Sistema di Adeguamento Automatico delle Pensioni

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semplicissimo
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Sistema di Adeguamento Automatico delle Pensioni

Messaggio da semplicissimo »

DA LEGGERE SOLO IN CASO DI DUBBI SULLA GENUINITA' DEL SISTEMA DI ADEGUAMENTO DELLE NOSTRE PENSIONI X CHI NON HA TEMPO PASSI AL POST SUCCESSIVO
Sarà il caldo sarà l'età che incombe, ho un dubbio che mi ronza in testa da qualche tempo.
Il sistema di adeguamento automatico delle pensioni è basato sull'indicatore statistico "speranza di vita"
elaborato periodicamente dall'Istat. Ed è proprio l’adeguamento alla speranza di vita che allontana l’accesso alla pensione. Il decreto del 19/12/2011 ha stabilito che la speranza di vita a partire dal 2013 sarà pari a tre mesi. Quindi si andrà in pensione tre mesi più tardi. Questo è dato per certo ed è sulla base di questa certezza, che si stravolge tutto il sistema pensionistico.
Argomento: la vita media si è allungata talmente che non ha più senso andare in pensione a 60-62 anni.
I tedeschi (solo nel 2029), andranno in pensione a 67 anni, purtroppo i francesi che ci vanno a 60 si rifiutano di andarci a 62. Sono proprio un ciuccio mi sono detto, le mie osservazioni dirette sul campo contrastano con le conclusioni degli scienziati che sostengono che la vita media si è allungata di ben 5 anni negli ultimi 20!
Ho docuto leggere le previsioni dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) (a proposito complimenti per le slide ed i grafici)
Riassumendo: la vita media degli italiani è oggi tra le più alte de'Europa...cresce ulteriormente la speranza di vita alla nascita, che sale a 79,4 anni per gli uomini (+0,3 rispetto al 2010)
e a 84,5 anni (+0,2) per le donne... Il tasso di natalità scende così dal 9,3 per mille nel 2010 al 9,1 per mille nel 2011, mentre il tasso di mortalità rimane stabile al 9,7 per mille. Decisivo l’apporto delle donne straniere nei dati demografici del Paese...
NASCE UN ATROCE SOSPETTO!! MI STANNO FREGANDO!!
La cosidetta Vita media è la semplice conseguenza della riduzione dei tassi delle nascite e della mortalità infantile?? Senza che questo comporti l'effettivo allungamento nella soglia di vita complessiva delle persone nemmeno di un solo giorno? Il valore dell'aspettativa di vita non rappresenta l'età massima che una persona può vivere, bensì una media matematica.
Si considerano cioè le persone nate, si vede quanti anni vivranno tutti complessivamente, si sommano questi anni e si divide il tutto per il numero delle persone. Il risultato finale sarebbe quello che loro chiamano l'aspettativa di vita? Mi vado a leggere altri rapporti e studi condotti da università ed enti (soprattutto le regioni) E' vero!! Effettivamente, in realtà si tratta di studi che parlano dell'invecchiamento della popolazione a causa della riduzione delle nascite!! Ma questo non è un aumento della vita Media!!
Cerco la definizione del termine "Speranza di vita" in Wikipedia e scopro che può essere la semplice conseguenza della riduzione dei tassi di mortalità infantile.. ecc... senza che vi sia effettivo allungamento nella soglia di vita complessiva delle persone.
DEVO CONFRONTARE I DATI PER SAPERE DI QUANTO SI E' ALLUNGATA LA VITA MEDIA
l’Istat ci dice che la speranza di vita in Italia è passata dai 77 anni del 2001 ai 79,4 del 2010, per i maschi.
Attenzione alla prima fregatura: la statistica si riferisce alla “speranza di vita alla nascita”. Per cui, chi è nato nel 2009 vivrà di più e chi è nato intorno agli anni 1960, che avrà una speranza di vita più bassa
Ma questo è proprio il periodo toccato dalla riforma??!!.
L’Istat ci informa che la speranza di vita residua di un 65enne, nel 2010, era di 18,3 anni e di 21,9 per una donna. Non mi trovo con i calcoli aritmetici 65+18 fa 83. Mi Scusino, ma per i nati nel 2011 non erano stabiliti 79 anni di vita?
Più Leggo i dati e meno mi convinco!! Il calcolo della media è troppo ostico per chi è abituato ad analizzare le cose concrete e reali già nel 2006 mi venne una crisi di nervi, perchè i professori stabilirono che il consumo medio annuo di vino per abitante in Italia era di 59 litri a testa. Non avendo mai bevuto vino in vita mia mi chiedevo chi si fosse fregato le mie 6 casse di vino.
Adesso fortunato come sono accadrà anche per la mia speranza di vita se muoio a 63 anni regalo allo stato mezzo secolo di contributi (metteteci i 5 di riscatto).
CERCO LA RISPOSTA ALTROVE
Vediamo cosa dicono le altre categorie di scienziati: medici e biologi,
Cinque secoli prima di Cristo, l'aspettativa di vita media si aggirava intorno ai 22-25 anni. Il tasso di mortalità infantile era del 75% circa, quindi per ogni 4 persone nate, 3 morivano subito.
Seguendo il calcolo matematico, abbiamo 3 persone che portano 0 anni al conteggio, ed una che inevitabilmente dovrà vivere fino a quasi 100 anni. (100 : 4 25).
Nel 1900 il tasso di mortalità infantile era circa al 50%, che significa che per ogni 4 nati, 2 morivano subito. L'aspettativa di vita era leggermente inferiore ai 50 anni. Quindi, se due persone morivano appena nate, le altre due sarebbero vissute fino a 100 anni. Oggi si può dire che il traguardo di vita è ancora intorno ai 100 anni, il che significa che stando alla media non è cambiato nulla. Benchè non sia convinto vado avanti.
IL DATO E' SCONFORTANTE NIENTE ALLUNGAMENTO:
Dalla preistoria ad oggi, la vita massima è sempre stata intorno ai 100 anni. L'unica differenza è il tasso di mortalità infantile, che dimostra come in passato era più difficile sopravvivere, ma chi ci si riusciva,
poteva raggiungere i cento anni, proprio come ai nostri giorni.
Anche questi ricercatori, confutano l'idea generale che oggi si viva più a lungo che in passato. Sarebbe più corretto dire che oggi vivono a lungo più persone che in passato.
CHIEDO AL MIO MEDICO - MI FIDO DI LUI NON SBAGLIA MAI UNA DIAGNOSI
in che modo incidono sull'allungamento della vita, la scoperta degli antibiotici, il progresso medico, le super strutture ospedaliere moderne?
Risposta: nell'antichità gli individui erano più sani e robusti con un sistema immunitario adeguato a quei tempi!! Senza medici, terapie, cure, medicinali e tecnologie, chi arrivava alla soglia dei 100 anni lo faceva
unicamente con le proprie forze.
Oggi senza medicine ed ospedali pochi di noi riuscirebbero a superare i 60 anni. Forse il mio medico non legge i dati Istat e quindi ANCORA NIENTE ALLUNGAMENTO!!
Vi risparmio cosa dicono gli antropologi con alcune conclusioni di studi protratti per oltre trent'anni, da parte di ricercatori di fama mondiale, c'è tra di loro addirittura chi sta pubblicando ricerche che negano che oggi si vive meglio del passato, sono addirittura convinti che in passato la vita era qualitativamente superiore alla nostra.
E' MEGLIO LASCIAR PERDERE E FAR FARE AD OGNUNO IL PROPRIO MESTIERE
E' evidente, però, che i politici ed i mass-media giocano sull'equivoco tra il termine allungamento della vita media che va invece inteso come Invecchiamento della popolazione dovuto alla diminuzione delle nascite (tale differenza determina il Gap con l'età media delle popolazioni del terzo mondo).
CONCLUSIONE
Lungi da me la presunzione di entrare nel merito del lavoro di chicchessia, e lungi da me, la pretesa di entrare nel merito del metodo con il quale l'ISTAT legge i dati raccolti e di come poi li traduce in informazione, che poi offre come servizio ai cittadini. Mi preme solo segnalare le stranezze e chiedere lumi a chi è più colto, su eventuali incongruenze, insite nella stima dei dati, incongruenze che sembra vadano ben oltre il mero errore della definizione usata dal Governo innanzi illustrata.
Chiedo soccorso a tutti quei matematici di buona volontà che fino ad ieri hanno affollato le sale conferenze affliggendoci l'anima con le loro interminabili disquisizioni tese a confutare la validità di questa o quella religione. E che oggi ci stanno assordando con il loro silenzio accondiscendente, che fa passare per buono l'adozione di una media statistica stabilita per decreto. Una Media, basata su campioni d'indagine rilevati in un'arco temporale striminzito, e su un campione della popolazione univoco, che tratta indistintamente (mettendo nello stesso computo) sia chi aveva lavorato 40 anni in miniera, sia chi, nello stesso arco temporale era comodamente seduto al bar. Mi chiedo se l'Istat non ha per caso violato il classico metodo scientifico escludendo aprioristicamente la verificabilità della tesi. Essendo allo stato, impossibile applicare il criterio di falsificabilità della stessa. Mi spiego meglio: "quanto sarebbero vissuti gli individui dello stesso campione di popolazione studiato dall'Istat, se, e dico se, non fossero state rispettate le leggi pensionistiche dell'epoca?"
Ovvero: Sarebbe cambiato il risultato della ricerca Istat se il decreto della fornero fosse stato adottato già nel 1970?
Traduco: la percentuale delle persone che, stando alla media, oggi si ritiene siano vissute di più, e che hanno goduto della pensione di anzianità (non quella di vecchiaia) Oggi, sarebbero ancora vive, se avessero protratto la loro attività lavorativa, secondo i dettami della legge attuale?
Propongo un paradosso: Essendo, allo stato, disponibile solo il dato collaudato dall'istat, che afferisce ad un sistema pensionistico anticipato, ed essendo impossibile tornare indietro nel tempo, per collaudare un sistema diverso e verificarne l'effetto sulla popolazione. Dobbiamo dedurne che avendo già un risultato statistico con un dato positivo sulla vita della popolazione, a rigor di logica, il sistema andrebbe preservato, perchè posticipando l'età della pensione, rischieremmo di accorciare la vita media dei cittadini.
CHIEDO AIUTO AGLI ESPERTI
Mi rivolgo ai matematici in primis al prof. Piergiorgio Odifreddi: Professore era questo che ci insegnava parlando del Principio di identità, di non contraddizione e del terzo escluso?
E' così che va condotta una ricerca da parte del più grande istituto Nazionale?
E' questo che intendeva Kelley con l'equazione secondo la quale la verità è oggetto di una migliore valutazione quando il suo valore osservato è regredito verso la media del gruppo da cui è stato derivato?
Era a questo scopo che Abraham de Moivre nel 1730 descrisse la propria teoria nel Miscellanea Analytica?
Se ho torto Vi chiedo scusa. Mi sono sbagliato, (accade di frequente) e se è vero che la matematica è la regina di tutte le scienze è anche vero che adesso vige la Repubblica.
Se fra i colleghi vi è qualcuno che nutre i miei stessi dubbi, o meglio ancora, vi è qualcuno in grado di fornire chiarimenti in merito, è il benvenuto. Ringrazio in anticipo
Semplicissimo


cigino

Re: Sistema di Adeguamento Automatico delle Pensioni

Messaggio da cigino »

ciao semplicissimo hai ricevuto la e-mail saluti Luigi CIUFFREDA :twisted: :twisted: :twisted: :twisted:
semplicissimo
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Re: Sistema di Adeguamento Automatico delle Pensioni

Messaggio da semplicissimo »

Rispondo pubblicamente alle e-mail dei colleghi che mi hanno contattato per espormi i loro dubbi circa la validità delle affermazioni sopra esposte.
E' chiaro che mi sono affidato sulle mie (poche) conoscenze e che mi sono "aiutato" attraverso la lettura di studi e ricerche fatti da altri, avvalendomi anche a articoli e tesi poco note (ma non per questo meno autorevoli) Forse il materiale consultato è limitato. Ma è quello reperibile
Forse non sono in grado comprendere appieno. Ma mi sono avvalso anche di studi e teorie matematiche.
Forse se fossi stato in Angeletti, Bonanni o la Camusso avrei incaricato studiosi o consulenti per verificare i dati. Ma il dubbio rimane, anzi, mi sono fatto ancora più persuaso (come direbbe Montalbano) che qualcuno tende a barare.
Il mio intento era, e rimane, solo quello di evidenziare che uno dei principi cardini a giustificazione dell'adozione del decreto della ministra è basato non tanto su un equivoco dialettico o una errata scelta
lessicale ma su una truffa bella e buona.
La frase "speranza di vita" o "Allungamento dell'aspettativa di vita"
fa esplicito riferimento al fatto che noi tutti possiamo sperare di vivere più a lungo.
Tutt'altro significato invece assume la frase: "invecchiamento della popolazione" che indica incece un incremento della popolazione anziana.
Bastava dire alla gente: "guardate non si vivrà più a lungo, ma a causa di una progressiva diminuzione
della forza lavoro dovuta alla mancanza di nascite, in futuro non avremo soldi".
Bene!! Avremmo detto noi. In tal caso abbassiamo i Vostri vitalizi e i Vostri stipendi.
Solo il gatto e la volpe potevano inventarsi: che la manovra sulle pensioni serve a garantire la pensione dei vostri figli.
I nostri figli cosa?? Stando ai Vostri stessi dati le nascite stanno a zero ed i figli diminuiscono in maniera esponenziale!!
E' difficile pensare, stando ai fatti, che allungando l'età lavorativa e rimanendo impiegati più a lungo agevoliamo l'ingresso ai giovani nel mondo del lavoro.
Forse il gatto e la volpe intendevano occuparli come emigranti all'estero??!!
Colleghi ed amici Vi Invito a valutate autonomamente ed a NON prendere per buone le mie considerazioni a priori. Fate un raffronto tra la posizione della tesi dominante ed una altra qualsiasi tesi alternativa.
I politici hanno postulato una tesi partendo dalle conclusioni per trarne le premesse.
E' un vecchio trucco citare la propria tesi assumendola a premessa per poterne dimostrare la validità.
Per convincerci ad accettare, seppur controvoglia, la propria soluzione il Governo ci spinge a fare una scelta che solo in apparenza è scontata. In realtà, tralascia ignora o nasconde una serie di valide alternative alla propria decisione, enunciando quale contropartita solo le soluzioni più inaccettabili e catastrofiche.
Puntualmente i giornalisti sposano aprioristicamente la tesi e cascano in pieno nella trappola.
Personalmente ritengo che i mass-media non siano in malafede, anzi, vengono tratti in inganno per una serie di buone ragioni:
1) la gente è sensibile agli slogan e alle tesi precofenzionate
2) quest'ultime fanno comodo ai giornalisti, perchè vanno al cuore dell'argomento trattato in modo immediato e diretto, e con poche parole si rende comprensibile il senso di un concetto astruso
3) in poco tempo i concetti precofenzionati entrano nel sentire comune, e nessuno si cura più di ripercorrere a ritroso le premesse che sono a fondamento della tesi.
Ed Oltretutto lo sforzo di confutare un modello risulta molto spesso controproducente perchè:
(a) chi ripropone uno studio, o una rilettura ex novo di dati già acquisiti e presi per buoni, ci affligge e ci complica l'esistenza per cui si mette tutti contro
(b) chi stampa e vende le opinioni non vuole e non può risultare impopolare
(c) siamo pigri e tendiamo essenzialmente ad associare nuove nozioni a quelle vecchie già acquisite perchè dover pensare è faticoso e costa troppo.
Per porre rimedio, propongo uno slogan ed un sentire comune alternativo, che potrebbe diventare la nostra tesi dominante:
I nostri diritti e le nostre Pensioni non si toccano!!
Il Vostro Semplicissimo
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Re: Sistema di Adeguamento Automatico delle Pensioni

Messaggio da semplicissimo »

Mi corre l'obbligo di tornare a parlarne sul post del famigerato prolungamento della vita media.
Purtroppo Mi puzza il naso, non mi fido di nessuno e per mestiere (se non si fosse capito) faccio il poliziotto
e quando sento puzza di bruciato afferro e non mollo mai, neanche dopo morto. Circa i miei dubbi sull'attendibilità delle conclusioni a cui sono giunti gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Statistica,
e circa i dubbi sulla validità dei dati da loro diffusi, per me, c'è e rimane, un sospetto latente, che sa tanto di fregatura. Al riguardo rileggendo le cronache dello scorso aprile all'improvviso mi è giunto l'inconsapevole assist da parte di tale Giovannini Enrico che da quel che leggo è proprio il Presidente dell'Istituto Nazionale di Statistica. Giovannini lo scorso dicembre (a causa di voci malevoli) che insinuavano che i nostri politici fossero i più pagati d’Europa, fu incaricato dal governo Berlusconi di presiedere un'apposita Commissione (incarico poi confermato dal premier Monti), con lo scopo di individuare un livello retributivo europeo, da porre come limite massimo agli stipendi italiani in organi ed enti dello Stato. In pratica l'Istat avrebbe dovuto calcolare la media ponderata, rispetto al Pil, dei trattamenti economici percepiti annualmente
dai titolari di omologhe cariche e incarichi nei sei principali Stati dell'Area Euro.
In modo da riparametrare (al ribasso) gli stipendi dei nostri parlamentari
. Il Rapporto finale riferito al 2011 veniva pubblicato sulla pagina Internet della Commissione, accessibile sul sito http://www.funzionepubblica.gov.it" onclick="window.open(this.href);return false;. La Commissione Giovannini dopo cinque mesi gettava la spugna e dichiarava:
impossibile - in base ai troppi paletti posti dal Parlamento - confrontare in maniera attendibile gli stipendi dei nostri onorevoli con quelli dei colleghi dei paesi stranieri più rappresentativi.
In sostanza il presidente dell'Istat sosteneva che: non è stato possibile individuare una media di riferimento poichè i dati dei sei paesi presi in esame non possono essere tra loro confrontati e quindi il risultato sarebbe stato una media pasticciata. Secondo quanto comunicato dallo stesso Giovannini infatti ogni stato è organizzato a modo, con suoi organi e relativi compensi e un parallelismo con la situazione italiana non può essere fatto. Ma come??!! Il compito affidato alla commissione non era alla portata del miglio istituto nazionale ? L'autorevole Istituto Nazionale di Statistica si è dichiarato incompetente a confrontare le indennità dei parlamentari italiani e quelli europei?
E' tanto difficile calcolare e confrontare i benefit dei parlamentari?
E' tanto difficile calcolare il trattamento di fine rapporto?
E' tanto difficile fare il confronto tra le retribuzioni dei parlamentari Italiani e quelli dei loro colleghi d'oltralpe?
Paradossalmente a tale notizia qualche parlamentare propose una commissione composta dai giornalisti Rizzo e Stella. Mentre qualche parlamentare più furbo strumentalizzò il fallimento e proclamò:
<<I parlamentari italiani sono pagati meno rispetto ai loro colleghi>>.
Dopo la pubblicazione dei primi dati sul sito del ministero della Funzione pubblica, il presidente dell’Istat,
Enrico Giovannini, fu intervistato dal Gr1, e spiegò:
«Se si guarda solo alle indennità, come nel caso dei parlamentari, è possibile fare una media europea,
ma ci sono molti altri aspetti: le spese di rappresentanza, per esempio, le spese per beni e servizi che
vengono trattate nei vari paesi in modo diverso
». Voci che rendono una media «sostanzialmente impossibile da fare».
E Giovannini si chiede «da privato cittadino, se la media sia il metodo migliore da seguire o l’importante non sia raggiungere comunque un livello di spesa ragionevole».
Non credo a ciò che leggo!! Ma allora se è vero che la differenza di trattamento tra i vari paesi e la differenza dei vari sistemi rende impossibile trattare in modo univoco le varie voci. E se come dice il Presidente dell'Istat è sostanzialmente impossibile stabilire una semplice media tra sistemi diversi.
I miei dubbi espressi in merito all'aumento della speranza di vita (postulata dello stesso Ente) sono pienamente legittimi!!
E' ovvio che risulta molto più complesso ricavare un'incognita quale appunto l'aumento della vita media dei cittadini rispetto alle difficoltà (palesate dallo stesso ente) che si è arreso nel tentativo di ricavare una media del reddito percepito da una categoria della popolazione in 6 diversi paesi. Posto che in quest'ultimo caso tutti i fattori in gioco benchè complessi sono noti al ricercatore mentre nel primo caso dal raffronto di dati noti si pretende di pronosticare un'incognita e si stabilisce che in futuro si vivrà più lungo, che in passato. Altro che matematica qui siamo al cospetto di veggenti che si arrendono alla sfida di ricavare una media da dati noti (sebbene di difficile comparazione), ma snocciolano cifre ben precise e prevedono con esattezza di quanti mesi si incrementerà la nostra vita futura.
Misteri della matematica. I misteri ed i dogmi attengono agli uomini di fede, Purtroppo noi dobbiamo affidarci ai fatti e stando ai fatti mi assale un altro dubbio che mi tormenterà fino a quando non avrò una risposta basata su fatti concreti. Il dubbio che nasce spontaneo rileggendo gli articoli di stampa raccolti in merito alla vicenda è il seguente:
perchè per l'innalzamento delle pensioni dei lavoratori Italiani, non sono stati adottati gli stessi criteri di valutazione usati per i politici Italiani?
Mi spiego: il governo ha dichiarato che la riforma delle pensioni dei nostri lavoratori si è reso necessario per adeguare il nostro sistema pensionistico a quello degli altri paesi. Mi scusino, ma Giovannini non ha detto ai parlamentari che non è possibile individuare una media di riferimento tra i nostri lavoratori e quelli
degli altri paesi? Badate che anche in questo caso risulta complesso il confronto dei dati di paesi diversi, essendo diverse le voci afferenti le quote dei contributi versati, e l'incidenza delle tasse pagate, che variano sensibilmente da un Paese all'altro.
Mi sorge il sospetto che la statistica sia in un certo qual modo, una forma di politica, per esercitare la quale sono necessari differenti pesi e diverse misure.
Il Vostro Semplicissimo
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