Salve, volevo informare i colleghi sottufficiali interessati alla pensione d'anzianità che finalmente arriva qualche chiarimento sulla riforma del sistema pensionistico. Infatti il Dipartimento della funzione pubblica con la recente circolare n. 2 (DFP 0010045 P-4 17.1.7.5 ) del 08.03.2012 ha chiarito che al momento non sono applicabili le nuove norme sui requisiti di accesso al trattamento pensionistico al personale delle FF.AA. - Polizia e Vigili del Fuoco.
Trascrivo di seguito la parte della circolare di interesse:
"......Si segnala che rimangono fermi gli specifici limiti ordinamentali stabiliti per il personale delle Forze Armate, della Polizia ad ordinamento civile e militare e dei Vigili del Fuoco dal D. lgs. n. 165 del 1997 e dalle disposizioni speciali di settore. Per questo personale, fra l'altro, la legge rinvia ad apposito regolamento di delegificazione la disciplina dell'armonizzazione dei requisiti di accesso al trattamento pensionistico rispetto al regime valevole per la generalità dei pubblici dipendenti (comma 18 dell'art. 24) e, pertanto, allo stato, le nuove norme sui requisiti di accesso non sono applicabili, salva invece l'applicazione del sistema contributivo pro-rata. ....".
INAPPLICABILI I NUOVI REQUISITI PENSIONISTICI
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Re: INAPPLICABILI I NUOVI REQUISITI PENSIONISTICI
Messaggio da ctony »
E di questo cosa si dice???cristoforo58 ha scritto:Salve, volevo informare i colleghi sottufficiali interessati alla pensione d'anzianità che finalmente arriva qualche chiarimento sulla riforma del sistema pensionistico. Infatti il Dipartimento della funzione pubblica con la recente circolare n. 2 (DFP 0010045 P-4 17.1.7.5 ) del 08.03.2012 ha chiarito che al momento non sono applicabili le nuove norme sui requisiti di accesso al trattamento pensionistico al personale delle FF.AA. - Polizia e Vigili del Fuoco.
Trascrivo di seguito la parte della circolare di interesse:
"......Si segnala che rimangono fermi gli specifici limiti ordinamentali stabiliti per il personale delle Forze Armate, della Polizia ad ordinamento civile e militare e dei Vigili del Fuoco dal D. lgs. n. 165 del 1997 e dalle disposizioni speciali di settore. Per questo personale, fra l'altro, la legge rinvia ad apposito regolamento di delegificazione la disciplina dell'armonizzazione dei requisiti di accesso al trattamento pensionistico rispetto al regime valevole per la generalità dei pubblici dipendenti (comma 18 dell'art. 24) e, pertanto, allo stato, le nuove norme sui requisiti di accesso non sono applicabili, salva invece l'applicazione del sistema contributivo pro-rata. ....".
Con la recente Manovra (L.214/2011) “Salva Italia”, recante “disposizioni urgenti per la crescita, l'equità' (!?) e il consolidamento dei conti pubblici”, è stato profondamente cambiato il sistema previdenziale, con il triste risvolto, che per “salvare l’Italia”, gli italiani delle categorie più deboli non si sono salvati. Per il Comparto Difesa e Sicurezza, in virtù di una decantata “Specificità”, è stato tutto rimandato ad un Decreto “ad hoc” di armonizzazione, da emanarsi entro Giugno 2012.
In virtù di ciò, l’altro giorno i Sindacati di Polizia e Vigili del Fuoco si sono incontrati con i rappresentanti del Ministero del Lavoro e dell’Economia. Chiaramente le Rappresentanze Militari, “brutte, sporche e cattive”, non sono state invitate, si muovono a tentoni, cercano di origliare in attesa che qualcosa si muova. I rappresentanti del Governo sono stati chiari, occorre ridurre il DIFFERENZIALE attualmente previsto tra i Comparti Difesa e Sicurezza e il restante Pubblico Impiego.
Vediamo in sintesi cosa hanno proposto i Ministeri:
- Aumento da 1 a 3 anni dei limiti di accesso alla pensione di vecchiaia. Entro il 2018 si potrà andare in pensione tra 60 e 63 anni. Dopo il 2018 è previsto un innalzamento dell’età a 66 anni;
- Proposto di ridurre le “supervaluazioni” da 5 a 2 anni;
- Eliminazione Ausiliaria;
- Revisione delle Pensioni Privilegiate;
I rappresentanti del Governo hanno manifestato l’intenzione di giungere entro la fine di Marzo allo schema di Decreto per essere successivamente approvato dal Consiglio dei Ministri entro Giugno. Se queste sono le intenzioni del Governo rese note ai sindacati in occasione del primo incontro, pur immaginando dei margini di trattative, le speranze di una giusta considerazione per i Comparti cessano.
Teniamo conto che nell’ambito del Comparto Difesa il problema è doppio, legato all’innalzamento dei limiti di età, incombe il “Nuovo Modello di Difesa” con tagli ed esuberi da collocare. Con le attuali proposte del Ministero del Lavoro ed Economia, nella migliore delle ipotesi, tagliando 3 anni di “supervalutazioni” ed aggiungendo 3 anni all’età anagrafica, significherebbe aumentare immediatamente l’età lavorativa di 6 anni. Addirittura, per coloro che andrebbero in pensione dopo il 2018 si aggiungerebbero altri 3 anni di attività lavorativa, per un totale di nove anni (Azz!).
In queste nuove condizioni, persino una Revisione del Nuovo Modello di Difesa in 20 anni porterebbe danni mastodontici, figuriamoci una revisione del Modello in appena 12 anni (!?). QUARANTATREMILA persone da sfoltire si troverebbero una aggiunta età lavorativa tra i 6 e 9 anni. Come è possibile pensare che non sarà fatta “MACELLERIA SOCIALE”? A questo punto appare chiara la proposta di SMD di estendere la MOBILITA’ INTERCOMPARTIMENTALE o in CONGEDO (D.lgs, 165/2001, art.33) anche al personale militare come avviene nel restante Pubblico Impiego. Tutto ha senso e si prospetta sotto una luce diversa. Alcuni già conoscono e predispongono il nostro futuro, però non hanno il coraggio di dire le cose come stanno.
Come al solito, queste notizie le apprendiamo dai Sindacati di Polizia, le Rappresentanze Militari fanno la parte delle “Cenerentole”, sottoimpiegate sono lo specchio del restante corpo del personale nelle FF.AA.. Ai tavoli con i funzionari del Ministro del Lavoro ed Economia sono state volutamente escluse. Prive di indignazione, tutto questo succede mentre due Marò si trovano in carcere in India, senza neanche sapere perché, erano e siamo tutti convinti che stessero facendo semplicemente il loro lavoro. Eseguivano ordini, hanno avuto fiducia di chi li ha impiegati, salvo rendersi conto che ora si trovano nelle grane. I due episodi sono facce della stessa moneta, una metafora della condizione militare.
Vicinanze governative e comprensione per il lavoro che si svolge ne esiste poca. In questa finta “caccia al privilegiato”, dopo che l’Italia è stata salvata dalle fasce più deboli, compresi noi militari per quegli aspetti che ci accomunano come l’IMU, l’aumento della Benzina, sigarette e via discorrendo, eravamo fiduciosi che anche altre categorie più benestanti sarebbero state toccate ed invece non abbiamo visto nulla di significativo. Liberalizzazioni, lotta all’evasione, ritocchi agli stipendi milionari, riduzione dei parlamentari e dei loro stipendi, nulla, nulla, nulla. Solo maliziosi rimandi. Persino i blitz fiscali a Cortina d’Ampezzo o di Sanremo, con il senno del poi, danno l’idea di una montatura mediatica volta a calmare gli animi di chi realmente è stato tartassato nelle pensioni e su tutto il resto.
Il rischio che si inneschi una guerra tra poveri, tra coloro che sono andati in pensione in questi ultimi 5 anni e chi andrà nei prossimi cova nell’animo dei nuovi malcapitati. E’ troppa la differenza di chi ci ha preceduto di poco e di chi seguirà. Anni di servizio, coefficienti di trasformazione pensionistica, TFS tutto in cascata libera per una generazione tra i 40 e 50 anni. Ed è sempre questa generazione che soffre del sistema Contributivo e della mancata ’attivazione dei Fondi Pensioni da ormai 16 anni, (“cornuti e mazziati!”).
D’altra parte, il Governo tecnico ha l’alibi che i politici hanno distrutto il paese, non sono CREDIBILI e in grado di ricomporre la situazione. Sembrano avere carta bianca come è successo per le olimpiadi e come si vorrebbe che succedesse ora per le pensioni dei militari. Il paese è alla deriva, le garanzie sociali si perdono, si è messo in discussione la sanità, la scuola ed ora anche la sicurezza e difesa dei cittadini.
A questo punto non rimane che sperare che il Governo cada e si vada a votare, probabilmente non servirà, al peggio non c’è mai fine, però si allontana il rischio. Non si tratta di egoismo corporativo, bisogna invertire il trend, salvare gli italiani prima ancora che l’Italia. Ahimè, Italia ed Italiani non sono più la stessa cosa. La Nazione sono i numeri, l’economia, il PIL, lo spread, gli Italiani sono le persone, i sentimenti, le paure, le speranze, i sacrifici. Il declino della nostra società prima ancora che economico è etico. Mancano i valori di riferimento, fiducia nella classe politica e dirigenziale, nelle istituzioni. Lobby e burocrati non mollano la presa.
Propagandare come privilegi le “supervalutazioni”, le “pensioni per causa di servizio”, i limiti di pensione di vecchiaia per poliziotti e militari significa non riconoscere le ragioni profonde che sottendono a certe tipologie di lavoro nello Stato. Se così è, vada tutto in malora andiamo a votare e tiriamo a campare fin che si può.
Re: INAPPLICABILI I NUOVI REQUISITI PENSIONISTICI
Bellissimo articolo, complimenti.
Sta andando tutto a rotoli, o meglio è già andato tutto a rotoli. Questo governo tecnico sostenuto dalla maggior parte dei partiti politici sta facendo il lavoro sporco, che nessun altro governo, per motivi elettorali sarebbe stato in grado di fare.
Il governo tecnico, come qualsiasi altro tipo di governo rappresenta degli interessi.
In questo caso basta guardare chi non viene toccato da tanto rigore o con un po di fumo negli occhi viene solo sfiorato dalle manovre tremende che sono state fatte fino ad ora.
Quasi nessuno è esente dai colpi di scure che vengono inferti. La pressione fiscale è altissima tanto che la Corte dei Conti in una delle ultime relazioni ha evidenziato che questa non è la strada per la ripresa.
Personalmente ritengo che il Governo stia facendo quello che deve fare.
Se non vogliamo finire come la Grecia questa è la strada.
Solo che in questo non vi è stata la tanto strombazzata equità.
Non sono lacrime e sangue per tutti.
Lo dico senza sentimentalismi, ma con molto rammarico. Questo perché so esattamente che si stanno colpendo le fasce che hanno sempre pagato, i dipendenti siano essi pubblici o privati.
In questa categoria ricadiamo anche noi, che in virtù della nostra specificità ci siamo spesso salvati.
Il tempo delle mele verdi è terminato.
Se Polizia e Carabinieri hanno sempre in qualche modo spuntato qualcosa e noi a loro traino (Comparto Difesa), l'Esercito, la Marina, e l'Aeronautica, con i loro rappresentanti non hanno contato mai nulla.
Ora anche per il Comparto Sicurezza il vento è cambiato. Non ci sono più sconti per nessuno.
Vedo un grande agitarsi, uno scrivere di lettere, una richiesta di incontri ai rappresentanti del Governo, che per altro ritengo inutili.
I giochi sono fatti, le decisioni prese.
Forse qualche piccolo ritocco a quello che è il piano originale.
Penso che quanto hanno deciso per il Comparto Sicurezza, e Difesa verrà applicato quasi nella totalità.
Ci saranno le dimissioni di qualche stizzito generale, peraltro prossimo alla pensione, qualche manifestazione di agenti di polizia, gli unici liberi di manifestare le proprie opinioni......e basta.
Come ex sottufficiale dell'Esercito in pensione posso dire che i più anziani si troveranno sbattuti a casa con il 60% dello stipendio, fino al raggiungimento dei requisiti per andare in pensione.
Per i più giovani, che vivono nel presente e che vedono la pensione come una cosa lontanissima e non se ne danno cura, sarà veramente dura senza un fondo pensione e con un sistema pensionistico fortemente penalizzante.
"A questo punto non rimane che sperare che il Governo cada e si vada a votare, probabilmente non servirà, al peggio non c’è mai fine, però si allontana il rischio. Non si tratta di egoismo corporativo, bisogna invertire il trend, salvare gli italiani prima ancora che l’Italia. Ahimè, Italia ed Italiani non sono più la stessa cosa. La Nazione sono i numeri, l’economia, il PIL, lo spread, gli Italiani sono le persone, i sentimenti, le paure, le speranze, i sacrifici. Il declino della nostra società prima ancora che economico è etico. Mancano i valori di riferimento, fiducia nella classe politica e dirigenziale, nelle istituzioni. Lobby e burocrati non mollano la presa.
Propagandare come privilegi le “supervalutazioni”, le “pensioni per causa di servizio”, i limiti di pensione di vecchiaia per poliziotti e militari significa non riconoscere le ragioni profonde che sottendono a certe tipologie di lavoro nello Stato. Se così è, vada tutto in malora andiamo a votare e tiriamo a campare fin che si può."
Ho voluto riportare quest'ultima parte, sopratutto in riferimento al declino etico.
Per esperienza personale posso dire che questa etica, questi valori a cui spesso facciamo riferimento, che spesso ci vengono strombazzati e sventolati in faccia per farci ingoiare rospi grossi come nazioni, in realtà non sono condivisi da chi ci governa ed a volte neanche da chi ci comanda.
Ma quanti di noi sentono il valore morale di fare politica, quanti di noi fanno politica o si interessano attivamente di essa.
Ci affidiamo a queste persone.
Come pecore che si affidano ai lupi.
Mi permetta di dissentire.
Che questo governo resti e continui a menare colpi di mannaia. Che la barca rimanga a galla e che sempre più persone remino per tenerla così.
Che renda scontente quante più categorie riesce perché significherà che ha colpito i loro privilegi.
Che si perpetui il salvataggio dell'Italia per mano delle stesse categorie che l'hanno risollevata nel dopoguerra.
Sempre gli stessi.
Ma che tutto questo serva a prendere consapevolezza del valore della politica, della sua etica.
Che insegni a tutti noi a fare il passo lungo quanto la gamba, vivendo secondo le nostre possibilità.
I nostri vecchi avevano molti meno lussi di noi eppure hanno fatto dell'Italia una grande Nazione.
Non mi consideri un privilegiato perché in pensione.
Sono saltato in aria in Afghanistan, ed insieme a me tutto ciò cui credevo.
Chi mi doveva tutelare non l'ha fatto.
Con profonda amarezza ho scoperto di essere un numero.
Un brutto numero per di più, perché non sono morto , perché accampo dei diritti.
In questo momento siamo tutti dei brutti numeri.
Con cinismo penso proprio che "Ahimè, Italia ed Italiani non sono più la stessa cosa. La Nazione sono i numeri, l’economia, il PIL"
FP
Sta andando tutto a rotoli, o meglio è già andato tutto a rotoli. Questo governo tecnico sostenuto dalla maggior parte dei partiti politici sta facendo il lavoro sporco, che nessun altro governo, per motivi elettorali sarebbe stato in grado di fare.
Il governo tecnico, come qualsiasi altro tipo di governo rappresenta degli interessi.
In questo caso basta guardare chi non viene toccato da tanto rigore o con un po di fumo negli occhi viene solo sfiorato dalle manovre tremende che sono state fatte fino ad ora.
Quasi nessuno è esente dai colpi di scure che vengono inferti. La pressione fiscale è altissima tanto che la Corte dei Conti in una delle ultime relazioni ha evidenziato che questa non è la strada per la ripresa.
Personalmente ritengo che il Governo stia facendo quello che deve fare.
Se non vogliamo finire come la Grecia questa è la strada.
Solo che in questo non vi è stata la tanto strombazzata equità.
Non sono lacrime e sangue per tutti.
Lo dico senza sentimentalismi, ma con molto rammarico. Questo perché so esattamente che si stanno colpendo le fasce che hanno sempre pagato, i dipendenti siano essi pubblici o privati.
In questa categoria ricadiamo anche noi, che in virtù della nostra specificità ci siamo spesso salvati.
Il tempo delle mele verdi è terminato.
Se Polizia e Carabinieri hanno sempre in qualche modo spuntato qualcosa e noi a loro traino (Comparto Difesa), l'Esercito, la Marina, e l'Aeronautica, con i loro rappresentanti non hanno contato mai nulla.
Ora anche per il Comparto Sicurezza il vento è cambiato. Non ci sono più sconti per nessuno.
Vedo un grande agitarsi, uno scrivere di lettere, una richiesta di incontri ai rappresentanti del Governo, che per altro ritengo inutili.
I giochi sono fatti, le decisioni prese.
Forse qualche piccolo ritocco a quello che è il piano originale.
Penso che quanto hanno deciso per il Comparto Sicurezza, e Difesa verrà applicato quasi nella totalità.
Ci saranno le dimissioni di qualche stizzito generale, peraltro prossimo alla pensione, qualche manifestazione di agenti di polizia, gli unici liberi di manifestare le proprie opinioni......e basta.
Come ex sottufficiale dell'Esercito in pensione posso dire che i più anziani si troveranno sbattuti a casa con il 60% dello stipendio, fino al raggiungimento dei requisiti per andare in pensione.
Per i più giovani, che vivono nel presente e che vedono la pensione come una cosa lontanissima e non se ne danno cura, sarà veramente dura senza un fondo pensione e con un sistema pensionistico fortemente penalizzante.
"A questo punto non rimane che sperare che il Governo cada e si vada a votare, probabilmente non servirà, al peggio non c’è mai fine, però si allontana il rischio. Non si tratta di egoismo corporativo, bisogna invertire il trend, salvare gli italiani prima ancora che l’Italia. Ahimè, Italia ed Italiani non sono più la stessa cosa. La Nazione sono i numeri, l’economia, il PIL, lo spread, gli Italiani sono le persone, i sentimenti, le paure, le speranze, i sacrifici. Il declino della nostra società prima ancora che economico è etico. Mancano i valori di riferimento, fiducia nella classe politica e dirigenziale, nelle istituzioni. Lobby e burocrati non mollano la presa.
Propagandare come privilegi le “supervalutazioni”, le “pensioni per causa di servizio”, i limiti di pensione di vecchiaia per poliziotti e militari significa non riconoscere le ragioni profonde che sottendono a certe tipologie di lavoro nello Stato. Se così è, vada tutto in malora andiamo a votare e tiriamo a campare fin che si può."
Ho voluto riportare quest'ultima parte, sopratutto in riferimento al declino etico.
Per esperienza personale posso dire che questa etica, questi valori a cui spesso facciamo riferimento, che spesso ci vengono strombazzati e sventolati in faccia per farci ingoiare rospi grossi come nazioni, in realtà non sono condivisi da chi ci governa ed a volte neanche da chi ci comanda.
Ma quanti di noi sentono il valore morale di fare politica, quanti di noi fanno politica o si interessano attivamente di essa.
Ci affidiamo a queste persone.
Come pecore che si affidano ai lupi.
Mi permetta di dissentire.
Che questo governo resti e continui a menare colpi di mannaia. Che la barca rimanga a galla e che sempre più persone remino per tenerla così.
Che renda scontente quante più categorie riesce perché significherà che ha colpito i loro privilegi.
Che si perpetui il salvataggio dell'Italia per mano delle stesse categorie che l'hanno risollevata nel dopoguerra.
Sempre gli stessi.
Ma che tutto questo serva a prendere consapevolezza del valore della politica, della sua etica.
Che insegni a tutti noi a fare il passo lungo quanto la gamba, vivendo secondo le nostre possibilità.
I nostri vecchi avevano molti meno lussi di noi eppure hanno fatto dell'Italia una grande Nazione.
Non mi consideri un privilegiato perché in pensione.
Sono saltato in aria in Afghanistan, ed insieme a me tutto ciò cui credevo.
Chi mi doveva tutelare non l'ha fatto.
Con profonda amarezza ho scoperto di essere un numero.
Un brutto numero per di più, perché non sono morto , perché accampo dei diritti.
In questo momento siamo tutti dei brutti numeri.
Con cinismo penso proprio che "Ahimè, Italia ed Italiani non sono più la stessa cosa. La Nazione sono i numeri, l’economia, il PIL"
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Re: INAPPLICABILI I NUOVI REQUISITI PENSIONISTICI
Messaggio da cristoforo58 »
Volevo informare i colleghi che Persomil ha recentemente emesso una circolare che indica i requisiti necessari per l'accesso alla pensione (vadili fino al 31.12.2015) ciò in quanto non è stato ancora adottato il previsto "Regolamento di armonizzazione previdenziale delle FF.AA. e di Polizia" - di seguito indico gli estremi di detta circolare, pubblicata nel sito di Persomil:
Circolare n. 0308464 del 15.11.2013 (requisiti accesso al pensionamento).
Se la esaminate attentamente noterete che i requisiti per la pensione di "anzianità" sono quasi uguali ai requisiti per la pensione di "vecchiaia".
In pratica non vogliono svecchiare chissà perchè?????
Circolare n. 0308464 del 15.11.2013 (requisiti accesso al pensionamento).
Se la esaminate attentamente noterete che i requisiti per la pensione di "anzianità" sono quasi uguali ai requisiti per la pensione di "vecchiaia".
In pratica non vogliono svecchiare chissà perchè?????
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