DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
Avrei bisogno di una info anzi di un chiarimento: il comandante della compagnia ove presto servizio chiede ( d'ordine) di far inserire dal medico curante la diagnosi della malattia sul certificato. Chiaro che se marco visita per una patologia già riconosciuta dipendente SI D.C.S. chiedo al medico di non trascurare la diagnosi ma se mi ammalo per altra patologia ( tipo influenza) che utilità può avere l'obbligatorietà della diagnosi sul certificato? E' un abuso quello del comandante o per noi militari è diverso..??
Re: DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
Buonasera.
Il Comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna, a suo tempo ha impartito disposizioni secondo le quali la malattia deve "sempre" essere indicata in chiaro.
Viceversa, nella lettera di trasmissione non va indicata la patologia ma solamente i giorni di riposo ottenuti. Il certificato medico deve essere allegato, in originale, in busta chiusa.
Saluti
Il Comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna, a suo tempo ha impartito disposizioni secondo le quali la malattia deve "sempre" essere indicata in chiaro.
Viceversa, nella lettera di trasmissione non va indicata la patologia ma solamente i giorni di riposo ottenuti. Il certificato medico deve essere allegato, in originale, in busta chiusa.
Saluti
Re: DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
MI spiace dissentire l'ultimo intervento. Il comandante della Legione, non credo l'attuale, non può impartire direttive che violano la legge sulla privacy. Solo se l'interessato è consenziente, può essere menzionata la patologia, diversamente il medico può non inserire la patologia.
Sveglia a tutti, la violazione alla privacy esiste e bisogna farla rispettare. Non credo che un comandante di Legione o chicchessia possa dare direttive del genere.
Sveglia a tutti, la violazione alla privacy esiste e bisogna farla rispettare. Non credo che un comandante di Legione o chicchessia possa dare direttive del genere.
Re: DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
Messaggio da tuttiliberi »
iosonoquì ha scritto:MI spiace dissentire l'ultimo intervento. Il comandante della Legione, non credo l'attuale, non può impartire direttive che violano la legge sulla privacy. Solo se l'interessato è consenziente, può essere menzionata la patologia, diversamente il medico può non inserire la patologia.
Sveglia a tutti, la violazione alla privacy esiste e bisogna farla rispettare. Non credo che un comandante di Legione o chicchessia possa dare direttive del genere.
Penso che ti devi svegliare tu, nel comparto sicurezza è obbligo l'inserimento della diagnosi della patologia, in quanto la direzione sanitaria deve sapere la situazione medica di ogni dipendente per il delicato incarico che si svolge (patologie psichiatriche , cause di servizio ecc.), la copia che deve arrivare agli uffici sanitari competenti deve avere la diagnosi scritta, mentre il certificato può essere consegnato in busta chiusa presso il proprio comando di appartenenza.
Re: DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
Ridissento anche l'ultimo intervento: non è il comandante della Legione a decidere a suo piacimento. Nessuno può intervenire nel senso: sarà eventualmente il Dirigente del Servizio Sanitario competente a disporre (anche solo dopo un giorno di certificazione medica senza dizione della patologia) a disporre la presentazione del militare per l'idoneità.tuttiliberi ha scritto:iosonoquì ha scritto:MI spiace dissentire l'ultimo intervento. Il comandante della Legione, non credo l'attuale, non può impartire direttive che violano la legge sulla privacy. Solo se l'interessato è consenziente, può essere menzionata la patologia, diversamente il medico può non inserire la patologia.
Sveglia a tutti, la violazione alla privacy esiste e bisogna farla rispettare. Non credo che un comandante di Legione o chicchessia possa dare direttive del genere.
Penso che ti devi svegliare tu, nel comparto sicurezza è obbligo l'inserimento della diagnosi della patologia, in quanto la direzione sanitaria deve sapere la situazione medica di ogni dipendente per il delicato incarico che si svolge (patologie psichiatriche , cause di servizio ecc.), la copia che deve arrivare agli uffici sanitari competenti deve avere la diagnosi scritta, mentre il certificato può essere consegnato in busta chiusa presso il proprio comando di appartenenza.
Cita per favore la direttiva del C.G.A. Direzione di Sanità che recità l'obbligatorietà della prognosi sui certificati medici.
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Re: DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
Messaggio da vecchiaguardia »
Per i lavoratori del pubblico impiego il certificato non può essere redatto sui moduli INPS ma deve essere
rilasciato su carta intestata del Medico Curante, con timbro e firma, che dovrà indicare le generalità
del paziente, la data di rilascio, i giorni di prognosi clinica, senza indicare la diagnosi della malattia
che, invece, dovrà essere esplicitata solo per i lavoratori dipendenti della Pubblica
Amministrazione o degli Enti Locali, a norma dell'art. 30 del DPR 686/57.
Nonostante che nel Pubblico Impiego vi sia obbligo di diagnosi, come confermato da specifico
parere emesso in argomento dal Consiglio di Stato nell'adunanza dell'11 novembre 1984, si ritiene
che tale disposizione, attualmente, contrasti con la tutela della riservatezza dei dati personali di cui
al D.Lgs 30 giugno 2003, n. 196 (Codice della privacy). Qualora non esista il libero ed esplicito
consenso del paziente che richiede il certificato ad indicare sullo stesso la diagnosi, si possono
prospettare due soluzioni:
A) Il Medico rilascia due certificati, uno con diagnosi ed uno senza, lasciando al lavoratore la
scelta di quale consegnare al datore di lavoro e quale riservare al Medico ispettivo.
B) In ottemperanza alla determinazione del 13/02/98 prot. 1055 del Garante della Privacy, il
Medico rilascia un solo certificato, nel quale, al posto della diagnosi appone la dicitura:
”Omessa diagnosi per esplicita richiesta del paziente”, seguita dalla firma dello stesso
paziente.
rilasciato su carta intestata del Medico Curante, con timbro e firma, che dovrà indicare le generalità
del paziente, la data di rilascio, i giorni di prognosi clinica, senza indicare la diagnosi della malattia
che, invece, dovrà essere esplicitata solo per i lavoratori dipendenti della Pubblica
Amministrazione o degli Enti Locali, a norma dell'art. 30 del DPR 686/57.
Nonostante che nel Pubblico Impiego vi sia obbligo di diagnosi, come confermato da specifico
parere emesso in argomento dal Consiglio di Stato nell'adunanza dell'11 novembre 1984, si ritiene
che tale disposizione, attualmente, contrasti con la tutela della riservatezza dei dati personali di cui
al D.Lgs 30 giugno 2003, n. 196 (Codice della privacy). Qualora non esista il libero ed esplicito
consenso del paziente che richiede il certificato ad indicare sullo stesso la diagnosi, si possono
prospettare due soluzioni:
A) Il Medico rilascia due certificati, uno con diagnosi ed uno senza, lasciando al lavoratore la
scelta di quale consegnare al datore di lavoro e quale riservare al Medico ispettivo.
B) In ottemperanza alla determinazione del 13/02/98 prot. 1055 del Garante della Privacy, il
Medico rilascia un solo certificato, nel quale, al posto della diagnosi appone la dicitura:
”Omessa diagnosi per esplicita richiesta del paziente”, seguita dalla firma dello stesso
paziente.
Re: DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
Plaudo a vecchia guardia. Lo ripeto spesso, aggiorniamoci...e se dobbiamo rispondere (pacatamente) ai nostri superiori, facciamolo con dati di fatto e non con arroganza. Solo aggiornandoci (per il sottoscritto è un godimento totale), potremo guardarli negli occhi e ribattere (quando prendono cantonate) con dati di fatto.vecchiaguardia ha scritto:Per i lavoratori del pubblico impiego il certificato non può essere redatto sui moduli INPS ma deve essere
rilasciato su carta intestata del Medico Curante, con timbro e firma, che dovrà indicare le generalità
del paziente, la data di rilascio, i giorni di prognosi clinica, senza indicare la diagnosi della malattia
che, invece, dovrà essere esplicitata solo per i lavoratori dipendenti della Pubblica
Amministrazione o degli Enti Locali, a norma dell'art. 30 del DPR 686/57.
Nonostante che nel Pubblico Impiego vi sia obbligo di diagnosi, come confermato da specifico
parere emesso in argomento dal Consiglio di Stato nell'adunanza dell'11 novembre 1984, si ritiene
che tale disposizione, attualmente, contrasti con la tutela della riservatezza dei dati personali di cui
al D.Lgs 30 giugno 2003, n. 196 (Codice della privacy). Qualora non esista il libero ed esplicito
consenso del paziente che richiede il certificato ad indicare sullo stesso la diagnosi, si possono
prospettare due soluzioni:
A) Il Medico rilascia due certificati, uno con diagnosi ed uno senza, lasciando al lavoratore la
scelta di quale consegnare al datore di lavoro e quale riservare al Medico ispettivo.
B) In ottemperanza alla determinazione del 13/02/98 prot. 1055 del Garante della Privacy, il
Medico rilascia un solo certificato, nel quale, al posto della diagnosi appone la dicitura:
”Omessa diagnosi per esplicita richiesta del paziente”, seguita dalla firma dello stesso
paziente.
Dico questo perchè al sottoscritto non si sono mai sognati di chiedermi la diagnosi....
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Re: DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
Messaggio da vecchiaguardia »
Concordo!!!! Basta con io penso..forse....diamoci tutti una mano e facciamo che questo forum sia un vero aiuto per i tanti colleghi vittime delle vessazioni...Poi concordo con un post dell'amministratore, non venite qui a sistemare un vostro problema e poi scappate, rimaniamo uniti. Povera Armetta
Re: DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
concordo con quanto detto da Vecchiaguardia, dobbiamo rimanere uniti e rispondere ai superiori con leggi e non con i sentito dire,ecc., il forum è un'ottimo contributo per tutti i colleghi in servzio e per gli ex come me.
Re: DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
Messaggio da tuttiliberi »
I CERTIFICATI DI MALATTIA PER I DIPENDENTI PUBBLICI
Del tutto diversa è la certificazione di malattia per un lavoratore pubblico dipendente. Su tale certificato, da consegnare al datore di lavoro (Pubblica Amministrazione) va indicata non solo la prognosi ma anche la diagnosi a differenza di quanto avviene per i lavoratori privati.
Tale obbligo discende dal disposto dell’art. 30 D.P.R. 686/57 che prevede che il dipendente interessato a collocamento in aspettativa per infermità, debba presentare un certificato medico sul quale debbono essere specificate l’infermità e la presumibile durata di questa. Tale orientamento è stato confermato dalla circolare n. 161.111/10 del 30/10/84 dalla Presidenza del Consiglio che riporta un parere del Consiglio di Stato dell’11/10/84 che conferma tale orientamento specificando che l’art. 5 della legge 300 del 1970 (Statuto dei lavoratori) non è applicabile al rapporto di lavoro dipendente né èstato esteso alla legge a tali categorie da successive normative.
La normativa sulla privacy non ha, secondo l’interpretazione attualmente prevalente, modificato tale situazione, in quanto devono essere espressamente mantenute le procedure discendenti da precisi obblighi di legge.
Inoltre:
- La diagnosi costituisce, come già detto, parte sostanziale del certificato.
- Emettere un certificato privo di diagnosi (e quindi privo della giustificazione della prognosi) può provocare diversi problemi al medico (possibili accuse di falsità e di complicità ).
- Il medico non viola in ogni caso la privacy, in quanto consegna il certificato al diretto interessato che è in grado, se lo desidera, di prendere le opportune misure perché la propria privacy non sia indebitamente violata.
Ci risulta però che alcune Amministrazioni abbiano preferito un’interpretazione più restrittiva, abolendo l’obbligo della diagnosi. Questo crea problemi in occasione delle visite di controllo, pure previste dalla legge. Non è lecito rifiutare l’esibizione di dati obbligatori per legge a persone che ne abbiano diritto (come i medici di controllo) purché vengano prese le opportune misure affinché tali dati non siano illecitamente divulgati.
Qualora il paziente richieda espressamente l’omissione della diagnosi sul certificato sono perciò possibili, fino al definitivo chiarimento della questione, diverse soluzioni:
• Apporre sul certificato la scritta: "Omessa diagnosi per espressa volontà dell’interessato", controfirmata dal paziente. Questa procedura è stata approvata dall’ufficio del Garante e lascia al paziente la responsabilità della decisione.
• Stilare un duplice certificato (una copia con diagnosi, una copia priva di diagnosi, come per i lavoratori INPS) consegnando entrambe le copie al paziente il quale potrà eventualmente inoltrare la copia priva di diagnosi tenendo quella "completa" a disposizione del medico di controllo.
• Consegnare un certificato completo al paziente lasciando allo stesso l’onere di censurare la parte della diagnosi o di curare l’inoltro in modo "protetto" (in busta chiusa, ad esempio).
Del tutto diversa è la certificazione di malattia per un lavoratore pubblico dipendente. Su tale certificato, da consegnare al datore di lavoro (Pubblica Amministrazione) va indicata non solo la prognosi ma anche la diagnosi a differenza di quanto avviene per i lavoratori privati.
Tale obbligo discende dal disposto dell’art. 30 D.P.R. 686/57 che prevede che il dipendente interessato a collocamento in aspettativa per infermità, debba presentare un certificato medico sul quale debbono essere specificate l’infermità e la presumibile durata di questa. Tale orientamento è stato confermato dalla circolare n. 161.111/10 del 30/10/84 dalla Presidenza del Consiglio che riporta un parere del Consiglio di Stato dell’11/10/84 che conferma tale orientamento specificando che l’art. 5 della legge 300 del 1970 (Statuto dei lavoratori) non è applicabile al rapporto di lavoro dipendente né èstato esteso alla legge a tali categorie da successive normative.
La normativa sulla privacy non ha, secondo l’interpretazione attualmente prevalente, modificato tale situazione, in quanto devono essere espressamente mantenute le procedure discendenti da precisi obblighi di legge.
Inoltre:
- La diagnosi costituisce, come già detto, parte sostanziale del certificato.
- Emettere un certificato privo di diagnosi (e quindi privo della giustificazione della prognosi) può provocare diversi problemi al medico (possibili accuse di falsità e di complicità ).
- Il medico non viola in ogni caso la privacy, in quanto consegna il certificato al diretto interessato che è in grado, se lo desidera, di prendere le opportune misure perché la propria privacy non sia indebitamente violata.
Ci risulta però che alcune Amministrazioni abbiano preferito un’interpretazione più restrittiva, abolendo l’obbligo della diagnosi. Questo crea problemi in occasione delle visite di controllo, pure previste dalla legge. Non è lecito rifiutare l’esibizione di dati obbligatori per legge a persone che ne abbiano diritto (come i medici di controllo) purché vengano prese le opportune misure affinché tali dati non siano illecitamente divulgati.
Qualora il paziente richieda espressamente l’omissione della diagnosi sul certificato sono perciò possibili, fino al definitivo chiarimento della questione, diverse soluzioni:
• Apporre sul certificato la scritta: "Omessa diagnosi per espressa volontà dell’interessato", controfirmata dal paziente. Questa procedura è stata approvata dall’ufficio del Garante e lascia al paziente la responsabilità della decisione.
• Stilare un duplice certificato (una copia con diagnosi, una copia priva di diagnosi, come per i lavoratori INPS) consegnando entrambe le copie al paziente il quale potrà eventualmente inoltrare la copia priva di diagnosi tenendo quella "completa" a disposizione del medico di controllo.
• Consegnare un certificato completo al paziente lasciando allo stesso l’onere di censurare la parte della diagnosi o di curare l’inoltro in modo "protetto" (in busta chiusa, ad esempio).
Re: DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
Come sempre ognuno ha la sua parte di ragione.
Solo una cosa non capisco.
Come mai quando si tratta di malattia riconosciuta causa di servizio nessuno obietta a che venga inserita la prognosi, mentre quando si tratta di malattia non riconosciuta tutti sollevano il dito e cercano di appigliarsi a qualsiasi cosa pur di fare polemica sul fatto che venga o meno inserita la patologia?
E se un domani, faccio richiesta e tale patologia mi viene riconosciuta come causa di servizio?
Se io non ho mai inserito la prognosi, come faccio a dimostrare che in precedenza sono stato ripetutamente assente per lo stesso motivo?
Siccome io penso di non aver nulla da nascondere, e sono ammalato mi comporto di conseguenza, non ho motivo di nascondere la patologia da cui sono affetto.
Secondo me sono altre e molto più importanti le cose su cui dibattere.......
Buona serata a tutti
Solo una cosa non capisco.
Come mai quando si tratta di malattia riconosciuta causa di servizio nessuno obietta a che venga inserita la prognosi, mentre quando si tratta di malattia non riconosciuta tutti sollevano il dito e cercano di appigliarsi a qualsiasi cosa pur di fare polemica sul fatto che venga o meno inserita la patologia?
E se un domani, faccio richiesta e tale patologia mi viene riconosciuta come causa di servizio?
Se io non ho mai inserito la prognosi, come faccio a dimostrare che in precedenza sono stato ripetutamente assente per lo stesso motivo?
Siccome io penso di non aver nulla da nascondere, e sono ammalato mi comporto di conseguenza, non ho motivo di nascondere la patologia da cui sono affetto.
Secondo me sono altre e molto più importanti le cose su cui dibattere.......
Buona serata a tutti
Re: DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
Leggetevi questa notizia: http://www.grnet.it/guardia-di-finanza/ ... nanza.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Re: DIAGNOSI MALATTIA SU CERTIFICATO
Vedi Bugilino, nella nostra amministrazione, purtroppo, la privacy va a farsi benedire: il tuo comandante legge la prognosi, così come quelli addetti all'ufficio; al comando provinciale idem; al comando di Corpo altrettanto. Insomma, alla fine della fiera, avranno letto almeno una ventina di persone la tua prognosi.
Ora, esiste la legge sulla privacy a cui, chi vuole, può appellarsi.
Poi stà ad ognuno di noi interpretare la Legge.
Io discuto sul fatto dell'ignoranza (cioè ignorare Leggi e Regolamenti) e poter ribattere ai nostri beneamati superiori che stanno commettendo un abuso.
Questi, sono problemi, come molti altri ne esistono all'interno delle Forze di Polizia.
Poi sta noi, manovalanza, farci rispettare e ribattere al superiore, col dovuto rispetto, che stà commettendo una violazione.
Nulla osta che io faccia inserire, con la mia volontà, nel certificato, la diagnosi.
Se sono a riposo medico per sindrone influenzale, nulla osta, così come nulla osta se ho una patologia riconosciuta come causa di servizio ma se, ad esempio ho perdite di sangue dal deretano (non è ancora il mio caso per fortuna!), non vedo perchè, se la Legge me lo consente, dovrei portare a conoscenza tutta la mia scala gerarchica e farli ridere con battutine da bassifondi!!!!
Ognuno è libero di pensarla come vuole.
Ora, esiste la legge sulla privacy a cui, chi vuole, può appellarsi.
Poi stà ad ognuno di noi interpretare la Legge.
Io discuto sul fatto dell'ignoranza (cioè ignorare Leggi e Regolamenti) e poter ribattere ai nostri beneamati superiori che stanno commettendo un abuso.
Questi, sono problemi, come molti altri ne esistono all'interno delle Forze di Polizia.
Poi sta noi, manovalanza, farci rispettare e ribattere al superiore, col dovuto rispetto, che stà commettendo una violazione.
Nulla osta che io faccia inserire, con la mia volontà, nel certificato, la diagnosi.
Se sono a riposo medico per sindrone influenzale, nulla osta, così come nulla osta se ho una patologia riconosciuta come causa di servizio ma se, ad esempio ho perdite di sangue dal deretano (non è ancora il mio caso per fortuna!), non vedo perchè, se la Legge me lo consente, dovrei portare a conoscenza tutta la mia scala gerarchica e farli ridere con battutine da bassifondi!!!!
Ognuno è libero di pensarla come vuole.
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