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salve avvocato, se trova il tempo di rispondere a questo mio quesito, gli e ne sarei veramente grato.
sono vsp da un'anno ma da 7 anni nell'esercito,tutti e 7 anni passati lontani dalla mia terra natale, credevo che stringendo i denti fino al passagio in spe, avrei avuto la fortuna di riuscire ad avvicinarmi a casa, pultroppo solo dopo il passagio in spe ho scoperto che ciò era impossibile, ora mi trovo in toscana, ed ho avuto la bella notizia che per riuscire a tornare nella mia terra d'origine ( la sicilia ) devo aspettare ancora dai 7 hai 10 anni. beh io sto seriamente pensando di congedarmi e tornare giù ,anche a costo di rimanere sensa lavoro, le sto provando tutte prima di arrivare a questa decisione drastica, beh, ora quello che le chiedo, sempre se può risp, se veramente esiste una legge che mi può permettere di essere trasferito per problemi di ambientazione sociale,come mi è stato riferito da alcuni colleghi. spero possa trovare 5 minuti da dedicarmi, e magari poter trovare una soluzione a questo enigma. cordiali saluti. .

Caro amico,

questo non è il forum dell'Avvocato Carta, quindi devi spostare il tuo quesito nel suo forum.
Anche se temo che la sua risposta non ti sarà gradita.

Tuttavia qualora tali difficoltà psichiche di ambientamento comportino l'inidoneità al servizio militare, potrai avere diritto al transito nei ruoli civili del Ministero della Difesa, da impiegato avresti grandi possibilità di avvicinamento in Sicilia.
Un grande in bocca al lupo Roberto

grazie mille per la dritta.....

ciao, mi spiace per la tua situazione ma sentir dire che una persona si congederebbe pur di ritornare a casa, mi fà leggermente incazzare. sei un vsp, hai un postto che altri pagherebbero e te che fai lo molli per tornare al tuo paese natio? non ti saresti arruolato. allora i migliaia di militari che ci sono in italia, la maggior parte del sud che dovrebbero fare, congedarsi?

caro amico, stringi i denti, fatti una vita e fra 10 anni ci ripensi, tanto prima di te c'è tutto il 10° corso, quindi speranze ZERO.

NON TUTTI HANNO LA FORZA DI EFFETTUARE 35 ANNI DI SERVIZIO MILITARE EFFETTIVO (REQUISITO RICHIESTO PER AVER DIRITTO AL PENSIONAMENTO).
LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DI COLORO CHE VENGONO RIFORMATI PER MALATTIA DALLE FORZE ARMATE E DI POLIZIA SONO AFFETTI DA PATOLOGIE MENTALI. PER QUESTO PERSONALE TALI PATOLOGIE DA ANNI SONO UN TRISTE PRIMATO.INFATTI CONSIDERATE LE VARIE PROFESSIONI, NUMERICAMENTE SONO AL PRIMO POSTO COLORO CHE PRESTANO OPPURE HANNO PRESTATO SERVIZIO NELLE FORZE ARMATE E DI POLIZIA UNITAMENTE AI MEDICI (DATI ISTAT), QUESTE PERSONE QUANDO SI RENDONO CONTO DI NON FARCELA PIU' PERCHE' PSICOLOGICAMENTE SONO DIVENUTE PIU' FRAGILI, OLTRE AL SUICIDIO, OPZIONE CHE MOLTISSIMI (RECENTENTEMENTE IL 74% DEI SUICIDI NELLE FORZE ARMATE E' STATO ATTRIBUITO AL PERSONALE DELL'ARMA DEI CARABINIERI) PURTROPPO USANO ANCORA, HANNO LA FORTUNA DI POTER TRANSITARE AI RUOLI CIVILI MANTENENDO LO STESSO STIPENDIO CHE PERCEPIVANO DA MILITARE OPPURE DI ANDARE IN PENSIONE SE HANNO MATURATO ALMENO 15 ANNI DI SERVIZIO UTILE, OPZIONE QUEST'ULTIMA PER LA QUALE HA FELICEMENTE OPTATO ANCHE IL SOTTOSCRITTO.
VOLER MANTERE IN SERVIZIO IL PERSONALE CHE NON SE LA SENTE E' CONTROPRODUCENTE PER TUTTI IN PRIMIS PER I COLLEGHI POI PER L'AMMINISTRAZIONE NONCHE' ALLA SALUTE DELL'INTERESSATO.
TALE OSTINAZIONE NEL VOLER FORZATAMENTE CONSIGLIARE E INDICARE AL PERSONALE DI RESTARE MILITARE A TUTTI I COSTI, DIMOSTRA UNA SCARSA CONSIDERAZIONE DELLE DIFFICOLTA' CHE LA MALATTIA PROCURA AL SOGGETTO OLTRE CHE DELLE AMBIZIONI E PREFERENZE DELL'INTERESSATO.

Saluti Roberto