio da Antonio_1961 »
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Re: Caso Marò
Ecco cosa si potrebbe fare.....ma è solo un sogno
COSÌ HANNO LIBERATO I MARò
MA È SOLO UN RACCONTO
di EDUARDO srVORl
~ La notizia sembra, --v-- anzi lo è, un fulmine a
ciel sereno. Q!lando ormai
la speranza di rivedere a casa i
due Marò, militari italiani, detenuti
illegalmente in India, era svanita,
sentire e vedere su tutte le reti televisive
che erano stati liberati ed erano
già atterrati a Roma, ci riempie
di felicità. Sentiamo i particolari,
scarni ed imprecisi. Cerchiamo
conferme sulle modalità; solo
l'uscita di notizie sui quotidiani on
line ci fa capire che è successo un
fatto che nessuno di noi avrebbe
mai preconizzato, sia per il carattere
italico, modificato da anni di
eclisse di valori, sia perchè non crediamo
ancora ad un politico che si
assuma tanta responsabilità.
In poche parole ecco cosa è accaduto.
Tre incrociatori, l'unica portaerei
della Marina, ed una nave appoggio
erano da tempo nelle acque
internazionali prospicienti il
Keraia, lo stato indiano dove si svolge,
meglio si svolgeva, il processo
ai nostri marinai. Approfittando di
una notte buia, nuvolosa e senza luna,
verso le 2 i marinai sono stati
prelevati dalle loro stanze e portati,
nel massimo silenzio, sulla riva
dell'oceano, in una spiaggia isolata.
Poco dopo, sbucati apparentemente
dal nulla, sono apparsi 3elicotteri,
giunti fin li dalla nave militare,
volando a 200 piedi dall'acqua,
( circa 60 metri) per non essere
intercettati dai radar. Rapido atterraggio'
rapidissimo sbarco degli
incursori della marina per proteggere
l'operazione, veloce imbarco
dei militari e dei due autisti indiani,
che avendo aiutato due detenuti,
avrebbero rischiato la vita, quando
scoperti, e velocissimo decollo
con prua verso il mare aperlo.
Ora, analizzando tutto, l'operazione
non può nemmeno lontanamente
paragonarsi a quella del governo
israeliano ad Entebbe, Uganda,
di molti anni fa, e che ha fatto
storia. Ma un particolare rende
questa più significativa. npresidente
del Consiglio, il ministro della
Difesa, appena si era sparsa la notizia,
frammentaria ed imprecisa,
avevano detto che non ne sapevano
niente, che se qualcuno avesse
realmente fatto una cosa del genere,
era a loro insaputa. Insomma
avevano preso le distanze da un fatpa
al governo nazionale e al·
le istituzioni sul territorio.
alla società civile e alla steso
sa Chiesa - deve svolgere al
meglio il proprio compito
ed assumersi le proprie responsabilità,
mettendo in
to che, ora, aveva avuto il plauso di
tutta l'opinione pubblica, di tutti i
partiti, di quasi tutta l'informazione.
E grande affetto veniva, almeno
a parole, professato per i militari
che avevano ideato, preparato,
organizzato, effettuato quanto nessun
politico aveva avuto il coraggio
neppure di pensare.
Grandi festeggiamenti si prepareranno
in Veneto, dove due sindaci
del vicentino avevano rifiutato
per specifica protesta, con un senso
di dignità molto forte, ahimè
perso dalla politica nazionale, un
invito dell'Ambasciatore indiano
ad una cerimonia. Altri se ne dovrebbero
organizzare a Venezia, titolare
del <<Leonedi S. Marco», come
brand universalmente noto,
che i due militari hanno portato,
con fiera dignità, e rispettato, tornando
in India, spinti da un governo
più sensibile agli affari che all'onore.
Caro lettore, tutto ciò che
hai letto è frutto solo della fantasia,
non è vero ma solo verosimile.
Potrebbe essere vero se non ci fosse
modestia e mediocrità sia politica
che tecnica. Però, se non ci fossero,
non ci sarebbe stato neppure
il fatto, l'affidamento di personale
militare ad organizzazioni commerciali,
ancorché marittime. Conniventi
sia la politica che la tecnica,
per motivi non ancora chiari,
ma intuibili.
eduardosivori@alice.it
LECr
COME
di ALESSAl\'
ne
m.
COSÌ HANNO LIBERATO I MARò
MA È SOLO UN RACCONTO
di EDUARDO srVORl
~ La notizia sembra, --v-- anzi lo è, un fulmine a
ciel sereno. Q!lando ormai
la speranza di rivedere a casa i
due Marò, militari italiani, detenuti
illegalmente in India, era svanita,
sentire e vedere su tutte le reti televisive
che erano stati liberati ed erano
già atterrati a Roma, ci riempie
di felicità. Sentiamo i particolari,
scarni ed imprecisi. Cerchiamo
conferme sulle modalità; solo
l'uscita di notizie sui quotidiani on
line ci fa capire che è successo un
fatto che nessuno di noi avrebbe
mai preconizzato, sia per il carattere
italico, modificato da anni di
eclisse di valori, sia perchè non crediamo
ancora ad un politico che si
assuma tanta responsabilità.
In poche parole ecco cosa è accaduto.
Tre incrociatori, l'unica portaerei
della Marina, ed una nave appoggio
erano da tempo nelle acque
internazionali prospicienti il
Keraia, lo stato indiano dove si svolge,
meglio si svolgeva, il processo
ai nostri marinai. Approfittando di
una notte buia, nuvolosa e senza luna,
verso le 2 i marinai sono stati
prelevati dalle loro stanze e portati,
nel massimo silenzio, sulla riva
dell'oceano, in una spiaggia isolata.
Poco dopo, sbucati apparentemente
dal nulla, sono apparsi 3elicotteri,
giunti fin li dalla nave militare,
volando a 200 piedi dall'acqua,
( circa 60 metri) per non essere
intercettati dai radar. Rapido atterraggio'
rapidissimo sbarco degli
incursori della marina per proteggere
l'operazione, veloce imbarco
dei militari e dei due autisti indiani,
che avendo aiutato due detenuti,
avrebbero rischiato la vita, quando
scoperti, e velocissimo decollo
con prua verso il mare aperlo.
Ora, analizzando tutto, l'operazione
non può nemmeno lontanamente
paragonarsi a quella del governo
israeliano ad Entebbe, Uganda,
di molti anni fa, e che ha fatto
storia. Ma un particolare rende
questa più significativa. npresidente
del Consiglio, il ministro della
Difesa, appena si era sparsa la notizia,
frammentaria ed imprecisa,
avevano detto che non ne sapevano
niente, che se qualcuno avesse
realmente fatto una cosa del genere,
era a loro insaputa. Insomma
avevano preso le distanze da un fatpa
al governo nazionale e al·
le istituzioni sul territorio.
alla società civile e alla steso
sa Chiesa - deve svolgere al
meglio il proprio compito
ed assumersi le proprie responsabilità,
mettendo in
to che, ora, aveva avuto il plauso di
tutta l'opinione pubblica, di tutti i
partiti, di quasi tutta l'informazione.
E grande affetto veniva, almeno
a parole, professato per i militari
che avevano ideato, preparato,
organizzato, effettuato quanto nessun
politico aveva avuto il coraggio
neppure di pensare.
Grandi festeggiamenti si prepareranno
in Veneto, dove due sindaci
del vicentino avevano rifiutato
per specifica protesta, con un senso
di dignità molto forte, ahimè
perso dalla politica nazionale, un
invito dell'Ambasciatore indiano
ad una cerimonia. Altri se ne dovrebbero
organizzare a Venezia, titolare
del <<Leonedi S. Marco», come
brand universalmente noto,
che i due militari hanno portato,
con fiera dignità, e rispettato, tornando
in India, spinti da un governo
più sensibile agli affari che all'onore.
Caro lettore, tutto ciò che
hai letto è frutto solo della fantasia,
non è vero ma solo verosimile.
Potrebbe essere vero se non ci fosse
modestia e mediocrità sia politica
che tecnica. Però, se non ci fossero,
non ci sarebbe stato neppure
il fatto, l'affidamento di personale
militare ad organizzazioni commerciali,
ancorché marittime. Conniventi
sia la politica che la tecnica,
per motivi non ancora chiari,
ma intuibili.
eduardosivori@alice.it
LECr
COME
di ALESSAl\'
ne
m.
Re: Caso Marò
Leggere domani mattina una cosa del genere mi riempirebbe il cuore di gioia e non solo a me, penso a tutta l'Italia seria,............. perché non lo facciamo? oppure diamo in cambio 2/3 cento politici in cambio, non importa il colore politico, tanto sono tutti uguali, ci andrei anch'io a dare una mano, per quello che posso fare (adesso), magari farei rifornimento agli elicotteri e pulirei i vetri, un saluto aspettando una notizia del genere, ciao Nino.
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