Aggressioni in carcere: stavolta detenuto con due ergastoli da scontare sferra calci e pugni al medico del carcere di Padova.
I fatti risalgono a giovedì, quando - come riportano i quotidiani locali - un detenuto 45enne italiano, intorno alle 18.30, ha chiesto di essere visitato per problemi di salute. Una volta portato in infermeria, il recluso, condannato a due ergastoli per reati di mafia, ha pestato a sangue il medico del carcere Due Palazzi di Padova, Salvatore Montalto, sferrando calci e pugni fino all'arrivo degli agenti di polizia che, allarmati dalle urla del dottore, sono riusciti a bloccare l'aggressore.
MEDICO IN OSPEDALE E DETENUTO IN ISOLAMENTO. Accompagnato subito al pronto soccorso, al medico è stata prescritta una prognosi di 20 giorni. Per il detenuto invece è scattato l'isolamento. Secondo la ricostruzione fornita dal recluso agli agenti, l'ergastolano sarebbe "esploso" di rabbia dopo essersi lamentato delle cure ricevute in carcere, giudicate inadeguate, e dopo aver chiesto senza successo al medico (cui non spetta certo la competenza sull'argomento) di essere trasferito in un altro istituto e in una cella singola.
pianeta carcere
Re: pianeta carcere
TORINO 4 ago - Rissa al carcere minorile Ferrante Aporti di Torino. Questo pomeriggio, intorno alle 13.45, una lite tra un gruppo di detenuti tunisini e un gruppo di sudamericani è degenerata in una rissa furibonda. I poliziotti che sono intervenuti sono stati aggrediti con pugni, calci. I detenuti hanno brandito i manici di alcune scope come bastoni.
Tra loro anche un tunisino già segnalato più volte per azioni violente all'interno del carcere. Due agenti e un detenuto sono stati soccorsi dal 118 e trasportati in ospedale. Nessuno di loro è rimasto ferito in modo grave.
E' il secondo episodio nel giro di pochi giorni. Ieri pomeriggio, intorno alle 17, un tunisino ha completamente devastato la cella di isolamento in cui era stato messo dopo essersi azzuffato con alcuni detenuti senegalesi nei giorni precedenti.
Tra loro anche un tunisino già segnalato più volte per azioni violente all'interno del carcere. Due agenti e un detenuto sono stati soccorsi dal 118 e trasportati in ospedale. Nessuno di loro è rimasto ferito in modo grave.
E' il secondo episodio nel giro di pochi giorni. Ieri pomeriggio, intorno alle 17, un tunisino ha completamente devastato la cella di isolamento in cui era stato messo dopo essersi azzuffato con alcuni detenuti senegalesi nei giorni precedenti.
Re: pianeta carcere
''Sono profondamente addolorato per il suicidio, avvenuto stamane, dell'assistente capo della PoliziaPenitenziaria, Marcello Pesiri, in servizio nella casa circondariale Ariano Irpino. Il primo pensiero va alla famiglia a cui va la mia vicinanza e il cordoglio di tutta l'Amministrazione''.
E' quanto scrive, in una nota, il capo del Dap, Giovanni Tamburino. ''Non si hanno per ora elementi per ricondurre a disagi nell'ambiente di lavoro i motivi del tragico gesto di Marcello Pesiri -prosegue Tamburino- descritto da chi lo conosceva come persona serena e disponibile''.
''Ritengo comunque importante -rimarca il Dap- ribadire l'impegno dell'Amministrazione nell'offrire risposte a condizioni di disagio della Polizia e di tutto il personale penitenziario, anche con iniziative di supporto e ascolto, come il servizio di 'help-line' recentemente attivato dal Dap in collaborazione con l'Azienda ospedaliera Sant'Andrea, nonche' con soluzioni lavorative atte a ridurre lo stress degli operatori''.
E' quanto scrive, in una nota, il capo del Dap, Giovanni Tamburino. ''Non si hanno per ora elementi per ricondurre a disagi nell'ambiente di lavoro i motivi del tragico gesto di Marcello Pesiri -prosegue Tamburino- descritto da chi lo conosceva come persona serena e disponibile''.
''Ritengo comunque importante -rimarca il Dap- ribadire l'impegno dell'Amministrazione nell'offrire risposte a condizioni di disagio della Polizia e di tutto il personale penitenziario, anche con iniziative di supporto e ascolto, come il servizio di 'help-line' recentemente attivato dal Dap in collaborazione con l'Azienda ospedaliera Sant'Andrea, nonche' con soluzioni lavorative atte a ridurre lo stress degli operatori''.
Re: pianeta carcere
QUESTE COSTANTI VIOLENZE SONO INACCETTABILI Roma, 13 ago.
''Ieri sera nel carcere di Vercelli un detenuto marocchino si stava impiccando nella cella:
prontamente un agente lo ha soccorso ma l'altro detenuto, nella stessa cella, sempre di
nazionalita' marocchina, senza alcun motivo ha aggredito il nostro collega con calci e pugni. Per
fortuna, il pronto intervento degli altri poliziotti ha permesso di immobilizzare l'aggressore, ma
l'agente colpito, accompagnato presso l'ospedale cittadino, aveva visibili ematomi in faccia e
parti del corpo''. Lo spiega in una nota Donato Capece, segretario generale del Sappe che
aggiunge: "Nel pomeriggio c'era stata un'altra aggressione nella Casa di Reclusione di Porto
Azzurro dove un detenuto, anch'esso marocchino, lamentando un presunto mancato accredito sul
proprio libretto di conto corrente, accompagnato nell'ufficio della Sorveglianza generale dava
improvvisamente in escandescenza colpendo tutto e tutti e sfasciando ogni cosa trovasse: 4
agenti sono rimasti feriti e condotti in ospedale''. ''Queste costanti violenze sono inaccettabili'',
prosegue il leader del Sappe. ''Al di la' delle dichiarazioni e degli impegni a parole, la situazione
penitenziaria resta critica, con 65mila detenuti presenti, dei quali 25mila in attesa di un giudizio
definitivo e 24mila stranieri. E il personale di Polizia penitenziaria paga in prima persona da un
lato le tensioni che il sovraffollamento delle celle determina (aggressioni, tentati suicidi,
ferimenti, atti di autolesionismo, incendi, evasioni) e dall'altro le discutibili scelte gestionali dei
vertici e dei burocrati del Dap''.
Capece contesta anche il progetto della vigilanza dinamica elaborato dal Dap: ''E'
in realta' un bluff - sottolinea - Il superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della
cella e la maggiore apertura per i detenuti deve associarsi alla necessita' che questi svolgano
attivita' lavorativa e che il personale di Polizia penitenziaria sia esentato da responsabilita'
derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto
quello che oggi lo fanno quattro o piu' agenti, a tutto discapito della sicurezza''. ''Il progetto non
prevede affatto lavoro per i detenuti e mantiene il reato penale della 'colpa del custode'. E' quindi
un progetto basato su basi di partenza sbagliate e non e' certo abdicando al ruolo proprio di
sicurezza dello Stato che si rendono le carceri piu' vivibili (ma solo per i detenuti, e' ovvio)''.
''Ieri sera nel carcere di Vercelli un detenuto marocchino si stava impiccando nella cella:
prontamente un agente lo ha soccorso ma l'altro detenuto, nella stessa cella, sempre di
nazionalita' marocchina, senza alcun motivo ha aggredito il nostro collega con calci e pugni. Per
fortuna, il pronto intervento degli altri poliziotti ha permesso di immobilizzare l'aggressore, ma
l'agente colpito, accompagnato presso l'ospedale cittadino, aveva visibili ematomi in faccia e
parti del corpo''. Lo spiega in una nota Donato Capece, segretario generale del Sappe che
aggiunge: "Nel pomeriggio c'era stata un'altra aggressione nella Casa di Reclusione di Porto
Azzurro dove un detenuto, anch'esso marocchino, lamentando un presunto mancato accredito sul
proprio libretto di conto corrente, accompagnato nell'ufficio della Sorveglianza generale dava
improvvisamente in escandescenza colpendo tutto e tutti e sfasciando ogni cosa trovasse: 4
agenti sono rimasti feriti e condotti in ospedale''. ''Queste costanti violenze sono inaccettabili'',
prosegue il leader del Sappe. ''Al di la' delle dichiarazioni e degli impegni a parole, la situazione
penitenziaria resta critica, con 65mila detenuti presenti, dei quali 25mila in attesa di un giudizio
definitivo e 24mila stranieri. E il personale di Polizia penitenziaria paga in prima persona da un
lato le tensioni che il sovraffollamento delle celle determina (aggressioni, tentati suicidi,
ferimenti, atti di autolesionismo, incendi, evasioni) e dall'altro le discutibili scelte gestionali dei
vertici e dei burocrati del Dap''.
Capece contesta anche il progetto della vigilanza dinamica elaborato dal Dap: ''E'
in realta' un bluff - sottolinea - Il superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della
cella e la maggiore apertura per i detenuti deve associarsi alla necessita' che questi svolgano
attivita' lavorativa e che il personale di Polizia penitenziaria sia esentato da responsabilita'
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