Cardiomiopatia aritmogena del ventricolo dx e defibrillatore sottocutaneo

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robsoli
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Cardiomiopatia aritmogena del ventricolo dx e defibrillatore sottocutaneo

Messaggio da robsoli »

Buonasera sono un Lgt. C.S. della Guardia di Finanza di Bari. Ho 55 anni e 10 mesi e mi sono arruolato nel 1990 più un anno di militare. Desidererei sapere se ci potrebbe essere un nesso di casualità tra la patologia che mi è stata diagnosticata (a marzo del 2025) e l'infezione da Covid-19 contratta in servizio (febbraio 2021) ed oggetto di richiesta di riconoscimento di causa di servizio ad aprile 2021, per la quale ancora non sono stato convocato a visita. Successivamente all’infezione da COVID-19 ho iniziato a manifestare disturbi di natura cardiaca, nello specifico aritmie ventricolari (extrasistolia) mai riscontrate in precedenza. Tali disturbi, inizialmente sporadici, si sono progressivamente intensificati, portando alla diagnosi (6 marzo 2025) di Cardiomiopatia Aritmogena del Ventricolo Destro (ARVC), accertata tramite esami specialistici, tra cui risonanza magnetica cardiaca e monitoraggi ECG/Holter. In merito specifico che fino alla data del 02.02.2021 (data di ultima visita medico-sportiva agonistica per la pratica del tennis prima di contrarre il Covid-19, infezione documentata con il primo tampone positivo del 10 febbraio 2021) non sono state riscontrate extrasistoli ventricolari. Infatti veniva rilasciato il certificato di idoneità all’attività sportiva agonistica. L’anno successivo, precisamente il 03.02.2022, all’esito della visita medico-sportiva agonistica annuale venivo sospeso dalla pratica dell’attività agonistica in quanto nel corso della prova da sforzo con il cicloergometro venivano rilevate delle extrasistoli ventricolari, cosa mai avvenuta in precedenza. Pertanto, mi veniva richiesto di sottopormi ad ulteriori accertamenti ovvero l’Holter ECG 24 H e l’ecocardiogramma. Atteso che dall’Holter Cardiaco emergevano 1039 extrasistoli ventricolari e dall’ecocardiogramma veniva rilevata una ipertrabecolatura all’apice del ventricolo destro, il centro di medicina sportiva prescriveva l’esecuzione di una risonanza magnetica cardiaca senza e con mezzo di contrasto. All’esito di quest’ultimo esame specialistico, essendo risultato nella norma, in data 01.04.2022 veniva rilasciato il certificato di idoneità all’attività sportiva agonistica.
In data 20.12.2024, in previsione della visita medico-sportiva per il rilascio del certificato per attività agonistica (con precedenza scadenza prevista per febbraio 2025) e consapevole della presenza delle aritmie comparse a partire dell’anno 2022, mi sottoponevo a visita aritmologica dove mi veniva prescritto di eseguire esami specialistici, in particolare Holter cardiaco H24 e Risonanza Magnetica Cardiaca con e senza mezzo di contrasto. All’esito degli stessi, in data 06.03.2025 mi veniva diagnosticata una “Cardiomiopatia Aritmogena del Ventricolo Destro”.
Per onestà prima dell’anno 2022, in cui furono rilevate per la prima volta le extrasistoli ventricolare, l’unica anomalia documentata dall’ECG (già dal 2007) era la presenza di Onde T negative nelle derivazioni da V1 a V3. Ma in tutte le visite cardiologiche e del lavoro eseguite nel corso degli anni tale anomalia era stata sempre giudicata irrilevante.
Dopo la diagnosi di ARVC, confermata anche da altre strutture ospedaliere, e la documentazione di una TVNS (presso l’ospedale Monzino di Milano) veniva consigliato al sottoscritto, atteso il rischio elevato di morte improvvisa, di sottoporsi ad impianto di defibrillatore sottocutaneo (S-ICD). Pertanto, in data 28.04.2025 venivo ricoverato presso l’Humanitas Gavazzeni di Bergamo e in data 29.04.2025, mi veniva impiantato un defibrillatore sottocutaneo. In data 01.05.2025 venivo dimesso e, in data 02.05.2025 presso l’infermeria regionale della Guardia di Finanza di Bari venivo collocato in licenza straordinaria di convalescenza con fissazione della visita di controllo fissata per il giorno 12.06.2025.
Chiedo pertanto se si potrebbe sostenere la tesi che la displasia aritmogena del ventricolo destro e le aritmie ad essa associate siano da considerarsi conseguenza diretta o concausa aggravante della patologia infettiva contratta in servizio. Inoltre, se possibile, desidererei conoscere se l'impianto di defibrillatore sottocutaneo in prevenzione primaria sia causa di riforma.
Grazie


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Dott. Pierluigi Fanetti
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Re: Cardiomiopatia aritmogena del ventricolo dx e defibrillatore sottocutaneo

Messaggio da Dott. Pierluigi Fanetti »

Buonasera,

Rispondo affermativamente sul fatto che il Covid possa determinare aritmie cardiache. L' impianto di defibrillatore è causa di riforma.

Dr. Fanetti
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