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Diritto Militare e per le Forze di Polizia
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Risolutore
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Messaggio da Risolutore »

Buongiorno, ringraziando innanzitutto, per la possibilità di ricevere chiarimenti, circa situazioni che a lungo andare possono pregiudicare la quotidianità di ogni cittadino. Volevo capire se quello che mi è capitato è normale, prassi comune consolidata o eccezione di vita oppure assurdità. Premetto di essere un assistente capo della Polizia di Stato. Dopo cinque anni di sospensione dal servizio per un procedimento penale per fortuna conclusosi con un assoluzione, venivo inviato presso la Castro Pretorio insieme al mio collega di sventura, anche lui stesso problema per le viste di riammissione in servizio. Presso quel centro oltre a noi due vi era una altro collega che doveva sottoporsi alle stesse visite. Insieme a noi tre assistenti della Polizia di Stato vi erano altri circa 80 vigili urbani del Comune di Roma per le stesse visite per il rinnovo del porto d'armi. Preciso che prima di andare a fare le visite mi sono sottoposto ad ogni tipo di visita medica e di accertamenti privati, per eventuali " SORPRESE". Quindi mi sottoponevo a spirometria, visita cardiologica, visita oculistica, gastroscopia, e poichè ho utilizzato farmaci cortisonici per una bronchite, MI SONO SOTTOPOSTO AD ESAMI TOSSICOLOGICI DI OGNI GENERE , da cui logicamente risultavo NEGATIVO. Quindi, presso la Castro Pretorio venivo sottoposto alle previste visite e prelievi. Prelievi fatti insieme a tutti i predetti colleghi, gli addetti ai lavori eseguivano i campioni urine in un "CESSO" mi perdoni il termine ma non potrei definirlo diversamente. Gli addetti ai lavori non hanno mai sostituito i guanti in lattice, quindi tipo catena di montaggio. Dopo aver firmato il consenso al prelievo, lasciavo il mio campione di urina, senza poter assistere alla catena di custodia. Il giorno dopo gli esami, veniamo chiamati da un vice revisore componente la commissione medica per le comunicazioni circa la continuazione del percorso per la riammissione in servizio. Il vice revisore mi faceva firmare il foglio notizie e l'uscita dal centro davanti ai miei due pari qualifica, senza dirmi nulla, agli altri due miei colleghi gli informava che l'indomani mattina si sarebbero dovuti portare preso la caserma Forte Ostiense per il prosieguo. Alla mia richiesta circa la mia uscita, chiedevo spiegazioni. Il vice revisore, con sguardo meravigliato e con un sorrisetto sarcastico mi rispondeva che dovevo saperlo. Al mio stupore, mi mostrava l'autorizzazione al prelievo delle urine. Mi chiedeva, mostrandomi delle firme, se erano state da me apposte, io gli rispondevo di no. Mi mostrava un'altra firma e in quella riconoscevo la mia grafia. Di tutta risposta mi diceva che avrei dovuto sapere il motivo. Davanti ai miei pari qualifica, mi comunicava che ero positivo ai cannabinoidi. Ebbi un momento di mancamento perchè già pensavo al dopo e a quello che avevo sentito. Sono sposato con due bimbi, e dopo un ingiustizia se ne stava presentando un'altra. Il mio collega che mi conosce da dieci anni rimane sconvolto da quanto appreso ed anche il collega rimane stranito da quella notizia, anche perchè in quei duri giorni ci si stringe nel comune rinforzo degli animi. Chiedevo immediatamente di conferire con il responsabile del centro, richiesta non accolta. Venivo messo alla PORTA. Ma con forza e determinazione, entravo nei laboratori di medicina forense, dove riuscivo ad avere un colloquio dapprima con il vice responsabile e dopo con il dirigente, raccontavo l'accaduto e lei dopo i vari tentativi di rassicurazione, gli interessava solo il nome del vice revisore. La informavo che avevo eseguito analisi con esiti negativi ma, nessuna ragione mi riportava a percorrere la fase di riammissione. Dovevo ritornare a casa e avrebbero fatto l'esame del gas massa su quel campione di urine. ASSURDO. Uscivo dalla Castro Pretorio, chiamavo un mio amico avvocato che mi consigliava un medico legale suo conoscente. Dopo averlo contattato, mi portavo presso le AUSL di Roma dove venivo sottoposto ad esami tossicologici sulle mie urine, tutto in tempo record. ESAMI NEGATIVI. Ritornavo alla Castro Pretorio ma non trovavo nessuno visto l'orario. Il giorno dopo mi presentai dal Dirigente mostrando i miei referti. La loro risposta: i nostri macchinari sono al di sopra di tutti. Sono riuscito solo grazie al medico legale a far arrivare in tempo record le contro analisi sulla scrivania del dirigente generale. Risultato dopo VENTI giorni sono stato richiamato per il proseguimento.
Ma vorrei capire questo atteggiamento posto da questi operatori è censurabile, la mia autostima, la mia privacy, perchè sono state calpestate...Grazie


foxtrot22
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Re: castro pretorio

Messaggio da foxtrot22 »

Una bella denuncia??? Giusto per tutelare le persone oneste che incappano in questa massa di stronzi.
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