IRPEF
Quando si tratta di pensioni, è importante essere sempre aggiornati sulle ultime novità legislative in arrivo, perché gli importi potrebbero aumentare. Sembra infatti – secondo le ultime indiscrezioni – che il governo Meloni sia in procinto di approvare una nuova riforma fiscale, che comporterebbe dei vantaggi anche sulle pensioni superiori a un certo importo.
Recenti modifiche, ad esempio, sono già intervenute con il decreto legislativo n. 216/2023, in vigore dal 31 dicembre 2023, con il quale sono stati ridotti da 4 a 3 gli scaglioni IRPEF.
Nella specie gli scaglioni, che segnano anche le trattenute IRPEF che l’INPS va ad applicare sui cedolini dei pensionati, ad oggi sono i seguenti:
fino 28.000 euro: 23%
tra 28.000 e 50.000 euro: 35%
sopra 50.000 euro: 43%.
Nuove aliquote Irpef 2025
-
- Sostenitore
- Messaggi: 78
- Iscritto il: lun feb 12, 2024 4:10 pm
-
- Sostenitore
- Messaggi: 78
- Iscritto il: lun feb 12, 2024 4:10 pm
Re: Nuove aliquote Irpef 2025
Messaggio da Agente di Custodia »
Va, comunque, evidenziato che non conseguirà alcun vantaggio per i pensionati con trattamenti che rientrano nel primo scaglione, ossia fino a 28.000 euro. E questo perché la novità, se davvero diventerà ufficiale, interesserà esclusivamente il ceto medio e le pensioni più alte di 28.000 euro
Re: Nuove aliquote Irpef 2025
Ciao!
Acconti Irpef 2025, il governo vara il decreto correttivo
Il viceministro Leo: "Niente aumenti per lavoratori e pensionati senza redditi aggiuntivi"
22 Aprile 2025 - 14:13
Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto per correggere le regole sulla determinazione degli acconti Irpef 2025, dopo le polemiche sorte nelle scorse settimane su un possibile aumento del prelievo fiscale in fase di acconto. «Il Consiglio dei ministri ha approvato un provvedimento per chiarire le regole sulla determinazione degli acconti Irpef 2025. La nuova disposizione conferma che i lavoratori dipendenti e i pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto Irpef per il 2025, evitando così qualsiasi aumento del carico fiscale», ha annunciato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.
Il decreto mira a sanare un disallineamento normativo che avrebbe potuto penalizzare milioni di contribuenti. «L’intervento si è reso necessario per correggere un difetto di coordinamento tra il decreto legislativo del 2023, attuativo della delega fiscale, che prevedeva per il solo 2024 la riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre, e la legge di bilancio 2025 che ha reso strutturale la predetta riduzione di aliquote», ha spiegato Leo.
Il nodo era infatti legato al fatto che, in assenza di una modifica normativa, gli acconti per il 2025 sarebbero stati calcolati ancora sulla base delle vecchie quattro aliquote, nonostante la riforma fiscale abbia introdotto un nuovo schema a tre scaglioni, con effetto retroattivo dal 2024. Una situazione che, secondo la Cgil, avrebbe comportato un’ingiustizia fiscale per molti contribuenti, costretti a pagare più del dovuto per poi recuperare le somme solo con la dichiarazione dei redditi successiva.
Un esempio elaborato dal Caf del sindacato mostra come un lavoratore con reddito lordo di 41.360 euro, anziché avere un credito di 165 euro come previsto dal nuovo regime, si sarebbe ritrovato con un debito di 95 euro, riducendo il suo credito effettivo a soli 70 euro. «Lo Stato fa cassa con anticipi non dovuti», avevano denunciato Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil, e Monica Iviglia, presidente del Caaf Cgil.
Il ministero dell’Economia aveva inizialmente minimizzato, parlando di un «disallineamento temporaneo ed evidentemente non strutturale», che secondo il Mef «non riguarda tutti i lavoratori dipendenti, ma solo i titolari di altri redditi». Tuttavia, le pressioni politiche e sindacali hanno spinto il governo a un rapido intervento. «L’obiettivo è sempre quello di tutelare i contribuenti e garantire una corretta applicazione della riforma fiscale», ha sottolineato Leo, aggiungendo che il provvedimento è stato approvato «in tempo utile per assicurare che non vi siano errori nei prossimi versamenti o nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi».
Il viceministro Leo ha espresso «soddisfazione per la prontezza con la quale il governo ha risolto la questione», sottolineando anche su Facebook la volontà dell’esecutivo di evitare che la riforma fiscale, pensata per ridurre il carico tributario, si trasformasse in un aggravio involontario per milioni di italiani.
Acconti Irpef 2025, il governo vara il decreto correttivo
Il viceministro Leo: "Niente aumenti per lavoratori e pensionati senza redditi aggiuntivi"
22 Aprile 2025 - 14:13
Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto per correggere le regole sulla determinazione degli acconti Irpef 2025, dopo le polemiche sorte nelle scorse settimane su un possibile aumento del prelievo fiscale in fase di acconto. «Il Consiglio dei ministri ha approvato un provvedimento per chiarire le regole sulla determinazione degli acconti Irpef 2025. La nuova disposizione conferma che i lavoratori dipendenti e i pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto Irpef per il 2025, evitando così qualsiasi aumento del carico fiscale», ha annunciato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.
Il decreto mira a sanare un disallineamento normativo che avrebbe potuto penalizzare milioni di contribuenti. «L’intervento si è reso necessario per correggere un difetto di coordinamento tra il decreto legislativo del 2023, attuativo della delega fiscale, che prevedeva per il solo 2024 la riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre, e la legge di bilancio 2025 che ha reso strutturale la predetta riduzione di aliquote», ha spiegato Leo.
Il nodo era infatti legato al fatto che, in assenza di una modifica normativa, gli acconti per il 2025 sarebbero stati calcolati ancora sulla base delle vecchie quattro aliquote, nonostante la riforma fiscale abbia introdotto un nuovo schema a tre scaglioni, con effetto retroattivo dal 2024. Una situazione che, secondo la Cgil, avrebbe comportato un’ingiustizia fiscale per molti contribuenti, costretti a pagare più del dovuto per poi recuperare le somme solo con la dichiarazione dei redditi successiva.
Un esempio elaborato dal Caf del sindacato mostra come un lavoratore con reddito lordo di 41.360 euro, anziché avere un credito di 165 euro come previsto dal nuovo regime, si sarebbe ritrovato con un debito di 95 euro, riducendo il suo credito effettivo a soli 70 euro. «Lo Stato fa cassa con anticipi non dovuti», avevano denunciato Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil, e Monica Iviglia, presidente del Caaf Cgil.
Il ministero dell’Economia aveva inizialmente minimizzato, parlando di un «disallineamento temporaneo ed evidentemente non strutturale», che secondo il Mef «non riguarda tutti i lavoratori dipendenti, ma solo i titolari di altri redditi». Tuttavia, le pressioni politiche e sindacali hanno spinto il governo a un rapido intervento. «L’obiettivo è sempre quello di tutelare i contribuenti e garantire una corretta applicazione della riforma fiscale», ha sottolineato Leo, aggiungendo che il provvedimento è stato approvato «in tempo utile per assicurare che non vi siano errori nei prossimi versamenti o nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi».
Il viceministro Leo ha espresso «soddisfazione per la prontezza con la quale il governo ha risolto la questione», sottolineando anche su Facebook la volontà dell’esecutivo di evitare che la riforma fiscale, pensata per ridurre il carico tributario, si trasformasse in un aggravio involontario per milioni di italiani.
Torna a “POLIZIA PENITENZIARIA”
Vai a
- GENERALE
- ↳ Annunci e Regole importanti
- CONSULENZA LEGALE PER I MILITARI E LE FORZE DI POLIZIA
- ↳ L'Avv. Giorgio Carta risponde
- CONSULENZA LEGALE SU CONTENZIOSI CIVILI
- ↳ L'Avv. Giovanni Carta risponde
- PREVIDENZA SOCIALE
- ↳ CALCOLI PENSIONISTICI
- ↳ ASPETTATIVA - CAUSE DI SERVIZIO - EQUO INDENNIZZO - PENSIONE PRIVILEGIATA ORDINARIA E TABELLARE
- ↳ VITTIME DEL TERRORISMO, DOVERE E CRIMINALITÀ
- ↳ ISTRUZIONI PER LA CONCESSIONE DELLA SPECIALE ELARGIZIONE PREVISTA PER LE VITTIME DEL SERVIZIO
- SALUTE E BENESSERE FORZE ARMATE E FORZE DI POLIZIA
- ↳ Psicologia
- ↳ La Dott.ssa Alessandra D'Alessio risponde
- LEXETICA - ASSISTENZA LEGALE E MEDICO LEGALE
- ↳ IL LEGALE RISPONDE
- ↳ IL MEDICO LEGALE RISPONDE
- FORZE DI POLIZIA
- ↳ CARABINIERI
- ↳ POLIZIA DI STATO
- ↳ News Polizia di Stato
- ↳ GUARDIA DI FINANZA
- ↳ POLIZIA PENITENZIARIA
- ↳ Attività di Polizia Giudiziaria
- MILITARI
- ↳ ESERCITO
- ↳ MARINA
- ↳ AERONAUTICA
- ↳ CAPITANERIE DI PORTO - GUARDIA COSTIERA
- ↳ DONNE MILITARI
- ↳ UFFICIALI
- ↳ MARESCIALLI
- ↳ SERGENTI
- ↳ VSP
- ↳ VFP
- Trasferimenti all'Estero
- ↳ Tunisia
- ↳ Tenerife - Canarie
- DIPARTIMENTO VIGILI DEL FUOCO
- ↳ CORPO NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO
- IMPIEGO CIVILE
- GUARDIE PARTICOLARI GIURATE