aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa serv

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ciro atama

aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa serv

Messaggio da ciro atama »

Gentilissimi amici di Grnet
sono il maresciallo aiutante Ciro Matarazzo, ispettore in servizio presso la Sez. Op. Volante della Compagnia G.diF. di Ascoli Piceno. Sono socio dal 2012, il mio numero di tessera è 7098 (Sez. terr. Elenco speciale) ed ho rinnovato la quota annuale di €. 15.00 con bonifico del 30/09/2013.

Sono nato il 24/01/1963 e mi sono arruolato nel Corpo il 01/10/1986; ho quindi di recente compiuto 27 anni di servizio effettivo e, per quanto d’interesse, ho riscattato 18 mesi ai fini della cd. "buonuscita").

Cercherò di seguito di esporre, scusandomi sin d’ora se non sarò stato abbastanza sintetico, la problematica per la quale, al momento, gradirei un Vostro consiglio sul come comportarmi, e soprattutto su quali opportune iniziative medico-legali intraprendere in un futuro prossimo che, mio malgrado, prevedo poco sereno, visti gli accadimenti che vado di seguito ad elencare:

- in data 07/02/2001, a seguito di un improvviso malore, venivo trasportato d’urgenza all’ ospedale di Teramo, ove mi veniva diagnosticato “INFARTO MIOCARDICO in sede anteriore”, trattato d’urgenza con “TROMBOLISI SISTEMATICA E CORONAROPLASTICA” (impianto di STENT angioplastica);

- dopo un periodo relativamente breve (ca. quattro mesi tra riposo medico e convalescenza), sono stato riammesso in servizio, in quanto dichiarato dalla competente CMO “idoneo al servizio militare incondizionato nella gdf”; ciò all’incirca alla fine di maggio del 2001.

Sono tornato al reparto e ho ripreso a svolgere le stesse mansioni di prima (controlli fiscali, verifiche etc). Non sto qui a dilungarmi e non voglio tediarvi sui risvolti psicologici, umani e personali della vicenda, in quanto è facilmente immaginabile lo stato d’animo in cui mi sono ritrovato, dopo un infarto a soli 38 anni, con il pensiero fisso alla famiglia, i bambini piccoli etc…

Ciò nonostante non mi sono mai pianto addosso, anzi, ho ripreso a lavorare con piu’ impegno di prima e, grazie all’affetto dei familiari nonché, devo riconoscere, anche alla comprensione e vicinanza dei colleghi e dei vari comandanti (alcuni) che dal 2001 ad oggi si sono succeduti, ho cercato di lasciarmi alle spalle questo brutto “incidente” e guardare avanti.

A seguito della mia domanda, presentata il 24/05/2001, ai fini del riconoscimento dell’infermità di cui sopra per C.di S., la Commissione Medica Ospedaliera di Ancona, con Verbale Modello ML/AB n. 893 datato 23/09/2002, esprimeva il seguente giudizio diagnostico:

" CARDIOPATIA ISCHEMICA in paziente con pregresso IMA trattato con PTCA- Stent".

Inoltre, ai fini dell' Equo indennizzo, la stessa Commissione esprimeva il seguente giudizio di ascrivibilità: Tabella “A”; Categoria 6^; Misura max (45%);

- il Comitato di Verifica per le cause di servizio, nella seduta n. 227 del 17/09/2004, si esprimeva in senso favorevole circa l'infermità in trattazione (cardiopatia ischemica ...etc), ritenendo che essa "puo' riconoscersi SI dipendente da causa di servizio";

- il Comando Generale della Guardia di Finanza – Ufficio Trattamento Economico – Equo indennizzo , in data 25/06/2006, preso atto dei pareri precedentemente espressi dagli Organi sopra indicati, ha Decretato l’infermità di cui sopra “DIPENDENTE DA CAUSA DI SERVIZIO”, concedendomi l' EQUO INDENNIZZO previsto per la 6^ Cat., Tabella A, ovvero specificando contestualmente, nel Decreto emesso, le modalità di calcolo dell’importo concesso a titolo di equo indennizzo, poi effettivamente liquidatomi nel mese di ottobre del 2006 (ca. €. 5.600 )

Sempre dal 2006, inoltre, percepisco un importo mensile in busta paga di ca. €. 45, 00 lordi, ai sensi R.D.N. n. 3458/ 1928.

Fin qui, potremmo dire, tutto è bene cio’ che finisce “bene”…

Per 12 anni non ho piu’ avuto problemi, ho seguito abitudini di vita e alimentazioni sane e regolari, assunto regolarmente i farmaci prescritti, insomma avevo ricominciato una vita del tutto normale.

Ciò nonostante il destino a volte è malvagio e, circa due mesi fa, (20/09/2013), ho avuto un nuovo attacco: verso le 6 di pomeriggio ho cominciato ad avvertire i primi sintomi ( tipici, e per me inconfondibili, avendoli già vissuti 12 anni prima) dell’attacco ischemico, quali dolore al petto, al braccio etc.
Mi sono fatto accompagnare da mia moglie al pronto soccorso dell’Ospedale di Teramo dove, compresa la gravità della situazione, mi hanno ricoverato d’urgenza all’ U.T.I.C. del Reparto di Cardiologia in Sede,
(dove peraltro nel 2001 mi avevano impiantato la prima angioplastica).

In brevissimo tempo (la sera stessa) mi hanno praticato la coronarografia e, riscontrata l’occlusione del tratto prossimale della coronaria, mi hanno impiantato un secondo STENT, stavolta alla coronaria destra.

Sono stato dimesso dall’ospedale di Teramo il 25/09/2013 con diagnosi :
”Sindrome coronaria acuta ad esordio NSTE in soggetto con esiti di pregressa necrosi, già trattata con PTCA Stenting. Nuovo impianto di PTCA/Stenting di coronaria prossimale dx previa trombo aspirazione…etc.

In parole povere, si è trattato dell’anticamera dell’infarto, e solo grazie alla tempestiva corsa presso il vicino pronto soccorso ed il successivo ricovero, non si è manifestato nella forma acuta come nel primo episodio del 2001, evitando cosi’ ulteriori danni reali alla parete del miocardio (necrosi), come avvenuto nel 2001.

Dal 26/09/13 (giorno successivo alle dimissioni dall’osp. di Teramo) ho usufruito di riposo medico, sulla base di certificati del mio medico di famiglia (gg. 15 alla volta), fino alla concorrenza dei 60 gg. max annuali spettanti per legge.

In data 14/11/2013, usufruiti tutti i 60 gg. di riposo medico annui previsti, mi sono recato presso l’ Infermeria del Comando Regionale di Ancona, ove mi sono stati concessi gg. 30 di convalescenza;

Il 12/12/2013 p.v dovro ripresentarmi presso l’infermeria che mi ha anticipato che mi concederà altri 30 gg. di convalescenza (di cui 15 dovrebbero essere “tramutati in aspettativa”) e mi avvierà a visita alla CMO a Roma.

E QUI, purtroppo, iniziano i miei dubbi e la mia angoscia circa il futuro che mi aspetta (considerato che allo stato attuale ho 50 anni di età e “solo” 27 anni di servizio), ovvero circa la reale possibilità di rientrare in servizio (considerato già il precedente infarto), la possibilità di essere riformato, anche parzialmente, di transitare nei ruoli civili, le conseguenze economiche che una riforma anche parziale comporterebbe etc, il tipo di trattamento pensionistico cui si ha diritto in questi casi, etc…

Cio’ che gentilmente vi chiedo, alla luce della vostra competenza in merito e sulla base di esperienze pregresse occorse a colleghi nella mia stessa condizione, è di fornirmi un quadro generale di cosa accade in questi casi; come regolarmi nel tratto a venire, specie per quanto riguarda un’eventuale presentazione della domanda di aggravamento, le modalità di presentazione della stessa e se sia effettivamente conveniente nel mio caso presentarla subito o successivamente al rientro in servizio.

Sono tanti gli interrogativi che mi assillano la mente in questo, vi assicuro, non felice momento della vita e mi rendo conto che nessuno, neanche voi, ha la palla di vetro per predire il futuro, considerato che siamo agli “albori” dell’iter medico legale, e che magari tutto si risolverà per il meglio.

Io vorrei solo che mi aiutaste a chiarirmi le idee su alcuni aspetti prettamente burocratici, che ho cercato di sintetizzare, forse un po’ alla rinfusa, nei punti che seguono, scusandomi fin d’ora se avro’ “approfittato” troppo della vostra gentile attenzione:

1) Trattandosi di infermità riconosciutà per causa di servizio, è vero che posso usufruire di un periodo di aspettativa retribuita al 100 % per un max di due anni (730 gg) in un quinquennio ?

2) Cosa succede se al termine dei due anni non mi viene riconosciuta l’ idoneità incondizionata al servizio in gdf ? E’ possibile che venga fatto transitare nei ruoli civili, e con quali conseguenze economiche?


3) Trattandosi del secondo episodio ischemico, ci sono reali possibilità di rientrare, anche magari dopo un lungo periodo di aspettativa (il cardiologo che mi segue sostiene che non c’è stato alcun ulteriore danno permanente e l’area del miocardio colpita da necrosi dal primo infarto non si è estesa)?

4) L’eventuale riconoscimento di una Categoria piu’ favorevole della Tab A (attualmente ho la 6^) puo’ avvenire “d’ufficio” da parte della CMO in sede di visita d’idoneità, o devo comunque presentare questa domanda di aggravamento?

5) E’ vero che, in generale, la domanda di aggravamento ai fini dell’eventuale rivalutazione dell’equo indennizzo deve essere presentata entro sei mesi dall’evento ( dal 20/9/2013)?

6) Nel mio caso, essendo trascorsi piu’ di 5 anni dalla liquidazione del primo Equo Indennizzo (25/06/2006), è vero che perderei il diritto alla riliquidazione/revisione dell E.I. ?

7) C’è la concreta possibilità che venga riformato per inabilità? E che tipo di trattamento pensionistico mi toccherebbe (attualmente la mia retribuzione lorda annua è pari a circa 36.000 euro).
8) A prescindere dagli esiti della causa di servizio, quale sarebbe, per me, la prima data utile per andare in pensione normalmente ( per capirci, intendo quella dei 53 anni + 1, se ancora esiste) ?

In parole povere, cari Amici , aiutatemi a capirci qualcosa di piu’ sulla mia attuale situazione, perché io in questa giungla di leggi e leggine varie sto impazzendo, e vorrei ritrovare un po’ di serenità.



Grazie, scusatemi ancora se mi sono dilungato troppo, e buon lavoro.


Con immensa stima


francofra
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Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da francofra »

Caro collega, ho avuto, mio malgrado, un'esperienza molto simile alla tua. Stessa patologia ma un trattamento cardiochirurgico molto più complesso. Tuttavia mi sono ripreso e sono riuscito a rientrare in servizio. Tutto è molto soggettivo. Dipende dalla tua convalescenza, dipende dall'esito dell'angioplastica ecc. Ma vedrò di rispondere, punto per punto, ai tuoi interrogativi sulla base della mia pregressa esperienza. Non prendere per oro colato ciò che scrivo

1) Sì;

2) Dipende dal giudizio che sarà espresso dalla CMO di Roma: Riforma parziale, Riforma totale, Idoneità totale?? Riforma parziale puoi rientrare con incarichi non operativi o che comunque non ti espongano a carichi stressori; RIforma totale con inidoneità a qualsiasi proficuo lavoro te ne stai a casa; Riforma totale con idoneità al passaggio all'impego civile transiti - mantenendo il trattamento economico in godimento (più favorevole) ai ruoli civili del Ministero dell'Economia e delle Finanze (Ag. Entrate, territorio, Ragioneria ecc.) nella qualifica dei funzionari. E qui si apre un dilemma. Compatibilmente con le disponibilità dei posti, transiti in uno dei citati uffici nella stessa sede dove hai prestato servizio per almeno due anni consecutivi. Annualmente dovrebbe (condizionale è d'obbligo) uscire un elenco di sedi disponibili. C'è un decreto ministeriale del 2002 (se non ricordo male) per la individuazione delle qualifiche corrispondenti ai vari gradi;

3) Dovrai lottare. Tutto dipende dalla CMO, che però deve Valutare la documentazione sanitaria del nosocomio che ti sta seguendo. Se tu sei dichiarato stabilizzato ad un certo punto loro devono farti rientrare. Se incontri difficoltà consultati con un legale e vai a visita con un medico legale. Ma valuta, oltre all'equo indennizzo, l'azione risarcitoria. Quante volte sei stato sottoposto a visita periodica dall'Amministrazione prima e dopo il malore?? Zero immagino. Ti ha tutelato dai carichi stressori?? Immagino proprio di no!!!

4) Non so risponderti, ma presenta immediatamente domanda di aggravamento e di equo indennizzo (al limite ti diranno di no!!)

5) Sì;

6) Non so;

7) Sì. Dipende da che categoria ti attribuiscono dopo il cumulo. C'è una tabella di conversione per il cumulo delle categorie; Ma dipende anche dall'esito della tua convalescenza, come stai, come starai.

8) Bella domanda. Non voglio scriverti amenità e quindi non ti rispondo.

In bocca al lupo. Cerca prima di ristabilirti e poi per il resto si vedrà.

P.S. io sono rientrato dopo 18 mesi dall'intervento e ancora non so nulla della mia richiesta di causa di servizio. Mi hanno fatto attendere un anno dall'avvenuta stabilizzazione documentata dai referti ospedalieri. Con il cuore non si scherza!!
ciro atama

Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da ciro atama »

Caro Franco Fra, intanto grazie infinite per la tua risposta.

Solo ho un dubbio: il mio desiderio è quelo di rientrare in servizio, perchè con 27 anni di servizio effettivo e 51 anni, se mi riformano totalmente prenedrei una miseria. Se faccio domanda di aggravamento, al di la dell'equo indennizzo, non rischio poi di essere completamente riformato, cone le conseguenze di cui sopra?

Cmque grazie,...di Cuore...

Ciro
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pietro17
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Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da pietro17 »

In attesa della risposta di Franco ti dico che io, sulla base di un aggravamento, sono stato riformato.
A questo punto, se te la senti, rientri e quando sarà presenterai la richiesta di aggravamento.
Valuta, però, che l'aggravamento che tu dovresti chiedere, essendo simile alla patologia all'epoca riconosciuta, potrebbe cedetti ascritta un'altra 6^ cat tab A che se non ricordo male, per cumulo, sarebbe una 4^. Hai altre patologie riconosciute?


Saluti ed in bocca al lupo per tutto ma, in primis, per la salute.




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ciro atama

Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da ciro atama »

Grazie Pietro. Cmque non ho altre malattie riconosciute. Auguri anche a te, Ciro.
ciro atama

Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da ciro atama »

Carissimi Francofra e Pietro17, perdonatemi se "approfitto" della vostra competenza: i periodi di aspettativa dovuti a patologia SI dipendente da causa di servizio causano l'interruzione della maturazione dell'anzianità dello stesso? ad es.: io ho maturato 27 anni di servizio effettivo il 01/10/2013 e sono in aspettativa ,per malattia già riconosciuta si dip da C.di S., dal 29/12/2013; se rientro, ad es. dopo un anno, i 12 mesi di aspettativa concorrono alla maturazione di un ulteriore anno di serv.zio, cioè 28? Grazie
ciro atama

Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da ciro atama »

ciro atama ha scritto:Carissimi Francofra e Pietro17, perdonatemi se "approfitto" della vostra competenza: i periodi di aspettativa dovuti a patologia SI dipendente da causa di servizio causano l'interruzione della maturazione dell'anzianità dello stesso? ad es.: io ho maturato 27 anni di servizio effettivo il 01/10/2013 e sono in aspettativa ,per malattia già riconosciuta si dip da C.di S., dal 29/12/2013; se rientro, ad es. dopo un anno, i 12 mesi di aspettativa concorrono alla maturazione di un ulteriore anno di serv.zio, cioè 28? Grazie
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Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da pietro17 »

Caro Ciro, ti confermo che l'assenza per una patologia SI dipendente, viene conteggiata nell'anzianita' totale.

Saluti.


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ciro atama

Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da ciro atama »

grazie pietro
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Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da Dott.ssa Astore »

L' aggravamento puo ' essere fatto con adeguata documentazione specialistica cardiologica.
Si affidi ad un buon medico- legale..
Che clissificazione nyha ha? ( il suo cardiologo sa cosa vuol dire ....e ' l' indice di gravita' della sua patologia.
Io ho portato alcune persone alla C.M.O. Ed hanno avuto la riforma.In caso di necessita' sono a sua disposizione.
Cordialmente

Lucia Astore
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ciro atama

Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da ciro atama »

Gentilissima dott.ssa Astore,
come ho già riferito nel primo argomento del forum, il mio desiderio serebbe quello di rientare in servizio in gdf, al massimo con una riforma parziale (incarichi non operativi), in quanto una riforma totale, con 27 anni di servizio effettivo a data attuale, mi penalizzerebbe troppo in termini economici; un eventuale passaggio ai ruoli civili , poi, determinerebbe in maniera significativa l'aumento dell'età pensionabile (da 57 ca. attuali a 65 o giu di lì). Che devo fare?
cot65
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Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da cot65 »

pietro17 ha scritto:Caro Ciro, ti confermo che l'assenza per una patologia SI dipendente, viene conteggiata nell'anzianita' totale.

Saluti.


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Scusate, diversamente come viene calcolata l'assenza di un periodo per aspettativa NO dipendente da c.d.s.?
grazie
Saluti
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Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da Dott.ssa Astore »

Se vuole rientrare con una riforma parziale,come dice lei,deve procurarsi una certificazione adeguata che le permetta di ottenere il beneficio da lei richiesto.
Come le ho spiegato,la cardiopatia va documentataa con adeguata documentazione specialistica....forse riterrei opportuno un controllo del suo materiale medico/ amministrativo precedente tramite un medico legale.
ritengo che il materiale in suo possesso sia abbondante altrimenti le chiederei di inviarmelo in forma privata per la privay.
Cordialmente
Dr.ssa Astore
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ciro atama

Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da ciro atama »

Gentilissima dott.sa Astore, sono in attesa di conoscere la data di prima convocazione alla C.M.O. di Roma (quelle regionali non esistoono piu'), il che avverrà non prima della metà di febbraio 2014, al termine della convalescenza che terminerà il 12/02. Pertanto, come dire, voglio prima "sondare il terreno" ; allo stato attuale, teoricamente, potrei usufruire ancora di ca. 23 mesi di aspett. retribuita al 100% , e non credo che la CMO, già dopo la prima visita, prenda una decisione definitiva in merito ad un'eventuale riforma, credo piuttosto che mi farà ritornare dopo uno-due mesi per una seconda visita.
In ogni caso il 4 e 5 febbraio prossimo faro' un "ricovero programmato" presso l'Hosp. di Teramo, dove mi faranno tutti gli esami di routine previsti, esami che poi portero' a Roma per la prima visita e, eventualmente,
successivamente potremo sentirci per accordarci per le visite successive.

Con stima, Ciro Matarazzo
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Re: aggravamento cardiopatia giò riconosciuta si dip. causa

Messaggio da pietro17 »

Ciro, mandami in mp un tuo recapito telefonico.

Saluti
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