Trasferimento ai sensi della 398 RGA

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silvestro1978

Trasferimento ai sensi della 398 RGA

Messaggio da silvestro1978 »

Gent. ssimo Avvocato, mi scuso innanzitutto per il disturbo che con questo messaggio Le sto arrecando, sapendo che già ha risposto esaurientemente a questo tipo di domande, ma forse il presente messaggio sarà più uno sfogo.
Mi scuso sin da ora se non sarò breve, sono un Appuntato dei Carabinieri effettivo alla Legione Sicilia con circa 15 anni di servizio, padre di due bambini, il primo di circa 6 anni e l’altro di circa 4.
La mia storia, ricongiungimento al coniuge lavoratore, è iniziata nel giugno 2011, quando mia moglie venne contattata da una società nel napoletano al fine di fissare un colloquio di lavoro.
Anche se a malincuore le dissi di accettare e di cogliere questa opportunità che le stava capitando, sapendo sin da subito che non sarebbe stato facile per noi vivere lontani in attesa di un possibile ricongiungimento, ma la tranquillizzai dicendole che appena avesse avuto il contratto di lavoro avrei presentato domanda per il ricongiungimento e ci saremmo finalmente riuniti.
Il colloquio andò benissimo sembrava un sogno che si stava realizzando, anche se a malincuore accettai la sua decisione, poiché vidi nei suoi occhi una luce che da tempo si era spenta vivendo lontano dalla sua famiglia di origine.
Organizzai tutto, in pochi giorni trasferii il necessario per far vivere mia moglie ed i miei figli a casa di mia suocera dove ella si stabilì.
Ma purtroppo non è stato facile, abbiamo atteso 15 mesi affinché la sua società l’assumesse a tempo indeterminato ma, con molti sacrifici di entrambi e con tanta forza di volontà siamo riusciti a resistere.
Ad ottobre del 2012 viene assunta a tempo indeterminato, nel frattempo i miei figli hanno frequentato una scuola paritaria, affinché non arrecassero disturbo più del dovuto a mia suocera che nel frattempo ha ospitato me e la mia famiglia.
La convivenza non è stata facile, vivendo per 18 mesi nel salone e dormendo in 4 in un divano letto da una piazza e mezza, ma ingoiando molti rospi siamo riusciti ad andare avanti.
I piccoli entravano di mattina presto ed uscivano alle 16.30 da scuola.
C’erano sempre problematiche connesse all’uscita di scuola dei bambini, giornalmente veniva chiesto ad un familiare o conoscente la cortesia di andarli a prendere affinché li accompagnassero a casa di mia suocera.
In questi mesi di lontananza cercavo, quando potevo, di vedere i miei figli ogni 20 giorni circa con uno sproporzionato dispendio economico.
Sono stati mesi duri e nessuno può immaginare ciò che realmente abbiamo affrontato, anche perché non volendo ho “abbandonando” i miei figli, non riuscendo a farli vivere una stabilità familiare, creandosi un notevole distacco tra noi.
Attualmente posso affermare di avere perso gli anni più belli della loro vita ed attualmente ho solo ricordi frammentati della loro infanzia riuscendo ad essere solo un padre part-time.
Il piccolo ormai l’ho quasi perso del tutto, purtroppo non mi parla più al telefono, non lo accetta come unico mezzo di comunicazione, il grande attualmente risulta molto instabile caratterialmente, entrambi non hanno più una figura paterna all’interno della loro vita sentimentale.
Ma finalmente a gennaio di quest’anno, dopo aver raccolto tutta la documentazione necessaria riesco a presentare istanza di ricongiungimento, nel frattempo decidiamo di prendere in affitto nel capoluogo campano anche un appartamento, poiché se è vero che dopo tre giorni il pesce puzza dopo 18 mesi di convivenza a casa di mia suocera non saprei cosa dire.
Alla domanda di ricongiungimento allego tutta la documentazione necessaria, certificati di frequenza dei bambini a scuola, contratto di affitto, contratto di lavoro ecc… ecc… specificando anche le gravi difficoltà economiche che stiamo affrontando, tutto documentato e corredato.
In data 1 luglio mi arriva la fatidica risposta da parte del C.do Gen., art.10bis, che stavano valutando di non accogliere la domanda per motivi di organico dei reparti interessati alla movimentazione.
Quando ho messo a conoscenza dell’accaduto mia moglie purtroppo non l’ha presa bene, vedendo un sogno andare in frantumi, capendo che la meta che era quasi vicina ormai era nuovamente irraggiungibile, la stessa già fortemente sotto stress, dovendo affrontare da sola tutto il peso della famiglia è crollato in uno stato depressivo, vedendo i propri sogni andare in frantumi, inficiando soprattutto sulla stabilità caratteriale dei piccoli già fortemente stressati da una situazione poco piacevole che stanno vivendo.
Entro il termine previsto ho prodotto le opportune deduzioni specificando le problematiche che stavo riscontrando ed allegando per mia moglie ed i miei bambini opportuni referti medici dove evidenziavano che i piccoli erano affetti da “disturbi del comportamento” consigliandone visita specialistica verso un “Neuropsichiatra Infantile” mentre a mia moglie veniva riscontrato “sindrome depressiva ansiosa”.
Tengo a precisare, che unitamente ai certificati su menzioni ho allegato opportuna documentazione sanitaria di mia madre che è invalida civile dell’85% , poiché affetta da:…poliartrosi, sindrome depressiva endogena associata a dispercezioni e iniziale decadimento cognitivo ecc.. ecc… e che la stessa vive unitamente al proprio coniuge ultrasettantenne (affetto da : bronchiectasia e frequenti episodi di flogosi infettante ecc… ecc…) tutto corredato da opportune perizie e certificati medici.
Alla data odierna ancora nessuna risposta ufficiale mi è pervenuta da parte del C.do Gen., ma purtroppo già mi hanno preannunciato che la stessa non andrà a buon fine.
Ormai il mio primogenito quest’anno ha iniziato la prima elementare, non gli sono stato vicino il primo giorno di scuola, non l’ho né accompagnato e né ripreso al primo giorno di scuola, ormai come già detto mi posso definire un padre a metà e le conseguenze di questo malessere generale le stanno pagando loro, vivendo in una famiglia ormai in crisi e negata.
La ringrazio per l’attenzione data.
Buon lavoro.


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Avv. Giorgio Carta
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Re: Trasferimento ai sensi della 398 RGA

Messaggio da Avv. Giorgio Carta »

ho letto con molta partecipazione il suo struggente sfogo ed, ovviamente, non posso che comprenderla, visto che anche il sottoscritto vive nella sua situazione.
Questo per dirle che, purtroppo, non tutte le situazioni di distanza dai familiari sono eliminabili a colpi di avvocato.
Non conoscendo nel dettaglio la sua situazione, posso solo raccomandarle di rivolgersi ad un avvocato che conosca la materia.
Al momento, posso solo dirle che l'Amministrazione ha comunque l'obbligo di risponderle entro 6 mesi, che, mi pare, siano ormai trascorsi.
Lei può, quindi, obbligarla a rispondere tramite il TAR.
In bocca al lupo
Avv. Giorgio Carta
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