Riforma, 3 mesi di assegni interi e i 3 ratei non ancora corrisposti
Inviato: lun apr 04, 2022 5:31 pm
Colleghi buongiorno, ho provato a fare una ricerca per vedere se il problema che sto affrontando abbia riguardato altri colleghi riformati in questi ultimi anni ma non ho trovato nulla.
Sono stato riformato il 21 dicembre 2020 e mi sono stati corrisposti i tre mesi di assegni interi al termine dei quali ha iniziato la decorrenza economica della mia pensione, quindi a partire da aprile.
Con l’ultimo statino stipendiale corrisposto da CNAE del mese di marzo noto che non figurano i tre ratei di 13^ maturati (a gennaio, febbraio e marzo 2021), mi viene detto di aspettare dicembre anche se (essendo ex contabile agli assegni e avendo gestito la Forza Assente dal 1999 al 2007) mi aspettavo il pagamento con l’ultimo statino percepito in attività di servizio.
Arriva dicembre e l’INPS mi liquida 9 ratei di 13^, mancano all’appello i fatidici 3 ratei del 2021.
Scrivo al CNAE e mi rispondono allegando una lettera da loro inviata all’INPS il 18/11/2020, che riporta così:
1. Ai sensi dell’art. 58 del D.P.R. 1092/73, in caso di collocamento in congedo per riforma,
l’amministrato continua a percepire n. 3 mensilità di assegni pari a quelli di attività, mentre i
relativi ratei di tredicesima, ai sensi dell’art. 94 del citato D.P.R., sono calcolati in rapporto al
trattamento di quiescenza anche per il periodo durante il quale il trattamento stesso è sospeso.
2. Nonostante le disposizioni normative sopra citate, continuano a pervenire a questo Centro istanze,
da parte di personale in congedo per riforma, con le quali si contesta il mancato calcolo, e la
conseguente mancata corresponsione, da parte dell’INPS dei ratei di tredicesima in questione.
3. Tale anomalia, per la quale Centro non ha mai avuto segnalazioni nella passata gestione delle
pratiche in GDP, sembrerebbe collegata ad una “incompatibilità” della piattaforma SIN sulla
quale, come da vs disposizioni, Centro opera per tutte le cessazioni a far data dal 01.04.2019.
4. Allo scopo di dirimere ogni dubbio interpretativo e al fine di dare riscontro alle istanze
pervenute, si chiede di confermare la diretta competenza dell’INPS in materia, segnalando, di
contro, ove sussistenti, eventuali motivi ostativi alla liquidazione e al pagamento, da parte delle
preposte articolazioni di codesto Istituto, dei citati ratei di tredicesima.
5. Qualora necessiti, Centro potrà fornire per la diretta verifica, l’elenco degli amministrati cessati per
riforma e lavorati sulla piattaforma SIN.
6. Si resta a disposizione per ogni eventuale richiesta di chiarimenti.
Ora la prima cosa che mi domando è in quanti sono in questa situazione e da quanto tempo?
Chiaramente la seconda cosa che ho fatto è stata scaricarmi il D.P.R. 1092/73 vecchio di 49 anni e vedere cosa dice e sono rimasto basito.
Vi allego in calce i due articoli citati il 58 e il 94:
In neretto quello che ritengo il punto focale della vicenda, ovvero l’interpretazione data a questo ultimo comma dell’art. 94.
“Per il personale militare al quale e' applicabile l'articolo 58, il
rateo della tredicesima mensilita' e' calcolato in rapporto al
trattamento di quiescenza anche per il periodo durante il quale il
trattamento stesso e' sospeso.”
Ora non penso di essere un genio in italiano, ma leggo quanto affermato nel punto 1. dal CNAE “… i relativi ratei di 13^ (relativi ai tre mesi di assegni interi N.R.) ai sensi dell’ art. 94 sono calcolati in rapporto al trattamento di quiescenza… ecc… ecc...
Ma questo è un grossolano errore di interpretazione dell’art. 94 che non dice affatto questo…
Questo articolo parla infatti del calcolo del rateo di 13^ ….
In parole povere il suddetto comma specifica che nel calcolare l’ammontare del rateo della 13^ (in rapporto al trattamento di quiescenza) vanno considerati anche i tre mesi che pensione non sono (pensione sospesa / tre mesi di assegni interi), non parla di 3 ratei di 13^ da calcolare in rapporto alla pensione.
Ovvero, intende dire che se l’importo annuale lordo di pensione è 29.500 euro, (anche se tre mesi sono stati corrisposti come assegni interi e non come pensione) l’importo lordo per il calcolo della tredicesima (della pensione) resta quello dell’intero anno e non deve essere frazionato ai soli mesi di corresponsione della pensione:
cioè 29.500/12 è il rateo di 13^ del trattamento di quiescenza e va moltiplicato per i mesi in cui la pensione è stata effettivamente corrisposta...
Questo è quello che dice l’art. 94, in italiano corretto. E’ evidente l’interpretazione distorta e sbagliata dell’articolo in argomento.
Anche alla luce dei contratti collettivi nazionali del lavoro (cioè lo statuto dei lavoratori) che stabiliscono esattamente chi deve corrispondere, quando e quanto deve essere corrisposto come ratei di 13^, ma non solo:
se un amministrato per tre mesi percepisce 100 (di stipendio) e per nove mesi percepisce 90 (di pensione) non può assolutamente percepire 12 ratei al 90% come sembra abbia disposto l’INPS a partire dal 01/04/2019.
Infatti l’importo riconosciuto quale rateo è calcolato tenuto conto di due elementi essenziali: la retribuzione lorda e i mesi di lavoro effettuati nel corso dell’anno.
Resta il fatto che dicembre è passato da 4 mesi ed i miei 3 ratei non sono stati ancora corrisposti e chissà a quante altre persone nonostante che i contratti collettivi citati stabiliscano che La tredicesima mensilità rappresenta uno stipendio aggiuntivo - cd “retribuzione differita” - che deve essere pagato dal datore di lavoro al lavoratore dipendente entro il mese di dicembre dell’anno in essere.
Che ne pensate? Vi allego tutto per una migliore e completa visione… resto in attesa di riscontro...
Sono stato riformato il 21 dicembre 2020 e mi sono stati corrisposti i tre mesi di assegni interi al termine dei quali ha iniziato la decorrenza economica della mia pensione, quindi a partire da aprile.
Con l’ultimo statino stipendiale corrisposto da CNAE del mese di marzo noto che non figurano i tre ratei di 13^ maturati (a gennaio, febbraio e marzo 2021), mi viene detto di aspettare dicembre anche se (essendo ex contabile agli assegni e avendo gestito la Forza Assente dal 1999 al 2007) mi aspettavo il pagamento con l’ultimo statino percepito in attività di servizio.
Arriva dicembre e l’INPS mi liquida 9 ratei di 13^, mancano all’appello i fatidici 3 ratei del 2021.
Scrivo al CNAE e mi rispondono allegando una lettera da loro inviata all’INPS il 18/11/2020, che riporta così:
1. Ai sensi dell’art. 58 del D.P.R. 1092/73, in caso di collocamento in congedo per riforma,
l’amministrato continua a percepire n. 3 mensilità di assegni pari a quelli di attività, mentre i
relativi ratei di tredicesima, ai sensi dell’art. 94 del citato D.P.R., sono calcolati in rapporto al
trattamento di quiescenza anche per il periodo durante il quale il trattamento stesso è sospeso.
2. Nonostante le disposizioni normative sopra citate, continuano a pervenire a questo Centro istanze,
da parte di personale in congedo per riforma, con le quali si contesta il mancato calcolo, e la
conseguente mancata corresponsione, da parte dell’INPS dei ratei di tredicesima in questione.
3. Tale anomalia, per la quale Centro non ha mai avuto segnalazioni nella passata gestione delle
pratiche in GDP, sembrerebbe collegata ad una “incompatibilità” della piattaforma SIN sulla
quale, come da vs disposizioni, Centro opera per tutte le cessazioni a far data dal 01.04.2019.
4. Allo scopo di dirimere ogni dubbio interpretativo e al fine di dare riscontro alle istanze
pervenute, si chiede di confermare la diretta competenza dell’INPS in materia, segnalando, di
contro, ove sussistenti, eventuali motivi ostativi alla liquidazione e al pagamento, da parte delle
preposte articolazioni di codesto Istituto, dei citati ratei di tredicesima.
5. Qualora necessiti, Centro potrà fornire per la diretta verifica, l’elenco degli amministrati cessati per
riforma e lavorati sulla piattaforma SIN.
6. Si resta a disposizione per ogni eventuale richiesta di chiarimenti.
Ora la prima cosa che mi domando è in quanti sono in questa situazione e da quanto tempo?
Chiaramente la seconda cosa che ho fatto è stata scaricarmi il D.P.R. 1092/73 vecchio di 49 anni e vedere cosa dice e sono rimasto basito.
Vi allego in calce i due articoli citati il 58 e il 94:
In neretto quello che ritengo il punto focale della vicenda, ovvero l’interpretazione data a questo ultimo comma dell’art. 94.
“Per il personale militare al quale e' applicabile l'articolo 58, il
rateo della tredicesima mensilita' e' calcolato in rapporto al
trattamento di quiescenza anche per il periodo durante il quale il
trattamento stesso e' sospeso.”
Ora non penso di essere un genio in italiano, ma leggo quanto affermato nel punto 1. dal CNAE “… i relativi ratei di 13^ (relativi ai tre mesi di assegni interi N.R.) ai sensi dell’ art. 94 sono calcolati in rapporto al trattamento di quiescenza… ecc… ecc...
Ma questo è un grossolano errore di interpretazione dell’art. 94 che non dice affatto questo…
Questo articolo parla infatti del calcolo del rateo di 13^ ….
In parole povere il suddetto comma specifica che nel calcolare l’ammontare del rateo della 13^ (in rapporto al trattamento di quiescenza) vanno considerati anche i tre mesi che pensione non sono (pensione sospesa / tre mesi di assegni interi), non parla di 3 ratei di 13^ da calcolare in rapporto alla pensione.
Ovvero, intende dire che se l’importo annuale lordo di pensione è 29.500 euro, (anche se tre mesi sono stati corrisposti come assegni interi e non come pensione) l’importo lordo per il calcolo della tredicesima (della pensione) resta quello dell’intero anno e non deve essere frazionato ai soli mesi di corresponsione della pensione:
cioè 29.500/12 è il rateo di 13^ del trattamento di quiescenza e va moltiplicato per i mesi in cui la pensione è stata effettivamente corrisposta...
Questo è quello che dice l’art. 94, in italiano corretto. E’ evidente l’interpretazione distorta e sbagliata dell’articolo in argomento.
Anche alla luce dei contratti collettivi nazionali del lavoro (cioè lo statuto dei lavoratori) che stabiliscono esattamente chi deve corrispondere, quando e quanto deve essere corrisposto come ratei di 13^, ma non solo:
se un amministrato per tre mesi percepisce 100 (di stipendio) e per nove mesi percepisce 90 (di pensione) non può assolutamente percepire 12 ratei al 90% come sembra abbia disposto l’INPS a partire dal 01/04/2019.
Infatti l’importo riconosciuto quale rateo è calcolato tenuto conto di due elementi essenziali: la retribuzione lorda e i mesi di lavoro effettuati nel corso dell’anno.
Resta il fatto che dicembre è passato da 4 mesi ed i miei 3 ratei non sono stati ancora corrisposti e chissà a quante altre persone nonostante che i contratti collettivi citati stabiliscano che La tredicesima mensilità rappresenta uno stipendio aggiuntivo - cd “retribuzione differita” - che deve essere pagato dal datore di lavoro al lavoratore dipendente entro il mese di dicembre dell’anno in essere.
Che ne pensate? Vi allego tutto per una migliore e completa visione… resto in attesa di riscontro...