…infatti con L’inflazione , nel breve periodo lo Stato ci guadagna, perché erode il valore reale dei titoli di debito pubblico (quindi, il peso del debito pubblico) non indicizzato in circolazione.steven ha scritto: ↑gio gen 05, 2023 6:58 pmMettetevi d'accordo: tu dici che la BCE alza i tassi per contrastare l'inflazione l'amico qui sopra dice che inflazione non ha nulla a che fare col debito.mauri64 ha scritto: ↑gio gen 05, 2023 6:51 pm Ciao Steven,
la BCE alza i tassi d'interesse per cercare di contrastare l'inflazione, non il debito.
Per l'Italia che da decenni deve far fronte ad un debito pubblico enorme, questa mossa si traduce in un aumento ancora superiore del debito dovendo pagare maggiori interessi per finanziarsi.
Martello intervieni tranquillamente.
Aspetto sempre una risposta tecnica.
Tuttavia, se i rendimenti nominali sui titoli di stato aumentano per riflettere l’inflazione più elevata, la spesa per interessi cresce.
Nel breve periodo, l’aumento della spesa per interessi è però lieve e non compensa l’erosione del valore reale dei titoli di stato, ossia la “tassa da inflazione”: l’effetto netto riduce il rapporto debito/Pil. Rispetto al quadro della NADEF, oggi il tasso di inflazione previsto (variazione del deflatore del Pil) è aumentato di 1,8 punti percentuali e i tassi di interesse di 2,5 p.p. In seguito a questi aumenti, stimiamo una tassa di inflazione più alta di 43 miliardi, a fronte di un aumento della spesa per interessi di circa 8 miliardi (nell’arco di dodici mesi); quindi un effetto netto sul rapporto debito/Pil nel 2022 di 35 miliardi. Col passare del tempo e col progressivo rinnovo dei titoli a tassi di interesse che riflettono a pieno (o anche più) l’aumento dell’inflazione, l’effetto netto della tassa di inflazione su rapporto debito/Pil tende a esaurirsi.