RISTRUTTURAZIONE IN COMODATO D'USO GRATUITO

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Laviadiuscita

RISTRUTTURAZIONE IN COMODATO D'USO GRATUITO

Messaggio da Laviadiuscita »

Buongiorno Avvocato,
le chiedo cortesemente un parere circa la situazione in cui mi trovo. Lo scrivente nell'anno 2003 aveva firmato, unitamente al coniuge, un contratto di comodato d'uso gratuito per fruire di un appartamento di proprietà del suocero. Contratto regolarmente registrato in Comune e presso l'Agenzia delle Entrate. Il contratto HA (perché non è mai stato recesso da nessuna delle parti) validità di 4 anni ed è tacitamente rinnovabile. Può essere disdetto una delle parti doveva inviare una A.R. con 6 mesi di anticipo rispetto la scadenza. L'immobile era in condizioni scadenti e di conseguenza si aveva provveduto con regolare autorizzazione da parte del proprietario (dicitura presente anche nel contratto di comodato oltre che nei vari contratti di appalto con lo studio tecnico e i vari professionisti che erano intervenuti) ad effettuare i lavori NECESSARI al ripristino dell'appartamento che praticamente è stato sventrato e rifatto nella totalità. Tutto è stato fatto con regolari autorizzazioni del Comune e ottenendo al termine dei lavori la prevista abitabilità. Al termine di tutto è stata fatta una stima scritta dall'architetto in cui venivano indicati i valori acquisiti dall'appartamento dopo la ristrutturazione. Spesa sostenuta solo dallo scrivente che era sposato IN REGIME DI SEPARAZIONE DEI BENI. Tutte le spese erano state effettuate come previsto dalla legge, con regolari ricevute fiscali e pagamenti tramite bonifici al fine di ottenere la detrazione spettante che all'epoca era del 45%. Spesa totale sostenuta dallo scrivente 79000,00 € (recuperando il 45% in 10 anni). Nel 2006 il matrimonio è saltato con la separazione consensuale dei coniugi e con regolare omologa del Tribunale. Successivamente il rapporto coniugale ha avuto alti e bassi e nel 2016 lo scrivente ha ripreso la residenza presso il coniuge che risiedeva ancora nell'appartamento del padre sempre dato in concessione di comodato d'uso gratuito. Arriviamo al 2020 (Ad oggi) con il matrimonio che si è incrinato definitivamente e con la richiesta di divorzio pervenuta allo scrivente tramite un legale. Lo scrivente da circa 2 anni non risiede più con la moglie.
Chiedo:
- L'atto di separazione è sempre valido oppure è da ritenersi nullo in quanto i coniugi hanno ripreso a vivere sotto lo stesso tetto per circa 3- 4 anni?
- La spesa sostenuta dallo scrivente (MANUTENZIONE STRAORDINARIA )può essere richiesta al proprietario dell'immobile (padre della moglie) in quanto dai documenti in mio possesso risulta che la ristrutturazione (relazioni di architetto ecc.) era NECESSARIA ?
- Conviene prima divorziare e poi chiedere al padre dell'ex moglie (ora quasi novantenne) la somma spettante oppure conviene in sede di divorzio stabilire il tutto?
- Inoltre lo scrivente ha sostenuto durante la vita matrimoniale (REGIME DI SEPARAZIONE DEI BENI) spese con regolari ricevute e regolarmente tracciate di quasi la totalità dei beni mobili presenti nell'abitazione unitamente ad oggetti di valore (anelli, bracciali, ecc.) che l'ex coniuge si è trattenuta e non ha mai restituito: come mi devo comportare?
- Il legale della moglie, nella A.R. ricevuta, concede allo scrivente 10 gg. di tempo per contattarlo al fine di definire una separazione consensuale tranquilla.
Grazie della possibile risposta.


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Avv. Giovanni Carta
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Iscritto il: gio giu 22, 2017 12:54 pm

Re: RISTRUTTURAZIONE IN COMODATO D'USO GRATUITO

Messaggio da Avv. Giovanni Carta »

Buon pomeriggio.
I quesiti sono molteplici ed articolati, sicché le suggerisco di rivolgersi quanto prima a un legale.
In questa sede, in estrema sintesi, posso dirle che:
1) - L'atto di separazione è sempre valido oppure è da ritenersi nullo in quanto i coniugi hanno ripreso a vivere sotto lo stesso tetto per circa 3- 4 anni?
A mio avviso trova applicazione l'istituto della riconciliazione, che impone di provare che sia intervenuta una ripresa concreta e durevole della convivenza coniugale e della comunione spirituale e materiale tra i coniugi.
2) - La spesa sostenuta dallo scrivente (MANUTENZIONE STRAORDINARIA )può essere richiesta al proprietario dell'immobile (padre della moglie) in quanto dai documenti in mio possesso risulta che la ristrutturazione (relazioni di architetto ecc.) era NECESSARIA ?
Temo che il suo credito sia prescritto.
3) - Conviene prima divorziare e poi chiedere al padre dell'ex moglie (ora quasi novantenne) la somma spettante oppure conviene in sede di divorzio stabilire il tutto?
Nell'ambito del procedimento di divorzio (alla cui procedura, peraltro, ciascuno dei due coniugi può opporsi per effetto della suindicata riconciliazione), salvo che sia congiunto, non si tratta assolutamente di argomenti come quelli da lei indicati.
4) - Inoltre lo scrivente ha sostenuto durante la vita matrimoniale (REGIME DI SEPARAZIONE DEI BENI) spese con regolari ricevute e regolarmente tracciate di quasi la totalità dei beni mobili presenti nell'abitazione unitamente ad oggetti di valore (anelli, bracciali, ecc.) che l'ex coniuge si è trattenuta e non ha mai restituito: come mi devo comportare?
Anche questi argomenti non formano oggetto di procedimenti di separazione o divorzio. Gli stessi possono, se le parti sono d'accordo, definiti nell'ambito di una separazione consensuale o di un divorzio congiunto. Ogni tipologia di spesa andrà in ogni caso esaminata dal suo avvocato, affinché si possa pronunciare in merito al suo quesito.

Cordiali saluti
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