Salve avvocato, vorrei un chiarimento in merito ad una notizia che ho appreso da un mio collega, è vero che il cosidetto O.d.S. è considerato un atto pubblico?
La ringrazio per la sua collaborazione.
L' Ordine di Servizio è un atto pubblico?
Moderatore: Avv. Giorgio Carta
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Questo servizio è gratuito ed i quesiti rivolti all'avvocato Giorgio Carta saranno evasi compatibilmente con i suoi impegni professionali. Riceveranno risposta solo i quesiti pubblicati nell’area pubblica, a beneficio di tutti i frequentatori del forum. Nel caso si intenda ricevere una consulenza riservata e personalizzata , l’avvocato Carta è reperibile ai recapiti indicati sul sito www.studiolegalecarta.com, ma la prestazione professionale è soggetta alle vigenti tariffe professionali.
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L' Ordine di Servizio è un atto pubblico?
Messaggio da raffaele.criscuolo »
Caro collega,
puoi dire al tuo collega che non è un atto pubblico e puo essere acquisito solo dall' A.G..
puoi dire al tuo collega che non è un atto pubblico e puo essere acquisito solo dall' A.G..
Re: L' Ordine di Servizio è un atto pubblico?
Messaggio da Ponziano »
chiedi se l'ordine di servizio è un atto publbico? be la risposta dipende dal contesto in cui si usa la parola "pubblico".
Se si intende "pubblico" dal punto di vista dell'ampiezza della comunicazione e diffusione rispetto ai cittadini allora normalmente un ordine di servizio non è pubblico, ma è riservato, salvo poi la possibilità che sia oggetto di "diritto di accesso" da parte di un interessato ad esempio ai sensi della legge 241/90 artt. 22 e ss.
Se si intende "atto pubblico" dal punto di vista del regime giuridico dell'atto allora bisogna guardare se l'ordine di servizio è emanato nell'ambito di un rapporto di lavoro regolato dal diritto amministrativo, nel qual caso l'ordine di servizio è "in senso lato" "pubblico", nel senso che è un atto amministrativo, mentre se fosse emanato nell'ambito di un rapporto di pubblico impiego "cosiddetto privatizzato" ad es. un rapporto di impiego nella Polizia Municipale, l'ordine di servizio avrebbe natura di "atto gestionale" di diritto civile (quanto meno nei confronti del dipendente destinatario dell'ordine, - benchè in astratto laddove per qualche eccezionale ragione interferisse nei rapporti tra cittadito utente e pubblica amminsitrazione, conserverebbe una qualche rilevanza come atto amminsitrativo, magari come "atto presupposto" di provvedimenti ad efficacia esterna rivolti ai cittadini-).
Se invece si intende l'"atto pubblico" dal punto di vista della teoria della prova del diritto civile ex art 2699 codice civile, allora l'ordine di servizio non sarebbe "atto pubblico" laddove consistesse meramente in un atto gestionale di diritto privato nel senso visto prima, mentre laddove invece si trattasse di un ordine di servizio che fosse anche atto amministrativo potrebbe avere valore di "atto pubblico" ex art 2699 c.c. solo nel momento in cui contestualmente alla sua tipica funzione di esprimere una dichiarazione di volontà unilaterale ed esecutiva documentasse anche accertamenti elementari di fatti caduti sotto la percezione del soggetto emanante (ad esempio la registrazione del numero di protocollo dell'ordine che gli attribuisce data certa); ma in questo caso la natura di "atto pubblico" sarebbe eccezionale o accessoria e non coprirebbe, come noto, tutto il contenuto documentativo che va al di là di un accertamento mero , come ad esempio enunciati valutativi e di giudizio e di dichiarazione unilaterale ed esecutiva di volontà che non hanno il valore probatorio di un atto pubblico
Se si intende "pubblico" dal punto di vista dell'ampiezza della comunicazione e diffusione rispetto ai cittadini allora normalmente un ordine di servizio non è pubblico, ma è riservato, salvo poi la possibilità che sia oggetto di "diritto di accesso" da parte di un interessato ad esempio ai sensi della legge 241/90 artt. 22 e ss.
Se si intende "atto pubblico" dal punto di vista del regime giuridico dell'atto allora bisogna guardare se l'ordine di servizio è emanato nell'ambito di un rapporto di lavoro regolato dal diritto amministrativo, nel qual caso l'ordine di servizio è "in senso lato" "pubblico", nel senso che è un atto amministrativo, mentre se fosse emanato nell'ambito di un rapporto di pubblico impiego "cosiddetto privatizzato" ad es. un rapporto di impiego nella Polizia Municipale, l'ordine di servizio avrebbe natura di "atto gestionale" di diritto civile (quanto meno nei confronti del dipendente destinatario dell'ordine, - benchè in astratto laddove per qualche eccezionale ragione interferisse nei rapporti tra cittadito utente e pubblica amminsitrazione, conserverebbe una qualche rilevanza come atto amminsitrativo, magari come "atto presupposto" di provvedimenti ad efficacia esterna rivolti ai cittadini-).
Se invece si intende l'"atto pubblico" dal punto di vista della teoria della prova del diritto civile ex art 2699 codice civile, allora l'ordine di servizio non sarebbe "atto pubblico" laddove consistesse meramente in un atto gestionale di diritto privato nel senso visto prima, mentre laddove invece si trattasse di un ordine di servizio che fosse anche atto amministrativo potrebbe avere valore di "atto pubblico" ex art 2699 c.c. solo nel momento in cui contestualmente alla sua tipica funzione di esprimere una dichiarazione di volontà unilaterale ed esecutiva documentasse anche accertamenti elementari di fatti caduti sotto la percezione del soggetto emanante (ad esempio la registrazione del numero di protocollo dell'ordine che gli attribuisce data certa); ma in questo caso la natura di "atto pubblico" sarebbe eccezionale o accessoria e non coprirebbe, come noto, tutto il contenuto documentativo che va al di là di un accertamento mero , come ad esempio enunciati valutativi e di giudizio e di dichiarazione unilaterale ed esecutiva di volontà che non hanno il valore probatorio di un atto pubblico
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