Buonasera.
Cosa ne pensa del collegio che deciderà il 25 sull’art.54 ed in particolare del Presidente/estensore? Grazie
SSRR
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- Avv. Marco Antonio Vallini
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- Iscritto il: gio ott 01, 2020 11:04 am
Re: SSRR
Messaggio da Avv. Marco Antonio Vallini »
Buonasera,
Come noto l'articolo 54 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1973, prevede che la pensione spettante ai militari che abbiano maturato almeno quindici anni di servizio utile, è pari al 44% della base pensionabile.
L'Inps tuttavia ha sempre calcolato l'importo della pensione del personale militare applicando un'aliquota inferiore e meno favorevole (35%), riferendosi anziché all'articolo 54, all'articolo 44 del medesimo DPR, che riguarda tuttavia il personale civile, costringendo quindi i militari interessati ad intraprendere innumerevoli azioni legali per ottenere il riconoscimento di quanto loro spettante.
In ragione di ciò e soprattutto in ragione delle numerose sentenze susseguitesi nel tempo, la giurisprudenza di merito ha consolidato un orientamento favorevole ai ricorrenti, confermando che l'articolo 44 non può trovare applicazione al personale militare poiché questo è ricompreso nel capo I del decreto del Presidente della Repubblica n.1092 del 1973, riservato appunto al solo personale civile.
Diversamente, ai sensi del combinato disposto di cui agli articoli 54 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1973 e 1, comma 12 della legge n.335 del 1995, è stato riconosciuto ai militari che hanno maturato al 31 dicembre 1995 una anzianità contributiva compresa tra i 15 e i 20 anni di servizio, l'applicazione di una aliquota del 44% per la determinazione della quota retributiva del proprio trattamento pensionistico.
Alla luce del "divario" venutosi a creare tra la giurisprudenza di merito e il modus operandi dell'Inps, la quale ha ovviamente ribadito e difeso tale impostazione anche in sede giurisdizionale, la Corte dei Conti Centrale di Appello ha chiesto alle Sezioni Riunite della stessa Corte di esprimersi sull'interpretazione dell’art. 54 medesimo, con lo scopo di mettere fine all'incertezza attualmente in essere.
Visto l'orientamento favorevole assunto dalle Sezioni della Corte dei Conti Centrale di Appello nei confronti dei ricorrenti, si può quantomeno auspicare una decisione che confermi la bontà delle ragioni dei militari, aprendo così anche la strada ad un definitivo ricalcolo per tutti gli aventi diritto, con conseguente possibilità, per coloro i quali saranno interessati, di agire nelle opportune sedi per vedersi riconosciute le eventuali somme ancora non versate da parte dell'Ente previdenziale.
Quanto sopra senza tuttavia dimenticare che il più delle volte le decisioni delle Corti contabili, soprattutto in casi importanti come quello che stiamo trattando, sono purtroppo orientate a negare il riconoscimento dei giusti diritti dei ricorrenti, e ciò anche e soprattutto nell'ottica di garanzia dell'equilibrio del bilancio statale, laddove è evidente che un eventuale ricalcolo pensionistico per tutti gli aventi diritto comporterebbe un esborso per lo Stato non indifferente.
Ciò detto, non resta che attendere il responso della Corte dei Conti.
Cordiali saluti
Avv. Marco Antonio Vallini
Come noto l'articolo 54 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1973, prevede che la pensione spettante ai militari che abbiano maturato almeno quindici anni di servizio utile, è pari al 44% della base pensionabile.
L'Inps tuttavia ha sempre calcolato l'importo della pensione del personale militare applicando un'aliquota inferiore e meno favorevole (35%), riferendosi anziché all'articolo 54, all'articolo 44 del medesimo DPR, che riguarda tuttavia il personale civile, costringendo quindi i militari interessati ad intraprendere innumerevoli azioni legali per ottenere il riconoscimento di quanto loro spettante.
In ragione di ciò e soprattutto in ragione delle numerose sentenze susseguitesi nel tempo, la giurisprudenza di merito ha consolidato un orientamento favorevole ai ricorrenti, confermando che l'articolo 44 non può trovare applicazione al personale militare poiché questo è ricompreso nel capo I del decreto del Presidente della Repubblica n.1092 del 1973, riservato appunto al solo personale civile.
Diversamente, ai sensi del combinato disposto di cui agli articoli 54 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1973 e 1, comma 12 della legge n.335 del 1995, è stato riconosciuto ai militari che hanno maturato al 31 dicembre 1995 una anzianità contributiva compresa tra i 15 e i 20 anni di servizio, l'applicazione di una aliquota del 44% per la determinazione della quota retributiva del proprio trattamento pensionistico.
Alla luce del "divario" venutosi a creare tra la giurisprudenza di merito e il modus operandi dell'Inps, la quale ha ovviamente ribadito e difeso tale impostazione anche in sede giurisdizionale, la Corte dei Conti Centrale di Appello ha chiesto alle Sezioni Riunite della stessa Corte di esprimersi sull'interpretazione dell’art. 54 medesimo, con lo scopo di mettere fine all'incertezza attualmente in essere.
Visto l'orientamento favorevole assunto dalle Sezioni della Corte dei Conti Centrale di Appello nei confronti dei ricorrenti, si può quantomeno auspicare una decisione che confermi la bontà delle ragioni dei militari, aprendo così anche la strada ad un definitivo ricalcolo per tutti gli aventi diritto, con conseguente possibilità, per coloro i quali saranno interessati, di agire nelle opportune sedi per vedersi riconosciute le eventuali somme ancora non versate da parte dell'Ente previdenziale.
Quanto sopra senza tuttavia dimenticare che il più delle volte le decisioni delle Corti contabili, soprattutto in casi importanti come quello che stiamo trattando, sono purtroppo orientate a negare il riconoscimento dei giusti diritti dei ricorrenti, e ciò anche e soprattutto nell'ottica di garanzia dell'equilibrio del bilancio statale, laddove è evidente che un eventuale ricalcolo pensionistico per tutti gli aventi diritto comporterebbe un esborso per lo Stato non indifferente.
Ciò detto, non resta che attendere il responso della Corte dei Conti.
Cordiali saluti
Avv. Marco Antonio Vallini
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Re: SSRR
Buongiorno Avvocato. Ma a quanto mi risulta anche coloro che in pensione con il sistema misto, avevano a quella data meno di 15 anni di servizio hanno vinto tanti ricorsi. Cosa ne pensa?Avv. Marco Antonio Vallini ha scritto: ↑mer nov 18, 2020 6:46 pm Buonasera,
Come noto l'articolo 54 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1973, prevede che la pensione spettante ai militari che abbiano maturato almeno quindici anni di servizio utile, è pari al 44% della base pensionabile.
L'Inps tuttavia ha sempre calcolato l'importo della pensione del personale militare applicando un'aliquota inferiore e meno favorevole (35%), riferendosi anziché all'articolo 54, all'articolo 44 del medesimo DPR, che riguarda tuttavia il personale civile, costringendo quindi i militari interessati ad intraprendere innumerevoli azioni legali per ottenere il riconoscimento di quanto loro spettante.
In ragione di ciò e soprattutto in ragione delle numerose sentenze susseguitesi nel tempo, la giurisprudenza di merito ha consolidato un orientamento favorevole ai ricorrenti, confermando che l'articolo 44 non può trovare applicazione al personale militare poiché questo è ricompreso nel capo I del decreto del Presidente della Repubblica n.1092 del 1973, riservato appunto al solo personale civile.
Diversamente, ai sensi del combinato disposto di cui agli articoli 54 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1973 e 1, comma 12 della legge n.335 del 1995, è stato riconosciuto ai militari che hanno maturato al 31 dicembre 1995 una anzianità contributiva compresa tra i 15 e i 20 anni di servizio, l'applicazione di una aliquota del 44% per la determinazione della quota retributiva del proprio trattamento pensionistico.
Alla luce del "divario" venutosi a creare tra la giurisprudenza di merito e il modus operandi dell'Inps, la quale ha ovviamente ribadito e difeso tale impostazione anche in sede giurisdizionale, la Corte dei Conti Centrale di Appello ha chiesto alle Sezioni Riunite della stessa Corte di esprimersi sull'interpretazione dell’art. 54 medesimo, con lo scopo di mettere fine all'incertezza attualmente in essere.
Visto l'orientamento favorevole assunto dalle Sezioni della Corte dei Conti Centrale di Appello nei confronti dei ricorrenti, si può quantomeno auspicare una decisione che confermi la bontà delle ragioni dei militari, aprendo così anche la strada ad un definitivo ricalcolo per tutti gli aventi diritto, con conseguente possibilità, per coloro i quali saranno interessati, di agire nelle opportune sedi per vedersi riconosciute le eventuali somme ancora non versate da parte dell'Ente previdenziale.
Quanto sopra senza tuttavia dimenticare che il più delle volte le decisioni delle Corti contabili, soprattutto in casi importanti come quello che stiamo trattando, sono purtroppo orientate a negare il riconoscimento dei giusti diritti dei ricorrenti, e ciò anche e soprattutto nell'ottica di garanzia dell'equilibrio del bilancio statale, laddove è evidente che un eventuale ricalcolo pensionistico per tutti gli aventi diritto comporterebbe un esborso per lo Stato non indifferente.
Ciò detto, non resta che attendere il responso della Corte dei Conti.
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Avv. Marco Antonio Vallini
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