Rivalutazione 2023
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Re: Rivalutazione 2023
Ciao borelgrnet,
nella circolare INPS n.135 del 22.12.2022 l'Istituto previdenziale precisa quanto segue:
Al fine di evitare la corresponsione di somme potenzialmente indebite, pertanto, la rivalutazione è stata attribuita in misura pari al 100% a tutti i beneficiari il cui importo cumulato di pensione sia compreso nel limite di quattro volte il trattamento minimo in pagamento nell’anno 2022 (pari a 2.101,52 euro).
Per i pensionati il cui trattamento pensionistico cumulato è superiore al predetto limite, la rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile al momento di approvazione della norma indicata.
Si spera che il pagamento della rivalutazione oltre 4 volte il TM avvenga dal prossimo febbraio o al più tardi a marzo 2023.
nella circolare INPS n.135 del 22.12.2022 l'Istituto previdenziale precisa quanto segue:
Al fine di evitare la corresponsione di somme potenzialmente indebite, pertanto, la rivalutazione è stata attribuita in misura pari al 100% a tutti i beneficiari il cui importo cumulato di pensione sia compreso nel limite di quattro volte il trattamento minimo in pagamento nell’anno 2022 (pari a 2.101,52 euro).
Per i pensionati il cui trattamento pensionistico cumulato è superiore al predetto limite, la rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile al momento di approvazione della norma indicata.
Si spera che il pagamento della rivalutazione oltre 4 volte il TM avvenga dal prossimo febbraio o al più tardi a marzo 2023.
- asterix191
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Re: Rivalutazione 2023
Articolo di stampa molto interessante per chi risiede nella regione Lazio e spiega l'aumento addizionale Regionale.
Mentre i cittadini sonno assediati dall’aumento delle bollette del gas e della luce, per non parlare dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui, nel silenzio più assoluto dall’inizio dell’anno a Roma e nel Lazio aumenta anche l’addizionale regionale Irpef. Ultimo regalo della giunta Zingaretti.
La Regione Lazio ha dovuto rimodulare gli scaglioni di reddito, che una norma nazionale voluta dal Governo Draghi ha ridotto da cinque a quattro, e nel farlo ha modificato le addizionali regionali Irpef. Ha mantenuto l’aliquota dell’1,73%, (1,23, aliquota base, più 0,50 aliquota sanità), per il primo scaglione di reddito sino a 15 mila euro e per tutti gli altri, 15-28 mila, 28-50 mila, oltre 50 mila, ha applicato la maggiorazione dell’1,60, arrivando così al 3,33%, che è il massimo consentito dalla normativa nazionale.
Come sono cambiate le aliquote
Sino allo scorso anno l’aliquota massima era prevista solo per i redditi sopra i 75.000 euro, mentre per il primo scaglione sino a 15.00 euro l’addizionale era pari all’1,73%, per quello da 15.000 a 28.000 al 2,73%, da 28.000 a 55.000 del 2,93% e da 55.000 a 75.000 del 3,23%. Solo per l’anno di imposta 2022 la Regione applica l’aliquota base dell’1,73% ai redditi sino a 15 mila euro o a quelli sino a 50 mila ma con tre figli a carico o uno o più figli con handicap.
Mantenuto anche il 5 per mille che serviva per il commissariamento della Sanità
Dunque la giunta Zingaretti ha mantenuto la tassa sulla salute, aliquota del 5 per mille, che dopo la fine del commissariamento della sanità e l’azzeramento del disavanzo potrebbe essere cancellata o almeno abbassata. Una tassa iniqua, che pagano tutti i quasi 3 milioni di contribuenti laziali, compresi i ceti deboli e che cuba circa 900 milioni l’anno, cifra che la Regione usa per coprire altri servizi come il trasporto pubblico locale.
Nel 2013, appena insediata la giunta Zingaretti, nella prima manovra economica l’allora assessore al Bilancio Sartore fece approvare una norma che autorizzava la Regione ad accedere alle anticipazioni di cassa del Governo, pari a 10 miliardi di euro previsti dal dl 35, e invece di presentare come copertura un piano di risparmi e ristrutturazione economica fece approvare un aumento delle tasse che portò le aliquote dall’1,73, del 2013, sino al 3,33%, il massimo possibile. Basta confrontare i dati delle altre regioni per vedere che quelle del Lazio sono le addizionali Irpef più alte e che il cittadino laziale paga più di tutti. In particolare è un vero e proprio salasso per il ceto medio.
Punito il ceto medio
Prendiamo una famiglia con due figli e un reddito medio di 40 mila euro loro, prima dell’arrivo della giunta Zingaretti nel 2013 pagava una cifra complessiva pari a € 692 euro l’anno. Subito dopo nel periodo 2013-2021 è passata a pagare € 971,00 (+ 279 euro l’anno) e dal prossimo anno pagherà € 1.092,00 (+ 400 euro l’anno rispetto al 2013).
Se facciamo un raffronto con le altre Regioni vediamo che una famiglia residente nel Lazio, sempre con reddito lordo pari a 40 mila euro, a causa delle scelte scellerate della giunta pagherà più delle famiglie residenti in altre Regioni: + € 478 rispetto a identica famiglia residente in Lombardia, + € 64 rispetto alla Campania, + € 242,10 rispetto al Piemonte, + 483,60 rispetto alla Puglia, + € 600 rispetto alla Sardegna, Sicilia e Veneto, + € 398,00 rispetto all’Emilia-Romagna, + € 491,50 rispetto alla Toscana e + € 400,00 rispetto alla Calabria.
Quanto si paga nelle altre regioni d'Italia
E che le addizionali Irpef nel Lazio siano le più alti d’Italia lo dice anche il Ministero dell’economia e delle finanze che, non più tardi di qualche mese fa, nel presentare il rapporto sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche – Irpef- per l’anno di imposta 2020 ha messo nero su bianco che su un ammontare complessivo dell’addizionale Irpef pari a 12 miliardi di euro la media regionale è pari a 420 euro. Il Valore più alto si registra ne Lazio con € 630 di media (+ € 220), quello più basso in Sardegna pari a € 270. Mentre l’addizionale comunale ammonta invece a 5 miliardi di euro con un importo medio pari a 2002 euro, che varia dal valore massimo di 260 euro nel Lazio, al valore minimo di 90 euro in Valle d’Aosta. Come si vede il cittadino residente nel Lazio è tartassato sia in sede regionale che comunale. Questi sono i numeri che dicono che la realtà è molto diversa da quella che viene raccontata dal palazzo di via Cristoforo Colombo. I 10 miliardi del prestito dello Stato per pagare i debiti con i fornitori sono finiti, il debito complessivo della Regione è aumentato arrivando a 30 miliardi di euro e la tassazione è al massimo.
Mentre i cittadini sonno assediati dall’aumento delle bollette del gas e della luce, per non parlare dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui, nel silenzio più assoluto dall’inizio dell’anno a Roma e nel Lazio aumenta anche l’addizionale regionale Irpef. Ultimo regalo della giunta Zingaretti.
La Regione Lazio ha dovuto rimodulare gli scaglioni di reddito, che una norma nazionale voluta dal Governo Draghi ha ridotto da cinque a quattro, e nel farlo ha modificato le addizionali regionali Irpef. Ha mantenuto l’aliquota dell’1,73%, (1,23, aliquota base, più 0,50 aliquota sanità), per il primo scaglione di reddito sino a 15 mila euro e per tutti gli altri, 15-28 mila, 28-50 mila, oltre 50 mila, ha applicato la maggiorazione dell’1,60, arrivando così al 3,33%, che è il massimo consentito dalla normativa nazionale.
Come sono cambiate le aliquote
Sino allo scorso anno l’aliquota massima era prevista solo per i redditi sopra i 75.000 euro, mentre per il primo scaglione sino a 15.00 euro l’addizionale era pari all’1,73%, per quello da 15.000 a 28.000 al 2,73%, da 28.000 a 55.000 del 2,93% e da 55.000 a 75.000 del 3,23%. Solo per l’anno di imposta 2022 la Regione applica l’aliquota base dell’1,73% ai redditi sino a 15 mila euro o a quelli sino a 50 mila ma con tre figli a carico o uno o più figli con handicap.
Mantenuto anche il 5 per mille che serviva per il commissariamento della Sanità
Dunque la giunta Zingaretti ha mantenuto la tassa sulla salute, aliquota del 5 per mille, che dopo la fine del commissariamento della sanità e l’azzeramento del disavanzo potrebbe essere cancellata o almeno abbassata. Una tassa iniqua, che pagano tutti i quasi 3 milioni di contribuenti laziali, compresi i ceti deboli e che cuba circa 900 milioni l’anno, cifra che la Regione usa per coprire altri servizi come il trasporto pubblico locale.
Nel 2013, appena insediata la giunta Zingaretti, nella prima manovra economica l’allora assessore al Bilancio Sartore fece approvare una norma che autorizzava la Regione ad accedere alle anticipazioni di cassa del Governo, pari a 10 miliardi di euro previsti dal dl 35, e invece di presentare come copertura un piano di risparmi e ristrutturazione economica fece approvare un aumento delle tasse che portò le aliquote dall’1,73, del 2013, sino al 3,33%, il massimo possibile. Basta confrontare i dati delle altre regioni per vedere che quelle del Lazio sono le addizionali Irpef più alte e che il cittadino laziale paga più di tutti. In particolare è un vero e proprio salasso per il ceto medio.
Punito il ceto medio
Prendiamo una famiglia con due figli e un reddito medio di 40 mila euro loro, prima dell’arrivo della giunta Zingaretti nel 2013 pagava una cifra complessiva pari a € 692 euro l’anno. Subito dopo nel periodo 2013-2021 è passata a pagare € 971,00 (+ 279 euro l’anno) e dal prossimo anno pagherà € 1.092,00 (+ 400 euro l’anno rispetto al 2013).
Se facciamo un raffronto con le altre Regioni vediamo che una famiglia residente nel Lazio, sempre con reddito lordo pari a 40 mila euro, a causa delle scelte scellerate della giunta pagherà più delle famiglie residenti in altre Regioni: + € 478 rispetto a identica famiglia residente in Lombardia, + € 64 rispetto alla Campania, + € 242,10 rispetto al Piemonte, + 483,60 rispetto alla Puglia, + € 600 rispetto alla Sardegna, Sicilia e Veneto, + € 398,00 rispetto all’Emilia-Romagna, + € 491,50 rispetto alla Toscana e + € 400,00 rispetto alla Calabria.
Quanto si paga nelle altre regioni d'Italia
E che le addizionali Irpef nel Lazio siano le più alti d’Italia lo dice anche il Ministero dell’economia e delle finanze che, non più tardi di qualche mese fa, nel presentare il rapporto sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche – Irpef- per l’anno di imposta 2020 ha messo nero su bianco che su un ammontare complessivo dell’addizionale Irpef pari a 12 miliardi di euro la media regionale è pari a 420 euro. Il Valore più alto si registra ne Lazio con € 630 di media (+ € 220), quello più basso in Sardegna pari a € 270. Mentre l’addizionale comunale ammonta invece a 5 miliardi di euro con un importo medio pari a 2002 euro, che varia dal valore massimo di 260 euro nel Lazio, al valore minimo di 90 euro in Valle d’Aosta. Come si vede il cittadino residente nel Lazio è tartassato sia in sede regionale che comunale. Questi sono i numeri che dicono che la realtà è molto diversa da quella che viene raccontata dal palazzo di via Cristoforo Colombo. I 10 miliardi del prestito dello Stato per pagare i debiti con i fornitori sono finiti, il debito complessivo della Regione è aumentato arrivando a 30 miliardi di euro e la tassazione è al massimo.
Re: Rivalutazione 2023
Articolo di stampa molto interessante per chi risiede nella regione Lazio e spiega l'aumento addizionale Regionale.
Mentre i cittadini sonno assediati dall’aumento delle bollette del gas e della luce, per non parlare dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui, nel silenzio più assoluto dall’inizio dell’anno a Roma e nel Lazio aumenta anche l’addizionale regionale Irpef. Ultimo regalo della giunta Zingaretti.
La Regione Lazio ha dovuto rimodulare gli scaglioni di reddito, che una norma nazionale voluta dal Governo Draghi ha ridotto da cinque a quattro, e nel farlo ha modificato le addizionali regionali Irpef. Ha mantenuto l’aliquota dell’1,73%, (1,23, aliquota base, più 0,50 aliquota sanità), per il primo scaglione di reddito sino a 15 mila euro e per tutti gli altri, 15-28 mila, 28-50 mila, oltre 50 mila, ha applicato la maggiorazione dell’1,60, arrivando così al 3,33%, che è il massimo consentito dalla normativa nazionale.
Come sono cambiate le aliquote
Sino allo scorso anno l’aliquota massima era prevista solo per i redditi sopra i 75.000 euro, mentre per il primo scaglione sino a 15.00 euro l’addizionale era pari all’1,73%, per quello da 15.000 a 28.000 al 2,73%, da 28.000 a 55.000 del 2,93% e da 55.000 a 75.000 del 3,23%. Solo per l’anno di imposta 2022 la Regione applica l’aliquota base dell’1,73% ai redditi sino a 15 mila euro o a quelli sino a 50 mila ma con tre figli a carico o uno o più figli con handicap.
Mantenuto anche il 5 per mille che serviva per il commissariamento della Sanità
Dunque la giunta Zingaretti ha mantenuto la tassa sulla salute, aliquota del 5 per mille, che dopo la fine del commissariamento della sanità e l’azzeramento del disavanzo potrebbe essere cancellata o almeno abbassata. Una tassa iniqua, che pagano tutti i quasi 3 milioni di contribuenti laziali, compresi i ceti deboli e che cuba circa 900 milioni l’anno, cifra che la Regione usa per coprire altri servizi come il trasporto pubblico locale.
Nel 2013, appena insediata la giunta Zingaretti, nella prima manovra economica l’allora assessore al Bilancio Sartore fece approvare una norma che autorizzava la Regione ad accedere alle anticipazioni di cassa del Governo, pari a 10 miliardi di euro previsti dal dl 35, e invece di presentare come copertura un piano di risparmi e ristrutturazione economica fece approvare un aumento delle tasse che portò le aliquote dall’1,73, del 2013, sino al 3,33%, il massimo possibile. Basta confrontare i dati delle altre regioni per vedere che quelle del Lazio sono le addizionali Irpef più alte e che il cittadino laziale paga più di tutti. In particolare è un vero e proprio salasso per il ceto medio.
Punito il ceto medio
Prendiamo una famiglia con due figli e un reddito medio di 40 mila euro loro, prima dell’arrivo della giunta Zingaretti nel 2013 pagava una cifra complessiva pari a € 692 euro l’anno. Subito dopo nel periodo 2013-2021 è passata a pagare € 971,00 (+ 279 euro l’anno) e dal prossimo anno pagherà € 1.092,00 (+ 400 euro l’anno rispetto al 2013).
Se facciamo un raffronto con le altre Regioni vediamo che una famiglia residente nel Lazio, sempre con reddito lordo pari a 40 mila euro, a causa delle scelte scellerate della giunta pagherà più delle famiglie residenti in altre Regioni: + € 478 rispetto a identica famiglia residente in Lombardia, + € 64 rispetto alla Campania, + € 242,10 rispetto al Piemonte, + 483,60 rispetto alla Puglia, + € 600 rispetto alla Sardegna, Sicilia e Veneto, + € 398,00 rispetto all’Emilia-Romagna, + € 491,50 rispetto alla Toscana e + € 400,00 rispetto alla Calabria.
Quanto si paga nelle altre regioni d'Italia
E che le addizionali Irpef nel Lazio siano le più alti d’Italia lo dice anche il Ministero dell’economia e delle finanze che, non più tardi di qualche mese fa, nel presentare il rapporto sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche – Irpef- per l’anno di imposta 2020 ha messo nero su bianco che su un ammontare complessivo dell’addizionale Irpef pari a 12 miliardi di euro la media regionale è pari a 420 euro. Il Valore più alto si registra ne Lazio con € 630 di media (+ € 220), quello più basso in Sardegna pari a € 270. Mentre l’addizionale comunale ammonta invece a 5 miliardi di euro con un importo medio pari a 2002 euro, che varia dal valore massimo di 260 euro nel Lazio, al valore minimo di 90 euro in Valle d’Aosta. Come si vede il cittadino residente nel Lazio è tartassato sia in sede regionale che comunale. Questi sono i numeri che dicono che la realtà è molto diversa da quella che viene raccontata dal palazzo di via Cristoforo Colombo. I 10 miliardi del prestito dello Stato per pagare i debiti con i fornitori sono finiti, il debito complessivo della Regione è aumentato arrivando a 30 miliardi di euro e la tassazione è al massimo.
Mentre i cittadini sonno assediati dall’aumento delle bollette del gas e della luce, per non parlare dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui, nel silenzio più assoluto dall’inizio dell’anno a Roma e nel Lazio aumenta anche l’addizionale regionale Irpef. Ultimo regalo della giunta Zingaretti.
La Regione Lazio ha dovuto rimodulare gli scaglioni di reddito, che una norma nazionale voluta dal Governo Draghi ha ridotto da cinque a quattro, e nel farlo ha modificato le addizionali regionali Irpef. Ha mantenuto l’aliquota dell’1,73%, (1,23, aliquota base, più 0,50 aliquota sanità), per il primo scaglione di reddito sino a 15 mila euro e per tutti gli altri, 15-28 mila, 28-50 mila, oltre 50 mila, ha applicato la maggiorazione dell’1,60, arrivando così al 3,33%, che è il massimo consentito dalla normativa nazionale.
Come sono cambiate le aliquote
Sino allo scorso anno l’aliquota massima era prevista solo per i redditi sopra i 75.000 euro, mentre per il primo scaglione sino a 15.00 euro l’addizionale era pari all’1,73%, per quello da 15.000 a 28.000 al 2,73%, da 28.000 a 55.000 del 2,93% e da 55.000 a 75.000 del 3,23%. Solo per l’anno di imposta 2022 la Regione applica l’aliquota base dell’1,73% ai redditi sino a 15 mila euro o a quelli sino a 50 mila ma con tre figli a carico o uno o più figli con handicap.
Mantenuto anche il 5 per mille che serviva per il commissariamento della Sanità
Dunque la giunta Zingaretti ha mantenuto la tassa sulla salute, aliquota del 5 per mille, che dopo la fine del commissariamento della sanità e l’azzeramento del disavanzo potrebbe essere cancellata o almeno abbassata. Una tassa iniqua, che pagano tutti i quasi 3 milioni di contribuenti laziali, compresi i ceti deboli e che cuba circa 900 milioni l’anno, cifra che la Regione usa per coprire altri servizi come il trasporto pubblico locale.
Nel 2013, appena insediata la giunta Zingaretti, nella prima manovra economica l’allora assessore al Bilancio Sartore fece approvare una norma che autorizzava la Regione ad accedere alle anticipazioni di cassa del Governo, pari a 10 miliardi di euro previsti dal dl 35, e invece di presentare come copertura un piano di risparmi e ristrutturazione economica fece approvare un aumento delle tasse che portò le aliquote dall’1,73, del 2013, sino al 3,33%, il massimo possibile. Basta confrontare i dati delle altre regioni per vedere che quelle del Lazio sono le addizionali Irpef più alte e che il cittadino laziale paga più di tutti. In particolare è un vero e proprio salasso per il ceto medio.
Punito il ceto medio
Prendiamo una famiglia con due figli e un reddito medio di 40 mila euro loro, prima dell’arrivo della giunta Zingaretti nel 2013 pagava una cifra complessiva pari a € 692 euro l’anno. Subito dopo nel periodo 2013-2021 è passata a pagare € 971,00 (+ 279 euro l’anno) e dal prossimo anno pagherà € 1.092,00 (+ 400 euro l’anno rispetto al 2013).
Se facciamo un raffronto con le altre Regioni vediamo che una famiglia residente nel Lazio, sempre con reddito lordo pari a 40 mila euro, a causa delle scelte scellerate della giunta pagherà più delle famiglie residenti in altre Regioni: + € 478 rispetto a identica famiglia residente in Lombardia, + € 64 rispetto alla Campania, + € 242,10 rispetto al Piemonte, + 483,60 rispetto alla Puglia, + € 600 rispetto alla Sardegna, Sicilia e Veneto, + € 398,00 rispetto all’Emilia-Romagna, + € 491,50 rispetto alla Toscana e + € 400,00 rispetto alla Calabria.
Quanto si paga nelle altre regioni d'Italia
E che le addizionali Irpef nel Lazio siano le più alti d’Italia lo dice anche il Ministero dell’economia e delle finanze che, non più tardi di qualche mese fa, nel presentare il rapporto sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche – Irpef- per l’anno di imposta 2020 ha messo nero su bianco che su un ammontare complessivo dell’addizionale Irpef pari a 12 miliardi di euro la media regionale è pari a 420 euro. Il Valore più alto si registra ne Lazio con € 630 di media (+ € 220), quello più basso in Sardegna pari a € 270. Mentre l’addizionale comunale ammonta invece a 5 miliardi di euro con un importo medio pari a 2002 euro, che varia dal valore massimo di 260 euro nel Lazio, al valore minimo di 90 euro in Valle d’Aosta. Come si vede il cittadino residente nel Lazio è tartassato sia in sede regionale che comunale. Questi sono i numeri che dicono che la realtà è molto diversa da quella che viene raccontata dal palazzo di via Cristoforo Colombo. I 10 miliardi del prestito dello Stato per pagare i debiti con i fornitori sono finiti, il debito complessivo della Regione è aumentato arrivando a 30 miliardi di euro e la tassazione è al massimo.
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Re: Rivalutazione 2023
Messaggio da borelgrnet »
La solita litania "piagni e fotti" e' un giornale quotidiano completamente sdraiato a destra ed all'improvvisoasterix191 ha scritto: ↑mer gen 04, 2023 12:00 pm https://www.liberoquotidiano.it/news/ec ... -piu-.html
se ne esce con questi articoletti per prendere in giro i pensionati mazziati da questo esecutivo, col cacchio
hanno criticato la misura mentre veniva portata avanti dal governo il classico Piagni e fotti all'italiana maniera, prima ti fregano i soldi e dopo ti prendono pure in giro. W l'Italia




Re: Rivalutazione 2023
X Borelgrnet
Condivido in pieno il tuo pensiero, dal primo di questo mese i carburanti sono aumentati di 20 centesimi, le pensioni non sono state rivalutate che in minima parte il gas è aumentato del 23% e poi si tirano fuori solo le cose che fanno comodo e che comunque in relazione a tutto il resto sono marginali. Questo è solo fare politica e di parte inoltre.
Saluto tutti i colleghi con cui in questi anni ho avuto il piacere di scambiare informazioni e opinioni, da oggi mi limiterò a fare solo da spettatore e non interverrò più.
Condivido in pieno il tuo pensiero, dal primo di questo mese i carburanti sono aumentati di 20 centesimi, le pensioni non sono state rivalutate che in minima parte il gas è aumentato del 23% e poi si tirano fuori solo le cose che fanno comodo e che comunque in relazione a tutto il resto sono marginali. Questo è solo fare politica e di parte inoltre.
Saluto tutti i colleghi con cui in questi anni ho avuto il piacere di scambiare informazioni e opinioni, da oggi mi limiterò a fare solo da spettatore e non interverrò più.
Re: Rivalutazione 2023
Caro cetriolone "borelgrnet"... Appena rientrato da un tour amazzonico (niente morenite solo zanzare e anaconde...
) rispondo al tuo ultimo post confermando quanto hai scritto... I giornali della ditta B. da Arcore sono vergognosi, ma questo lo sappiamo. Riescono a girare la frittata sempre dal verso che gli fa comodo... Ma come ripeto, la storia va avanti così da 30anni. Io riguardo alla legge di bilancio ed ai primi passi del governo in carica mi attengo alle promesse, e in particolare al video della Giorgia, nel quale strillava contro il 75% di accise sui carburanti... Era il 2019. Sono sicuro che appena tornerò in Italia troverò le accise se non azzerate perlomeno dimezzate... Confermi?

P. S. Incredibile come ci siano in mezzo a noi boccaloni che non solo si bevono di tutto, ma esaltano Giorgia come chissà che avesse fatto... Saranno autonomi? Partite Iva? Evasori? Perché solo queste categorie hanno da guadagnare dal governo in carica. Noi ce ne siamo accorti sulla nostra pelle, anzi sul portafoglio...
Un abbraccio.
P. S. Incredibile come ci siano in mezzo a noi boccaloni che non solo si bevono di tutto, ma esaltano Giorgia come chissà che avesse fatto... Saranno autonomi? Partite Iva? Evasori? Perché solo queste categorie hanno da guadagnare dal governo in carica. Noi ce ne siamo accorti sulla nostra pelle, anzi sul portafoglio...
Un abbraccio.
Re: Rivalutazione 2023
Ciao,GiulioTR ha scritto: ↑mer gen 04, 2023 11:30 pm X Borelgrnet
Condivido in pieno il tuo pensiero, dal primo di questo mese i carburanti sono aumentati di 20 centesimi, le pensioni non sono state rivalutate che in minima parte il gas è aumentato del 23% e poi si tirano fuori solo le cose che fanno comodo e che comunque in relazione a tutto il resto sono marginali. Questo è solo fare politica e di parte inoltre.
Saluto tutti i colleghi con cui in questi anni ho avuto il piacere di scambiare informazioni e opinioni, da oggi mi limiterò a fare solo da spettatore e non interverrò più.
se mi è permesso, vorrei chiederti il perché di questa decisione drastica di non partecipare più alle discussioni.
Re: Rivalutazione 2023
Caro Maurizio il motivo è semplice, quest'Forum è dedicato ai problemi, ai quesiti e tutto quello che riguardava la stera intorno alla nostra bellissima professione.
Io ne faccio parte da tanti anni.
Ritengo che la politica e la partigianeria ne deve rimanere fuori ma siccome questo da qualche tempo non sempre avviene non intendo ficcarmi in discorsi o polemiche che nulla hanno a che fare con i nostri problemi.
Saluti
Io ne faccio parte da tanti anni.
Ritengo che la politica e la partigianeria ne deve rimanere fuori ma siccome questo da qualche tempo non sempre avviene non intendo ficcarmi in discorsi o polemiche che nulla hanno a che fare con i nostri problemi.
Saluti
Re: Rivalutazione 2023
Ciao Giulio,
Concordo pienamente con quanto da Te espresso, aggiungo che la politica deve essere svolta nelle sedi opportune, così come le espressioni volgari tanto usate ultimamente, devono rimanere fuori da questo Forum.
Ho tollerato fin troppo questo comportamento sperando sempre in un ravvedimento. In qualità di moderatore d'ora in poi farò in modo che non si verifichi più.
Mi auguro che possa rivedere la decisione di abbandonare, la tua partecipazione è importante per il forum.
Concordo pienamente con quanto da Te espresso, aggiungo che la politica deve essere svolta nelle sedi opportune, così come le espressioni volgari tanto usate ultimamente, devono rimanere fuori da questo Forum.
Ho tollerato fin troppo questo comportamento sperando sempre in un ravvedimento. In qualità di moderatore d'ora in poi farò in modo che non si verifichi più.
Mi auguro che possa rivedere la decisione di abbandonare, la tua partecipazione è importante per il forum.
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- GUARDIE PARTICOLARI GIURATE