Mi permetto umilmente di intervenire in un argomento molto delicato, che reputo uno spartiacque di civiltà, in quanto la valenza negativa di eventuali abusi commessi nei confronti di chi è titolare a sua volta di un potere sui cittadini riverbera in ultima analisi su tutta la collettività.Niclo ha scritto:Aggiornamento...albarick ha scritto:Salve
l'irrogazione dell'art. 48 avviene anche solo al sospetto che ci possa essere un disturbo comportamentale che possa essere un disturbo neuropsichico; anche la semplice relazione di servizio basta. E' precauzionale e non punitivo; capisco che dopo 32 anni possa sembrare una macchia ma se ti metti dall'altro lato pensa a quanti colleghi hanno messo in atto azioni autolesive anche in assenza dichiarate ed esplicite note psicopatologiche.
Quindi il sanitario PS ha semplicemente e cautelativamente proposto l'art. 48, poi è sempre il Dirigente dell'Uffico che lo applica. L'accaduto invece sarebbe grave se andando oltre alla deontologia il medico lo avesse fatto per compiacere qualcuno o peggio su pressioni.
Subito dopo aver ottenuto la relazione sul quale è incardianto il provvedimento, ho chiesto un parere al Presidente dell'Ordine degli avvocati di Brescia Avv. Frattini, il quale ha ritenuto che la competenza fosse più da Avvocato Amministativista che non Penale (ero scettico, ma su questo dettaglio AVT8 ha perfettamente ragione), per cui proverò a seguire il loro consiglio, dopo di che, non mancherò di riportare di seguito l'esito del consulto, che potrebbe tornare comodo a qualche collega, chiamato a dover fare i conti con l'Amministrazione.
Ho altresì interloquito con lo Psichiatra Zanello di Sesto San Giovanni (Curriculum di tutto rispetto...), il quale, pur non conoscendo la nostra normativa, mi ha detto che, per poter fare, ad esempio, un T.S.O., devono venire soddisfatte tutta una serie di circostanze, tra le quali, che vengano redatte almeno due certificazioni, rilasciate da due diversi medici, ecc. ecc.
Qui si parla di un Art. 48, che è sicuramente diverso da un T.S.O., ma secondo me, a questo punto, vale sicuramente la pena che io senta un Avv. Amministrativista, per capire se l'Amministrazione poteva emanarlo "per corrispondenza", o se era tenuta, ad esempio, a sottoporre il malcapitato ad un primo colloquio valutativo, e poi, soltanto in seguito, disporre l'irrogazione dell'Art. 48.
Ritengo questo cavillo, come l'unico elemento in grado di fare la differenza.
Non escludo, inoltre, di chiederlo a qualche nostro Sanitario... Chissà mai che emergano novità degne di nota...
Premesso che in casi del genere parlare senza leggere le carte sarebbe come andare a caccia con gli occhi bendati, mi pare che in punto di fatto e di diritto si possa ipotizzare quanto segue:
a) dal resoconto sull'episodio che sarebbe stato impropriamente valutato dall'amministrazione come possibile indice di eventuali patologie non è chiaro se detto episodio sia stato riferito de relato o da chi vi abbia assistito, il che mi pare fondamentale anche solo per farsi minimamente un'idea della situazione;
b) per l'amministrazione, l'aver riportato l'episodio alla competenza medico-legale interna non esclude affatto che, una volta accertatane l'incompetenza, l'amministrazione stessa ne debba o ne possa riferire ad altri in secondo tempo, magari sulla base di elementi nel frattempo intervenuti o accertati;
c) sarebbe conseguentemente utile sapere se risultino o meno aperti procedimenti in capo al collega dei quali egli possa legittimamente avere notizia;
d) sarebbe altresì importante sapere su quali basi si sia esclusa una competenza penale (è intervenuta archiviazione di eventuali notizie criminis riferite dal collega?) e si sia individuata quella della giurisdizione amministrativa (per diritti lesi quali il danno di immagine o altro?);
e) forse andrebbe tenuto presente che l'esclusività della giurisdizione in tema di tutela di diritti soggettivi per le forze dell'ordine è stata derogata dalla giurisprudenza, che spesso indica in questi casi competente il giudice ordinario con rito del lavoro;
f) il giudice del lavoro può comunque essere investito del problema e il peggio che possa capitare è che dichiari il difetto di giurisdizione in favore del giudice amministrativo.
Spero di non aver indotto in confusione con questi umili spunti di riflessione e mi inchino profondamente nella speranza che tutti comprendano che fare del bene porta felicità anche a chi lo fa, mentre fare del male inevitabilmente porta sofferenza.
La psichiatrizzazione del dissenso non è una pratica sconosciuta nè nuova e mi pare che se ne parli ancora poco.
Per fortuna il vento sussurra che i medici legali militari sono sempre piu' preparati e informati, conseguentemente risultano sempre piu' restii a essere "usati", e ove del caso emettono diagnosi molto poco "politiche" e tantomeno "utili" all'amministrazione...