In particolare, il Tar ha bacchettato il ministero delle Finanze, che gli aveva detto di no adducendo come scusa il taglio del personale. La legge prevede infatti il diritto al dipendente ammalato di ricevere una destinazione diversa. Non viene considerata una assunzione nuova, ma un passaggio interno: in quanto la persona che già era in servizio, seppure in un altro comparto. L’odissea del poliziotto risale a cinque anni fa, quando aveva inoltrato il primo ricorso, poi integrato da quei motivi aggiunti che gli hanno consentito di arrivare alla vittoria della sua battaglia legale. Ad un certo punto, si era trovato però tutte le porte chiuse. Rappresentato dall’avvocato Andrea Morini, l’ispettore aveva pertanto citato in giudizio i due ministri, quello dell’interno e quello all’economia e alle finanze, e la commissione medica ospedaliera della Spezia. Contestava, l’ispettore, la nota con la quale il compartimento della Polizia di Stato della Spezia nell’estate del 2007 gli aveva negato di potersi sottoporre ad una nuova visita medica in commissione, e naturalmente anche il primo bollettino medico, che di fatto lo aveva giudicato “permanentemente non idoneo in modo assoluto al servizio di istituto”.
I medici l’avevano ritenuto anche non idoneo al transito nelle corrispondenti qualifiche di altri ruoli della polizia statale, per le stesse problematiche di salute: ma avevano riconosciuto la sua idoneitò al transito in altre amministrazioni dello stato. Proprio quel transito che non è mai avvenuto in questi lunghi anni. In buona sostanza, l’ispettore era stato collocato nella posizione di aspettativa, con una nota del ministero dell’interno che gli negava la possibilità di passare presso altri ruoli tecnici della polizia di stato. Di più: un anno dopo, sempre lo stesso ministero, lo aveva revocato dalla speciale posizione di aspettativa nella quale si trovava da quando era stato dispensato dal servizio, a causa della sua inabilità fisica. E un anno dopo ancora, nel 2009, il compartimento della polizia stradale per la Liguria, da Genova, gli aveva comunicato che a fine ottobre sarebbe terminato il periodo massimo di aspettativa per motivi di salute. In concreto, si era ritrovato fuori dal servizio, e senza paracadute.
Il calvario era cominciato con quegli accertamenti della commissione medico ospedaliera spezzina, che gli avevano riscontrato una “lieve sindrome piramidale”. Era stato collocato in aspettativa, ma i suoi tentativi di transito in altre amministrazioni dello stato erano andati a vuoto, tanto che gi era stata confermata la sola dispensa dal servizio, ma senza un nuovo incarico. I ricorsi, uno sull’altro, sono diventati tre, in cinque anni di attesa. Il Tar ha respinto le contestazioni agli atti del 2007, ed anche i motivi aggiunti contro la revoca dell’aspettativa. Ha concordato però sul fatto che l’ispettore doveva pur essere assunto da un’altra amministrazione statale. In particolare, è stata bocciata la posizione del Ministero delle finanze, per un aspetto preciso: non l’aveva voluto assumere, sostenendo che aveva già troppi tagli da fare sulla dotazione organica. La legge però prevede proprio il diritto al trasferimento in altri ruoli, per il personale della polizia di stato giudicato assolutamente inidoneo per motivi di salute. Scrive infatti che “il transitonon comporta modifiche delle dotazioni organiche dei ruoli di provenienza o di quelli di destinazione”. Sussiste, pertanto, il vizio di eccesso di potere. Il ministro s’è opposto all’istanza di trasferimento lamentando le ricadute sulla pianta organica: argomentazioni non congruenti con la legge, chiaramente finalizzata ad agevolare il transito dei dipendenti giudicati inidonei per motivi di salute.
Il Secolo xix.it
Complimenti al collega,forse ha aperto un varco ad altri colleghi.
