Gentile Avvocato,
Sono un militare dell'esercito.
Ho chiesto oltre 8 mesi fa la concessione, in mio favore, dei permessi mensili previsti dalla Legge 104 per assistere mio padre, già dichiarato in possesso dei requisiti art.3 c.3 con verbale apposito. Sono il suo unico familiare convivente, essendo mio fratello residente in altra regione e mia madre deceduta.
La domanda è stata trasmessa dal mio Reparto al DIPE di Roma; attualmente, secondo le notizie che ho ricevuto dall'ufficio personale, la pratica è ancora "in verifica".
Vorrei chiederle se ci sono dei tempi massimi di risposta (positiva o negativa) e se posso intraprendere qualche azione per ovviare a questa situazione. In particolare, una mancata risposta potrebbe essere intesa come un silenzio-assenso o un silenzio-rigetto?
Un tale dilatarsi dei tempi mi sta arrecando, come comprensibile, molti problemi, soprattutto in questo periodo di pandemia.
Sono un militare dell'esercito.
Ho chiesto oltre 8 mesi fa la concessione, in mio favore, dei permessi mensili previsti dalla Legge 104 per assistere mio padre, già dichiarato in possesso dei requisiti art.3 c.3 con verbale apposito. Sono il suo unico familiare convivente, essendo mio fratello residente in altra regione e mia madre deceduta.
La domanda è stata trasmessa dal mio Reparto al DIPE di Roma; attualmente, secondo le notizie che ho ricevuto dall'ufficio personale, la pratica è ancora "in verifica".
Vorrei chiederle se ci sono dei tempi massimi di risposta (positiva o negativa) e se posso intraprendere qualche azione per ovviare a questa situazione. In particolare, una mancata risposta potrebbe essere intesa come un silenzio-assenso o un silenzio-rigetto?
Un tale dilatarsi dei tempi mi sta arrecando, come comprensibile, molti problemi, soprattutto in questo periodo di pandemia.