RITIRO ARMA ART 48 DPR 782/85

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RITIRO ARMA ART 48 DPR 782/85

Messaggio da passatore »

Buonpomeriggio Spet.le Dottoressa, sono un Assistente Capo della PS in riforma parziale per causa di servizio da trauma violento, indennizzata e notificata.
A seguito di colloquio con il medico PS e successivo colloquio e test con un medico psicologo PS, mi hanno ritirato la pistola e tesserino poichè mi hanno detto che mi hanno riscontrato un importante disturbo post traumatico. Mi hanno detto di non preoccuparmi poichè il ritiro non vuol dire necessariamente essere cacciato dalla Polizia, ma è previsto dall' art 48 dpr 782 del 1985 per precauzione. Io pero' già sono in cura da uno psicologo e psichiatra (anche cura farmacologica) senza che i medici sanitari della ps lo sappiano, perchè speravo di venirne fuori da solo, senza dire nulla per non sentirmi ulteriormente denigrato. Anzi sono in possesso di una dettagliata relazione del medico psicologo dell' ospedale di igiene mentale che ho portato al medico psichiatra sempre dell' ospedale civile che mi ha prescritto appunto anche una cura farmacologica. Da questa relazione emerge un disturbo post traumatico notevole. Lo psicologo della ps, che non ha ancora quella relazione, mi ha fatto fare dei test mmpi2 e dopo ha fatto la sua relazione finale (io come dicevo ne ho già una fatta in precedenza) e mi ha riferito e scritto al medico ps che l' evento scatenante unico del mio disturbo post traumatico è l' incidente per il quale mi hanno riformato parziale (modello c). Quindi vorrebbero inviarmi in cmo. Cosa devo aspettarmi adesso? Sono speranzoso che qualcuno possa deducidarmi sulla strada da intraprendere e su quello che mi attenderà, se sarà considerata (come spero) almeno dipendente da causa di servizio (come afferma il medico ps e il medico psicologo ps) in quanto uno è stato l'evento scatenante, in servizio (sono stato ricoverato con prognosi di 40 giorni sc in codice rosso).
Cordialmente.


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Alessandra DAlessio
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Re: RITIRO ARMA ART 48 DPR 782/85

Messaggio da Alessandra DAlessio »

Gentile signore,
faccio come sempre una premessa: non ho letto la documentazione e le do una risposta in base a cio' che lei mi scrive e cioè che le è stato diagnosticato un Disturbo post Traumatico da servizio.
Mi scrive inoltre che si sta curando per questo sia con terapia farmacologica che psicologica. Non mi dice nulla circa l'esito della sua terapia.

Ad ogni modo sembra che lai abbia attivato tutta la procedura prevista in questi casi, comporesa la psicoterapia, cosa che ERRONEAMENTE altri colleghi non fanno. Peraltro dovrebbe, al contrario di quello che sta facendo, far presente nel corso delle visite anche al cmo che si sta curando per questo anche perchè con i Re-Test se la terapia sta funzionando i miglioramenti emergono.
Non c'è motivo per cui lei debba tenere nascosto questo anzi, potrebbe chiedere di essere accompagnato al cmo dal suo terapeuta affinchè possa dire qualcosa circa la sua condizione attuale. Il disturbo post-traumatico è molto diffuso nell'ambiente militare in generale poichè il vostro è un lavoro altamente a rischio.

Tra le righe mi sembra di capire che lei non vorrebbe lasciare il servizio ma questo è previsto in tutti quei casi in cui emerge una sofferenza psiclogica o una psicopatologia seria. In questi casi è prevista una destinaziomne ai ruoli civili o se prossimo alla pensione ad un prepensionamento, ma questi sono aspetti legali.
Spero di aver risposto alla sua domanda e di esserle stata d'aiuto,
non tema la visita al cmo ma cerchi di arrivarci nel modo in cui le ho suggerito.
Mi faccia sapere com'è andata e mi chieda altro se le occorre.
Alessandra D'Alessio
Dott.ssa Alessandra D'Alessio
Psicologa Militare
Psicologa del Lavoro e delle Organizzazioni
Psicologa Forense

Psicoterapeuta ad indirizzo Psicoanalitico
Consulente Tecnico d'Ufficio Tribunale di Roma
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