Elettrodomestico guasto? Ecco perché riparare è meglio che sostituire.
Optare per la riparazione, al contrario, permette di prolungare la durata di un apparecchio senza spendere una fortuna: nella maggioranza dei casi, i danni sono lievi e facilmente risolvibili con la sostituzione di qualche componente usurata.
Inoltre, salvo situazioni eccezionali, la sostituzione di parti danneggiate richiede una spesa molto contenuta, e questo vale sia per quanto concerne la manodopera sia i costi dei pezzi di ricambio. A tutto questo si affiancano i vantaggi della rete, che permette di individuare molto più facilmente pezzi di ricambio di tutti i tipi, semplificando la fase di ricerca e velocizzando gli interventi di riparazione.
Nel processo di riparazione di un elettrodomestico, il valore dei pezzi di ricambio incide significativamente sulla qualità del risultato. Proprio per questo la scelta ricade spesso sulle componenti originali, apprezzate per l’elevata compatibilità, l’affidabilità e i livelli di sicurezza.
Tuttavia, oggi è possibile ottenere prestazioni altrettanto eccellenti anche con pezzi di ricambio compatibili, progettati per replicare fedelmente le caratteristiche degli originali, ma acquistabili a un costo molto più vantaggioso.
In questo contesto, i portali specializzati come Figevida rappresentano dei validi punti di riferimento per i consumatori. Operante nel mondo dall’assistenza e dei ricambi online per elettrodomestici, Figevida.it è tra gli e-commerce più affidabili anche quando si tratta di acquistare online pezzi di ricambio compatibili.
Il portale si distingue per l’esperienza di vendita online, la capacità di soddisfare tutte le richieste di riparazione degli elettrodomestici e l’ampia disponibilità di ricambi di qualità, facili da acquistare e reperire per ogni marca o modello in circolazione: dalla lavatrice all’asciugatrice, dal forno al frigorifero, fino alla cappa.
Del resto, quando si parla di riparazione – sia piccoli che grandi elettrodomestici – scegliere i pezzi di ricambio giusti è essenziale: significa investire sulle prestazioni, sulla sicurezza, sull’efficienza e soprattutto su un risultato stabile e durevole nel tempo.
Quì il link, poi basta cliccare sopra il marchio per i ricambi e accessori.
https://figevida.it/
News a difesa e d'interesse per i cittadini
Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Bonifico istantaneo, la guida ABI-Consumatori
ABI e associazioni dei consumatori hanno realizzato una guida sul bonifico istantaneo: cos’è, quando è utile usarlo, quale sicurezza per questo strumento di pagamento.
28 Luglio 2025
Il bonifico istantaneo serve a effettuare trasferimenti in euro tra conti di pagamento all’interno dell’area unica dei pagamenti in euro in meno di 10 secondi, 24 ore su 24, sette giorni su sette, con disponibilità immediata dei fondi. È immediato, ma il pagamento non è annullabile.
Si allega il vademecum disponibile.
Il bonifico istantaneo è sicuro?
I bonifici istantanei sono comodi perché il trasferimento dei fondi è immediato, ma proprio per questo il pagamento non è annullabile. La velocità e l’irrevocabilità di questo servizio di pagamento possono esporre i clienti a maggiori rischi e truffe. Per questo è necessario che facciano grande attenzione quando compilano e inviano il bonifico. Inoltre, è importante seguire le indicazioni e i consigli della banca per evitare di cadere in raggiri da parte, per esempio, di finti venditori online o di truffatori, che con diverse tecniche di frode possono cercare di carpire dati sensibili o di convincere le vittime ad effettuare bonifici istantanei per servizi o pagamenti inesistenti.
Per proteggere i clienti da eventuali errori di compilazione o tentativi di frode, le banche compiono una verifica in tempo reale sull’IBAN e sui dati del beneficiario, informandoli delle discrepanze prima che possano autorizzare l’operazione. Questo controllo, il cui esito viene restituito in tempo reale, diventerà obbligatorio entro il 9 ottobre 2025: ogni volta che viene disposto un nuovo ordine di bonifico o di bonifico istantaneo, la banca dirà al proprio cliente se i dati inseriti coincidono, se non coincidono, se c’è una parziale coincidenza o se non è stato possibile effettuare la verifica, ad esempio perché il conto indicato è chiuso, bloccato o per motivi tecnici.
ABI e associazioni dei consumatori hanno realizzato una guida sul bonifico istantaneo: cos’è, quando è utile usarlo, quale sicurezza per questo strumento di pagamento.
28 Luglio 2025
Il bonifico istantaneo serve a effettuare trasferimenti in euro tra conti di pagamento all’interno dell’area unica dei pagamenti in euro in meno di 10 secondi, 24 ore su 24, sette giorni su sette, con disponibilità immediata dei fondi. È immediato, ma il pagamento non è annullabile.
Si allega il vademecum disponibile.
Il bonifico istantaneo è sicuro?
I bonifici istantanei sono comodi perché il trasferimento dei fondi è immediato, ma proprio per questo il pagamento non è annullabile. La velocità e l’irrevocabilità di questo servizio di pagamento possono esporre i clienti a maggiori rischi e truffe. Per questo è necessario che facciano grande attenzione quando compilano e inviano il bonifico. Inoltre, è importante seguire le indicazioni e i consigli della banca per evitare di cadere in raggiri da parte, per esempio, di finti venditori online o di truffatori, che con diverse tecniche di frode possono cercare di carpire dati sensibili o di convincere le vittime ad effettuare bonifici istantanei per servizi o pagamenti inesistenti.
Per proteggere i clienti da eventuali errori di compilazione o tentativi di frode, le banche compiono una verifica in tempo reale sull’IBAN e sui dati del beneficiario, informandoli delle discrepanze prima che possano autorizzare l’operazione. Questo controllo, il cui esito viene restituito in tempo reale, diventerà obbligatorio entro il 9 ottobre 2025: ogni volta che viene disposto un nuovo ordine di bonifico o di bonifico istantaneo, la banca dirà al proprio cliente se i dati inseriti coincidono, se non coincidono, se c’è una parziale coincidenza o se non è stato possibile effettuare la verifica, ad esempio perché il conto indicato è chiuso, bloccato o per motivi tecnici.
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Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Cani,
Da Corriere della Sera (ma anche altri riportano la notizia)
Tiene il cane alla catena, multato per 1.000 euro. Un illecito che ora costa caro. Ecco chi può sanzionarlo.
A Chieti uno dei primi casi di applicazione delle nuove norme previste dalla Legge Brambilla. Gli animali legati soffrono, agenti di polizia locale e guardie zoofile possono intervenire e sanzionare i responsabili.
La polizia locale di Chieti ha comminato una multa da mille euro ad una persona che deteneva il cane legato ad una catena. Si tratta di una delle prime applicazioni della Legge Brambilla sui maltrattamenti sugli animali che riguarda questa fattispecie di illecito. Perché di illecito si tratta, anche se il cane legato all'esterno e con ridotte possibilità di movimento è spesso stato considerato la normalità, soprattutto in contesti rurali. Ma non solo. Anche nei cartoni animati di Tom e Jerry con cui molti di noi sono cresciuti, per dire, il povero cane Spike finiva legato alla sua cuccia dopo l'entrata in vigore di un regolamento comunale che obbligava i proprietari a immobilizzare i loro quattrozampe. Ma quel cartone animato - «Fit to be tied» - era del 1952. Altra epoca, altra cultura collettiva (e comunque anche in quel corto alla fine l'ordinanza veniva poi ritirata). Oggi imbrigliare un cane se non per motivazioni urgenti e temporanee - per esempio la necessità di sottoporlo a delle cure veterinarie - è a tutti gli effetti maltrattamento.
Nello specifico, è l'articolo 10 della legge 82/2025 a prevederlo. «Al proprietario o al detentore, anche temporaneo, di animali di affezione - recita il testo - è fatto divieto di custodirli nel luogo di detenzione e dimora tenendoli legati con la catena o con altro strumento di contenzione similare che ne impedisca il movimento, salvo che ciò sia imposto da documentate ragioni sanitarie o da temporanee esigenze di sicurezza». E sono poi indicati i termini della sanzione per questa violazione che prevedono, «salvo che il fatto costituisca reato», una sanzione pecuniaria da 500 a 5 mila euro.
Gli agenti della polizia locale di Chieti hanno applicato le nuove norme e hanno comminato, appunto, una sanzione da mille euro. Il loro intervento è avvenuto a seguito di diverse segnalazioni giunte al comando. Il cane viveva in una zona agricola ed era sempre legato ad una catena corta che gli impediva di muoversi liberamente e gli causava un forte stress. Gli agenti hanno effettuato alcuni appostamenti e dopo avere verificato la corrispondenza a quanto segnalato dai cittadini sono intervenuti. Non solo: hanno anche fatto sapere che questa attività di controllo sul modo in cui gli animali vengono accuditi continuerà sia a seguito di segnalazioni sia motu proprio.
Esprime soddisfazione Michela Vittoria Brambilla, presidente dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e prima firmataria della legge che ora porta il suo nome. «La multa comminata dai vigili urbani di Chieti è solo l’ultimo dei moltissimi casi di applicazione della Legge Brambilla in tutta Italia - spiega -. Si tratta di una grande rivoluzione non solo del quadro sanzionatorio ma anche a livello culturale: gli animali diventano portatori di diritti, tutelati in via diretta, si pone termine a questa usanza barbara, troppo a lungo tollerata».
N.B.: Si potranno configurare anche i reati di maltrattamento o di detenzione in condizioni incompatibili.
>> sanzione di mille euro comminata mercoledì 3 settembre, dalla polizia municipale a un cittadino.
Intervenuti su segnalazione di alcuni cittadini gli Agenti si sono accorti che l’uomo teneva il povero cane, in una zona rurale del capoluogo teatino, legato a una catena molto corta, insufficiente a consentirne il movimento, una situazione che gli provocava sofferenza ed era incompatibile con le sue esigenze etologiche.
Con l’entrata in vigore della Legge 6 giugno 2025, n. 82 – meglio nota come “ legge Brambilla ” – è vietato in tutta Italia legare i cani alla catena o a qualsiasi altro mezzo di contenzione che ne limiti la libertà in modo continuativo.
Da Corriere della Sera (ma anche altri riportano la notizia)
Tiene il cane alla catena, multato per 1.000 euro. Un illecito che ora costa caro. Ecco chi può sanzionarlo.
A Chieti uno dei primi casi di applicazione delle nuove norme previste dalla Legge Brambilla. Gli animali legati soffrono, agenti di polizia locale e guardie zoofile possono intervenire e sanzionare i responsabili.
La polizia locale di Chieti ha comminato una multa da mille euro ad una persona che deteneva il cane legato ad una catena. Si tratta di una delle prime applicazioni della Legge Brambilla sui maltrattamenti sugli animali che riguarda questa fattispecie di illecito. Perché di illecito si tratta, anche se il cane legato all'esterno e con ridotte possibilità di movimento è spesso stato considerato la normalità, soprattutto in contesti rurali. Ma non solo. Anche nei cartoni animati di Tom e Jerry con cui molti di noi sono cresciuti, per dire, il povero cane Spike finiva legato alla sua cuccia dopo l'entrata in vigore di un regolamento comunale che obbligava i proprietari a immobilizzare i loro quattrozampe. Ma quel cartone animato - «Fit to be tied» - era del 1952. Altra epoca, altra cultura collettiva (e comunque anche in quel corto alla fine l'ordinanza veniva poi ritirata). Oggi imbrigliare un cane se non per motivazioni urgenti e temporanee - per esempio la necessità di sottoporlo a delle cure veterinarie - è a tutti gli effetti maltrattamento.
Nello specifico, è l'articolo 10 della legge 82/2025 a prevederlo. «Al proprietario o al detentore, anche temporaneo, di animali di affezione - recita il testo - è fatto divieto di custodirli nel luogo di detenzione e dimora tenendoli legati con la catena o con altro strumento di contenzione similare che ne impedisca il movimento, salvo che ciò sia imposto da documentate ragioni sanitarie o da temporanee esigenze di sicurezza». E sono poi indicati i termini della sanzione per questa violazione che prevedono, «salvo che il fatto costituisca reato», una sanzione pecuniaria da 500 a 5 mila euro.
Gli agenti della polizia locale di Chieti hanno applicato le nuove norme e hanno comminato, appunto, una sanzione da mille euro. Il loro intervento è avvenuto a seguito di diverse segnalazioni giunte al comando. Il cane viveva in una zona agricola ed era sempre legato ad una catena corta che gli impediva di muoversi liberamente e gli causava un forte stress. Gli agenti hanno effettuato alcuni appostamenti e dopo avere verificato la corrispondenza a quanto segnalato dai cittadini sono intervenuti. Non solo: hanno anche fatto sapere che questa attività di controllo sul modo in cui gli animali vengono accuditi continuerà sia a seguito di segnalazioni sia motu proprio.
Esprime soddisfazione Michela Vittoria Brambilla, presidente dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e prima firmataria della legge che ora porta il suo nome. «La multa comminata dai vigili urbani di Chieti è solo l’ultimo dei moltissimi casi di applicazione della Legge Brambilla in tutta Italia - spiega -. Si tratta di una grande rivoluzione non solo del quadro sanzionatorio ma anche a livello culturale: gli animali diventano portatori di diritti, tutelati in via diretta, si pone termine a questa usanza barbara, troppo a lungo tollerata».
N.B.: Si potranno configurare anche i reati di maltrattamento o di detenzione in condizioni incompatibili.
>> sanzione di mille euro comminata mercoledì 3 settembre, dalla polizia municipale a un cittadino.
Intervenuti su segnalazione di alcuni cittadini gli Agenti si sono accorti che l’uomo teneva il povero cane, in una zona rurale del capoluogo teatino, legato a una catena molto corta, insufficiente a consentirne il movimento, una situazione che gli provocava sofferenza ed era incompatibile con le sue esigenze etologiche.
Con l’entrata in vigore della Legge 6 giugno 2025, n. 82 – meglio nota come “ legge Brambilla ” – è vietato in tutta Italia legare i cani alla catena o a qualsiasi altro mezzo di contenzione che ne limiti la libertà in modo continuativo.
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