News a difesa e d'interesse per i cittadini
Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Notizia del 4 Ottobre 2024
Pubblicità mirata, Corte Ue: un social non può conservare i dati personali senza limiti temporali.
La Corte di giustizia dell’Ue ha stabilito che un social network, come Facebook, non può utilizzare l’insieme dei dati personali raccolti a fini di pubblicità mirata, senza limitazione temporale e senza distinzione basata sulla natura di tali dati.
Un social network come Facebook non può utilizzare l’insieme dei dati personali ottenuti a fini di pubblicità mirata, senza limitazione temporale e senza distinzione basata sulla natura di tali dati.
Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Ue, nell’ambito di una controversia tra Meta e l’attivista Maximilian Schrems, che ha contestato dinanzi ai giudici austriaci il trattamento, a suo avviso illecito, dei suoi dati personali relativi al suo orientamento sessuale, da parte della Meta Platforms Ireland.
In particolare – sottolinea la Corte Ue in una nota – il fatto che il sig. Maximilian Schrems si sia espresso sul suo orientamento sessuale in occasione di una tavola rotonda pubblica (quindi fuori dalla piattaforma) “non autorizza il gestore di una piattaforma di social network online a trattare altri dati relativi al suo orientamento sessuale ottenuti, se del caso, al di fuori di tale piattaforma, al fine di aggregarli e analizzarli per proporgli della pubblicità personalizzata“.
Facebook e pubblicità mirata, la sentenza della Corte Ue
Meta Platforms – spiega la Corte Ue – raccoglie dati personali degli utenti di Facebook relativi alle loro attività tanto sul social network quanto al di fuori di esso. Si tratta, in particolare, di dati relativi alla consultazione della piattaforma online, di pagine internet e di applicazioni di terzi. E lo fa utilizzando “cookie”, “social plugin” e “pixel” inseriti sulle pagine internet interessate.
In merito alla controversia tra Meta e Schrems, quindi, la Corte Ue ha stabilito che i dati personali di un un utente, raccolti dal gestore di un social network sia su tale piattaforma che al di fuori di essa, non possono essere “aggregati, analizzati ed elaborati ai fini di pubblicità mirata, senza limitazione temporale e senza distinzione basata sulla natura di tali dati”.
“Il fatto che una persona abbia reso manifestamente pubblico un dato riguardante il suo orientamento sessuale – precisa la Corte – comporta che tale dato possa essere oggetto di trattamento, nel rispetto delle disposizioni del RGPD. Tuttavia, tale circostanza non autorizza, di per sé, il trattamento di altri dati personali relativi all’orientamento sessuale di tale persona“.
Pubblicità mirata, Corte Ue: un social non può conservare i dati personali senza limiti temporali.
La Corte di giustizia dell’Ue ha stabilito che un social network, come Facebook, non può utilizzare l’insieme dei dati personali raccolti a fini di pubblicità mirata, senza limitazione temporale e senza distinzione basata sulla natura di tali dati.
Un social network come Facebook non può utilizzare l’insieme dei dati personali ottenuti a fini di pubblicità mirata, senza limitazione temporale e senza distinzione basata sulla natura di tali dati.
Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Ue, nell’ambito di una controversia tra Meta e l’attivista Maximilian Schrems, che ha contestato dinanzi ai giudici austriaci il trattamento, a suo avviso illecito, dei suoi dati personali relativi al suo orientamento sessuale, da parte della Meta Platforms Ireland.
In particolare – sottolinea la Corte Ue in una nota – il fatto che il sig. Maximilian Schrems si sia espresso sul suo orientamento sessuale in occasione di una tavola rotonda pubblica (quindi fuori dalla piattaforma) “non autorizza il gestore di una piattaforma di social network online a trattare altri dati relativi al suo orientamento sessuale ottenuti, se del caso, al di fuori di tale piattaforma, al fine di aggregarli e analizzarli per proporgli della pubblicità personalizzata“.
Facebook e pubblicità mirata, la sentenza della Corte Ue
Meta Platforms – spiega la Corte Ue – raccoglie dati personali degli utenti di Facebook relativi alle loro attività tanto sul social network quanto al di fuori di esso. Si tratta, in particolare, di dati relativi alla consultazione della piattaforma online, di pagine internet e di applicazioni di terzi. E lo fa utilizzando “cookie”, “social plugin” e “pixel” inseriti sulle pagine internet interessate.
In merito alla controversia tra Meta e Schrems, quindi, la Corte Ue ha stabilito che i dati personali di un un utente, raccolti dal gestore di un social network sia su tale piattaforma che al di fuori di essa, non possono essere “aggregati, analizzati ed elaborati ai fini di pubblicità mirata, senza limitazione temporale e senza distinzione basata sulla natura di tali dati”.
“Il fatto che una persona abbia reso manifestamente pubblico un dato riguardante il suo orientamento sessuale – precisa la Corte – comporta che tale dato possa essere oggetto di trattamento, nel rispetto delle disposizioni del RGPD. Tuttavia, tale circostanza non autorizza, di per sé, il trattamento di altri dati personali relativi all’orientamento sessuale di tale persona“.
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Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Obblighi vaccinali pediatrici: al via il referendum per abrogarli.
United Lawyers for Freedom – ALI Avvocati Liberi (20 nov. 2024)
Referendum popolare per l'abrogazione degli obblighi vaccinali pediatrici e delle relative sanzioni: in Gazzetta i quattro quesiti referendari.
Pubblicati in Gazzetta Ufficiale n. 268 del 15 novembre 2024 i quattro quesiti referendari con i quali viene chiesta l'abrogazione degli obblighi vaccinali pediatrici e le odiose sanzioni pecuniarie e scolastiche che trasformano ciò che dovrebbe essere una scelta di salute consapevole in un rischio troppo elevato per i bambini da cui i genitori non possono sottrarsi.
Un'iniziativa che viene dal basso
L'iniziativa è promossa da un gruppo di cittadini che ha inteso reagire con metodo democratico all'immobilismo della politica e al disinteresse -o al diverso interesse- del Legislatore su esigenze sanitarie e sulla stessa volontà popolare contraria alle disposizioni oggetto di quesito referendario manifestata con un disegno di legge di iniziativa popolare rimasto chiuso nel cassetto dal 2018 (cfr. G.U. 27 giugno 2018, serie generale, numero 147 pag. 60) e da un nuovo disegno di legge di iniziativa popolare in corso di presentazione da parte di numerose associazioni della società civile.
Si tratta dunque di una iniziativa proveniente dal basso, dalla base, promossa da semplici cittadini hanno e troveranno il supporto nel cammino verso le urne da centinaia di associazioni, comitati e persone virtuose dedicate alla correzione del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73 recante "Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie relative alla somministrazione di farmaci" (c.d. decreto Lorenzin) che oltre sette anni fa introduceva l'obbligo vaccinale per dodici antigeni - ridotti a dieci con la legge di conversione 31 luglio 2017, n. 119 - da somministrare per l'età pediatrica e per l'adolescenza, abrogando tutta la precedente disciplina che ne prevedeva solo quattro.
N.B.: >> Cionondimeno, gli obblighi per i quattro vaccini obbligatori esistenti in quel momento non solo non venivano abbandonati ma, al contrario, con il decreto legge n. 73/2017 ne venivano aggiunti altri sei.
I quattro quesiti
In sintesi, ecco cosa prevedono i quattro quesiti:
Quesito 1 = abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono l'obbligo di vaccinazione e quella relativa alle sanzioni connesse all'inadempimento vaccinale.
Quesito 2 = abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono l'obbligo di vaccinazione quale requisito di accesso alle scuole dell'infanzia.
Quesito 3 = abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono la somministrazione di vaccinazioni con formulazioni combinate e parzialmente combinate e nella parte in cui subordinano la vaccinazione monovalente alla disponibilità del SSN.
Quesito 4 = abrogazione delle disposizioni che prevedono la vaccinazione obbligatoria con farmaci non immunizzanti dalla malattia o non pericolose se contratte dai bambini.
PS: Leggete il tutto dall'allegato per comprendere meglio i motivi.
United Lawyers for Freedom – ALI Avvocati Liberi (20 nov. 2024)
Referendum popolare per l'abrogazione degli obblighi vaccinali pediatrici e delle relative sanzioni: in Gazzetta i quattro quesiti referendari.
Pubblicati in Gazzetta Ufficiale n. 268 del 15 novembre 2024 i quattro quesiti referendari con i quali viene chiesta l'abrogazione degli obblighi vaccinali pediatrici e le odiose sanzioni pecuniarie e scolastiche che trasformano ciò che dovrebbe essere una scelta di salute consapevole in un rischio troppo elevato per i bambini da cui i genitori non possono sottrarsi.
Un'iniziativa che viene dal basso
L'iniziativa è promossa da un gruppo di cittadini che ha inteso reagire con metodo democratico all'immobilismo della politica e al disinteresse -o al diverso interesse- del Legislatore su esigenze sanitarie e sulla stessa volontà popolare contraria alle disposizioni oggetto di quesito referendario manifestata con un disegno di legge di iniziativa popolare rimasto chiuso nel cassetto dal 2018 (cfr. G.U. 27 giugno 2018, serie generale, numero 147 pag. 60) e da un nuovo disegno di legge di iniziativa popolare in corso di presentazione da parte di numerose associazioni della società civile.
Si tratta dunque di una iniziativa proveniente dal basso, dalla base, promossa da semplici cittadini hanno e troveranno il supporto nel cammino verso le urne da centinaia di associazioni, comitati e persone virtuose dedicate alla correzione del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73 recante "Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie relative alla somministrazione di farmaci" (c.d. decreto Lorenzin) che oltre sette anni fa introduceva l'obbligo vaccinale per dodici antigeni - ridotti a dieci con la legge di conversione 31 luglio 2017, n. 119 - da somministrare per l'età pediatrica e per l'adolescenza, abrogando tutta la precedente disciplina che ne prevedeva solo quattro.
N.B.: >> Cionondimeno, gli obblighi per i quattro vaccini obbligatori esistenti in quel momento non solo non venivano abbandonati ma, al contrario, con il decreto legge n. 73/2017 ne venivano aggiunti altri sei.
I quattro quesiti
In sintesi, ecco cosa prevedono i quattro quesiti:
Quesito 1 = abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono l'obbligo di vaccinazione e quella relativa alle sanzioni connesse all'inadempimento vaccinale.
Quesito 2 = abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono l'obbligo di vaccinazione quale requisito di accesso alle scuole dell'infanzia.
Quesito 3 = abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono la somministrazione di vaccinazioni con formulazioni combinate e parzialmente combinate e nella parte in cui subordinano la vaccinazione monovalente alla disponibilità del SSN.
Quesito 4 = abrogazione delle disposizioni che prevedono la vaccinazione obbligatoria con farmaci non immunizzanti dalla malattia o non pericolose se contratte dai bambini.
PS: Leggete il tutto dall'allegato per comprendere meglio i motivi.
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Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Bonifici istantanei, ecco cosa cambia dal 9 gennaio 2025
Dal 9 gennaio 2025 tutte le banche dell’area euro dovranno garantire che i conti di pagamento su cui è possibile ricevere bonifici ordinari in euro siano abilitati alla ricezione di bonifici istantanei in euro.
L’ammodernamento e la crescita della competitività dei servizi di pagamento europei, diventa obbligatorio per tutte le banche dell’area euro che offrono il servizio di bonifico ordinario in euro ai propri clienti, accettare i bonifici istantanei in euro. Inoltre, le commissioni applicate sui bonifici istantanei non potranno superare quelle applicate, per il medesimo canale, sui bonifici non istantanei. È quanto comunica l’ABI, Associazione bancaria italiana.
Cos’è il bonifico istantaneo?
Il bonifico istantaneo è un servizio di pagamento con cui è possibile trasferire denaro tra conti di pagamento in meno di 10 secondi, 24 ore su 24, sette giorni su sette, con disponibilità immediata dei fondi.
Cosa cambia dal 9 gennaio del 2025?
Tutte le banche dell’area euro dovranno garantire che i conti di pagamento su cui è possibile ricevere bonifici ordinari in euro siano abilitati anche alla ricezione di bonifici istantanei in euro.
Inoltre, come stabilito dal legislatore europeo, le commissioni per i bonifici istantanei in euro non potranno superare quelle previste per i bonifici ordinari corrispondenti, disposti utilizzando il medesimo canale dispositivo.
Quali saranno i passi successivi?
Dal 9 ottobre 2025 sarà possibile eseguire bonifici istantanei in euro da tutti i conti di pagamento e mediante tutti i canali dispositivi attraverso cui è possibile disporre bonifici ordinari in euro: ad esempio tramite home banking, mobile banking, sportelli automatici, terminali self-service, filiali o telefono.
Inoltre, per prevenire eventuali casi di errore o di frode che potrebbero comportare l’invio di un bonifico – istantaneo e non – a un beneficiario errato, sarà attivato il servizio di verifica del beneficiario. In pratica, i clienti avranno a disposizione – in tutti i canali dispositivi in cui è possibile eseguire bonifici – un servizio per verificare se il conto di pagamento del beneficiario, identificato univocamente tramite il codice IBAN corrisponde o meno al beneficiario a cui sono destinati i fondi. Questo servizio sarà gratuito e i PSP dovranno offrirlo obbligatoriamente ai consumatori, mentre le imprese e le microimprese potranno rinunciarvi.
Dal 9 gennaio 2025 tutte le banche dell’area euro dovranno garantire che i conti di pagamento su cui è possibile ricevere bonifici ordinari in euro siano abilitati alla ricezione di bonifici istantanei in euro.
L’ammodernamento e la crescita della competitività dei servizi di pagamento europei, diventa obbligatorio per tutte le banche dell’area euro che offrono il servizio di bonifico ordinario in euro ai propri clienti, accettare i bonifici istantanei in euro. Inoltre, le commissioni applicate sui bonifici istantanei non potranno superare quelle applicate, per il medesimo canale, sui bonifici non istantanei. È quanto comunica l’ABI, Associazione bancaria italiana.
Cos’è il bonifico istantaneo?
Il bonifico istantaneo è un servizio di pagamento con cui è possibile trasferire denaro tra conti di pagamento in meno di 10 secondi, 24 ore su 24, sette giorni su sette, con disponibilità immediata dei fondi.
Cosa cambia dal 9 gennaio del 2025?
Tutte le banche dell’area euro dovranno garantire che i conti di pagamento su cui è possibile ricevere bonifici ordinari in euro siano abilitati anche alla ricezione di bonifici istantanei in euro.
Inoltre, come stabilito dal legislatore europeo, le commissioni per i bonifici istantanei in euro non potranno superare quelle previste per i bonifici ordinari corrispondenti, disposti utilizzando il medesimo canale dispositivo.
Quali saranno i passi successivi?
Dal 9 ottobre 2025 sarà possibile eseguire bonifici istantanei in euro da tutti i conti di pagamento e mediante tutti i canali dispositivi attraverso cui è possibile disporre bonifici ordinari in euro: ad esempio tramite home banking, mobile banking, sportelli automatici, terminali self-service, filiali o telefono.
Inoltre, per prevenire eventuali casi di errore o di frode che potrebbero comportare l’invio di un bonifico – istantaneo e non – a un beneficiario errato, sarà attivato il servizio di verifica del beneficiario. In pratica, i clienti avranno a disposizione – in tutti i canali dispositivi in cui è possibile eseguire bonifici – un servizio per verificare se il conto di pagamento del beneficiario, identificato univocamente tramite il codice IBAN corrisponde o meno al beneficiario a cui sono destinati i fondi. Questo servizio sarà gratuito e i PSP dovranno offrirlo obbligatoriamente ai consumatori, mentre le imprese e le microimprese potranno rinunciarvi.
Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
12 Novembre 2024
Bolletta insoluta: recupero del credito e iscrizione nel registro SI.Mo.I.Tel. acronimo per Sistema Informativo sulle Morosità Intenzionali nel settore Telefonico
Cosa succede se non si salda la fattura di una compagnia telefonica?
I consumatori, nonostante le segnalazioni e i reclami, non sempre riescono a risolvere i problemi sorti con i colossi delle compagni telefoniche. Ragion per cui, in attesa di un riscontro risolutivo, lasciano le fatture insolute. La compagnia telefonica, spesso, piuttosto che risolvere la problematica contestata, affida il recupero del credito a delle società di recupero crediti che, rivendicano la somma con tecniche intimidatorie, volte ad ottenere il saldo della fattura.
Cosa rischio se non pago la bolletta del telefono
Tra i tormenti ricorrenti dei consumatori c'è, senza dubbio, quella di essere iscritti nelle banche dati dei morosi intenzionali, con conseguente pregiudizio per l'eventuale accesso al credito. Preoccupazione che solitamente induce il consumatore a pagare le fatture, che spesso, non sono dovute. E' fondamentale avere la consapevolezza che, il mancato pagamento di una fattura o di più fatture, non comporta, in alcun modo, l'iscrizione al CRIF. Eventualmente, si può rischiare la semplice iscrizione al SI.Mo.I.Tel, ossia un registro tenuto dalle compagnie telefoniche, finalizzato allo scambio di informazioni sulle morosità intenzionali.
Che cos'è il CRIF
Il CRIF (Centrale Rischi Finanziari) è una banca dati tenuta dalla Banca d'Italia che contiene i nominativi delle persone insolventi di mutui e prestiti. Per poter essere segnalati al CRIF è necessario che il cliente non provveda al saldo di una o più rate di un prestito o di un finanziamento. Pertanto non è possibile segnalare al CRIF un consumatore che non provvede al saldo della fatture telefoniche! Il CRIF e il SI.Mo.I.Tel, infatti, sono due banche dati distinte e i dati contenuti nei rispettivi elenchi sono riservati.
Che cos'è il SI.Mo.I.Tel
SI.Mo.I.Tel è la banca dati condivisa tra gli operatori di telefonia fissa e mobile, che contiene informazioni sulle morosità intenzionali, ovvero i mancati pagamenti delle fatture non dovuti a circostanze impreviste e contingenti, ma ad una precisa volontà del titolare dell'utenza. La banca dati è stata istituita con Provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali n. 523 dell'8 ottobre 2015, che ne determina i limiti e le modalità di trattamento dei dati. Attualmente hanno aderito al SI.Mo.I.Tel gli operatori: Vodafone, Telecom, Fastweb, WindTre, Tiscali e British Telecom. Se si viene iscritti al registro si rischia, semplicemente, di vedersi respinta una richiesta di attivazione di nuova linea.
Conclusioni
Concludendo si precisa che, se non paghi una o più bollette telefoniche:
1. Non rischi di vedere pregiudicata la tua reputazione creditizia, tantomeno di vederti respingere una richiesta di finanziamento o mutuo;
2. Rischi solo di non poter attivare una nuova utenza telefonica intestata a tuo nome.
N.B.: SIMOITEL è la banca dati condivisa tra gli operatori di telefonia fissa e mobile, che contiene informazioni sulle morosità intenzionali, ovvero i mancati pagamenti delle fatture non dovuti a circostanze impreviste e contingenti, ma ad una precisa volontà del titolare dell’utenza.
Bolletta insoluta: recupero del credito e iscrizione nel registro SI.Mo.I.Tel. acronimo per Sistema Informativo sulle Morosità Intenzionali nel settore Telefonico
Cosa succede se non si salda la fattura di una compagnia telefonica?
I consumatori, nonostante le segnalazioni e i reclami, non sempre riescono a risolvere i problemi sorti con i colossi delle compagni telefoniche. Ragion per cui, in attesa di un riscontro risolutivo, lasciano le fatture insolute. La compagnia telefonica, spesso, piuttosto che risolvere la problematica contestata, affida il recupero del credito a delle società di recupero crediti che, rivendicano la somma con tecniche intimidatorie, volte ad ottenere il saldo della fattura.
Cosa rischio se non pago la bolletta del telefono
Tra i tormenti ricorrenti dei consumatori c'è, senza dubbio, quella di essere iscritti nelle banche dati dei morosi intenzionali, con conseguente pregiudizio per l'eventuale accesso al credito. Preoccupazione che solitamente induce il consumatore a pagare le fatture, che spesso, non sono dovute. E' fondamentale avere la consapevolezza che, il mancato pagamento di una fattura o di più fatture, non comporta, in alcun modo, l'iscrizione al CRIF. Eventualmente, si può rischiare la semplice iscrizione al SI.Mo.I.Tel, ossia un registro tenuto dalle compagnie telefoniche, finalizzato allo scambio di informazioni sulle morosità intenzionali.
Che cos'è il CRIF
Il CRIF (Centrale Rischi Finanziari) è una banca dati tenuta dalla Banca d'Italia che contiene i nominativi delle persone insolventi di mutui e prestiti. Per poter essere segnalati al CRIF è necessario che il cliente non provveda al saldo di una o più rate di un prestito o di un finanziamento. Pertanto non è possibile segnalare al CRIF un consumatore che non provvede al saldo della fatture telefoniche! Il CRIF e il SI.Mo.I.Tel, infatti, sono due banche dati distinte e i dati contenuti nei rispettivi elenchi sono riservati.
Che cos'è il SI.Mo.I.Tel
SI.Mo.I.Tel è la banca dati condivisa tra gli operatori di telefonia fissa e mobile, che contiene informazioni sulle morosità intenzionali, ovvero i mancati pagamenti delle fatture non dovuti a circostanze impreviste e contingenti, ma ad una precisa volontà del titolare dell'utenza. La banca dati è stata istituita con Provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali n. 523 dell'8 ottobre 2015, che ne determina i limiti e le modalità di trattamento dei dati. Attualmente hanno aderito al SI.Mo.I.Tel gli operatori: Vodafone, Telecom, Fastweb, WindTre, Tiscali e British Telecom. Se si viene iscritti al registro si rischia, semplicemente, di vedersi respinta una richiesta di attivazione di nuova linea.
Conclusioni
Concludendo si precisa che, se non paghi una o più bollette telefoniche:
1. Non rischi di vedere pregiudicata la tua reputazione creditizia, tantomeno di vederti respingere una richiesta di finanziamento o mutuo;
2. Rischi solo di non poter attivare una nuova utenza telefonica intestata a tuo nome.
N.B.: SIMOITEL è la banca dati condivisa tra gli operatori di telefonia fissa e mobile, che contiene informazioni sulle morosità intenzionali, ovvero i mancati pagamenti delle fatture non dovuti a circostanze impreviste e contingenti, ma ad una precisa volontà del titolare dell’utenza.
Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Truffe Telefoniche: si aggiornano i prefissi a cui non rispondere
Il costante aumento di truffe telefoniche e l’implementazione, da parte dei criminali, di sofisticate tecnologie ha richiesto un aggiornamento delle tecniche di difesa. Inoltre, sono anche emersi nuovi prefissi a cui è importantissimo non rispondere. Con “non rispondere” ci si riferisce sia a una chiamata in arrivo che a un messaggio di testo ricevuto tramite SMS o WhatsApp.
Vediamo quindi tutti i prefissi internazionali che potrebbero nascondere una pericolosa truffa o un insidioso raggiro, aggiornati al 18 dicembre 2024.
Per ognuno abbiamo anche indicato per cosa è stato sfruttato in base al maggior numero di segnalazioni arrivate ai vari enti di protezione degli utenti:
• +44 (Regno Unito): Spesso usato per truffe di supporto tecnico
• +60 (Malesia): Associato a truffe di dating online
• +62 (Indonesia): Utilizzato per truffe di phishing e-commerce
• +84 (Vietnam): Coinvolto in truffe di criptovalute
• +91 (India): Spesso usato per truffe di supporto tecnico
• +92 (Pakistan): Associato a truffe di falsi premi
• +216 (Tunisia): Utilizzato per truffe Wangiri
• +223 (Mali): Coinvolto in truffe di finte emergenze
• +254 (Kenya): Usato per truffe di falsi investimenti
• +351 (Portogallo): Associato a truffe di phishing bancario
• +370 (Lituania): Utilizzato per truffe di falsi concorsi
• +371 (Lettonia): Coinvolto in truffe Wangiri
• +373 (Moldavia): Usato per truffe di finte offerte di lavoro
• +375 (Bielorussia): Associato a truffe di phishing e-commerce
• +381 (Serbia): Utilizzato per truffe di supporto tecnico
• +383 (Kosovo): Coinvolto in truffe di falsi premi
• +563 (Valparaíso, Cile): Usato per truffe di dating online
Consigli per proteggersi
Tra i tanti consigli per proteggersi dalle truffe telefoniche il più importante è sicuramente quello di non rispondere a numeri sconosciuti, che si tratti di chiamate o messaggi, soprattutto se con prefissi internazionali. Un altro consiglio importante è quello di attivare filtri anti-spam sul proprio smartphone, disponibile nativamente nel dialer di Google.
Inoltre, è sempre fondamentale ricordarsi di non richiamare mai numeri sconosciuti, specialmente quelli che arrivano dall’estero. In questi casi è sempre bene segnalare e bloccare queste numerazioni sia tramite telefono che App di messaggistica.
Infine, è buona abitudine non fornire mai informazioni bancarie o personali al telefono, sia che si tratti di una chiamata che di un messaggio. La prudenza è fondamentale e risulta sempre la prima arma vincente contro le truffe telefoniche. In caso di dubbi, meglio non rispondere e denunciare il numero alle autorità competenti.
Il costante aumento di truffe telefoniche e l’implementazione, da parte dei criminali, di sofisticate tecnologie ha richiesto un aggiornamento delle tecniche di difesa. Inoltre, sono anche emersi nuovi prefissi a cui è importantissimo non rispondere. Con “non rispondere” ci si riferisce sia a una chiamata in arrivo che a un messaggio di testo ricevuto tramite SMS o WhatsApp.
Vediamo quindi tutti i prefissi internazionali che potrebbero nascondere una pericolosa truffa o un insidioso raggiro, aggiornati al 18 dicembre 2024.
Per ognuno abbiamo anche indicato per cosa è stato sfruttato in base al maggior numero di segnalazioni arrivate ai vari enti di protezione degli utenti:
• +44 (Regno Unito): Spesso usato per truffe di supporto tecnico
• +60 (Malesia): Associato a truffe di dating online
• +62 (Indonesia): Utilizzato per truffe di phishing e-commerce
• +84 (Vietnam): Coinvolto in truffe di criptovalute
• +91 (India): Spesso usato per truffe di supporto tecnico
• +92 (Pakistan): Associato a truffe di falsi premi
• +216 (Tunisia): Utilizzato per truffe Wangiri
• +223 (Mali): Coinvolto in truffe di finte emergenze
• +254 (Kenya): Usato per truffe di falsi investimenti
• +351 (Portogallo): Associato a truffe di phishing bancario
• +370 (Lituania): Utilizzato per truffe di falsi concorsi
• +371 (Lettonia): Coinvolto in truffe Wangiri
• +373 (Moldavia): Usato per truffe di finte offerte di lavoro
• +375 (Bielorussia): Associato a truffe di phishing e-commerce
• +381 (Serbia): Utilizzato per truffe di supporto tecnico
• +383 (Kosovo): Coinvolto in truffe di falsi premi
• +563 (Valparaíso, Cile): Usato per truffe di dating online
Consigli per proteggersi
Tra i tanti consigli per proteggersi dalle truffe telefoniche il più importante è sicuramente quello di non rispondere a numeri sconosciuti, che si tratti di chiamate o messaggi, soprattutto se con prefissi internazionali. Un altro consiglio importante è quello di attivare filtri anti-spam sul proprio smartphone, disponibile nativamente nel dialer di Google.
Inoltre, è sempre fondamentale ricordarsi di non richiamare mai numeri sconosciuti, specialmente quelli che arrivano dall’estero. In questi casi è sempre bene segnalare e bloccare queste numerazioni sia tramite telefono che App di messaggistica.
Infine, è buona abitudine non fornire mai informazioni bancarie o personali al telefono, sia che si tratti di una chiamata che di un messaggio. La prudenza è fondamentale e risulta sempre la prima arma vincente contro le truffe telefoniche. In caso di dubbi, meglio non rispondere e denunciare il numero alle autorità competenti.
Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Bonifici istantanei, da oggi stop agli extra costi
Da oggi entrano in vigore le disposizioni europee che obbligano gli istituti di credito a equiparare i costi dei bonifici istantanei a quelli dei bonifici ordinari.
Dal 9 gennaio 2025, come previsto dal Regolamento europeo sui bonifici istantanei, diventa infatti obbligatorio per tutte le banche dell’area euro che offrono il servizio di bonifico ordinario in euro ai propri clienti, accettare i bonifici istantanei in euro. Inoltre, le commissioni applicate sui bonifici istantanei non potranno superare quelle applicate, per il medesimo canale, sui bonifici non istantanei.
Cos’è il bonifico istantaneo?
E’ un servizio di pagamento con cui è possibile trasferire denaro tra conti di pagamento in meno di 10 secondi, 24 ore su 24, sette giorni su sette, con disponibilità immediata dei fondi. Da oggi tutte le banche dell’area euro dovranno garantire che i conti di pagamento su cui è possibile ricevere bonifici ordinari in euro siano abilitati anche alla ricezione di bonifici istantanei in euro.
Inoltre, come stabilito dal legislatore europeo, le commissioni per i bonifici istantanei in euro non potranno superare quelle previste per i bonifici ordinari corrispondenti, disposti utilizzando il medesimo canale dispositivo. Sarà dunque possibile eseguire bonifici istantanei in euro da tutti i conti di pagamento e mediante tutti i canali dispositivi attraverso cui è possibile disporre boni¬fici ordinari in euro: ad esempio tramite home banking, mobile banking, sportelli automatici, terminali self-service, filiali o telefono.
Da oggi dunque entrano in vigore le disposizioni europee che obbligano gli istituti di credito a equiparare i costi dei bonifici istantanei a quelli dei bonifici ordinari. Grazie al Regolamento Ue 886/2024 dal 9 gennaio 2025, spariscono gli extra-costi per inviare e ricevere bonifici istantanei, applicati da banche e Payment Service Provider.
Da oggi entrano in vigore le disposizioni europee che obbligano gli istituti di credito a equiparare i costi dei bonifici istantanei a quelli dei bonifici ordinari.
Dal 9 gennaio 2025, come previsto dal Regolamento europeo sui bonifici istantanei, diventa infatti obbligatorio per tutte le banche dell’area euro che offrono il servizio di bonifico ordinario in euro ai propri clienti, accettare i bonifici istantanei in euro. Inoltre, le commissioni applicate sui bonifici istantanei non potranno superare quelle applicate, per il medesimo canale, sui bonifici non istantanei.
Cos’è il bonifico istantaneo?
E’ un servizio di pagamento con cui è possibile trasferire denaro tra conti di pagamento in meno di 10 secondi, 24 ore su 24, sette giorni su sette, con disponibilità immediata dei fondi. Da oggi tutte le banche dell’area euro dovranno garantire che i conti di pagamento su cui è possibile ricevere bonifici ordinari in euro siano abilitati anche alla ricezione di bonifici istantanei in euro.
Inoltre, come stabilito dal legislatore europeo, le commissioni per i bonifici istantanei in euro non potranno superare quelle previste per i bonifici ordinari corrispondenti, disposti utilizzando il medesimo canale dispositivo. Sarà dunque possibile eseguire bonifici istantanei in euro da tutti i conti di pagamento e mediante tutti i canali dispositivi attraverso cui è possibile disporre boni¬fici ordinari in euro: ad esempio tramite home banking, mobile banking, sportelli automatici, terminali self-service, filiali o telefono.
Da oggi dunque entrano in vigore le disposizioni europee che obbligano gli istituti di credito a equiparare i costi dei bonifici istantanei a quelli dei bonifici ordinari. Grazie al Regolamento Ue 886/2024 dal 9 gennaio 2025, spariscono gli extra-costi per inviare e ricevere bonifici istantanei, applicati da banche e Payment Service Provider.
Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Servizi di intermediazione immobiliare, la sentenza della Corte Ue sul tetto massimo per le provvigioni
Secondo quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Ue, il diritto dell’Unione non osta all’imposizione di un tetto massimo per le provvigioni delle agenzie immobiliari in misura pari al 4 % del prezzo di vendita o di locazione.
Notizia del 27 Febbraio 2025
Per quanto riguarda i servizi di intermediazione immobiliare il diritto dell’Unione non osta all’imposizione di un tetto massimo per le provvigioni delle agenzie immobiliari in misura pari al 4 % del prezzo di vendita o di locazione: è quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Ue, interpellata dalla Corte costituzionale slovena.
Servizi di intermediazione immobiliare, la vicenda
Come si legge in una nota della Corte Ue (in basso allegata), la Corte costituzionale slovena ha esaminato la costituzionalità della legge sui servizi di intermediazione immobiliare.
“Tale legge – spiega la Corte – limita la provvigione applicata per detti servizi in caso di acquisto, di vendita o di locazione di un bene immobile. Per quanto riguarda l’acquisto o la vendita, la provvigione non può eccedere il 4 % del prezzo contrattuale. Quanto alla locazione, il tetto massimo è pari al 4 % dell’importo risultante dalla moltiplicazione del canone di locazione mensile per il numero di mesi per i quali l’immobile viene locato. Un contratto di intermediazione che contravvenga alla suddetta limitazione delle provvigioni è considerato nullo“.
Dubitando della conformità di tale misura al diritto dell’Unione, la Corte costituzionale slovena ha adito la Corte di giustizia.
“I suoi dubbi – si legge – si riferiscono alla fissazione di un tetto massimo applicata ai servizi di intermediazione relativi ad un edificio residenziale unifamiliare, ad un appartamento o ad un’unità abitativa, acquistati o presi in locazione da una persona fisica”.
La sentenza della Corte Ue
Nella sua sentenza, la Corte ricorda che “una misura come quella prevista dalla legge slovena può essere ammessa se: non è discriminatoria; è giustificata da un motivo imperativo di interesse generale e, infine, è proporzionata. La limitazione delle provvigioni non sembra discriminatoria, in quanto si applica indipendentemente dal luogo della sede della società immobiliare interessata”.
“Quanto alla giustificazione – prosegue la Corte Ue – la fissazione di un tetto massimo appare idonea a promuovere l’accessibilità di alloggi adeguati a prezzi ragionevoli, dato che l’importo della provvigione è probabilmente ripercosso sul prezzo di vendita o sul canone di locazione. Ciò è particolarmente importante nei confronti delle persone vulnerabili, ossia i giovani, gli studenti, nonché le persone anziane. Tale misura può anche contribuire alla protezione dei consumatori, rafforzando la trasparenza dei prezzi e impedendo l’applicazione di tariffe eccessive”.
Spetterà, dunque, alla Corte costituzionale slovena verificare se la limitazione delle provvigioni sia necessaria per raggiungere gli obiettivi sopra menzionati e se non vi siano misure meno restrittive che permettano di ottenere il medesimo stato.
A questo proposito – precisa ancora la Corte Ue – “essa sarà tenuta ad esaminare, tra l’altro, se il legislatore nazionale avrebbe potuto mettere in atto una misura specificamente mirata sui consumatori vulnerabili e se il compenso per i servizi di intermediazione immobiliare permetta alle società che li forniscono di coprire le proprie spese e di realizzare un utile ragionevole”.
Allego:
COMUNICATO STAMPA n. 21/25
Lussemburgo, 27 febbraio 2025
Sentenza della Corte nella causa C-674/23
Secondo quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Ue, il diritto dell’Unione non osta all’imposizione di un tetto massimo per le provvigioni delle agenzie immobiliari in misura pari al 4 % del prezzo di vendita o di locazione.
Notizia del 27 Febbraio 2025
Per quanto riguarda i servizi di intermediazione immobiliare il diritto dell’Unione non osta all’imposizione di un tetto massimo per le provvigioni delle agenzie immobiliari in misura pari al 4 % del prezzo di vendita o di locazione: è quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Ue, interpellata dalla Corte costituzionale slovena.
Servizi di intermediazione immobiliare, la vicenda
Come si legge in una nota della Corte Ue (in basso allegata), la Corte costituzionale slovena ha esaminato la costituzionalità della legge sui servizi di intermediazione immobiliare.
“Tale legge – spiega la Corte – limita la provvigione applicata per detti servizi in caso di acquisto, di vendita o di locazione di un bene immobile. Per quanto riguarda l’acquisto o la vendita, la provvigione non può eccedere il 4 % del prezzo contrattuale. Quanto alla locazione, il tetto massimo è pari al 4 % dell’importo risultante dalla moltiplicazione del canone di locazione mensile per il numero di mesi per i quali l’immobile viene locato. Un contratto di intermediazione che contravvenga alla suddetta limitazione delle provvigioni è considerato nullo“.
Dubitando della conformità di tale misura al diritto dell’Unione, la Corte costituzionale slovena ha adito la Corte di giustizia.
“I suoi dubbi – si legge – si riferiscono alla fissazione di un tetto massimo applicata ai servizi di intermediazione relativi ad un edificio residenziale unifamiliare, ad un appartamento o ad un’unità abitativa, acquistati o presi in locazione da una persona fisica”.
La sentenza della Corte Ue
Nella sua sentenza, la Corte ricorda che “una misura come quella prevista dalla legge slovena può essere ammessa se: non è discriminatoria; è giustificata da un motivo imperativo di interesse generale e, infine, è proporzionata. La limitazione delle provvigioni non sembra discriminatoria, in quanto si applica indipendentemente dal luogo della sede della società immobiliare interessata”.
“Quanto alla giustificazione – prosegue la Corte Ue – la fissazione di un tetto massimo appare idonea a promuovere l’accessibilità di alloggi adeguati a prezzi ragionevoli, dato che l’importo della provvigione è probabilmente ripercosso sul prezzo di vendita o sul canone di locazione. Ciò è particolarmente importante nei confronti delle persone vulnerabili, ossia i giovani, gli studenti, nonché le persone anziane. Tale misura può anche contribuire alla protezione dei consumatori, rafforzando la trasparenza dei prezzi e impedendo l’applicazione di tariffe eccessive”.
Spetterà, dunque, alla Corte costituzionale slovena verificare se la limitazione delle provvigioni sia necessaria per raggiungere gli obiettivi sopra menzionati e se non vi siano misure meno restrittive che permettano di ottenere il medesimo stato.
A questo proposito – precisa ancora la Corte Ue – “essa sarà tenuta ad esaminare, tra l’altro, se il legislatore nazionale avrebbe potuto mettere in atto una misura specificamente mirata sui consumatori vulnerabili e se il compenso per i servizi di intermediazione immobiliare permetta alle società che li forniscono di coprire le proprie spese e di realizzare un utile ragionevole”.
Allego:
COMUNICATO STAMPA n. 21/25
Lussemburgo, 27 febbraio 2025
Sentenza della Corte nella causa C-674/23
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Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Agenzia delle Entrate, al via il codice fiscale “sprint” per i neonati.
Parte un nuovo servizio online che taglia i tempi di attesa per richiedere il codice fiscale per i neonati. La richiesta si potrà fare sul sito dell’Agenzia-
Notizia del 07 Marzo 2025
Arriva il codice fiscale “sprint” per i neonati, con un nuovo servizio online che permette di fare la richiesta sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Da oggi, annuncia l’Agenzia, è più facile e immediato ottenere il codice fiscale per i neonati, se il Comune di residenza non lo ha comunicato ai genitori. Questi ultimi, infatti, possono richiederlo direttamente online sul sito dell’Agenzia, attraverso un nuovo servizio in area riservata che consente di inserire i dati della bambina o del bambino e ricevere il documento in digitale. Non sarà, quindi, più necessario recarsi fisicamente presso un ufficio delle Entrate per avere il codice fiscale del neonato, con il quale, tra l’altro, può essere effettuata la scelta del pediatra.
Ci sono novità anche per chi desidera richiedere il duplicato della tessera sanitaria, per esempio perché l’ha smarrita o non l’ha ricevuta. Dopo essersi autenticati sul sito dell’Agenzia è ora possibile non solo visualizzare e stampare la copia dell’ultima tessera valida, ma anche chiederne la riemissione, verificando – ed eventualmente modificando – l’indirizzo di recapito, in modo da essere sicuri di riceverla.
Codice fiscale veloce per i neonati
Il nuovo servizio per la richiesta del certificato di codice fiscale è disponibile in area riservata sul sito dell’Agenzia: per accedere è quindi necessario avere Spid o in alternativa le credenziali Cie (Carta d’identità elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). La richiesta può essere fatta da uno dei due genitori così come dai loro eventuali rappresentanti (come per esempio i tutori).
Una volta entrati nell’applicativo, basta inserire i dati anagrafici della bambina o del bambino e allegare la copia dei documenti di nascita (certificato di nascita o dichiarazione di nascita resa presso l’ospedale). Non appena l’ufficio ha lavorato la richiesta, il sistema invia una email per avvisare che il certificato è disponibile online.
Tessera sanitaria, duplicato online
Diventa più semplice anche richiedere il duplicato della tessera sanitaria, a prescindere dalla tipologia (con o senza microchip). Grazie al nuovo servizio, disponibile in area riservata sul sito dell’Agenzia, è innanzitutto possibile visualizzare e stampare una copia dell’ultima tessera sanitaria attiva, chiedere la riemissione su supporto plastificato e anche verificare l’indirizzo al quale sarà spedita, che normalmente coincide con l’indirizzo di residenza registrato in Anagrafe tributaria. Qualora si volesse far recapitare la tessera presso un indirizzo diverso da quello di residenza, il servizio consente di indicare direttamente online un diverso recapito di spedizione.
Parte un nuovo servizio online che taglia i tempi di attesa per richiedere il codice fiscale per i neonati. La richiesta si potrà fare sul sito dell’Agenzia-
Notizia del 07 Marzo 2025
Arriva il codice fiscale “sprint” per i neonati, con un nuovo servizio online che permette di fare la richiesta sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Da oggi, annuncia l’Agenzia, è più facile e immediato ottenere il codice fiscale per i neonati, se il Comune di residenza non lo ha comunicato ai genitori. Questi ultimi, infatti, possono richiederlo direttamente online sul sito dell’Agenzia, attraverso un nuovo servizio in area riservata che consente di inserire i dati della bambina o del bambino e ricevere il documento in digitale. Non sarà, quindi, più necessario recarsi fisicamente presso un ufficio delle Entrate per avere il codice fiscale del neonato, con il quale, tra l’altro, può essere effettuata la scelta del pediatra.
Ci sono novità anche per chi desidera richiedere il duplicato della tessera sanitaria, per esempio perché l’ha smarrita o non l’ha ricevuta. Dopo essersi autenticati sul sito dell’Agenzia è ora possibile non solo visualizzare e stampare la copia dell’ultima tessera valida, ma anche chiederne la riemissione, verificando – ed eventualmente modificando – l’indirizzo di recapito, in modo da essere sicuri di riceverla.
Codice fiscale veloce per i neonati
Il nuovo servizio per la richiesta del certificato di codice fiscale è disponibile in area riservata sul sito dell’Agenzia: per accedere è quindi necessario avere Spid o in alternativa le credenziali Cie (Carta d’identità elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). La richiesta può essere fatta da uno dei due genitori così come dai loro eventuali rappresentanti (come per esempio i tutori).
Una volta entrati nell’applicativo, basta inserire i dati anagrafici della bambina o del bambino e allegare la copia dei documenti di nascita (certificato di nascita o dichiarazione di nascita resa presso l’ospedale). Non appena l’ufficio ha lavorato la richiesta, il sistema invia una email per avvisare che il certificato è disponibile online.
Tessera sanitaria, duplicato online
Diventa più semplice anche richiedere il duplicato della tessera sanitaria, a prescindere dalla tipologia (con o senza microchip). Grazie al nuovo servizio, disponibile in area riservata sul sito dell’Agenzia, è innanzitutto possibile visualizzare e stampare una copia dell’ultima tessera sanitaria attiva, chiedere la riemissione su supporto plastificato e anche verificare l’indirizzo al quale sarà spedita, che normalmente coincide con l’indirizzo di residenza registrato in Anagrafe tributaria. Qualora si volesse far recapitare la tessera presso un indirizzo diverso da quello di residenza, il servizio consente di indicare direttamente online un diverso recapito di spedizione.
Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Matera dalla Basilicata in Puglia? Il referendum si può fare: c’è l’ok della Corte Suprema di Cassazione
La Corte Suprema di Cassazione ha inviato tutte le procedure da seguire per redigere la domanda referendaria e ha individuato un delegato che seguirà l’iter amministrativo ritenendo legittima la richiesta presentata dagli ex parlamentari Corrado Danzi e Tito Di Maggio per il referendum sul passaggio di Matera dalla Basilicata alla Puglia.
All’origine della richiesta “le opportunità che la Puglia offre sul piano del dinamismo economico e dell’offerta dei servizi e di superare i limiti di subalternità e di autonomia decisionale in una Regione, la Basilicata, con due province dal peso amministrativo penalizzante (cento Comuni in provincia di Potenza, 31 in quella di Matera) che hanno favorito negli anni un accentramento di funzioni e servizi nel capoluogo di regione, impoverendo i territori e alimentando l’emigrazione penalizzando le potenzialità di Matera”.
https://www.quintopotere.it/matera-dall ... assazione/
Notizia pubblicata il 14 Marzo 2025
La Corte Suprema di Cassazione ha inviato tutte le procedure da seguire per redigere la domanda referendaria e ha individuato un delegato che seguirà l’iter amministrativo ritenendo legittima la richiesta presentata dagli ex parlamentari Corrado Danzi e Tito Di Maggio per il referendum sul passaggio di Matera dalla Basilicata alla Puglia.
All’origine della richiesta “le opportunità che la Puglia offre sul piano del dinamismo economico e dell’offerta dei servizi e di superare i limiti di subalternità e di autonomia decisionale in una Regione, la Basilicata, con due province dal peso amministrativo penalizzante (cento Comuni in provincia di Potenza, 31 in quella di Matera) che hanno favorito negli anni un accentramento di funzioni e servizi nel capoluogo di regione, impoverendo i territori e alimentando l’emigrazione penalizzando le potenzialità di Matera”.
https://www.quintopotere.it/matera-dall ... assazione/
Notizia pubblicata il 14 Marzo 2025
Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Approvate il 28 marzo le nuove norme su anagrafe, sicurezza e carte d'identità per i viaggi.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato una riforma che introduce importanti novità per passaporti e carte d’identità, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza e semplificare alcune procedure.
Passaporto: niente più rinnovo alla scadenza, novità anche per le nuove carte d'identità. Cosa cambia per i viaggiatori e cosa fare.
Dal 2025, i passaporti con microchip e dati biometrici (inclusi fotografia e impronte digitali) non saranno più rinnovabili, ma dovranno essere richiesti nuovamente alla scadenza come se fosse il primo documento.
Le carte d’identità, invece, potranno essere usate per viaggiare anche in alcuni Paesi extra-UE grazie a nuovi accordi bilaterali. Queste misure fanno parte del disegno di legge collegato alla Manovra 2025, in linea con le direttive europee sulla digitalizzazione dei documenti per semplificare i controlli di frontiera, favorire nuovi servizi digitali e a rafforzare la sicurezza, impedendo la falsificazione dei passaporti e riducendo i rischi di furti d’identità.
Cosa fare quando il passaporto scade
Alla scadenza del passaporto sarà necessario presentare una nuova richiesta di rilascio. L’intero procedimento dovrà essere seguito come per il primo rilascio, includendo la raccolta dei dati biometrici e il pagamento delle tariffe previste. Non sarà più possibile effettuare un semplice rinnovo, come avveniva in passato.
Nuove carte d’identità valide per l’espatrio
Le carte d’identità italiane diventano valide per l’espatrio anche verso Paesi extra-UE, grazie a nuovi accordi bilaterali. Questa modifica semplifica la mobilità e allinea l’Italia agli standard richiesti dalla Commissione Europea. In precedenza, le carte d’identità erano accettate solo nei Paesi dell’Unione Europea, mentre ora potranno essere utilizzate anche per destinazioni più lontane, come gli Stati Uniti o il Giappone.
Maggiore sicurezza contro il furto d’identità
L’introduzione dei passaporti digitali e delle carte d’identità elettroniche porta con sé nuove misure di sicurezza. Questi documenti sono progettati per essere più difficili da falsificare, riducendo il rischio di frodi e furti d’identità. Inoltre, in caso di smarrimento o furto del passaporto all’estero, il processo per ottenerne una copia sarà semplificato.
Sanzioni per viaggi senza documenti validi
Le sanzioni per chi viaggia senza un passaporto valido sono state riviste, con multe aggiornate in base all’inflazione. Alcune infrazioni minori sono state depenalizzate, con l’obiettivo di rendere la normativa più chiara ed equa.
Eliminazione del passaporto collettivo
Il passaporto collettivo, utilizzato per viaggi di gruppo con finalità culturali, sportive o turistiche, viene ufficialmente eliminato. Questo documento, valido solo per un singolo viaggio, non rispetta più gli standard europei e la sua abolizione rientra in un processo di semplificazione normativa sui documenti di viaggio.
Novità sull’Anagrafe degli italiani all’estero (AIRE)
Anche l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) viene aggiornata, con l’obiettivo di rendere più efficienti le procedure di registrazione. Le informazioni saranno ora integrate con l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), favorendo una gestione più centralizzata e semplificata. Inoltre, verrà ampliata la platea di cittadini che potranno iscriversi facoltativamente all’AIRE, migliorando l’accesso ai servizi consolari per i residenti all’estero.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato una riforma che introduce importanti novità per passaporti e carte d’identità, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza e semplificare alcune procedure.
Passaporto: niente più rinnovo alla scadenza, novità anche per le nuove carte d'identità. Cosa cambia per i viaggiatori e cosa fare.
Dal 2025, i passaporti con microchip e dati biometrici (inclusi fotografia e impronte digitali) non saranno più rinnovabili, ma dovranno essere richiesti nuovamente alla scadenza come se fosse il primo documento.
Le carte d’identità, invece, potranno essere usate per viaggiare anche in alcuni Paesi extra-UE grazie a nuovi accordi bilaterali. Queste misure fanno parte del disegno di legge collegato alla Manovra 2025, in linea con le direttive europee sulla digitalizzazione dei documenti per semplificare i controlli di frontiera, favorire nuovi servizi digitali e a rafforzare la sicurezza, impedendo la falsificazione dei passaporti e riducendo i rischi di furti d’identità.
Cosa fare quando il passaporto scade
Alla scadenza del passaporto sarà necessario presentare una nuova richiesta di rilascio. L’intero procedimento dovrà essere seguito come per il primo rilascio, includendo la raccolta dei dati biometrici e il pagamento delle tariffe previste. Non sarà più possibile effettuare un semplice rinnovo, come avveniva in passato.
Nuove carte d’identità valide per l’espatrio
Le carte d’identità italiane diventano valide per l’espatrio anche verso Paesi extra-UE, grazie a nuovi accordi bilaterali. Questa modifica semplifica la mobilità e allinea l’Italia agli standard richiesti dalla Commissione Europea. In precedenza, le carte d’identità erano accettate solo nei Paesi dell’Unione Europea, mentre ora potranno essere utilizzate anche per destinazioni più lontane, come gli Stati Uniti o il Giappone.
Maggiore sicurezza contro il furto d’identità
L’introduzione dei passaporti digitali e delle carte d’identità elettroniche porta con sé nuove misure di sicurezza. Questi documenti sono progettati per essere più difficili da falsificare, riducendo il rischio di frodi e furti d’identità. Inoltre, in caso di smarrimento o furto del passaporto all’estero, il processo per ottenerne una copia sarà semplificato.
Sanzioni per viaggi senza documenti validi
Le sanzioni per chi viaggia senza un passaporto valido sono state riviste, con multe aggiornate in base all’inflazione. Alcune infrazioni minori sono state depenalizzate, con l’obiettivo di rendere la normativa più chiara ed equa.
Eliminazione del passaporto collettivo
Il passaporto collettivo, utilizzato per viaggi di gruppo con finalità culturali, sportive o turistiche, viene ufficialmente eliminato. Questo documento, valido solo per un singolo viaggio, non rispetta più gli standard europei e la sua abolizione rientra in un processo di semplificazione normativa sui documenti di viaggio.
Novità sull’Anagrafe degli italiani all’estero (AIRE)
Anche l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) viene aggiornata, con l’obiettivo di rendere più efficienti le procedure di registrazione. Le informazioni saranno ora integrate con l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), favorendo una gestione più centralizzata e semplificata. Inoltre, verrà ampliata la platea di cittadini che potranno iscriversi facoltativamente all’AIRE, migliorando l’accesso ai servizi consolari per i residenti all’estero.
Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Notizia del 02 Aprile 2025,
Decreto bollette
Elettricità, Arera approva le regole per il contributo straordinario di 200 euro.
L’Autorità per l’energia ha approvato le regole per il contributo di 200 euro per le famiglie con Isee compreso fra 9530 e 25 mila euro. Lo sconto previsto dal Decreto bollette per l’anno in corso
Contributo di 200 euro con Isee fino a 25 mila euro
Arera ha approvato dunque il provvedimento che stabilisce il metodo di erogazione nelle bollette dell’elettricità del contributo straordinario di 200 euro per le famiglie con ISEE fino a 25 mila euro. Il contributo straordinario previsto dal ’dl Bollette’ (decreto legge n.19/2025) da ieri (01/04/2025) è già attivo per i percettori del bonus sociale elettrico con un ISEE fino 9.530 euro e fino a 20 mila per le famiglie numerose.
Il provvedimento prevede che l’INPS – a decorrere dal mese di aprile 2025 e fino a gennaio 2026 – trasmetta al Sistema Informativo Integrato (SII, gestito da Acquirente Unico) una comunicazione contenente l’elenco dei nuclei familiari con attestazione ISEE 2025 compresa tra 9.530 e 25.000 euro. A decorrere da giugno 2025 il gestore del SII (Sistema Informativo Integrato), sulla base indicazioni ricevute da INPS, individuerà gli intestatari delle forniture elettriche che avranno diritto al contributo di 200 euro e notificherà l’informazione agli operatori, i quali dovranno erogare lo sconto nell’arco di tre mesi, dandone la dovuta evidenza in bolletta.
Al fine di informare i clienti sull’importo del contributo e sui requisiti necessari per ottenerlo, la delibera di ARERA indica agli operatori di darne evidenza sulla home page del proprio sito internet e nella bolletta di tutti i clienti, ricordando la necessità di presentare la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) all’INPS per richiedere l’attestazione.
I dati personali dei clienti, strettamente necessari all’erogazione del contributo, saranno trattati secondo le indicazioni fornite dal Garante per la protezione dei dati personali, così come già avviene dal 2021 per l’ordinaria erogazione automatica dei bonus sociali ARERA. La delibera ricorda, infine, che per tutti gli aspetti di gestione del contributo straordinario, le modalità di erogazione nei casi di discontinuità della fornitura e gli aspetti di rendicontazione di quanto erogato valgono le disposizioni già applicate per l’erogazione automatica dei bonus sociali di ARERA (delibera 63/2021/R/com).
Allego Delibera ARERA
Disposizioni funzionali al riconoscimento di un contributo straordinario per i clienti titolari di forniture di energia elettrica di cui al decreto-legge 28 febbraio 2025, n.19.
Decreto bollette
Elettricità, Arera approva le regole per il contributo straordinario di 200 euro.
L’Autorità per l’energia ha approvato le regole per il contributo di 200 euro per le famiglie con Isee compreso fra 9530 e 25 mila euro. Lo sconto previsto dal Decreto bollette per l’anno in corso
Contributo di 200 euro con Isee fino a 25 mila euro
Arera ha approvato dunque il provvedimento che stabilisce il metodo di erogazione nelle bollette dell’elettricità del contributo straordinario di 200 euro per le famiglie con ISEE fino a 25 mila euro. Il contributo straordinario previsto dal ’dl Bollette’ (decreto legge n.19/2025) da ieri (01/04/2025) è già attivo per i percettori del bonus sociale elettrico con un ISEE fino 9.530 euro e fino a 20 mila per le famiglie numerose.
Il provvedimento prevede che l’INPS – a decorrere dal mese di aprile 2025 e fino a gennaio 2026 – trasmetta al Sistema Informativo Integrato (SII, gestito da Acquirente Unico) una comunicazione contenente l’elenco dei nuclei familiari con attestazione ISEE 2025 compresa tra 9.530 e 25.000 euro. A decorrere da giugno 2025 il gestore del SII (Sistema Informativo Integrato), sulla base indicazioni ricevute da INPS, individuerà gli intestatari delle forniture elettriche che avranno diritto al contributo di 200 euro e notificherà l’informazione agli operatori, i quali dovranno erogare lo sconto nell’arco di tre mesi, dandone la dovuta evidenza in bolletta.
Al fine di informare i clienti sull’importo del contributo e sui requisiti necessari per ottenerlo, la delibera di ARERA indica agli operatori di darne evidenza sulla home page del proprio sito internet e nella bolletta di tutti i clienti, ricordando la necessità di presentare la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) all’INPS per richiedere l’attestazione.
I dati personali dei clienti, strettamente necessari all’erogazione del contributo, saranno trattati secondo le indicazioni fornite dal Garante per la protezione dei dati personali, così come già avviene dal 2021 per l’ordinaria erogazione automatica dei bonus sociali ARERA. La delibera ricorda, infine, che per tutti gli aspetti di gestione del contributo straordinario, le modalità di erogazione nei casi di discontinuità della fornitura e gli aspetti di rendicontazione di quanto erogato valgono le disposizioni già applicate per l’erogazione automatica dei bonus sociali di ARERA (delibera 63/2021/R/com).
Allego Delibera ARERA
Disposizioni funzionali al riconoscimento di un contributo straordinario per i clienti titolari di forniture di energia elettrica di cui al decreto-legge 28 febbraio 2025, n.19.
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Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Trenitalia: disponibile su app e sito il servizio Smart Refund per il rimborso istantaneo.
Arriva anche sull’App e sul sito web di Trenitalia Smart Refund, la nuova modalità di rimborso istantaneo per i passeggeri di Frecce e Intercity.
3 Aprile 2025
Smart Refund, la nuova modalità di rimborso istantaneo per i passeggeri di Frecce e Intercity, è disponibile anche sull’app e sul sito web di Trenitalia (Gruppo FS). Il servizio, prima disponibile solo attraverso lo Smart Caring, da settembre ad oggi ha gestito oltre 200mila richieste, con un tempo medio di risoluzione di circa 25 secondi.
“Lo strumento – realizzato in collaborazione con TRAKTI, la start up vincitrice del programma Open Italy Elis – velocizza l’iter di verifica e validazione delle richieste di risarcimento e indennizzo – si legge in una nota di Trenitalia – semplificando il processo che porta all’erogazione dell’importo dovuto, che può essere richiesto anche sotto forma di bonus, a seconda delle preferenze del cliente”.
Smart Refund, come ottenere il rimborso istantaneo
Per richiedere il rimborso istantaneo – spiega Trenitalia – è necessario andare sulla pagina dedicata del sito web di Trenitalia o nella sezione “Info e Assistenza/Info su Rimborsi” dell’App o, in alternativa, ricevere il messaggio/mail di Smart Caring che viene inviato al cliente in caso di ritardo, cancellazione e sciopero dei treni.
Una volta scelta la piattaforma, si può inserire il proprio indirizzo e-mail e, dopo aver ricevuto il codice OTP (One Time Password), si potrà procedere con la richiesta e ottenere l’importo dovuto in maniera immediata.
In caso di ritardo tra i 60 e i 119 minuti, di Frecce e Intercity, è previsto un indennizzo pari al 25% del prezzo del biglietto, mentre per i ritardi di almeno 120 minuti, si ha diritto a un indennizzo pari al 50% del prezzo del biglietto. In caso di sciopero, invece, il cliente ha diritto al rimborso integrale del biglietto non utilizzato, se decide di non viaggiare.
LA NOTA del 28 marzo 2025
https://www.trenitalia.com/it/chi-siamo ... efund.html
Arriva anche sull’App e sul sito web di Trenitalia Smart Refund, la nuova modalità di rimborso istantaneo per i passeggeri di Frecce e Intercity.
3 Aprile 2025
Smart Refund, la nuova modalità di rimborso istantaneo per i passeggeri di Frecce e Intercity, è disponibile anche sull’app e sul sito web di Trenitalia (Gruppo FS). Il servizio, prima disponibile solo attraverso lo Smart Caring, da settembre ad oggi ha gestito oltre 200mila richieste, con un tempo medio di risoluzione di circa 25 secondi.
“Lo strumento – realizzato in collaborazione con TRAKTI, la start up vincitrice del programma Open Italy Elis – velocizza l’iter di verifica e validazione delle richieste di risarcimento e indennizzo – si legge in una nota di Trenitalia – semplificando il processo che porta all’erogazione dell’importo dovuto, che può essere richiesto anche sotto forma di bonus, a seconda delle preferenze del cliente”.
Smart Refund, come ottenere il rimborso istantaneo
Per richiedere il rimborso istantaneo – spiega Trenitalia – è necessario andare sulla pagina dedicata del sito web di Trenitalia o nella sezione “Info e Assistenza/Info su Rimborsi” dell’App o, in alternativa, ricevere il messaggio/mail di Smart Caring che viene inviato al cliente in caso di ritardo, cancellazione e sciopero dei treni.
Una volta scelta la piattaforma, si può inserire il proprio indirizzo e-mail e, dopo aver ricevuto il codice OTP (One Time Password), si potrà procedere con la richiesta e ottenere l’importo dovuto in maniera immediata.
In caso di ritardo tra i 60 e i 119 minuti, di Frecce e Intercity, è previsto un indennizzo pari al 25% del prezzo del biglietto, mentre per i ritardi di almeno 120 minuti, si ha diritto a un indennizzo pari al 50% del prezzo del biglietto. In caso di sciopero, invece, il cliente ha diritto al rimborso integrale del biglietto non utilizzato, se decide di non viaggiare.
LA NOTA del 28 marzo 2025
https://www.trenitalia.com/it/chi-siamo ... efund.html
Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
Allego quanto segue, che riguarda l’esclusione dalla scuola dei bambini nell’ambito della vaccinazione pediatrica che per meglio comprendere il dettaglio e motivo, vi invito a leggere direttamente dagli allegati:
>> Tar Bolzano Ordinanza Cautelare n. 22/2025 resa pubblica in data 30/01/2025;
>> Tar Bolzano Ordinanza Collegiale n. 81/2025 resa pubblica in data 13/03/2025.
>> Tar Bolzano Ordinanza Cautelare n. 22/2025 resa pubblica in data 30/01/2025;
>> Tar Bolzano Ordinanza Collegiale n. 81/2025 resa pubblica in data 13/03/2025.
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Re: News a difesa e d'interesse per i cittadini
L’indagine nazionale del Centro studi Ircaf (Istituto ricerche consumo ambiente e formazione) sulle tariffe dei rifiuti si è concentrata sulle città capoluogo di provincia, analizzando i prezzi delle utenze domestiche e non domestiche.
OMISSIS
Tariffa rifiuti e tutela per gli utenti
La presentazione della ricerca ha permesso di approfondire anche le nuove tutele previste per gli utenti. In particolare, dal 1° aprile le utenze che non trovano soluzione ai reclami inoltrati ai gestori possono rivolgersi allo Sportello del Consumatore di Energia e Ambiente gestito da Arera o alle associazioni dei consumatori. Dal 1° ottobre 2025 sarà disponibile un servizio di conciliazione extragiudiziale online per risolvere controversie sui disservizi. Infine, è stato introdotto il Bonus Rifiuti, attivo dal 1° gennaio 2025, che offre uno sconto del 25% sul servizio rifiuti alle famiglie con ISEE fino a 9.530 euro elevato a 20.000 euro per i nuclei con almeno quattro figli a carico. Questo bonus si aggiunge a quelli già previsti per le bollette di luce, gas e acqua e andrà finanziato con la nuova componente perequativa in bolletta UR3 di 6 euro a utenza.
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Tariffa rifiuti e tutela per gli utenti
La presentazione della ricerca ha permesso di approfondire anche le nuove tutele previste per gli utenti. In particolare, dal 1° aprile le utenze che non trovano soluzione ai reclami inoltrati ai gestori possono rivolgersi allo Sportello del Consumatore di Energia e Ambiente gestito da Arera o alle associazioni dei consumatori. Dal 1° ottobre 2025 sarà disponibile un servizio di conciliazione extragiudiziale online per risolvere controversie sui disservizi. Infine, è stato introdotto il Bonus Rifiuti, attivo dal 1° gennaio 2025, che offre uno sconto del 25% sul servizio rifiuti alle famiglie con ISEE fino a 9.530 euro elevato a 20.000 euro per i nuclei con almeno quattro figli a carico. Questo bonus si aggiunge a quelli già previsti per le bollette di luce, gas e acqua e andrà finanziato con la nuova componente perequativa in bolletta UR3 di 6 euro a utenza.
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