SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO E DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI.
Inviato: mer ago 19, 2020 4:40 pm
Buon pomeriggio, inizio a raccontarvi la mia storia, con preghiera di voler sentire i vostri pareri e raccogliere eventuali consigli.
Dal mese di Gennaio 2018 sono in pensione per riforma, all'epoca ero luogotenente c.s. dell'arma e comandavo un reparto in extraorganico all'arma.
Le patologie con cui mi hanno riformato, entrambe di natura cardiaca (tachicardia ventricolare parossistica, etc.) benché non di origine genetica, ma indotta da stress adrenergico, come documentato dallo studio del DNA allegato alla cartella clinica del ricovero per impianto del defibrillatore, non mi sono state riconosciute quali dipendenti da causa di servizio. Ancora in servizio (terapia Salvavita) dietro indicazione dell'ospedale di Rilevanza Nazionale che aveva proceduto all'impianto del defibrillatore (sulla scorta del detto studio genetico NEGATIVO, che indicava quale origine delle disfunzioni elettriche cardiache, lo stress adrenergico, vengo avviato al Centro di Psicopatologia del Lavoro e centro Mobbing, (Centro di Riferimento dell'intera regione e di quelle vicine) ove seguo un percorso di svariati mesi, al termine del quale, dopo essere sottoposto a vari test e valutazioni specialistiche, mi viene rilasciata una relazione medico legale nella quale mi viene riconosciuto il "Disturbo dell'adattamento lavorativo con ansia e umore depresso". Sulla scorta di tanto presento a fine 2017, l'istanza per il riconoscimento di tale patologia quale dipendente da causa di servizio alla mia amministrazione. Passano poco più di 20 giorni e un pomeriggio (verso le 18) mi viene notificata la convocazione di presentarmi il giorno successivo alla CMO di Roma, ove benché in Terapia Salvavita, vengo riformato. A tanto, non accettando il transito al ruolo civile, faccio ricorso alla II^ Istanza, che altro non può che conformarsi al precedente giudizio.
Il centro di Psicopatologia menzionato, mi "rigira" come un calzino e alla fine dichiara che il mio stato psicosomatico ha origine dalle problematiche lavorative, poiché dal momento dell'entrata in vigore del D.LGS.81/2008 e già in precedenza, il mio comando (dove ero stato designato quale DATORE DI LAVORO dal mio comandante di corpo) operava in ambienti totalmente non a norma e in contrasto con tutte le disposizioni in materia di sicurezza sui posti di lavoro.Tutte o la maggior parte di queste violazioni, venivano rappresentate per iscritto, senza sortire effetti, anzi l'amministratore mai in tale periodo, si preoccupò di eliminare le violazioni se non alla fine del mio servizio. Essendo presente tantissime inadempienze, per tutto il periodo descritto, la stessa amministrazione non ha mai elaborato , analizzato e prodotto il Documento della Valutazione dei Rischi, scrollandosi solo dell'eventuale responsabilità di ogni genere, addossandola al sottoscritto con la menzionata delega. Preciso che alcuni anni prima, un tecnico autorizzato venne folgorato da una scossa elettrica che gli scarnificava gli arti. Quindi sono ben chiare le motivazioni del mio stato psicosomatico in rapporto alle competenze previste dal suo status di comandante, ancor più aggravate dalla suddetta delega, opportunamente notificata.
Alla conclusione della relazione medico legale del Centro di Psicopatologia , si legge che ... in relazione al vissuto lavorativo .... il nesso di causalità tra quanto descritto e il quadro clinico È ELEVATO, riportando anche riferimenti espliciti che le stesse influiscono anche sulle patologie sofferte, poiché somatizate dal sottoscritto. Tutta questa documentazione, veniva confermata da due diversi uffici di medicina legale di Psichiatra di due ASL differenti e di diverse province italiane, che aggravavano la patologia in Disturbo Post Traumatico da Stress e mettendo tutto in relazione con il servizio prestato.
Anche questa patologia non è stata riconosciuta SI dipendente da causa di servizio, poiché il relatore un'oculista o forse un ortopedico, ha dichiarato che la mia amministrazione non aveva documentato tutto ciò, riferendo solo che avevo svolto un ordinario servizio d'istituto, senza preoccuparsi minimamente di integrare il procedimento amministrativo richiedendo chiarimenti all'amministrazione e procedendo nei miei confronti penalmente se avessi dichiarato il falso, diffamando la mia amministrazione.
Piacevole è la circostanza che a corredo dell'istanza inviai, al primo diniego, una relazione dettagliata al comando generale, sulle lamentate violazioni e le stesse non hanno mai sortito effetti, né l'arma ha integrato il suo rapporto informativo o ha proceduto nei miei confronti in ogni sede.
Morale della favola: oggi mi trovo con due interventi chirurgici, di cui uno a cuore aperto, dovrò affrontarne un'altro tra 2/3 anni, ho perso il mio AMATO lavoro, tutti i benefici economici e pensionistici conseguenziali e per avere giustizia dovrò spendere un'enorme cifra e tutto ciò grazie non all'arma ma a chi l'amministra.
PS dei fatti narrati ho reso partecipe personalmente il ministro della difesa, tramite pec alla sua segreteria personale da circa tre mesi, senza nessuna risposta, dovrò informare qualche partito politico dell'opposizione e qualche organo di informazione. Per questo Vi chiedo una mano.
Scusate per gli eventuali errori e per aver approfittato della Vostra attenzione.
Dal mese di Gennaio 2018 sono in pensione per riforma, all'epoca ero luogotenente c.s. dell'arma e comandavo un reparto in extraorganico all'arma.
Le patologie con cui mi hanno riformato, entrambe di natura cardiaca (tachicardia ventricolare parossistica, etc.) benché non di origine genetica, ma indotta da stress adrenergico, come documentato dallo studio del DNA allegato alla cartella clinica del ricovero per impianto del defibrillatore, non mi sono state riconosciute quali dipendenti da causa di servizio. Ancora in servizio (terapia Salvavita) dietro indicazione dell'ospedale di Rilevanza Nazionale che aveva proceduto all'impianto del defibrillatore (sulla scorta del detto studio genetico NEGATIVO, che indicava quale origine delle disfunzioni elettriche cardiache, lo stress adrenergico, vengo avviato al Centro di Psicopatologia del Lavoro e centro Mobbing, (Centro di Riferimento dell'intera regione e di quelle vicine) ove seguo un percorso di svariati mesi, al termine del quale, dopo essere sottoposto a vari test e valutazioni specialistiche, mi viene rilasciata una relazione medico legale nella quale mi viene riconosciuto il "Disturbo dell'adattamento lavorativo con ansia e umore depresso". Sulla scorta di tanto presento a fine 2017, l'istanza per il riconoscimento di tale patologia quale dipendente da causa di servizio alla mia amministrazione. Passano poco più di 20 giorni e un pomeriggio (verso le 18) mi viene notificata la convocazione di presentarmi il giorno successivo alla CMO di Roma, ove benché in Terapia Salvavita, vengo riformato. A tanto, non accettando il transito al ruolo civile, faccio ricorso alla II^ Istanza, che altro non può che conformarsi al precedente giudizio.
Il centro di Psicopatologia menzionato, mi "rigira" come un calzino e alla fine dichiara che il mio stato psicosomatico ha origine dalle problematiche lavorative, poiché dal momento dell'entrata in vigore del D.LGS.81/2008 e già in precedenza, il mio comando (dove ero stato designato quale DATORE DI LAVORO dal mio comandante di corpo) operava in ambienti totalmente non a norma e in contrasto con tutte le disposizioni in materia di sicurezza sui posti di lavoro.Tutte o la maggior parte di queste violazioni, venivano rappresentate per iscritto, senza sortire effetti, anzi l'amministratore mai in tale periodo, si preoccupò di eliminare le violazioni se non alla fine del mio servizio. Essendo presente tantissime inadempienze, per tutto il periodo descritto, la stessa amministrazione non ha mai elaborato , analizzato e prodotto il Documento della Valutazione dei Rischi, scrollandosi solo dell'eventuale responsabilità di ogni genere, addossandola al sottoscritto con la menzionata delega. Preciso che alcuni anni prima, un tecnico autorizzato venne folgorato da una scossa elettrica che gli scarnificava gli arti. Quindi sono ben chiare le motivazioni del mio stato psicosomatico in rapporto alle competenze previste dal suo status di comandante, ancor più aggravate dalla suddetta delega, opportunamente notificata.
Alla conclusione della relazione medico legale del Centro di Psicopatologia , si legge che ... in relazione al vissuto lavorativo .... il nesso di causalità tra quanto descritto e il quadro clinico È ELEVATO, riportando anche riferimenti espliciti che le stesse influiscono anche sulle patologie sofferte, poiché somatizate dal sottoscritto. Tutta questa documentazione, veniva confermata da due diversi uffici di medicina legale di Psichiatra di due ASL differenti e di diverse province italiane, che aggravavano la patologia in Disturbo Post Traumatico da Stress e mettendo tutto in relazione con il servizio prestato.
Anche questa patologia non è stata riconosciuta SI dipendente da causa di servizio, poiché il relatore un'oculista o forse un ortopedico, ha dichiarato che la mia amministrazione non aveva documentato tutto ciò, riferendo solo che avevo svolto un ordinario servizio d'istituto, senza preoccuparsi minimamente di integrare il procedimento amministrativo richiedendo chiarimenti all'amministrazione e procedendo nei miei confronti penalmente se avessi dichiarato il falso, diffamando la mia amministrazione.
Piacevole è la circostanza che a corredo dell'istanza inviai, al primo diniego, una relazione dettagliata al comando generale, sulle lamentate violazioni e le stesse non hanno mai sortito effetti, né l'arma ha integrato il suo rapporto informativo o ha proceduto nei miei confronti in ogni sede.
Morale della favola: oggi mi trovo con due interventi chirurgici, di cui uno a cuore aperto, dovrò affrontarne un'altro tra 2/3 anni, ho perso il mio AMATO lavoro, tutti i benefici economici e pensionistici conseguenziali e per avere giustizia dovrò spendere un'enorme cifra e tutto ciò grazie non all'arma ma a chi l'amministra.
PS dei fatti narrati ho reso partecipe personalmente il ministro della difesa, tramite pec alla sua segreteria personale da circa tre mesi, senza nessuna risposta, dovrò informare qualche partito politico dell'opposizione e qualche organo di informazione. Per questo Vi chiedo una mano.
Scusate per gli eventuali errori e per aver approfittato della Vostra attenzione.