COMANDANTE SISTEMATICAMENTE PERSECUTORIO NEI MIEI CONFRONTI

[Sparco76]

Egregio Avvocato, innanzitutto grazie per tutto quello che fa per noi militari in questo spazio.
Sono un sottufficiale con funzioni di Comando di Sezione, componente di un Reparto a sua volta formato da 4 sezioni oltre la mia; dopo un anno e mezzo di duro lavoro e ottimi risultati conseguiti (attestati anche dalle ultime note caratteristiche) il mio Capitano, appresa l'intenzione del sottoscritto di presentare a breve domanda di trasferimento per altra città per ricongiungersi al coniuge, ha iniziato una vera e propria opera di persecuzione, finalizzata alla punizione, abbassamento delle note e trasferimento. E' una persona particolare, famosa nell'ambiente militare per suoi precedenti nel senso, e in grado di far male.
Tra lo stupore generale è iniziata una caccia all'uomo, caratterizzata da ricerca dell'errore, isolamento e disparità di trattamento rispetto ai miei paritetici; vengono corrette pratiche che fino a qualche giorno fa andavano bene, riservate personali che mettono improvvisamente in dubbio le mie capacità di comando, atti vessatori nei confronti dei miei collaboratori diretti, pronti a testimoniare in qualsiasi sede su quanto sta accadendo.
La verità è che io mi sento morto dentro, calpestato nella mia dignità e vittima di una grave ingiustizia da parte di una persona gravemente disturbata e altamente frustrata dai suoi continui fallimenti familiari, personali e professionali.
Io credo che prima che le cose peggiorino ulteriormente dovrei chiedere di conferire con il Generale Comandante di Corpo, Lei cosa ne pensa? E' meglio per motivi di servizio oppure personali connessi al servizio?
Ho ampia documentazione che attesta e dimostra quello che sta accadendo nei miei confronti, oltre -ripeto- che testimoni.
Cosa posso fare?
Chiedo aiuto a Lei e/o a chiunque abbia vissuto una simile esperienza.
Grazie

[Avv. Giorgio Carta]

Egregio Maresciallo,

concordo con lei sull'opportunità di mettersi al più presto a rapporto col Comandante generale.
Ovviamente, la strategia è quella di indurre i suoi superiori, a partire dal Capitano, a farsi un esame di coscienza e di cercare di modificare il suo comportamento, in modo che lei receda dal proposito di "svergognarlo" con la superiore scala gerarchica.
Indichi di voler parlare sia di motivi privati (riflessi sulla vita familiare ecc.), sia di servizio, esplicitando che essi traggono origine dal rapporto teso col supeiore.
Sembra questo un rimedio lieve, ma le posso assicurare che ha invece spesso effetti positivi insperati.
In bocca al lupo,

Avv. Giorgio Carta

[Sparco76]

Crepi il lupo!
Grazie per la Sua professionalità ed i Suoi preziosi consigli