steven ha scritto: ↑gio dic 22, 2022 1:55 pm
Ciao Louis,
infatti, la legge di bilancio ancora non è stata approvata e si traggono conclusioni affrettate. Osservo che ci sono testate e articolisti sconosciuti autori di pezzi sulle pensioni che non sanno cosa scrivono: riportano, e copiano pure male.
Io mio godo la mia pensione, il mio natale e il mio mandato di pagamento per gennaio già emesso

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Auguri.
LEGGETE QUESTO ARTICOLO
FENOMENIIIIII ASTRALIIIIIII
Da MONEY.IT
Si ritorna a Pizza e Fichi lasciamo pane e acqua.
Come non va calcolata la rivalutazione
Quando viene effettuata una simulazione di rivalutazione spesso viene commesso un errore: pensare che la rivalutazione riferita alla fascia reddituale di appartenenza si applichi sull’intera pensione.
Ad esempio, su una pensione di 3.000 euro, compresa quindi tra le cinque e le sei volte il trattamento minimo, viene applicata interamente una rivalutazione al 53%, ossia del 3,869% guardando al tasso accertato nel 2023. Ne risulterebbe quindi che dal prossimo gennaio una pensione di 3.000 euro godrebbe di un aumento - mensile e lordo - di 116,88 euro.
E ancora, per una pensione di 4.000 euro, compresa tra le sei e le otto volte il trattamento minimo, viene applicato il 47% del tasso di rivalutazione, quindi il 3,431%. Si stima dunque un aumento di 137,24 euro.
Ecco, è bene sottolineare che tale modalità di calcolo è sbagliata, e di conseguenza anche gli importi degli incrementi.
Come va calcolata la rivalutazione
Come prevede la normativa, e confermato dall’Inps in diverse circolari, le percentuali di rivalutazione si applicano non sull’intero importo, ma solamente sulla parte d’importo compreso in ogni fascia, ossia sul differenziale.
Ciò vuol dire che su una pensione che supera le quattro volte il trattamento minimo la percentuale di rivalutazione ridotta si applica solamente per la parte di assegno superiore alla suddetta soglia.
Prendiamo ad esempio una pensione di 3.000 euro. Il calcolo della rivalutazione viene effettuato tenendo conto delle seguenti percentuali:
100% per la parte di assegno che non supera di quattro volte il trattamento minimo;
85% per la parte di assegno compreso tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo;
53% per la parte di assegno compreso tra le cinque e le sei volte il trattamento minimo.
Ne risulterà che per i primi 2.100 euro spetterà una rivalutazione al 100%, con un aumento del 7,3%, ossia 153 euro in più al mese. Tra i 2.100 i 2.626 euro, all’incirca, quindi su 526 euro, spetta una rivalutazione dell’85%. Considerando una percentuale del 6,205% ne risulterà un ulteriore incremento di circa 32 euro.
Infine, bisogna considerare i residui 374 euro (la differenza tra 3.000 euro e 2.626 euro) che essendo rivalutati al 53%, a fronte di un tasso del 3,869%, garantiranno un incremento di 14 euro circa.
In totale, quindi, l’aumento garantito dalla rivalutazione non sarà di 116,88 euro, bensì di 199 euro circa.
Vediamo invece su una pensione di 4.000 euro.
Per i primi 2.626 euro come visto sopra spetterà un incremento complessivo di 185 euro. Dopodiché, l’importo compreso tra i 2.626 euro e i 3.152 euro verrà rivalutato del 3,869%: ne risulterà un ulteriore incremento di 20 euro circa,
Infine, per la sola parte residua, ossia per gli 848 euro che mancano per arrivare a 4.000 euro verrà effettuata la rivalutazione ridotta al 47% del tasso, ossia del 3,431%. L’aumento per questa fascia di reddito sarà quindi pari a 29 euro circa, mentre l’incremento complessivo per una pensione di 4.000 euro sarà di circa 234 euro (anziché di di 137,24 euro).
FENOMENI ASTRALI ED INCOMMENSURABILI
E noi che pensavano tutt'altro Grandiiiiii
Fatti non parole altro che
(magari fosse cosi' ci saremmo fatti solo pippe mentali)
