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VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: lun apr 09, 2012 9:41 am
da NIK61
Buongiorno a tutti. Sono un Brig. dei CC. Chi puo' darmi un consiglio? Il giorno 25.03.2012 partivo nella mia citta natia in quanto mio padre si trovava in gravi condizioni presso l'ospedale. Visto che mi trovavo a riposo medico fino al 29.03.2012, per correttezza avvisavo il mio Comandante di Stazione che stavo partendo. Giunto nella mia citta ove era ricoverato mio padre, consultavo il Primario riferendo che le condizioni erano gravi. Iniziavo ad attivarmi per poter rimanere piu' giorni per poter rimanere al capezzale di mio padre, e visto che il giorno 29.03.2012 mi scadeva il riposo medico e il giorno 01.04.2012 mi dovevo presentare presso l'infermeria Legionale mi facevo fare un certificato dal Primario per poter usufruire della licenza di Gmf. Per tutta risposta il Comandante della Compagnia mi concedeva 5 gg dalla data del certificato 27.03.2012. Facendo i conti lo stesso non mi concedeva nulla in quanto la malattia mi scadeva il 29.03. ed era venerdi' pertanto in infermeria mi sarei dovuto presentare il giorno 02.04. La licenza di gmf scadeva 01.04 non mi stava concedendo nulla. A questo punto visto il trattamento ricevuto dopo 33 anni di servizio, il giorno 29.03.2012 andavo da un medico ove mi dava ulteriori 15 giorni di riposo medico. Il giorno 03.04.2012, purtroppo mio padre veniva a mancare e decidevo di non avvertire il mio Comando. Visto che i veri amici in questo momento non mancano mai il mio Comando riusciva a sapere che il mio genitore veniva a mancare. Mentre la salma di mio padre era presso l'abitazione, ed io stavo in giro per sbigare tutte le pratiche burocratiche, al mio ritorno mia moglie mi riferiva che si era presentato un Carabiniere in divisa con tutte le persone che stavano facendo visita alla salma chiedendo notizie in merito al decesso e quando si sarebbero svolti i funerali. Molto amareggiato per il fatto, finiti i funerali e' la sepoltura il giorno 05.04.2012 mi presentavo presso il Comando Carabinieri ove contattavo il Comandante di Stazione per chiedere spiegazioni in merito alla presenza del Carabiniere a casa. Lo stesso gentilmente mi riferiva che il Comandante ove presto servizio dietro insistenza del Comandante di Compagnia chiedeva se potevano verificare se era deceduto il mio genitore, lo stesso gli riferiva che era mia cura comunicare, lo stesso riferiva che al Comando era giunto solo voce, ma non erano sicuri. A questo punto mi chiedo possono violare la mia privacy? Si possono permettere di mandare il messaggio a tutte le STAZIONI Comando Provinciale? Sono padrone di fare i funerali in forma privata senza avvisare L'Arma? Vi ringrazio anticipatamente per chi sapra' darmi un consiglio come devo muovermi.

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: lun apr 09, 2012 12:37 pm
da lory61
NIK61 ha scritto:Buongiorno a tutti. Sono un Brig. dei CC. Chi puo' darmi un consiglio? Il giorno 25.03.2012 partivo nella mia citta natia in quanto mio padre si trovava in gravi condizioni presso l'ospedale. Visto che mi trovavo a riposo medico fino al 29.03.2012, per correttezza avvisavo il mio Comandante di Stazione che stavo partendo. Giunto nella mia citta ove era ricoverato mio padre, consultavo il Primario riferendo che le condizioni erano gravi. Iniziavo ad attivarmi per poter rimanere piu' giorni per poter rimanere al capezzale di mio padre, e visto che il giorno 29.03.2012 mi scadeva il riposo medico e il giorno 01.04.2012 mi dovevo presentare presso l'infermeria Legionale mi facevo fare un certificato dal Primario per poter usufruire della licenza di Gmf. Per tutta risposta il Comandante della Compagnia mi concedeva 5 gg dalla data del certificato 27.03.2012. Facendo i conti lo stesso non mi concedeva nulla in quanto la malattia mi scadeva il 29.03. ed era venerdi' pertanto in infermeria mi sarei dovuto presentare il giorno 02.04. La licenza di gmf scadeva 01.04 non mi stava concedendo nulla. A questo punto visto il trattamento ricevuto dopo 33 anni di servizio, il giorno 29.03.2012 andavo da un medico ove mi dava ulteriori 15 giorni di riposo medico. Il giorno 03.04.2012, purtroppo mio padre veniva a mancare e decidevo di non avvertire il mio Comando. Visto che i veri amici in questo momento non mancano mai il mio Comando riusciva a sapere che il mio genitore veniva a mancare. Mentre la salma di mio padre era presso l'abitazione, ed io stavo in giro per sbigare tutte le pratiche burocratiche, al mio ritorno mia moglie mi riferiva che si era presentato un Carabiniere in divisa con tutte le persone che stavano facendo visita alla salma chiedendo notizie in merito al decesso e quando si sarebbero svolti i funerali. Molto amareggiato per il fatto, finiti i funerali e' la sepoltura il giorno 05.04.2012 mi presentavo presso il Comando Carabinieri ove contattavo il Comandante di Stazione per chiedere spiegazioni in merito alla presenza del Carabiniere a casa. Lo stesso gentilmente mi riferiva che il Comandante ove presto servizio dietro insistenza del Comandante di Compagnia chiedeva se potevano verificare se era deceduto il mio genitore, lo stesso gli riferiva che era mia cura comunicare, lo stesso riferiva che al Comando era giunto solo voce, ma non erano sicuri. A questo punto mi chiedo possono violare la mia privacy? Si possono permettere di mandare il messaggio a tutte le STAZIONI Comando Provinciale? Sono padrone di fare i funerali in forma privata senza avvisare L'Arma? Vi ringrazio anticipatamente per chi sapra' darmi un consiglio come devo muovermi.
Caro classe, premesso che hai tutta la mia solidarietà, per aver dovuto Tu attuare un comportamento "muro contro muro" (in pratica ti ci hanno costretto mi sembra di capire) in uno dei momenti più tristi della Tua vita.
Ma mi chiedo 2 cose, se mi è concesso NIK: 1) in quali rapporti eri prima degli avvenimenti da Te citati con questo signore :( con le 6 stellette sulle spalle? 2) Ma il Comandante di Stazione che Tu descrivi gentile, non poteva, dopo averlo saputo, avvisare il suo superiore :( che Tu intendevi, per il trattamento subìto, svolgere i funerali di Tuo papà in forma privata?
Io non voglio assolutamente entrare nel merito della violazione o meno della privacy, non sarei neanche in grado di farlo, tanto lo sai come sono gli ufficiali, direbbe ma si era un atto dovuto!!!
O ancora, il Brigadiere non ha chiamato per dire che erano in in forma privata!!!!! Accamperebbe mille scuse, ne sono sicuro!!!!!!
In sintesi a mio giudizio si tratta di una situazione, nel complesso molto squallida, che mi permetto di dire, sarò di parte, un militare che ha servito la Patria per 33 anni non meritava!!!!!
Ti saluto con rispetto e cordialità

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: lun apr 09, 2012 1:38 pm
da NIK61
Ti ringrazio di cuore per la tua solidarieta' LORY

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: lun apr 09, 2012 6:20 pm
da fox62
Caro NIK61, condoglianze per la perdita del tuo genitore.
Nella vicenda non voglio entrare nel merito, sono cose tue. Però un consiglio fraterno telo lo voglio dare e ti consiglio lascia perdere stelle e torri è gente che non merita nulla. Quando tutto va bene ti danno del TU, se qualcosina inizia ad andare male ti danno del Lei (le distanze). Pensa alla tua famiglia. Cordialmente.

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: lun apr 09, 2012 6:26 pm
da fox62
Ritornando sull'argomento penso, ma non ne sono sicuro che sia oggetto di segnalazione interna per soli Comandi Arma. Bisognerebbe consultare la guida sulle segnalazioni. Cordialmente.

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: lun apr 09, 2012 7:11 pm
da NIK61
Ti ringrazio fox62

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: gio lug 26, 2012 6:19 pm
da panorama
Garante Privacy: cittadini più tutelati nell’uso dei dati da parte di Regioni e Asl


Regioni, enti regionali e provinciali e aziende sanitarie devono rispettare precise garanzie a tutela della privacy quando trattano a fini amministrativi i dati sensibili e giudiziari dei cittadini. Ad esempio, in tema di trattamenti sanitari, le Regioni, una volta acquisiti i dati dalle Asl, devono adottare un sistema di codifica che non consenta l’identificazione diretta del soggetto interessato. Maggiori tutela per i cittadini nell’uso dei dati da parte della Pubblica Amministrazione: è quanto annuncia oggi il Garante Privacy, sottolineando appunto che quando trattano a fini amministrativi i dati sensibili e giudiziari delle persone – ad esempio per il monitoraggio della spesa sanitaria, l’accertamento dell’idoneità al lavoro o la concessione di benefici – le regioni, gli enti regionali e provinciali, le aziende sanitarie devono rispettare precise garanzie a tutela della privacy.

Questo quanto ha chiesto il Garante nel dare parere favorevole sullo schema tipo di regolamento predisposto dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome – che aggiorna quello adottato nel 2006, il quale aveva individuato i dati sensibili e giudiziari che possono essere raccolti e utilizzati da regioni, province, asl, enti e agenzie regionali e nasce dalla necessità di garantire un più ampio quadro di tutela rispetto ai crescenti flussi di dati scambiati fra Pubbliche Amministrazioni.

“Nel dare il suo via libera, l’Autorità ha dato indicazioni alla Conferenza delle regioni e delle province autonome – spiega il Garante in una nota – perché lo schema venga integrato con specifiche garanzie. L’Autorità ha chiesto, ad esempio, che ai fini del monitoraggio e valutazione dell’efficacia dei trattamenti sanitari erogati, le Regioni, una volta acquisiti i dati dalle Asl, adottino un sistema di codifica che non consenta l’identificazione diretta del soggetto interessato. Inoltre ha ritenuto che non fosse indispensabile l’utilizzo di dati sensibili, quale l’adesione a partiti, sindacati, associazioni religiose, per finalità di programmazione, gestione e valutazione dell’assistenza sanitaria”.

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: mer set 12, 2012 6:23 pm
da panorama
Privacy, tessera elettorale: no a restituzione del documento esaurito


Il Comune non può chiedere la restituzione di una tessera elettorale esaurita, perché questa procedura è prevista solo in casi eccezionali. In caso contrario, si rischia di ledere la segretezza del voto. La tessera può rivelare il comportamento elettorale di una persona e talvolta l’orientamento politico, come accade per la partecipazione o meno a un referendum. Il chiarimento arriva dal Garante per la Privacy.

C’è un legame fra tessera elettorale e segretezza del voto. E “ai cittadini che chiedono l’emissione di una nuova tessera elettorale perché in quella vecchia non vi sono più spazi per la certificazione del voto, il comune non deve chiedere la restituzione del documento, ma verificare solo che sia esaurito – chiarisce il Garante Privacy – La restituzione è prevista solo in casi eccezionali e rischia di ledere la segretezza del voto”.

Il chiarimento è scaturito dalla segnalazione di una donna cui il comune di residenza aveva chiesto, al momento del rinnovo della tessera elettorale, la restituzione del documento esaurito, ribadendo più volte la correttezza della procedura adottata, che invece suscitava forti dubbi nella cittadina, anche in relazione alla diritto alla segretezza del voto. Da qui la richiesta fatta all’Autorità, che ha riconosciuto le ragioni della donna e ha interessato della vicenda il Ministero dell’interno, il quale a sua volta ha dato disposizioni affinché non si proceda più al ritiro del documento esaurito.

La normativa prevede infatti la restituzione della tessere elettorale solo in casi eccezionali e in un numero ben definito di ipotesi, quali il trasferimento di residenza dell’elettore, il deterioramento del documento, la perdita del diritto di voto. Non quando sono esauriti gli spazi per timbrare.

“Soprattutto – ricorda il Garante – va sempre tenuto presente che la tessera, riportando l’annotazione della partecipazione al voto è in grado di rivelare il comportamento elettorale di una persona, e in alcuni casi anche il suo orientamento politico. Nel caso dei referendum, ad esempio, la partecipazione o l’astensione alla consultazione possono essere indicative della condivisione o meno del progetto dello schieramento politico che lo ha proposto”.

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: gio ott 11, 2012 11:10 pm
da panorama
Bimbo prelevato fuori scuola, interviene il Garante Privacy


Le immagini sono di quelle capaci di turbare anche l’animo meno sensibile e a nulla serve l’avvertenza che appare prima che inizi il filmato. Un bambino di dieci anni che viene prelevato dalla Polizia fuori dalla sua scuola in esecuzione di un’ordinanza della Corte d’appello di Venezia. Siamo a Padova, in Italia, e tutto avviene dinanzi agli occhi dei familiari del bambino, la madre, i nonni, la zia che riprende il tutto con una telecamera al grido: “Questa è la Gestapo”. Forse anche altri bambini avranno visto il loro coetaneo dimenarsi, ma cosa importa? Vige la supremazia dell’ordinanza anche di fronte ad un bambino che si rifiuta di andare a vivere con il papà? Quanto contano i suoi pensieri, i suoi desideri in un Paese occidentale, nel 2012? Forse qualcosa contano dal momento che il Capo della Polizia Manganelli ha immediatamente disposto un’inchiesta interna .

Fatto sta che su quelle immagini, trasmesse ieri sera nel corso della trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto’ per volontà della zia – forse – in un ultimo disperato gesto per cercare di portare il caso all’attenzione dell’opinione pubblica, si è espresso oggi il Garante della Privacy: “Di fronte al diffondersi in rete e nei media del video con le immagini del bambino prelevato a scuola dalle forze di polizia e di dati personali riguardanti anche la sua salute, pur se forniti dai familiari, richiama i media e i siti web al più rigoroso rispetto della riservatezza del minore e raccomanda loro di astenersi dal pubblicare e diffondere immagini del bambino e dettagli eccessivi che possano lederne la dignità”. Ma non solo. Il caso sarà anche urgentemente esaminato dal Consiglio Nazionale degli Utenti, organismo istituito dalla legge presso l’Agcom, in assemblea plenaria in quanto “prova eloquente del degrado della tv pubblica e della violazione sia delle norme poste a tutela dei minori, sia delle più elementari regole che tutelano la dignità dei cittadini utenti dei media e lo sviluppo psichico e morale dei bambini”.

Eh sì, perché se le intenzioni dei familiari erano positive, su immagini di quel tipo si ‘accaniscono’ i media ed è tutto un fiorire di ospitate in tv alla ricerca dello scoop a tutti i costi, alla ricerca dei particolari sulla vita, la salute di quel bambino di soli dieci anni. Peccato che in questa tv non ci sia spazio per il danno emotivo irreversibilmente e indiscutibilmente cagionatogli.

Un segno di ‘civiltà’ arriva dall’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani (Ami) che preannuncia un “dettagliato esposto al Ministero della Giustizia, affinché vengano svolte immediate indagini per fare luce su un caso di giustizia minorile ch ha già fatto il giro del mondo”. “Occorre verificare eventuali responsabilità di magistrati e forze dell’ordine – afferma il presidente dell’Ami, Gian Ettore Gassani – perché un episodio del genere non può essere liquidato come mero incidente o difetto di comunicazione tra le autorità competenti”. “Fermo il potere del Giudice di emettere idonei provvedimenti a tutela del minore quando ricorrono i presupposti di legge – prosegue – non è accettabile l’esecuzione in modo così violento e plateale. Senza voler entrare nel merito dell’ordinanza della Corte d’Appello veneziana, c’è da rimanere sconcertati dalle modalità di esecuzione dell’ordine dell’Autorità, per gli effetti psicologici e familiari in danno del minore ‘catturato’ davanti ai suoi compagni di scuola”. “Di sicuro – continua il matrimonialista – il bambino proverà per tutta la vita un senso di vergogna sociale per quanto gli è successo. E se i provvedimenti di giustizia minorile vanno regolarmente emessi nell’interesse prevalente del minore, si può certo affermare che nel caso specifico, al di là di qualsivoglia argomentazione processuale, gli interessi, la dignità e la personalità del bambino sono stati violati in modo imperdonabile”. Anche l’Unicef si è mossa e ha fatto sapere che è è in contatto con l’Autorità nazionale garante per l’infanzia e con il Garante per i diritti dell’Infanzia della Regione Veneto, attivi sul fronte della segnalazione alle autorità competenti della violazione dei diritti dei minorenni.

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: ven ott 19, 2012 11:02 pm
da panorama
Privacy, nuovo sito per il Garante


Il Garante per la Protezione dei dati personali ha rinnovato oggi il suo sito internet: massima usabilità, motore di ricerca semantico, maggiore spazio alla comunicazione, grafica innovativa, trasparenza fanno del sito un punto di riferimento per tutti gli utenti siano essi semplici cittadini, imprese, pubbliche amministrazioni o liberi professionisti. Il sito è dotato di due nuovi percorsi tematici – denominati “Diritti e prevenzione” e “Doveri e responsabilità” – che consentono un immediato e agevole accesso alle informazioni riguardanti sia i diritti riconosciuti ai cittadini e le forme di tutela della propria privacy, sia i doveri in capo a chi raccoglie, usa e conserva dati personali.Al fine di assicurare un uso facile e veloce del sito, i provvedimenti del Garante sono reperibili direttamente dalla home page anche attraverso una “nuvola di parole-chiave”, legate ai principali settori di intervento dell’Autorità. Non secondaria è l’attenzione ad una sempre maggiore fruizione dei contenuti, con l’introduzione ad esempio di applicazioni come i feed RSS e con la possibilità di condividere in modo automatico via e-mail i documenti ritenuti più interessanti.

“Era giusto offrire agli utenti un sito che fosse innanzitutto uno strumento al loro servizio, costruito sulle loro esigenze, e in grado di favorire nel nostro Paese la diffusione della cultura della protezione dati” - ha dichiarato Antonello Soro, Presidente dell’Autorità Garante – “Abbiamo scelto di dotarci, quindi, di sistemi di ricerca ‘intelligenti’, di offrire supporti, anche grafici, che accompagnino l’utente nella navigazione, e di porre il Garante al passo con gli sviluppi sempre più rapidi del web”.

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: mar ott 23, 2012 9:29 pm
da panorama
Privacy, vietato “spiare” i lavoratori con telecamere che registrano anche conversazioni


E’ vietato “spiare” i lavoratori con telecamere che registrano anche l’audio, quindi le loro conversazioni. E’ quanto afferma il Garante Privacy che ha “spento” 4 telecamere installate in un call center, all’ingresso della sede e nei locali dove sono collocate le postazioni di lavoro. L’Autorità ha dichiarato illecito il trattamento dei dati personali dei dipendenti ed ha vietato alla società di utilizzarli. L’impianto composto da 4 telecamere, 3 delle quali in grado di captare anche l’audio all’interno del call center, era segnalato da cartelli, ma mancavano alcune informazioni obbligatorie.

Le telecamere potranno essere riattivate solo nel rispetto dello Statuto dei lavoratori che ammette l’installazione di sistemi audiovisivi per il controllo a distanza dell’attività dei lavoratori, ma solo in presenza di particolari esigenze aziendali organizzative, produttive o di sicurezza del lavoro e previo accordo con le rappresentanze sindacali. In assenza di un tale accordo è necessaria l’autorizzazione del competente ufficio periferico del Ministero del lavoro.

Dagli accertamenti ispettivi è emerso invece che la società non è stata in grado di dimostrare l’esistenza di esigenze aziendali che giustificassero l’installazione dell’impianto, né aveva rispettato la procedura prevista dalla legge. Il sistema effettuava, quindi, un controllo a distanza dei lavoratori vietato dalla legge, aggravato, peraltro, dalla presenza di un impianto in grado di captare l’audio di quanto accadeva negli ambienti di lavoro. La società è stata già sanzionata per non aver informato correttamente i dipendenti della presenza delle telecamere e gli atti saranno trasmessi alla magistratura per valutare eventuali reati penali.

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: gio nov 01, 2012 9:44 am
da panorama
Dal sito leggioggi.it

Privacy, stop ai videotape spia in casa: investigatore condannato

Cassazione condanna detective per riprese entro le mura domestiche


Vita dura per gli investigatori privati: la normativa sulla privacy è in continua evoluzione, alcuni aspetti vengono espunti, altri inseriti, di modo che per un detective di professione restare nel recinto della legge è sempre più un percorso da equilibrista.

Non fa eccezione la nuova sentenza 41021 della Cassazione, che ha disposto il divieto assoluto di registrare momenti della vita privata di chicchessia all’interno della propria abitazione domestica.

A fare da molla per questo pronunciamento, il caso di un investigatore che aveva puntato l’occhio elettronico verso un cittadino all’interno del luogo di residenza, registrando “indebitamente, mediante uso di strumento di ripresa visiva, immagini attinenti alla vita privata“.

La Cassazione, esaminando la vicenda, ha ribadito la condanna già espressa dalla Corte d’Appello di Milano, che aveva destinato l’imputato a due mesi di reclusione, convertiti, in terzo grado di giudizio, in una sanzione pecuniaria.

Stop agli sguardi indiscreti dotati di obiettivo, dunque, e in special modo nei luoghi in cui questi sono considerati inviolabili dalla legge. Nella sentenza, non a caso, viene specificato come vanno garantite le massime tutele alle “manifestazioni di vita privata che si svolgano, ancorché momentaneamente, in uno dei luoghi indicati nell’articolo 614 del Codice penale”.

La disposizione è da leggersi vincolante anche nel caso in cui le immagini non chiariscano l’identità della persona che si intenda sorvegliare: “Ai fini della configurabilità del reato punito dall’art. 615 bis c.p. è irrilevante la mancata identificazione, o la non identificabilità, della persona cui si riferisce l’immagine abusivamente captata dal terzo”.

Questo principio, specifica la Suprema Corte nella sentenza di condanna, è infatti rivolto alla protezione di tutti gli individui che più o meno accidentalmente potrebbero rientrare nei tape acquisiti, dato che “il titolare dell’interesse protetto dalla norma non è soltanto il soggetto direttamente attinto dall’abusiva captazione delle immagini, ma chiunque, all’interno del luogo violato, compia abitualmente atti della vita privata che necessariamente alle stesse si ricolleghino”.

E, beninteso, queste sentenza è da leggersi in senso estensivo anche rispetto al mero ambito di residenza legale, tant’è che, spiega la Cassazione “il riferimento ambientale ha il solo scopo di individuare l’ambito spaziale oggetto di tutela, come luogo di espressione della vita privata, indipendentemente dalla sua appartenenza in senso civilistico”.

Il condannato dovrà anche risarcire il danno non patrimoniale alla “vittima”: oggetto, in principio di troppe attenzioni, ora, invece, di un vero e proprio reato.

Leggi la sentenza 41021 della Cassazione

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: mar gen 15, 2013 7:53 pm
da panorama
Campagna elettorale, Garante Privacy: ecco come utilizzare i dati


I dati contenuti nelle liste elettorali detenute dai Comuni possono essere utilizzati senza il consenso ai fini di propaganda elettorale. E’ quanto ha stabilito il Garante Privacy in un recente provvedimentopubblicato sulla G.U n.11 del 14 gennaio 2013 che definisce le modalità in base alle quali partiti politici e candidati possono utilizzare correttamente a fini di propaganda elettorale i dati personali dei cittadini (es. indirizzo, telefono, e- mail etc.). Possono essere utilizzati senza consenso anche i dati personali di iscritti ed aderenti nonché quelli contenuti in altre fonti documentali detenute da soggetti pubblici accessibili a chiunque. Si possono utilizzare dati raccolti nel quadro delle relazioni interpersonali avute con cittadini ed elettori.E’ necessario il consenso per particolari modalità di comunicazione elettronica come sms, e-mail, mms, per telefonate preregistrate e fax. Stesso discorso nel caso si utilizzino dati raccolti automaticamente su Internet o ricavati da forum o newsgroup, liste di abbonati ad un provider, dati presenti sul web per altre finalità.

Continuerà ad essere obbligatorio raccogliere il consenso per poter usare i dati degli abbonati presenti negli elenchi telefonici, i quali dovranno quindi preventivamente manifestare la loro disponibilità a ricevere questo tipo di telefonate. Sono utilizzabili, sempre se si è ottenuto preventivamente il consenso degli interessati, anche i dati relativi a simpatizzanti o altre persone già contattate per singole iniziative o che vi hanno partecipato (es. referendum, proposte di legge, raccolte di firme).



Non sono in alcun modo utilizzabili gli archivi dello stato civile, l’anagrafe dei residenti, indirizzi raccolti per svolgere attività e compiti istituzionali dei soggetti pubblici o per prestazioni di servizi, anche di cura; liste elettorali di sezione già utilizzate nei seggi; dati annotati privatamente nei seggi da scrutatori e rappresentanti di lista durante operazioni elettoral

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: ven giu 28, 2013 7:47 pm
da panorama
Privacy: agenzie per il lavoro, no alle copie dei documenti di identità


Le agenzie per il lavoro, in occasione di colloqui conoscitivi, possono acquisire e conservare copia dei documenti di identità, utilizzati per identificare le persone, solo se previsto da specifiche norme.

Lo ha precisato il Garante, a seguito della segnalazione di un uomo: in occasione di un colloquio conoscitivo, infatti, l’agenzia per il lavoro presso cui si era presentato aveva acquisito copia del suo documento di identità. L’Autorità, dopo aver valutato le attività della società, ha osservato che, mentre è lecito per l’agenzia procedere alla corretta identificazione degli aspiranti lavoratori chiedendo l’esibizione di un documento di identità ed eventualmente annotandone gli estremi, deve invece ritenersi eccedente acquisire copia del documento stesso. Le copie dei documenti di identità contengono dati personali, come le fotografie dell’interessato, le caratteristiche fisiche e lo stato civile, non pertinenti alle finalità per le quali venivano raccolti, ovvero la presentazione del curriculum e il colloquio conoscitivo.

Re: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

Inviato: ven set 27, 2013 7:43 pm
da panorama
Intercettazioni, Csm apre pratica su intervento del Garante Privacy


Il provvedimento adottato dal Garante Privacy sulle intercettazioni finisce sul tavolo del Consiglio nazionale della magistratura che si chiede: il Garante può rivolgersi direttamente ai procuratori, bypassando il Csm, per dare prescrizioni in materia di intercettazioni per modificare le disposizioni di sicurezza adottate per il trattamento dei dati personali? A rispondere sarà la 6a Commissione del Csm, a cui è stata assegnata la pratica sul caso. Soro, Presidente Garante Privacy: “Ci siamo limitati a incidere su aspetti meramente organizzativi che non hanno alcuna relazione, neppure indiretta, con l’esercizio della giurisdizione”.

“Solo qualora avessimo dettato misure anche soltanto potenzialmente capaci di limitare l’esercizio della giurisdizione sarebbe stato opportuno interpellare previamente e formalmente il Csm – spiega Antonello Soro - Vorrei ricordare che non è in discussione, in alcun modo, l’autonomia e l’indipendenza della magistratura nell’esercizio della funzione giurisdizionale, ma, semmai, l’esigenza di garantire il diritto fondamentale alla protezione dei dati personali dei cittadini, sancito dalla disciplina comunitaria. Il Garante ha il dovere di tutelare questo diritto per disposizione della legge italiana e in coerenza con il diritto europeo. Naturalmente ho rappresentato al Vicepresidente Vietti la totale disponibilità per ogni utile confronto”.