Sono un appartenete dell'Arma dei Carabinieri, presso il Reparto Radiomobile di una Compagnia della Legione LOMBARDIA, il mio grado e di Appuntato Scelto, con mansione che varia da autista a capo equipaggio.
Mi accingo ora ad Esporvi in modo completo e dettagliato i fatti per così meglio illustrarvi l’accaduto.
In un giorno del C.M. , unitamente al mio collega, iniziavamo il turno di lavoro 19.00/01.00, usando l’autovettura di servizio assegnataci una Alfa 156, che regolarmente usiamo per servizi perlustrativi.
Il turno è iniziato regolarmente, effettuando il controllo in centro città a velocità moderata.
Successivamente, venivamo incaricati dalla nostra centrale operativa, causa intervento, di portarci in un Comune limitrofo del Nostro territorio.
L'autista quindi si è immesso su di una strada statale per raggiungere la destinazione, aumentando così la velocità di marcia.
Alla soglia dei 60 KM. orari, entrambi abbiamo percepito una vibrazione anomala provenire dalla ruota anteriore destra dell’autovettura, quindi, all’unisono, per l’incolumità nostra e dei cittadini, abbiamo deciso di proseguire a velocità moderata, ma di effettuare lo stesso l'intervento assegnatoci.
Data l’impossibilità di fare rientro in sede per poter effettuare un cambio vettura, a causa del continuo susseguirsi di richieste d’intervento, continuavamo ad espletare le nostre mansioni, a velocità ridotta e prestando la massima attenzione.
A fine turno, Il sottoscritto, utilizzando un computer in dotazione alla caserma, stilava una sorta di lettera, comunicazione, non ufficiale, non protocollata, nella quale venivano sensibilizzate le persone preposte al controllo delle autovetture, rendendo noto che l'autoradio in questione riportava l'anomalia di cui sopra, precisando che il tutto veniva segnalato onde evitare si ripetesse la tragedia che ha colpito un nostro collega il quale ci ha rimesso la VITA. La comunicazione, dopo esser stata firmata sia da me che dal collega, veniva unita all’ordine di servizio.
Ad inizio turno, del giorno successivo, nel prelevare le consegne, prendevo atto che, pinzate allo stesso, vi erano due buste indirizzate una a me ed una al collega.
Le allego la lettera da me ricevuta, dove per ovvi motivi di privacy ho apportato alcune modifiche.
Datosi che della comunicazione lasciata non è stata fatta in duplice copia, proprio perché informale, dopo l’irreversibile presa di posizione del comandante, ne ho richiesta una copia che mi è stata negata.
Mi scuso per essermi divulgato tanto, ma come ho fatto presente prima, ci tenevo ad esporre i fatti in modo dettagliato onde così evitare ogni sorta d’equivoco.
Inoltre, desidererei sapere cosa e come poter rispondere, giacché sappiamo che il comportamento del comandante e quindi le accuse, del tutto infondate, di oltraggio nei suoi confronti, hanno come causa lo scherno da parte di alcuni colleghi.
In sostanza, gradirei sapere se ciò richiesto dal comandante, ossia le memorie difensive, sia lecito, In base a cosa? La procedura che ha adottato e giusta? Gli e consentito?
Se non erro, le memorie difensive andrebbero richieste e poi fatte, dal momento in cui il militare viene a conoscenza o gli viene notificato un atto in cui lo si accusi di un qualcosa o che vi è un procedimento in corso a suo carico o in corso?
Certo della vostra collaborazione, ringrazio anticipatamente. Distinti saluti.
