Dico, statisticamente parlando, noi meridionali siamo messi abbastanza bene nella classifica della provenienza della mano d'opera delinquenziale.
Caro mbetto, quello che lei dice (e pensa) è un fenomeno già visto, studiato ed analizzato: il meridionale che si convince di essere "inferiore" e in qualche modo "colpevole", allo stesso modo del settentrionale che si sente "superiore", sia moralmente che antropologicamente.
Questo è dovuto a più di un secolo e mezzo di lavaggio del cervello, dall'unità d'Italia in poi, precisamente, quando il Sud prospero ed operoso venne attaccato dall'esercito sabaudo in una campagna finanziata dagli inglesi.
Mentre al Nord si faceva la fame (un ventenne su due alla visita di leva veniva scartato perchè affetto da pellagra, cretinismo, gozzo, rachitismo, a causa della scarsa alimentazione), il Sud prosperava ed era in pace con tutti: in Calabria c'era il più grande stabilimento siderurgico d'Europa, a Napoli cantieri navali maestosi, in Sicilia 12000 telai ed impianti manifatturieri (e così via). Dopo l'unità d'Italia (per dire) restarono in Sicilia 700 telai, il resto fu portato a Biella e il Sud da produttore dovette importare i tessuti, esattamente come succede alle colonie. Il Sud commerciava per l'85% con l'estero e solo il 15% con gli stati pre-unitari.
Tutto quello che le ho scritto (e molto, molto altro) non è tratto da qualche sito complottista dove qualche sciroccato inventa teorie cospirative, ma è patrimonio di tutti gli storici che in ogni occasione lo espongono in libri, conferenze ed interviste. Lo sanno tutti insomma, tranne la maggioranza dei diretti interessati.
Le fornisco un paio di dati: dal
Rapporto Italia 2020 di Eurispes (liberamente scaricabile in pdf) emerge che, se della spesa pubblica totale, si considera la fetta che ogni anno il Sud avrebbe dovuto ricevere in percentuale alla sua popolazione, complessivamente, dal 2000 al 2017, la somma corrispondente
sottrattagli (attenzione al verbo) ammonta a
più di 840 miliardi di euro netti (in media, circa 46,7 miliardi di euro l’anno).
Il presidente di Eurispes: «
Sulla questione meridionale, dall’Unità d’Italia ad oggi, si sono consumate le più spudorate menzogne. Il Sud, di volta in volta descritto come la sanguisuga del resto d’Italia, come luogo di concentrazione del malaffare, come ricovero di nullafacenti, come gancio che frena la crescita economica e civile del Paese, come elemento di dissipazione della ricchezza nazionale, attende ancora giustizia e una autocritica collettiva da parte di chi – pezzi interi di classe dirigente anche meridionale e sistema dell’informazione – ha alimentato questa deriva. All’interno di questo Rapporto si trova una descrizione della vicenda meridionale ricca di dati e di informazioni prodotti dalle più autorevoli agenzie nazionali ed internazionali che certificano come siamo di fronte ad una situazione letteralmente capovolta rispetto a quanto comunemente creduto».
I primi "meridionalisti" non furono esponenti del Sud Italia ma del Nord, scandalizzati dall'onda di massacri, stupri, deportazioni, fucilazioni di massa, campi di sterminio realizzati dalle truppe sabaude che con i denari inglesi (
Garibaldi Special Fund Committee di quasi 200 milioni di euro attuali), e le truppe inglesi, francesi - oltre naturalmente 45.000 bergamaschi - (non per niente Bergamo è chiamata la "Città dei Mille") attaccarono il Sud. D'altra parte, da che mondo è mondo, le guerre le fanno coloro che hanno meno per conquistare i patrimoni e le risorse di chi ha di più. Per dire, l'intero corpo di spedizione dei "mille" a fine campagna contava più di 65.000 componenti, composti anche da persone che i nobili siciliani (che non volevano perdere potere) con i soldi inglesi, facevano reclutare ai propri campieri (quella fu la nascita della mafia, inesistente prima dell'unità d'Italia).
Ma se vuole vuole può continuare a credere alla favoletta (a cui ormai nessun storico crede più) della spedizione dei Mille di Garibaldi che con poco più di 900 ragazzotti riuscì a conquistare il Regno delle due Sicilie sbaragliando l'intero esercito borbonico.
Ultimo dato: se è interessato a conoscere le potenzialità del Sud, le consiglio di leggere il libro di Alberto Quadrio Curzio (lombardo, docente di economia, Professore Emerito di Economia Politica della Università Cattolica di Milano, Presidente Emerito della Accademia Nazionale dei Lincei) "
L'economia reale nel Mezzogiorno" dove, in sintesi, spiega che se il Nord la smettesse di ostacolare il Sud, l'Italia diventerebbe la prima nazione manufatturiera d'Europa e probabilmente del mondo.
Ma, ancora, se lei vuole credere ai meridionali indolenti, predisposti a delinquere è libero di farlo. Del resto è abbastanza prevedibile quello che pensa, poichè cresciuto - probabilmente - all'interno di un sistema informativo che, come hanno certificato due sociologi veneti, Stefano Cristante e Valentina Cremonesini, che hanno condotto uno studio sulla percezione del Sud nell’immaginario collettivo, "negli ultimi 30 anni il Tg1 ha dedicato al Sud il 9 per cento del suo tempo, e il 90 per cento di questo tempo a temi negativi come mafia, cronaca nera e malasanità".