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La Dirigenza e le cronache giudiziarie

Inviato: dom giu 08, 2014 8:33 pm
da iosonoquì
Bologna, 8 giugno 2014 - Fra tutti i personaggi coinvolti nel caso Mose c‘è un generale della Guardia di Finanza in pensione. Fino a ieri comandava un organo di repressione anti-evasione e ora indagato per corruzione. Pensate ai cittadini che ha indagato per evasione fiscale. Il presidente della Repubblica dovrebbe degradarlo e revocargli la lauta pensione.

severino

Risponde il vicedirettore del Resto del Carlino, Massimo Gagliardi

I nomi di appartenenti alla Guardia di Finanza ricorrono troppo spesso nelle cronache giudiziarie. E proprio nelle inchieste più imbarazzanti per chi appartiene a un Corpo che proprio quei reati dovrebbe perseguire. Mi torna in mente l’immagine di un film che mai dimenticherò: quello sull’ufficiale francese di artiglieria Alfred Dreyfus, assegnato allo Stato Maggiore dell’esercito e che nel 1894 fu accusato di spionaggio a favore dell’Impero Tedesco. Al termine del processo fu convocato davanti alla truppa, gli fu spezzata la sciabola e gli furono strappate le spalline coi gradi. Dreyfus due anni dopo venne riconosciuto innocente ma quella punizione, terribilmente umiliante, sarebbe ancora molto attuale.
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Secondo Voi ad un alto Dirigente delle Forze Armate e/o di Polizia (Arma dei Carabinieri compresa), sarebbe giusto degradarlo e toglierli lo stipendio o la pensione?



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Re: La Dirigenza e le cronache giudiziarie

Inviato: dom giu 08, 2014 11:10 pm
da panorama
Non solo questo, ma uno che non ha fatto il proprio dovere ha fatto un furto allo Stato e non solo, ha abusato dell'alloggio di servizio, nel tetto fisso dello straordinario " si parla di oltre 70 ore fisse mensili" dell'autista, dell'autovettura di servizio, ecc. ecc..
Quindi bisogna stornare tutti gli introiti percepiti.

Re: La Dirigenza e le cronache giudiziarie

Inviato: lun giu 09, 2014 5:54 am
da pietro17
In altri post, si è parlati e riparlato, sino alla nausea che, chi appartiene alla manovalanza, per una semplice fesseria commessa può incorrere nella rimozione del grado e di conseguenza perdere il diritto a tutto. Pensione compresa. Agli ufficiali no, loro mantengono tutti i loro diritti.

Ahhhhh maledetta CASTA.

Saluti.

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Re: La Dirigenza e le cronache giudiziarie

Inviato: mer giu 11, 2014 1:17 pm
da iosonoquì
Se ritenuto colpevole:

- denunciarlo per danno all'immagine della P.A.;
- stipendio a zero a cominciare dalla data in cui saranno riconosciute le malefatte;
- eventuali riconoscimenti rilasciati dalla Presidenza della Repubblica da revocare.

Si cominci ora.........Ministro Pinotti!

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Re: La Dirigenza e le cronache giudiziarie

Inviato: mar lug 08, 2014 3:31 pm
da panorama
4 luglio 2014
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Omessa dichiarazione. Sequestro c/c cointestato

Cassazione Penale, sentenza depositata il 3 luglio 2014


Via libera al sequestro del conto corrente bancario cointestato con il presunto evasore fiscale: la misura cautelare può estendersi ai beni che sono comunque della disponibilità dell’indagato.

È quanto si ricava dalla sentenza n. 2865/14 pubblicata ieri dalla Corte di Cassazione.

La Terza Sezione Penale ha respinto il ricorso proposto nell’interesse della moglie di un imprenditore emiliano, indagato per il reato di omessa dichiarazione ex art. 5 D.Lgs. n. 74/2000.

La ricorrente aveva chiesto al Tribunale del riesame la revoca del sequestro preventivo disposto dal GIP limitatamente alla quota del 50 per cento della somma depositata su un conto corrente bancario e di un dossier titoli, entrambi cointestati con il coniuge (indagato).

Il Tribunale ha però respinto l’istanza di dissequestro, con un provvedimento reso ora definitivo dalla Suprema Corte.

Secondo la difesa, contrariamente agli assunti del Tribunale, il sequestro delle somme depositate sul conto corrente bancario, cointestato all’imputato e a persona estranea al reato, non avrebbe potuto riguardare l’intero ammontare del denaro depositato, dovendosi presumere la contitolarità del conto, salvo prova contraria posta a carico dell’accusa e nella specie non assolta.

Ebbene, a giudizio della Cassazione il rilievo della difesa è errato avendo il giudice di merito fatto corretta applicazione del principio secondo cui le somme di denaro, depositate su conto corrente bancario cointestato con un soggetto estraneo al reato, “sono soggette a sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente, in quanto quest'ultimo si estende ai beni comunque nella disponibilità dell'indagato, non ostandovi le limitazioni provenienti da vincoli o presunzioni operanti, in forza della normativa civilistica, nel rapporto di solidarietà tra creditori e debitori (art. 1289 cod. civ.) o nel rapporto tra istituto bancario e soggetto depositante ex art. 1834 cod. civ.”(cfr. Cass. n. 15353 del 2011, n. 40175 del 2007 e n. 24633 del 2006).

La Corte aggiunge che la prevalenza della cautela penale sulla disciplina di natura civilistica è giustificata dall'esigenza di evitare che, nelle more dell'adozione del provvedimento definitivo di confisca, siano comunque dispersi i beni che si trovino nella disponibilità dell'indagato(cfr. n. 24633 del 2006 cit.), “essendosi osservato che la prevalenza dell'interesse cautelare opera con riferimento all'accertamento che sarà oggetto della sede di merito e che dovrà trovare una risposta definitiva al momento in cui sarà assunta, nella pienezza del contraddittorio, la decisione relativa alla confisca o meno dei beni in sequestro”.

Alla luce di tali considerazioni il provvedimento gravato è stato confermato.

Alla ricorrente non resta che pagare le spese del giudizio e versare mille euro alla Cassa delle ammende.