PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

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kATANGA
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PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da kATANGA »

"Girovagando" sui vari siti, ho copiato e incollato il seguente articolo e la citata circolare INPS n. 74, che pare riguarderebbe il COMPARTO SICUREZZA.

Sembrerebbe una cosa buona?????????? A Voi.


PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI”. CIRCOLARE INPS: I RIFLESSI PER IL COMPARTO
L'Inps ha emanato la circolare che spiega come saranno ricalcolati gli assegni diventati troppo "pesanti" in seguito all'applicazione della riforma Fornero. A prevederlo è la legge di Stabilità dello scorso dicembre, ma l'operazione parte solo ora. Così chi nel frattempo ha ricevuto più del dovuto dovrà restituirlo.

Finalmente l’INPS ha emanato le istruzioni relative all’applicazione delle novità (c.d. divieto di cumulo) introdotte dall’ultima legge di stabilità relativamente al trattamento pensionistico dei lavoratori c.d. “ex retributivi puri”.

Con la circolare n. 74 del 10 aprile 2015, l’INPS ha chiarito che per calcolare l’assegno pensionistico del lavoratore “ex retributivo puro” bisognerà procedere con due sistemi:

1.calcolo con regole “Fornero”, quindi retributivo per le anzianità maturate sino al 31.12.2011 e contributivo per le anzianità maturate dopo quella data;
2.calcolo con il vecchio sistema retributivo per tutte le anzianità maturate sino al diritto alla corresponsione dell’assegno di pensione (per il pesonale del comparto: 40 anni e tre mesi di anzianità utile - anticipata, 60 anni di età - vecchiaia, 35 di anzianità utile con 57 anni e tre mesi di età - anticipata per quote) più finestra per il diritto all’assegno (12 o 15 mesi);
per poi applicare il meno favorevole.

Per il personale del comparto sicurezza e difesa “ex retributivo puro”,quindi:

non è più consentito sommare alla quota di pensione retributiva la quota “C” calcolata sulle anzianità posteriori alla data di maturazione del diritto alla corresponsione della pensione ed il c.d. “moltiplicatore X5” (o il ricalcolo dell’assegno pensionistico a fine “ausiliaria” con il coefficiente legato all'età maggiorato);la pensione "retributiva" sarà calcolata anche oltre il vecchio concetto di massima anzianità contributiva valutabile (40 anni anzianità utile-80%); quindi sino a che si rimane in servizio (perché “costretti") l’assegno pensionistico incrementa ed i contributi versati sono produttivi;una volta raggiunto il diritto a pensione ed alla corresponsione dell’assegno, si può rimanere in servizio "per scelta" (sino al limite di età ordinamentale) ma l’assegno di pensione non incrementa ed i contributi versati sono neutri. Una situazione che riguarda per lo più i dirigenti che hanno il limite ordinamentale a 65 anni.Per tutti coloro che già godono la pensione calcolata con il metodo Fornero (retributivo + quota "C" + eventaule x5), l’assegno di pensione sarà ricalcolato con le nuove regole con effetto retroattivo dal 01.01.2015.




circolare INPS n. 74 del 10 aprile 2015.
OGGETTO: Articolo 1, commi da 707 a 709 e 113, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)”. Importo massimo complessivo del trattamento pensionistico nel sistema misto. Riduzione percentuale della pensione anticipata prevista per i soggetti con età inferiore a 62 anni.


SOMMARIO: l'importo complessivo del trattamento pensionistico nel sistema misto non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l'applicazione delle regole di calcolo vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto legge n. 201 del 2011, computando, ai fini della determinazione della misura del trattamento, l’anzianità contributiva necessaria per il conseguimento del diritto alla prestazione, integrata da quella eventualmente maturata fra la data di conseguimento del diritto e la data di decorrenza del primo periodo utile per la corresponsione della prestazione stessa.
Alle pensioni anticipate nel sistema misto aventi decorrenza dal 1° gennaio 2015, liquidate in favore dei soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, non si applica la riduzione percentuale prevista per i soggetti con età inferiore a 62 anni.


Premessa

Parte I
Importo complessivo del trattamento pensionistico e doppio calcolo
Destinatari
Criteri applicativi
Ambito di applicazione
Supplementi di pensione
Risparmi


Parte II
Riduzione percentuale della pensione anticipata prevista per i soggetti con età inferiore a 62 anni
Normativa di riferimento
Pensioni anticipate nel regime misto aventi decorrenza dal 1° gennaio 2015
Pensioni anticipate nel regime misto aventi decorrenza anteriore al 1° gennaio 2015
Cristallizzazione del diritto alla pensione anticipata

Premessa.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 300 del 29 dicembre 2014, Supplemento ordinario n. 99, è stata pubblicata la legge 23 dicembre 2014, n. 190, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)”.

Con l’art 1, commi da 707 a 709 della citata legge sono state dettate nuove norme relativamente all’importo complessivo dei trattamenti pensionistici spettanti ai soggetti iscritti all’A.G.O. ed alle forme sostitutive ed esclusive della stessa che alla data del 31 dicembre 1995 possono far valere un’anzianità contributiva pari o superiore a 18 anni e con riferimento ai quali la quota di pensione relativa alle anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 2012 è calcolata secondo il sistema contributivo (vedi punto 4 delle circolari n. 35 e 37 del 14 marzo 2012 e messaggio n. 211 del 12 gennaio 2015).

L’art 1, comma 113, della stessa legge ha introdotto nuove disposizioni in tema di penalizzazioni per i soggetti che accedono alla pensione anticipata ad un’età inferiore ai 62 anni.

Con la presente circolare, condivisa dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali con nota n. 1416 del 19 marzo 2015, si forniscono le istruzioni per l’applicazione della normativa in argomento. Con successivo messaggio verranno diramate le relative istruzioni procedurali.



Parte I

Importo complessivo del trattamento pensionistico e doppio calcolo.

L’articolo 1, comma 707, della citata legge ha modificato, integrandolo, l’art. 24, comma 2, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. Il testo coordinato dell’articolo 24, comma 2, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, alla luce delle modifiche normative risulta così riformulato: “A decorrere dal 1° gennaio 2012, con riferimento alle anzianità contributive maturate a decorrere da tale data, la quota di pensione corrispondente a tali anzianità è calcolata secondo il sistema contributivo. «In ogni caso, l'importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l'applicazione delle regole di calcolo vigenti prima della data di entrata in vigore del presente decreto computando, ai fini della determinazione della misura del trattamento, l’anzianità contributiva necessaria per il conseguimento del diritto alla prestazione, integrata da quella eventualmente maturata fra la data di conseguimento del diritto e la data di decorrenza del primo periodo utile per la corresponsione della prestazione stessa»”.

1. Destinatari.

Al riguardo si chiarisce che la norma interessa i soggetti iscritti all’A.G.O. ed alle forme sostitutive ed esclusive della stessa che alla data del 31 dicembre 1995 possono far valere un’anzianità contributiva pari o superiore a 18 anni e con riferimento ai quali la quota di pensione relativa alle anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 2012 è calcolata secondo il sistema contributivo (vedi punto 4 delle circolari n. 35 e 37 del 14 marzo 2012 e messaggio n. 211 del 12 gennaio 2015).

La norma non si applica alle pensioni ordinarie di inabilità di cui alla legge 12 giugno 1984 n. 222, stante il limite di computo dell’anzianità contributiva espressamente previsto dall’articolo 2, comma 3, lettera a), della citata legge.

2. Criteri applicativi.

Nei confronti dei lavoratori di cui al precedente punto 1, ai fini della determinazione dell’importo del trattamento pensionistico la norma in commento richiede che venga effettuato un doppio calcolo con le regole che verranno di seguito descritte. L’importo più basso sarà quello messo in pagamento.

I due sistemi di calcolo della pensione da mettere a confronto sono i seguenti:

pensione calcolata applicando i criteri vigenti a partire dal 1° gennaio 2012: calcolo retributivo secondo le regole vigenti al 31 dicembre 2011 per le anzianità contributive maturate a tale data e calcolo contributivo per le anzianità maturate a partire dal 1° gennaio 2012;
pensione calcolata applicando il secondo periodo del novellato articolo 24, comma 2, della legge n. 214 del 2011. Tale disposizione prevede che l’importo della pensione venga determinato applicando il calcolo interamente retributivo per tutte le anzianità contributive maturate dall’assicurato. Al riguardo, l’anzianità contributiva che può essere valorizzata ai fini della determinazione della misura della pensione è pari “all’anzianità contributiva necessaria per il conseguimento del diritto alla prestazione, integrata da quella eventualmente maturata fra la data di conseguimento del diritto e la data di decorrenza del primo periodo utile per la corresponsione della prestazione stessa”. Il legislatore, quindi, per il nuovo calcolo interamente retributivo supera il concetto di massima anzianità contributiva valorizzabile, stabilendo che l’anzianità contributiva valorizzabile sia pari a quella necessaria per il conseguimento del diritto alla prestazione (nel 2015; 20 anni di anzianità contributiva ed assicurativa per la pensione di vecchiaia, 35 anni di anzianità contributiva ed assicurativa per la pensione di anzianità con le quote, 40 anni di anzianità contributiva ed assicurativa per la pensione di anzianità indipendente dal requisito anagrafico, 41 anni e 6 mesi per le donne e 42 anni e 6 mesi per gli uomini di anzianità contributiva ed assicurativa per la pensione anticipata) che deve essere incrementata con l’anzianità contributiva che dovesse maturare il lavoratore fino al primo periodo utile per la corresponsione della prestazione. Il legislatore, quindi, ha previsto che i lavoratori conseguano la valorizzazione di tutti i periodi lavorativi accreditati compresi quelli eventualmente maturati dalla data di conseguimento del diritto a quella di effettiva corresponsione della pensione.
Le differenze con il calcolo interamente retributivo in vigore fino al 31 dicembre 2011 si limitano al limite massimo di anzianità contributiva valorizzabile rimanendo inalterati i criteri per la determinazione della retribuzione pensionabile e delle aliquote di rendimento per la generalità dei lavoratori decrescenti al crescere dell’importo della stessa retribuzione pensionabile.

Come precedentemente accennato sarà messo in pagamento l’importo minore determinato dal raffronto fra il calcolo secondo le regole sub a) e il calcolo secondo le regole sub b).

3. Ambito di applicazione

Ai sensi di quanto disposto dall’articolo 1, comma 708, della richiamata legge n. 190 del 2014, il doppio calcolo di cui al precedente punto 2 si applica anche ai trattamenti pensionistici già liquidati alla data del 1° gennaio 2015, data di entrata in vigore della legge in esame, con effetto a decorrere dalla medesima data.

Pertanto, le Sedi provvederanno d’ufficio al doppio calcolo dei trattamenti pensionistici già liquidati alla data del 1° gennaio 2015, ponendo a raffronto l’importo pensionistico in pagamento con quello derivante dal calcolo secondo le regole di cui al punto 2, sub b), al fine di porre in pagamento, a decorrere dalla medesima data, l’importo pensionistico di minore entità, procedendo al recupero delle somme indebitamente corrisposte a decorrere dalla stessa data.

4. Supplementi di pensione

La determinazione della misura dei supplementi di pensione relativi ai contributi successivi al 31 dicembre 2011, come chiarito al punto 2 del messaggio n. 219 del 4 gennaio 2013, deve essere effettuata secondo il sistema contributivo.


5. Risparmi

Ai sensi di quanto disposto dall’ articolo 1, comma 709, della richiamata legge n. 190 del 2014, le economie, che saranno verificate a consuntivo sulla base del procedimento di cui all'articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, derivanti dall'applicazione del meccanismo del doppio calcolo, così come rappresentato al precedente punto 3, affluiranno in un apposito fondo, istituito presso l'INPS, finalizzato a garantire l'adeguatezza delle prestazioni pensionistiche in favore di particolari categorie di soggetti, individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Con il medesimo decreto si provvede altresì a definire i criteri e le modalità di utilizzo delle risorse del fondo in favore delle predette categorie di soggetti.

Parte II

Riduzione percentuale della pensione anticipata prevista per i soggetti con età inferiore a 62 anni.

L’articolo 1, comma 113, della citata legge così dispone: “Con effetto sui trattamenti pensionistici decorrenti dal 1º gennaio 2015, il secondo periodo del comma 2-quater dell'articolo 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, e successive modificazioni, è sostituito dal seguente: «Le disposizioni di cui all'articolo 24, comma 10, terzo e quarto periodo, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici, non trovano applicazione limitatamente ai soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017»”.

1. Normativa di riferimento

Com’è noto, l’articolo 24, comma 10, del decreto legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011 ha stabilito che, a decorrere dal 1° gennaio 2012, nei confronti dei soggetti che accedono alla pensione anticipata nel regime misto ad un’età inferiore a 62 anni si applica, sulla quota di trattamento pensionistico calcolata secondo il sistema retributivo, una riduzione pari ad 1 punto percentuale per ogni anno di anticipo nell’accesso al pensionamento rispetto all’età di 62 anni; tale percentuale annua è elevata a 2 punti percentuali per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni. Nel caso in cui l’età al pensionamento non sia intera la riduzione percentuale è proporzionale al numero di mesi (vedi circolari n. 35, punto 2 e n. 37, punto 8, del 2012 e messaggio n. 219, punto 5, del 4 gennaio 2013).

L’articolo 6, comma 2-quater, del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, così come modificato dalla legge del 30 ottobre 2013, n. 125, di conversione del decreto legge 31 agosto 2013, n. 101 e dalla legge 27 dicembre 2013 n. 147, ha stabilito che le disposizioni di cui sopra è cenno, in materia di riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici, non trovano applicazione limitatamente ai soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva per il diritto alla pensione anticipata entro il 31 dicembre 2017, qualora la predetta anzianità contributiva ivi prevista derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l'assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria, nonché per la donazione di sangue e di emocomponenti, come previsto dall'articolo 8, comma 1, della legge 21 ottobre 2005, n. 219, e per i congedi parentali di maternità e paternità previsti dal testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, nonché i congedi e i permessi concessi ai sensi dell’articolo 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104 (vedi messaggio n. 5280 dell’11 giugno 2014).

L’art. 1, comma 113, della legge n. 190 del 2014, nel sostituire il secondo periodo del comma 2-quater dell'articolo 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14 e successive modificazioni e integrazioni, ha stabilito che con effetto sui trattamenti pensionistici decorrenti dal 1° gennaio 2015, le disposizioni di cui all’articolo 24, comma 10, terzo e quarto periodo, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici, non si applicano limitatamente ai soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017.

2. Pensioni anticipate nel regime misto aventi decorrenza dal 1° gennaio 2015.

L’articolo 1, comma 113, della legge n. 190 del 2014 si applica, come espressamente previsto dalla legge, alle pensioni anticipate nel regime misto aventi decorrenza dal 1° gennaio 2015 e limitatamente ai soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, anche se la decorrenza della pensione si collochi successivamente a tale ultima data.

Pertanto, alle predette pensioni non si applica la riduzione percentuale prevista dall’articolo 24, comma 10, terzo e quarto periodo, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214

3. Pensioni anticipate nel regime misto aventi decorrenza anteriore al 1° gennaio 2015.

Con riferimento alle pensioni anticipate nel regime misto aventi decorrenza anteriore al 1° gennaio 2015 continua a trovare applicazione l’articolo 6, comma 2-quater, del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, così come modificato dalla legge del 30 ottobre 2013, n. 125, di conversione del decreto legge 31 agosto 2013, n. 101 e dalla legge 27 dicembre 2013 n. 147, nel testo in vigore prima delle modifiche apportate dall’articolo 1, comma 113, della legge n. 190 del 2014 e secondo le indicazioni fornite con le circolari n. 35, punto 2 e n. 37, punto 8, del 2012 ed i messaggi n. 219, punto 5, del 4 gennaio 2013 e n. 5280 del 2014.

Al riguardo si precisa che, ai fini previdenziali, per “anzianità contributiva derivante esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro”, deve intendersi la contribuzione obbligatoria dovuta per i periodi di “prestazione effettiva di lavoro”, espressa in mesi, settimane o giorni a seconda della gestione previdenziale di iscrizione del lavoratore.

Pertanto, ai fini della non riduzione percentuale della pensione anticipata nel regime misto, occorre tener conto sia della contribuzione obbligatoria sia della contribuzione diversa da quella obbligatoria tassativamente elencata dall’articolo 6, comma 2-quater.

4. Cristallizzazione del diritto alla pensione anticipata

In applicazione del principio della cristallizzazione del diritto a pensione, volto a tutelare il legittimo affidamento e la certezza del diritto, come già chiarito al punto 8 del messaggio n. 219 del 2013, i soggetti che perfezionano il diritto alla pensione anticipata in base al requisito contributivo richiesto dalla legge ad una certa data, possono accedere alla pensione, previa cessazione del rapporto di lavoro subordinato, successivamente alla predetta data senza che sia loro richiesto il perfezionamento dell’eventuale più elevato requisito contributivo vigente, anche per effetto dell’adeguamento alla speranza di vita, alla data di presentazione della domanda di pensione.

Tale principio trova applicazione anche nel caso in cui il lavoratore, pur avendo perfezionato il requisito contributivo prescritto dalla legge ad una certa data, avendo meno di 62 anni di età, abbia continuato a svolgere attività lavorativa al fine di evitare, ai sensi del più volte citato art. 6, comma 2- quater, la riduzione percentuale della pensione anticipata in regime misto, prevista dal sopra richiamato art. 24, comma 10.

In applicazione di detto principio, con riferimento ai soggetti destinatari della disposizione di cui all’art. 1, comma 113, della legge n. 190 del 2014, di cui al punto 2 parte II, che entro il 31 dicembre 2017 maturino il diritto alla pensione anticipata, ancorché abbiano alla stessa data meno di 62 anni di età, non si applica l’articolo 24, comma 10, del decreto legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, anche se la decorrenza della pensione si collochi successivamente alla predetta data ed a quest’ultima l’interessato abbia un’età inferiore a 62 anni.


Il Direttore Generale
Cioffi


sirio60
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Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da sirio60 »

Grazie Katanga per aver finalmente trovato questa circolare dell'INPS!!!
E' da gennaio che sostengo la tesi che comunque l'80 per cento della massima anzianità contributiva venga superata per noi pochi militari che pur avendo acquisito il diritto al retributivo puro al 31/12/11, siamo stati costretti a lavorare oltre il 01/01/2012 per raggiungere i requisiti per l'età, oltre al periodo di finestra mobile e di aspettativa di vita.
Qui mi avevano dato tutti contro, affermando che interpretavo la norma in modo errato ed asserendo che non si poteva assolutamente superare l'80% della massima anzianità contributiva...... ed invece non è così!
Come vedi, regna la confusione e nessuno ti ha ancora risposto!!!!
arsenico60

Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da arsenico60 »

......cioè fatemi capire, se non ho interpretato male il testo, chi ha maturato la base dell'80% nel 2010, 2011, ma costretto a lavorare oltre il 2012, poiché non aveva i requisiti per accedere alla pensione gli ulteriori contributi versati, nonostante in vigore il contributivo verranno calcolati con il vecchio sistema retributivo?
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Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da kATANGA »

sirio60 ha scritto:Grazie Katanga per aver finalmente trovato questa circolare dell'INPS!!!
E' da gennaio che sostengo la tesi che comunque l'80 per cento della massima anzianità contributiva venga superata per noi pochi militari che pur avendo acquisito il diritto al retributivo puro al 31/12/11, siamo stati costretti a lavorare oltre il 01/01/2012 per raggiungere i requisiti per l'età, oltre al periodo di finestra mobile e di aspettativa di vita.
Qui mi avevano dato tutti contro, affermando che interpretavo la norma in modo errato ed asserendo che non si poteva assolutamente superare l'80% della massima anzianità contributiva...... ed invece non è così!
Come vedi, regna la confusione e nessuno ti ha ancora risposto!!!!
Felice di esserti stato utile, Sirio60, e spero anche si abbia dato una corretta interpretazione del quanto., perchè fra leggi e leggine, circolari e articoli, rende difficoltoso capirci.
Io ho interpretato che quando un "soldato" raggiunge i 40 anni quindi 80% della massima anzianità contributiva, i contributi successivi non vanno a incrementare nulla. Cioè si va in pensione si e vero con 41 e più anni di contributi ma da quello che ho capito io vanno calcolati solamente 40 e/o l'80%.


Per il personale del comparto sicurezza e difesa “ex retributivo puro”,quindi:

non è più consentito sommare alla quota di pensione retributiva la quota “C” calcolata sulle anzianità posteriori alla data di maturazione del diritto alla corresponsione della pensione ed il c.d. “moltiplicatore X5” (o il ricalcolo dell’assegno pensionistico a fine “ausiliaria” con il coefficiente legato all'età maggiorato);la pensione "retributiva" sarà calcolata anche oltre il vecchio concetto di massima anzianità contributiva valutabile (40 anni anzianità utile-80%); quindi sino a che si rimane in servizio (perché “costretti") l’assegno pensionistico incrementa ed i contributi versati sono produttivi;una volta raggiunto il diritto a pensione ed alla corresponsione dell’assegno, si può rimanere in servizio "per scelta" (sino al limite di età ordinamentale) ma l’assegno di pensione non incrementa ed i contributi versati sono neutri. Una situazione che riguarda per lo più i dirigenti che hanno il limite ordinamentale a 65 anni.Per tutti coloro che già godono la pensione calcolata con il metodo Fornero (retributivo + quota "C" + eventaule x5), l’assegno di pensione sarà ricalcolato con le nuove regole con effetto retroattivo dal 01.01.2015.


Ciao Sirio60
antoniope
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Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da antoniope »

C'è da leggere anche questa:
Chi dà retta al cervello degli altri, butta via il suo (anonimo)
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Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da kATANGA »

AntonioPE ha scritto:C'è da leggere anche questa:

AntonioPE ciao, guarda che nel post c'è già inserito la circolare 74 INPS del 10.4.c.a. della legge di stabilità 2015.

....e, approfittiamone di te...come la interpreti????
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Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da gino59 »

AntonioPE ha scritto:C'è da leggere anche questa:
======================================================
Per me,la risposta sta in 3^ pagina,cioè verranno messi a confronto i metodi di calcolo e verrà pagato
quello più basso.- Saluti
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angri62
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Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da angri62 »

===per me è una trappola per tutti quelli che restano oltre il limite ordinamentale.
se ti permette di superare il tetto dell'80% tenendo conto del contributivo saranno bigoli amari per chi resta.
perde addirittura l'80% del retributivo.
buona pensione a tutti
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Zenmonk
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Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da Zenmonk »

Si vede che vogliono svecchiare le amministrazioni...come dargli torto...
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angri62
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Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da angri62 »

Zenmonk ha scritto:Si vede che vogliono svecchiare le amministrazioni...come dargli torto...
===più che svecchiare, inc..lare.
antoniope
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Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da antoniope »

Gira e rigira ci prendiamo sempre il cetriolo, cambia solo il posto.
Chi dà retta al cervello degli altri, butta via il suo (anonimo)
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Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da arsenico60 »

......secondo me, il vero obiettivo dove vuole arrivare il governo è di degradare tutti i pensionati attuali al contributivo. Ovviamente meno per loro.
sirio60
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Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da sirio60 »

come siete catastrofici!!!!!
Su una disposizione restrittiva del Governo, per la prima vota l'Inps formula un'interpretazione meno sfavorevole a noi pensionati... cosa volere di più di questi tempi??
Con i due calcoli messi a raffronto, qualcosina ci perdiamo.... ma non tutto!!
arsenico60

Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da arsenico60 »

.....non è questione di essere catastrofici ma visto l'andazzo cè l'hanno sempre con le nostre pensioni d'oro, e il detto "la lingua batte sempre dove duole il dente"
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Re: PENSIONI “EX RETRIBUTIVI PURI

Messaggio da angri62 »

sirio60 ha scritto:come siete catastrofici!!!!!
Su una disposizione restrittiva del Governo, per la prima vota l'Inps formula un'interpretazione meno sfavorevole a noi pensionati... cosa volere di più di questi tempi??
Con i due calcoli messi a raffronto, qualcosina ci perdiamo.... ma non tutto!!
===se ti permettono di continuare ad accumulare contributi per poi calcolarli con il contributivo la quota 80% si abbassa perchè diminuisce il montante.
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