suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Messaggio da Henry6.3 »
Naturalmente si stringe il cuore quando si sente di vite interrotte volontariamente, con quel terribile gesto.
Non mi meraviglia che la versione sia quasi sempre "Suicidio per cause personali", come non potrebbe essere altrimenti...
In qualche caso di suicidio si sono ventilate altre ipotesi, un esempio su tutti il suicidio di un Brigadiere a Vimercate (MB) nel 1994.
Con relativa indagine e successiva riesumazione del cadavere, disposto dalla magistratura di cui non ho notizie circa l'esito finale.
Non mi meraviglia che la versione sia quasi sempre "Suicidio per cause personali", come non potrebbe essere altrimenti...
In qualche caso di suicidio si sono ventilate altre ipotesi, un esempio su tutti il suicidio di un Brigadiere a Vimercate (MB) nel 1994.
Con relativa indagine e successiva riesumazione del cadavere, disposto dalla magistratura di cui non ho notizie circa l'esito finale.
Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Messaggio da stomale »
Anche io esprimo le più sentite condoglianze alla famiglia Ricciatti.
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Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Messaggio da Roberto Mandarino »
ALLEGO COPIA INCOLLA , LE TRISTI NOTIZIE RELATIVE AI RECENTI SUICIDI AVVENUTI NELL'ARMA.
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28 Ottobre 2010 - 20:50
VASTO - Il 78 per cento dei suicidi tra gli appartenenti alle Forze armate sono carabinieri: è quanto si legge nell'ultima "Relazione sullo stato della disciplina militare e sullo stato dell'organizzazione delle Forze armate", trasmessa dal ministero della Difesa al Parlamento.
Nel 2008, anno al quale sono aggiornati i dati, i suicidi nelle quattro Forze armate sono stati 18, lo stesso numero dell'anno precedente, di cui 14 tra i carabinieri.
Anche negli anni precedenti i suicidi tra il personale dell'Arma hanno costituito una "porzione rilevante" del dato generale.
La maggior parte dei suicidi dei carabinieri (12 su 14) sono avvenuti fuori servizio.
"La maggior parte degli eventi - si legge nella relazione - è riconducibile a problemi di carattere personale".
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31.10.2010
Si uccidono due carabinieri: il brigadiere di Mercatello e un Carabiniere dei Ris di Messina
A Mercatello un brigadiere 55enne si spara alla tempia. Tragedia anche a Scafati dove un militare in servizio al Ris si è tolto la vita in auto
SALERNO. Ha estratto la pistola d’ordinanza, l’ha puntata alla testa e ha fatto fuoco. Chiuso in una stanza di quella caserma che da anni era diventata la sua seconda casa, circondato dai colleghi coi quali aveva condiviso gioie e dolori che nulla hanno potuto quando hanno sentito lo sparo.
E’ morto così il brigadiere Valentino Iannucci, 55 anni, in servizio presso il servizio archivio del nucleo del comando provinciale dei Carabinieri di Salerno.
Ieri mattina, l’uomo si è chiuso in una delle stanze della caserma dei militari a Mercatello e ha deciso di togliersi la vita. Nessuno tra i colleghi con i quali stava condividendo il turno di lavoro aveva sospettato nulla. Si è allontanato ed è stata l’ultima volta che l’hanno visto. Probabilmente aveva meditato questo gesto da tempo e ieri ha voluto trovare il coraggio di compiere un gesto così estremo.
Iannucci, lascia la moglie e due figli, ancora scioccati e increduli per quanto accaduto. I familiari sono stati immediatamente circondati dall’affetto dei carabinieri salernitani, che hanno voluto essere vicini al loro dolore.
Iannucci era entrato nell’Arma molti anni fa. Negli ultimi tempi svolgeva mansioni nell’ufficio archivio del comando provinciale. Un lavoro prezioso e meticoloso che portava avanti con grande dignitá e senso di appartenenza alla divisa che orgogliosamente indossava.
Ieri, però, il 55enne di Salerno ha deciso di porre fine alla sua vita. Difficile, in questi casi, cercare di fornire spiegazioni. Molti suoi colleghi nell’ultimo periodo lo vedevano preoccupato, soprattutto a seguito di un intervento chirurgico cui aveva dovuto sottoporsi. Un gesto che, in ogni caso, non sembra affatto essere maturato per questioni legate al suo lavoro. Stimato e apprezzato dai suoi colleghi, portava avanti con dedizione e passione la sua "missione". La salma si trova ora presso la camera mortuaria. I funerali, con ogni probabilitá, si svolgeranno domani.
A Scafati, invece, era scomparso da tre giorni, lo hanno trovato ieri mattina, nella sua auto, privo di vita. A. D’Auria., un carabiniere originario di Scafati ma in servizio al Ris di Messina, si è tolto la vita con la pistola d’ordinanza. Un colpo solo, alla testa, per porre fine alla sua esistenza.
A ritrovarlo, intorno alle 6.30 di ieri è stato un contadino, che si era recato nel suo appezzamento di terreno in via Lo Porto. L’u omo ha notato una Ford Focus parcheggiata sul ciglio della strada, ma all’interno dell’abitacolo non c’era nessuno. Poche decine di metri più avanti, la macabra scoperta, di quel corpo senza vita. Il contadino ha allertato i carabinieri che sono giunti sul posto, constatando il suicidio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, A. D’A. doveva essere da solo quando ha deciso di togliersi la vita, impugnando l’arma da fuoco ed esplodendo un solo proiettile che lo ha raggiunto mortalmente alla testa. Il Pm del tribunale di Nocera Inferiore, che coordina l’inchiesta, ritenendo sufficienti gli elementi raccolti, ha voluto evitare alla famiglia lo strazio dell’autopsia.
I funerali saranno celebrati domani nella chiesa di Santa Maria delle Vergini di Scafati. Il 30enne era tornato nella sua Scafati, insieme alla moglie ed al figlio di appena un anno, per prendere parte al matrimonio della cognata. Che è stato improvvisamente rinviato, in quanto uno dei genitori non sta bene in salute. Angelo, però, ormai in licenza, era rimasto in cittá.
Doveva essere un soggiorno piacevole, all’insegna della spensieratezza, incontrando tutti i familiari. Ed invece, qualcosa non è andato per il verso giusto, qualcosa lo ha lentamente logorato fino a determinare il piano suicida. Mercoledì sera, era uscito di casa, a bordo della sua vettura, senza più fare ritorno. Dopo qualche ora, i suoi congiunti avevano avvisato i carabinieri, ed erano partite le ricerche. Alla fine, a scoprire la triste veritá è stato un agricoltore che, per puro caso, ha trovato il 30enne esanime sul terreno.
Per le forze dell’ordine sono ore di frenetica attivitá, alla ricerca del motivo che lo ha spinto nel baratro. Pare che non avesse problemi familiari di particolare gravitá e nemmeno sul lavoro. Insomma, un uomo come tanti. Allora, qual è stata la molla che lo ha portato al suicidio? Gli investigatori adesso stanno provando a fornire la risposta.
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28 Ottobre 2010 - 20:50
VASTO - Il 78 per cento dei suicidi tra gli appartenenti alle Forze armate sono carabinieri: è quanto si legge nell'ultima "Relazione sullo stato della disciplina militare e sullo stato dell'organizzazione delle Forze armate", trasmessa dal ministero della Difesa al Parlamento.
Nel 2008, anno al quale sono aggiornati i dati, i suicidi nelle quattro Forze armate sono stati 18, lo stesso numero dell'anno precedente, di cui 14 tra i carabinieri.
Anche negli anni precedenti i suicidi tra il personale dell'Arma hanno costituito una "porzione rilevante" del dato generale.
La maggior parte dei suicidi dei carabinieri (12 su 14) sono avvenuti fuori servizio.
"La maggior parte degli eventi - si legge nella relazione - è riconducibile a problemi di carattere personale".
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31.10.2010
Si uccidono due carabinieri: il brigadiere di Mercatello e un Carabiniere dei Ris di Messina
A Mercatello un brigadiere 55enne si spara alla tempia. Tragedia anche a Scafati dove un militare in servizio al Ris si è tolto la vita in auto
SALERNO. Ha estratto la pistola d’ordinanza, l’ha puntata alla testa e ha fatto fuoco. Chiuso in una stanza di quella caserma che da anni era diventata la sua seconda casa, circondato dai colleghi coi quali aveva condiviso gioie e dolori che nulla hanno potuto quando hanno sentito lo sparo.
E’ morto così il brigadiere Valentino Iannucci, 55 anni, in servizio presso il servizio archivio del nucleo del comando provinciale dei Carabinieri di Salerno.
Ieri mattina, l’uomo si è chiuso in una delle stanze della caserma dei militari a Mercatello e ha deciso di togliersi la vita. Nessuno tra i colleghi con i quali stava condividendo il turno di lavoro aveva sospettato nulla. Si è allontanato ed è stata l’ultima volta che l’hanno visto. Probabilmente aveva meditato questo gesto da tempo e ieri ha voluto trovare il coraggio di compiere un gesto così estremo.
Iannucci, lascia la moglie e due figli, ancora scioccati e increduli per quanto accaduto. I familiari sono stati immediatamente circondati dall’affetto dei carabinieri salernitani, che hanno voluto essere vicini al loro dolore.
Iannucci era entrato nell’Arma molti anni fa. Negli ultimi tempi svolgeva mansioni nell’ufficio archivio del comando provinciale. Un lavoro prezioso e meticoloso che portava avanti con grande dignitá e senso di appartenenza alla divisa che orgogliosamente indossava.
Ieri, però, il 55enne di Salerno ha deciso di porre fine alla sua vita. Difficile, in questi casi, cercare di fornire spiegazioni. Molti suoi colleghi nell’ultimo periodo lo vedevano preoccupato, soprattutto a seguito di un intervento chirurgico cui aveva dovuto sottoporsi. Un gesto che, in ogni caso, non sembra affatto essere maturato per questioni legate al suo lavoro. Stimato e apprezzato dai suoi colleghi, portava avanti con dedizione e passione la sua "missione". La salma si trova ora presso la camera mortuaria. I funerali, con ogni probabilitá, si svolgeranno domani.
A Scafati, invece, era scomparso da tre giorni, lo hanno trovato ieri mattina, nella sua auto, privo di vita. A. D’Auria., un carabiniere originario di Scafati ma in servizio al Ris di Messina, si è tolto la vita con la pistola d’ordinanza. Un colpo solo, alla testa, per porre fine alla sua esistenza.
A ritrovarlo, intorno alle 6.30 di ieri è stato un contadino, che si era recato nel suo appezzamento di terreno in via Lo Porto. L’u omo ha notato una Ford Focus parcheggiata sul ciglio della strada, ma all’interno dell’abitacolo non c’era nessuno. Poche decine di metri più avanti, la macabra scoperta, di quel corpo senza vita. Il contadino ha allertato i carabinieri che sono giunti sul posto, constatando il suicidio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, A. D’A. doveva essere da solo quando ha deciso di togliersi la vita, impugnando l’arma da fuoco ed esplodendo un solo proiettile che lo ha raggiunto mortalmente alla testa. Il Pm del tribunale di Nocera Inferiore, che coordina l’inchiesta, ritenendo sufficienti gli elementi raccolti, ha voluto evitare alla famiglia lo strazio dell’autopsia.
I funerali saranno celebrati domani nella chiesa di Santa Maria delle Vergini di Scafati. Il 30enne era tornato nella sua Scafati, insieme alla moglie ed al figlio di appena un anno, per prendere parte al matrimonio della cognata. Che è stato improvvisamente rinviato, in quanto uno dei genitori non sta bene in salute. Angelo, però, ormai in licenza, era rimasto in cittá.
Doveva essere un soggiorno piacevole, all’insegna della spensieratezza, incontrando tutti i familiari. Ed invece, qualcosa non è andato per il verso giusto, qualcosa lo ha lentamente logorato fino a determinare il piano suicida. Mercoledì sera, era uscito di casa, a bordo della sua vettura, senza più fare ritorno. Dopo qualche ora, i suoi congiunti avevano avvisato i carabinieri, ed erano partite le ricerche. Alla fine, a scoprire la triste veritá è stato un agricoltore che, per puro caso, ha trovato il 30enne esanime sul terreno.
Per le forze dell’ordine sono ore di frenetica attivitá, alla ricerca del motivo che lo ha spinto nel baratro. Pare che non avesse problemi familiari di particolare gravitá e nemmeno sul lavoro. Insomma, un uomo come tanti. Allora, qual è stata la molla che lo ha portato al suicidio? Gli investigatori adesso stanno provando a fornire la risposta.
2.9.1963. Fa bene e scordati, fa male e pensaci.
Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Le condoglianze più sincere alle famiglie dei colleghi, sono d'obbligo. Ma che stà succedendo, tra detenuti che si suicidano in carcere e colleghi che preferiscono miglior vita. Adesso e tempo che l'Arma, si ponga questa domanda è rifletta sul da farsi.[/quote]
Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Messaggio da Henry6.3 »
Buonasera naturalmente condoglianze alle famiglie.
Cerchiamo però di non eccedere nella considerazione dei suicidi nell'ambito Arma. In questo senso:
E' ovvio e fin troppo palese che, se si suicida un appartenente delle FF.AA. in genere la notizia ha, un certo riscontro se non nei media nazionali, almeno nei vari blog tematici e arriva fino a noi.
Chiediamoci quanti suicidi avvengono in ambito civile e sicuramente, come numero vi stupirete dei dati assunti.
Ricordiamo sempre che la divisa è portata da una donna/uomo e come tale sicuramente, influenzato dai percorsi della vita, specialmente esterni, alla propria professione.
Sintetizzando se ogni appartenente all'Arma doveva suicidarsi, per soprusi, ingiustizie, trasferimenti ingiustamente usati, come arma di punizione o opportunità, non devo essere io a dirvi che si svuoterebbero i Reparti.
Vero è che il nostro lavoro implica uno stress quotidiano non indifferente che mette a dura prova magari, singole "falle" psichiche comportamentali, già presenti e che attendono l'innesco, improvviso e non sempre valutabile da chi ci vive attorno, superiori, colleghi, amici o familiari.
Personalmente, anche in tempi meno "a rischio" ho avuto notizia, diretta o periferica di suicidi, in ogni ordine e grado e nella maggior parte delle volte, senza apparente logico motivo. Concludo, ma quale valido motivo per abbandonarsi ad un gesto che, non solo danneggia irreparabilmente chi lo compie ovviamente, ma lascia tragedie nel "dopo", persone amate che passeranno una vita a chiedersi e domandarsi "Dove ho sbagliato, come non ho intuito?"
Cerchiamo però di non eccedere nella considerazione dei suicidi nell'ambito Arma. In questo senso:
E' ovvio e fin troppo palese che, se si suicida un appartenente delle FF.AA. in genere la notizia ha, un certo riscontro se non nei media nazionali, almeno nei vari blog tematici e arriva fino a noi.
Chiediamoci quanti suicidi avvengono in ambito civile e sicuramente, come numero vi stupirete dei dati assunti.
Ricordiamo sempre che la divisa è portata da una donna/uomo e come tale sicuramente, influenzato dai percorsi della vita, specialmente esterni, alla propria professione.
Sintetizzando se ogni appartenente all'Arma doveva suicidarsi, per soprusi, ingiustizie, trasferimenti ingiustamente usati, come arma di punizione o opportunità, non devo essere io a dirvi che si svuoterebbero i Reparti.
Vero è che il nostro lavoro implica uno stress quotidiano non indifferente che mette a dura prova magari, singole "falle" psichiche comportamentali, già presenti e che attendono l'innesco, improvviso e non sempre valutabile da chi ci vive attorno, superiori, colleghi, amici o familiari.
Personalmente, anche in tempi meno "a rischio" ho avuto notizia, diretta o periferica di suicidi, in ogni ordine e grado e nella maggior parte delle volte, senza apparente logico motivo. Concludo, ma quale valido motivo per abbandonarsi ad un gesto che, non solo danneggia irreparabilmente chi lo compie ovviamente, ma lascia tragedie nel "dopo", persone amate che passeranno una vita a chiedersi e domandarsi "Dove ho sbagliato, come non ho intuito?"
Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Messaggio da stomale »
Henry, mi complimento per il tuo intervento esaustivo e ben fatto.
Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Messaggio da Henry6.3 »
Ho massima stima del Generale Pappalardo che ho avuto modo di incontrare più volte a Milano, la lettera corretta nella sostanza e ineccepibile, direi politicamente corretta.
La realtà in Caserma è differente e va affrontata senza pensare al "politicamente corretto".
Nessun Comandante, neppure Lui purtroppo, può aver in mano la situazione "interna" dei dipendenti, dove neppure i medici specialisti del settore, in certi casi hanno saputo evitare suicidi tra i loro pazienti.
Da sempre dico che ho invidia dell'atteggiamo sanitario delle forze di Polizia straniere, dove d'ufficio a cadenza precisa, ti fanno una sorta di "revisione" e anche chi non ha mai manifestato problemi, siede davanti ad uno psicologo/psichiatra e si fanno una bella chiacchierata.
Non voglio contraddirmi e diciamo,come ho appena scritto, è possibile che il disagio non emerga neppure in quella circostanza, ma magari dopo due o tre volte nel fascicolo personale redatto del medico,possono emergere consigli e soluzioni.
Parliamoci chiaro i dirigenti hanno come principale scopo di vita, con le dovute distinzioni, il far carriera limitando i danni e per far quello, devono far contento il superiore gerarchico, con risultati operativi, agevolazioni varie, ed eventuali... tutti abbiamo visto il comportamento di un Ufficiale quando in visita viene il Comandante Provinciale, di Legione , il politico di turno ecc. Non è neppure colpa loro è il sistema piramidale e tutt'altro che meritocratico in cui è immersa da secoli l'Arma. Naturalmente se andiamo a dire questo al Gen. Pappalardo dirà che non è così che ha sempre combattuto questo, magari possiamo anche credere alla sua buona fede, ma poi come è successo, lui ritornerà ai suoi impegni a Roma e noi rimaniamo con il nostri Comandante che per qualche giorno ci terrà il muso o rifiuterà qualche licenza presentata, per quello che abbiamo detto.
La realtà in Caserma è differente e va affrontata senza pensare al "politicamente corretto".
Nessun Comandante, neppure Lui purtroppo, può aver in mano la situazione "interna" dei dipendenti, dove neppure i medici specialisti del settore, in certi casi hanno saputo evitare suicidi tra i loro pazienti.
Da sempre dico che ho invidia dell'atteggiamo sanitario delle forze di Polizia straniere, dove d'ufficio a cadenza precisa, ti fanno una sorta di "revisione" e anche chi non ha mai manifestato problemi, siede davanti ad uno psicologo/psichiatra e si fanno una bella chiacchierata.
Non voglio contraddirmi e diciamo,come ho appena scritto, è possibile che il disagio non emerga neppure in quella circostanza, ma magari dopo due o tre volte nel fascicolo personale redatto del medico,possono emergere consigli e soluzioni.
Parliamoci chiaro i dirigenti hanno come principale scopo di vita, con le dovute distinzioni, il far carriera limitando i danni e per far quello, devono far contento il superiore gerarchico, con risultati operativi, agevolazioni varie, ed eventuali... tutti abbiamo visto il comportamento di un Ufficiale quando in visita viene il Comandante Provinciale, di Legione , il politico di turno ecc. Non è neppure colpa loro è il sistema piramidale e tutt'altro che meritocratico in cui è immersa da secoli l'Arma. Naturalmente se andiamo a dire questo al Gen. Pappalardo dirà che non è così che ha sempre combattuto questo, magari possiamo anche credere alla sua buona fede, ma poi come è successo, lui ritornerà ai suoi impegni a Roma e noi rimaniamo con il nostri Comandante che per qualche giorno ci terrà il muso o rifiuterà qualche licenza presentata, per quello che abbiamo detto.

Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Condivido pienamente le considerazioni di Gospa e rilancio in toto quella che ha scritto. Ho passato oramai i trent'anni di servizio e, nel tempo, posso senz'altro dire che le direttive che arrivano dall'alto, sono esclusivamente rivolte agli ufficiali su come ed in che modo, tenere i rapporti con la stampa.
Eppure, anche se io faccio parte della vecchia generazione, mi risulta che molti degli attuali Ispettori abbiano anche loro la Laurea e quindi, dal punto di vista strettamente dialettico, possano sen'altro competere ad armi pari con gli ufficiali nel corso di una conferenza stampa.
Mai, parola detta dall'On Vittorio SGARBI calzerebbe a pennelo: caproni....
Ma lo sappiamo bene...o meglio, facciamo finta di non saperlo.....
Sorrido, quando leggo sui quotidiani, quelle "stupidaggini" di articoli che iniziano con la fatidica frase.....
"...gli uomini del Colonnello X.....o del Capitano Y......."
Quante volte, vi è capitato di redarre atti di Polizia Giudiziaria unitamente all'Ufficiale? Quante volte l'Ufficiale si è messo alla scrivania e ha cominciato a zappare sulla macchina da scrivere? quante volte ha redatto personalmente un verbale di sequestro o d'interrogatorio?......
A dirla tutta invece....vengono opportunamente indottrinati per bene dalla scala gerarchica....non infilarsi in mezzo ad atti di Polizia Giudiziaria.....(ritengo che meno del 10/15 % degli Ufficiali, al giorno d'oggi....rediga atti di Polizia Giudiziaria)....
....però i meriti....quelli......sono tutti loro e poi....per ultimo...avete visto durante le interviste? sempre con la faccia perennemente incazzata, come se l'Arma dei Carabinieri (il motto con la gente e per la gente.....!!!!) fosse fatta di soggetti integerrimi, sempre col muso duro e con lo sguardo fiero.
Mha.......e la chiudo quì, perchè potrei continuare chissà per quanto!!
Eppure, anche se io faccio parte della vecchia generazione, mi risulta che molti degli attuali Ispettori abbiano anche loro la Laurea e quindi, dal punto di vista strettamente dialettico, possano sen'altro competere ad armi pari con gli ufficiali nel corso di una conferenza stampa.
Mai, parola detta dall'On Vittorio SGARBI calzerebbe a pennelo: caproni....
Ma lo sappiamo bene...o meglio, facciamo finta di non saperlo.....
Sorrido, quando leggo sui quotidiani, quelle "stupidaggini" di articoli che iniziano con la fatidica frase.....
"...gli uomini del Colonnello X.....o del Capitano Y......."
Quante volte, vi è capitato di redarre atti di Polizia Giudiziaria unitamente all'Ufficiale? Quante volte l'Ufficiale si è messo alla scrivania e ha cominciato a zappare sulla macchina da scrivere? quante volte ha redatto personalmente un verbale di sequestro o d'interrogatorio?......
A dirla tutta invece....vengono opportunamente indottrinati per bene dalla scala gerarchica....non infilarsi in mezzo ad atti di Polizia Giudiziaria.....(ritengo che meno del 10/15 % degli Ufficiali, al giorno d'oggi....rediga atti di Polizia Giudiziaria)....
....però i meriti....quelli......sono tutti loro e poi....per ultimo...avete visto durante le interviste? sempre con la faccia perennemente incazzata, come se l'Arma dei Carabinieri (il motto con la gente e per la gente.....!!!!) fosse fatta di soggetti integerrimi, sempre col muso duro e con lo sguardo fiero.
Mha.......e la chiudo quì, perchè potrei continuare chissà per quanto!!
Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Messaggio da marior62 »
Roma, carabiniere uccide la figlia
Ferita sorellina, l'uomo si è suicidato
Tragedia familiare a Subiaco, vicino a Roma. Un maresciallo dei carabinieri ha ucciso la figlia di 13 anni, sparandole un colpo di pistola alla testa. Poi ha colpito con altri due proiettili un'altra figlia di 15 anni, che è ora ricoverata in ospedale ma non in gravi condizioni. Infine si è tolto la vita con la stessa arma. L'episodio è avvenuto nell'abitazione del militare. La causa del gesto sarebbe stata una lite su Facebook con una delle figlie.
Al momento della tragedia in casa c'era anche un altro figlio del militare, mentre la moglie, un'insegnante, non era in casa. La ragazzina ferita si trova all'ospedale di Subiaco con due colpi d'arma da fuoco che l'hanno raggiunta al torace e ad una gamba. La sorella, invece, è morta sul colpo dopo essere stata ferita alla testa. Anche per il padre, 40 anni, la morte è giunta all'istante con la stessa pistola d'ordinanza.
A scatenare il tutto - secondo una prima ricostruzione dei carabinieri del nucleo investigativo di Frascati - è stata un'animata discussione iniziata telefonicamente tra l'uomo e una delle figlie a causa del popolare social network molto amato dagli adolescenti. La lite sarebbe proseguita il giorno successivo di persona per concludersi con il tragico epilogo.
Il gesto sembra inspiegabile anche perché il maresciallo viene descritto come un militare "irreprensibile", un uomo tranquillo che non aveva mai dato segni di squilibrio o reazioni violente. Da un anno l'uomo prestava servizio al nucleo operativo della compagnia di Subiaco, dopo essere stato per diversi anni, al centro reclutamento nazionale dell'Arma. Un ruolo affidatogli proprio per le sue capacità.
Ferita sorellina, l'uomo si è suicidato
Tragedia familiare a Subiaco, vicino a Roma. Un maresciallo dei carabinieri ha ucciso la figlia di 13 anni, sparandole un colpo di pistola alla testa. Poi ha colpito con altri due proiettili un'altra figlia di 15 anni, che è ora ricoverata in ospedale ma non in gravi condizioni. Infine si è tolto la vita con la stessa arma. L'episodio è avvenuto nell'abitazione del militare. La causa del gesto sarebbe stata una lite su Facebook con una delle figlie.
Al momento della tragedia in casa c'era anche un altro figlio del militare, mentre la moglie, un'insegnante, non era in casa. La ragazzina ferita si trova all'ospedale di Subiaco con due colpi d'arma da fuoco che l'hanno raggiunta al torace e ad una gamba. La sorella, invece, è morta sul colpo dopo essere stata ferita alla testa. Anche per il padre, 40 anni, la morte è giunta all'istante con la stessa pistola d'ordinanza.
A scatenare il tutto - secondo una prima ricostruzione dei carabinieri del nucleo investigativo di Frascati - è stata un'animata discussione iniziata telefonicamente tra l'uomo e una delle figlie a causa del popolare social network molto amato dagli adolescenti. La lite sarebbe proseguita il giorno successivo di persona per concludersi con il tragico epilogo.
Il gesto sembra inspiegabile anche perché il maresciallo viene descritto come un militare "irreprensibile", un uomo tranquillo che non aveva mai dato segni di squilibrio o reazioni violente. Da un anno l'uomo prestava servizio al nucleo operativo della compagnia di Subiaco, dopo essere stato per diversi anni, al centro reclutamento nazionale dell'Arma. Un ruolo affidatogli proprio per le sue capacità.
Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
vi scrivo la lettera che ho inviato al COCER Carabineiri in merito ai suicidi nell'arma con relativa risposta. A voi il giudizio!!!
AL COCER CARABINIERI R O M A
Nel giro dell’ultima settimana ho letto sui giornali con una certa apprensione che tra il personale dell’Arma si sono verificati n.4 casi di suicidio sparandosi con la pistola d’ordinanza e precisamente: 1) Ten. RACCIATTI Claudia di anni 29 in servizio a Roma; 2) App. D’AURIA Angelo di anni 30 in servizio a Messina; 3) Brig. IANNUCCI Valerio di anni 55 in servizio a Salerno; 4) Mar. CAPPELLI Luciano di anni 40 in servizio a Subiaco (Roma). E non è tutto! Parlando di questi episodi con un collega pure in pensione mi riferiva che suo figlio, Capitano dell’esercito in servizio presso la Cecchignola in Roma, gli aveva rappresentato di aver letto su una rivista che tra il personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia si erano verificati, in un lasso di tempo di circa un anno, n.18 casi di suicidio, di cui ben n.14 avvenuti nell’Arma dei CC..
Ebbene, se i fatti narratimi dal collega sono veri e per quanto mi riguarda, visto la fonte della notizia, non ho alcun motivo di dubitare il contrario ed escludendo categoricamente che possa trattarsi di una coincidenza, credo che ci siano buone ragioni di preoccuparsi seriamente e che si debba, previi approfonditi accertamenti e uno studio oculato, prima capire perché tra il personale dell’Arma avvengono più suicidi degli Altri Corpi di Polizia e delle Forze Armate e poi agire di conseguenza e con incisività al fine di arginare il più possibile il “fenomeno”.
So bene che non è facile e che il raggio di azione in cui il COCER può intervenire è limitato, ma questi casi ripetuti più volte e così eclatanti sotto l’aspetto umano e familiare devono essere affrontati prima di ogni altra cosa e senza alcun limite di azione, perché riguarda militari dell’Arma ancora giovani nel fiore della loro esistenza, sani mentalmente e fisicamente, con una carriera aperta e con un futuro probabilmente motivato e ricco di soddisfazioni, che si tolgono la vita senza un motivo apparente ma che, invece, esiste e va ricercato e studiato nella sua interezza, magari in perfetta sintonia con i Vertici dell’Arma.
Ciò che mi ha indotto a scrivere narrando purtroppo questi tristi avvenimenti credo sia dovuto al fatto che i tanti anni trascorsi nell’Arma non hanno ancora cancellato la mia appartenenza e che quindi sia rimasto sensibile agli accadimenti che si verificano al suo interno, ma anche perché nel corso della mia carriera quarantennale mi sono interessato, nei limiti delle mie possibilità, del personale sia come rappresentante del COBAR della Legione di Chieti dal 1991 al 1994, ma soprattutto quale promotore del ricorso presentato nel 1989 da n.572 sottufficiali della suddetta Legione al TAR del Lazio per ottenere l’equiparazione con i neo Ispettori della Polizia di Stato, ricorso vinto dai ricorrenti e che fu perorato attivamente dal COCER 5° mandato e, nella fase finale prima del pronunciamento della Corte Costituzionale, sostenuto anche dal Comando Generale dell’Arma.
P.S. gradirei un cenno di riscontro.
Risposta:
Abbiamo ricevuto la vostra e mail per tranquillizzarla ,
abbiamo esaminato tutti i casi da lei menzionati e siamo a conoscenza di tutti i motivi che hanno portato a tale gesto
preciso che erano motivi tutti esterni al servizio …..
ma non per questo meno gravi per quanto riguarda la media piu’ alta e dovuta al numero dei dipendenti mi spiego l’organico dell’esercito è la metà di quello dell’arma
cordiali saluti
AL COCER CARABINIERI R O M A
Nel giro dell’ultima settimana ho letto sui giornali con una certa apprensione che tra il personale dell’Arma si sono verificati n.4 casi di suicidio sparandosi con la pistola d’ordinanza e precisamente: 1) Ten. RACCIATTI Claudia di anni 29 in servizio a Roma; 2) App. D’AURIA Angelo di anni 30 in servizio a Messina; 3) Brig. IANNUCCI Valerio di anni 55 in servizio a Salerno; 4) Mar. CAPPELLI Luciano di anni 40 in servizio a Subiaco (Roma). E non è tutto! Parlando di questi episodi con un collega pure in pensione mi riferiva che suo figlio, Capitano dell’esercito in servizio presso la Cecchignola in Roma, gli aveva rappresentato di aver letto su una rivista che tra il personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia si erano verificati, in un lasso di tempo di circa un anno, n.18 casi di suicidio, di cui ben n.14 avvenuti nell’Arma dei CC..
Ebbene, se i fatti narratimi dal collega sono veri e per quanto mi riguarda, visto la fonte della notizia, non ho alcun motivo di dubitare il contrario ed escludendo categoricamente che possa trattarsi di una coincidenza, credo che ci siano buone ragioni di preoccuparsi seriamente e che si debba, previi approfonditi accertamenti e uno studio oculato, prima capire perché tra il personale dell’Arma avvengono più suicidi degli Altri Corpi di Polizia e delle Forze Armate e poi agire di conseguenza e con incisività al fine di arginare il più possibile il “fenomeno”.
So bene che non è facile e che il raggio di azione in cui il COCER può intervenire è limitato, ma questi casi ripetuti più volte e così eclatanti sotto l’aspetto umano e familiare devono essere affrontati prima di ogni altra cosa e senza alcun limite di azione, perché riguarda militari dell’Arma ancora giovani nel fiore della loro esistenza, sani mentalmente e fisicamente, con una carriera aperta e con un futuro probabilmente motivato e ricco di soddisfazioni, che si tolgono la vita senza un motivo apparente ma che, invece, esiste e va ricercato e studiato nella sua interezza, magari in perfetta sintonia con i Vertici dell’Arma.
Ciò che mi ha indotto a scrivere narrando purtroppo questi tristi avvenimenti credo sia dovuto al fatto che i tanti anni trascorsi nell’Arma non hanno ancora cancellato la mia appartenenza e che quindi sia rimasto sensibile agli accadimenti che si verificano al suo interno, ma anche perché nel corso della mia carriera quarantennale mi sono interessato, nei limiti delle mie possibilità, del personale sia come rappresentante del COBAR della Legione di Chieti dal 1991 al 1994, ma soprattutto quale promotore del ricorso presentato nel 1989 da n.572 sottufficiali della suddetta Legione al TAR del Lazio per ottenere l’equiparazione con i neo Ispettori della Polizia di Stato, ricorso vinto dai ricorrenti e che fu perorato attivamente dal COCER 5° mandato e, nella fase finale prima del pronunciamento della Corte Costituzionale, sostenuto anche dal Comando Generale dell’Arma.
P.S. gradirei un cenno di riscontro.
Risposta:
Abbiamo ricevuto la vostra e mail per tranquillizzarla ,
abbiamo esaminato tutti i casi da lei menzionati e siamo a conoscenza di tutti i motivi che hanno portato a tale gesto
preciso che erano motivi tutti esterni al servizio …..
ma non per questo meno gravi per quanto riguarda la media piu’ alta e dovuta al numero dei dipendenti mi spiego l’organico dell’esercito è la metà di quello dell’arma
cordiali saluti
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Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Messaggio da Roberto Mandarino »
Ma come si può credere a tali stupidagini...
Gli organici, (facilmente reperibili in rete) dell'Esercito Italiano, aggiornati all'anno 2009, contano 111.000 unità, quelli dell'Arma dei Carabinieri, sempre aggiornati all'anno 2009, contano 112.000 unità, QUINDI ENTRAMBE LE FORZE ARMATE HANNO QUASI LA STESSA CONSISTENZA ORGANICO NUMERICA.
Inoltre:
la Polizia di Stato aggiornato al 2005 ha un organico di 105.000 persone;
la Guardia di Finanza ha oggi un organico di 68.000 persone;
la Polizia Penitenziaria ha oggi un organico di 46.411 persone;
l'Aeronautica militare al 1.1.2009 contava 42.960 persone;
la Marina Militare aggiornato all'anno 2006, ha un organico di 34.513 persone.
Gli organici, (facilmente reperibili in rete) dell'Esercito Italiano, aggiornati all'anno 2009, contano 111.000 unità, quelli dell'Arma dei Carabinieri, sempre aggiornati all'anno 2009, contano 112.000 unità, QUINDI ENTRAMBE LE FORZE ARMATE HANNO QUASI LA STESSA CONSISTENZA ORGANICO NUMERICA.
Inoltre:
la Polizia di Stato aggiornato al 2005 ha un organico di 105.000 persone;
la Guardia di Finanza ha oggi un organico di 68.000 persone;
la Polizia Penitenziaria ha oggi un organico di 46.411 persone;
l'Aeronautica militare al 1.1.2009 contava 42.960 persone;
la Marina Militare aggiornato all'anno 2006, ha un organico di 34.513 persone.
2.9.1963. Fa bene e scordati, fa male e pensaci.
Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Messaggio da michele.messina »
Conoscevo personalmente Claudia per aver frequentato la Scuola Ufficiali nello stesso periodo. Nonmi sarei mai aspettato un gesto simile ma mi immagino le pressioni psicologiche che deve aver subito per arrivare ad un gesto estremo. Era un uFFICIALE CHE SI DISTINGUEVA PER EDUCAZIONE E PORTAMENTO. Mi dispiace. Riposi in pace.
Re: suicidi nell'Arma dei Carabinieri
Non si puo dire che e' una questione di numeri recentemente il signor Comandante Generale riferiva che il personale effettivo dell'Arma CC e di 106.000 unita' mentre la polizia di stato e sui 112-115.000.
Il Cocer non puo' dire che i suicidi siano avvenuti per problematiche esterne, vorrei sapere le fonti e chi gli ha risposto cio'.
La verita' la sappiamo solo Noi che siamo o eravamo all'interno, gradirei anche un avvicinamento da parte degli ufficiali in particolare quelli superiori con la base.
Le piu' sentite condoglianze alle famiglie.
Il Cocer non puo' dire che i suicidi siano avvenuti per problematiche esterne, vorrei sapere le fonti e chi gli ha risposto cio'.
La verita' la sappiamo solo Noi che siamo o eravamo all'interno, gradirei anche un avvicinamento da parte degli ufficiali in particolare quelli superiori con la base.
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Per Aspera ad Astra!!!!
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