salve
mi chiamo Giuseppe e sono il genero di un ex agente di polizia (Giuseppe Abbate classe 1937, ora in pensione) ferito agli arti inferiori nel lontano 1967 nei pressi di Orgosolo all'epoca del banditismo sardo.
In conseguenza dell'evento suddetto a mio suocero è stata attribuita dalla CMO un invalidità permanente per causa di servizio pari alla cat. 7 (equiparata 30%-40%).
Cosicchè, seppur molto in ritardo rispetto l'entrata in vigore della L. 266/05, un paio di anni fà circa, inoltriamo l'istanza di riconoscimento di vittima del dovere e qualche giorno fà, nonostante i vari pareri favovorevoli della Prefettura competente e della Questura di Nuoro è arrivata (inaspettata) la lettera di diniego da parte del Ministero competente in quanto: la fattispecie rientra nell'ordinario espletamento dei propri compiti di istituto.
Ci apprestiamo, ovviamente, a presentare le nostre controdeduzioni e successivamente, appena perviene il formale decreto di diniego, a presentare l'afferente ricorso al TAR.
Vorrei capire se è normale considerare una raffica di mitra alle gambe ,e tutti i problemi di salute conseguenziali, come rientranti nell'ordinario compito di istituto.
E' possibile una cosa del genere??
Ve chiedo consigli in merito.
Grazie comunque.
Giuseppe Milano
P.S. Mio suocero per quel ferimento ha avuto una vita segnata da tanti problemi di salute tra cui anche 2 embolie polmonari.