Spett.li Signori,
pongo a voi un quesito su cosa realmente è identificato come "servizio esterno" e cosa no (eventuale anche riferimento normativo è gradito).
Appartenente all'Arma dei CC, a seguito di visita per la medicina del lavoro dopo essere rientrato da aspettativa, sono stato ritenuto idoneo all'impiego con alcune restrizioni temporanee, tra le quali il non dover svolgere "servizi esterni".
Poichè non appartengo alla "Territoriale" e nè sono impiegato in situazioni "operative" in senso lato, detta restrizione è per me residuale ma non meno importante.
In caso di testimonianza davanti all'A.G., per fatti inerenti il servizio ( e quindi con regolare f.d.v.), è ritenuto servizio esterno?
Le normali attività parallele al lavoro quotidiano di chi appartiene ad una FF.AA. (leggasi, come esempio, andare fuori dalla sede per le esercitazioni con le armi al poligono), è reputato "servizio esterno"?
Per concludere, gradirei sapere se esiste una normativa, una definizione che esplichi con esattezza cosa possa o non possa essere definito "servizio esterno" (es. : tutti i servizi armati fuori le mura del proprio Comando, servizi che prevedano turnazioni e ordini di servizio, ecc.)?
Ringrazio tutti anticipatamente.
Definizione "servizio esterno"
Re: Definizione "servizio esterno"
Riassumendo, servizio che deve durare almeno 3 ore, svolto esclusivamente in ambiente esterno (all'aria aperta).
Non è in servizio esterno: i) il personale assegnato agli uffici giudiziari (che non si trova in concreto contatto con gli agenti atmosferici); ii) il personale che, ancorché presti servizi a contatto diretto con gli agenti atmosferici, operi presso la propria sede di servizio e non all’esterno; iii) il personale che, pur dovendo prestare servizio in condizioni di notevole disagio, non sia organizzato in turni consacrati da formali ordini di servizio.
Cerca la circolare dell'arma che tratta l'indennità di servizio esterno e trovi tutto.
Non è in servizio esterno: i) il personale assegnato agli uffici giudiziari (che non si trova in concreto contatto con gli agenti atmosferici); ii) il personale che, ancorché presti servizi a contatto diretto con gli agenti atmosferici, operi presso la propria sede di servizio e non all’esterno; iii) il personale che, pur dovendo prestare servizio in condizioni di notevole disagio, non sia organizzato in turni consacrati da formali ordini di servizio.
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