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Massimone
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Messaggio da Massimone »

Sono passati anni quasi dieci da quando sono stato licenziato dalla Pol.Pen, non sono mai stato in condizione di contestarlo, una storia lunga e non ho mai usufruito di un avvocato. In breve la racconto in poche parole e spero che qualcuno nel forum o lo stesso avvocato possa darmi una dritta, se ancora mi toccasse qualcosa. Assunto nel 1993 ho espletato servizio in svariati carceri, Piacenza, Pianosa, Torino, Napoli, Modena, Reggio emilia, Arezzo, sempre con dignità e onestà mettendo anche la mia famiglia in secondo piano per il dovere. In uno di questi istituti nell'espletamento del mio dovere in una relazione che feci a dei mafiosi che assoggettavano altri detenuti ai locali passeggi fui presi di mira dal comandante del posto, e lì iniziò il mio inferno. Ben presto anche il direttore del posto diventava mio nemico, venivo vessato su tutte le funzioni dell'istituto e a ben poco servivano le mie reclamazioni al provvedditorato regionale, anzi le cose peggioravano. Mi fioccavano rapporti ridicoli, non mi era permesso nemmeno di prendere una bottiglia di acqua in servizio fino a che il fatto esplose nella giustizia, denunciai questo comandante ma la denuncia da me presentata non venne presa in considerazione anzi mi ritrovai con una denuncia contro di calunnia. Da quel momento mi fecero diventare un relitto umano, chiesi di andare via da quel posto, ma il direttore senza preamboli disse che dovevo rimanere sotto la sua giurisdizione. Vessazioni e mobbing a tutta forza, io facevo lo stoico, non mi lasciavano andare via per vedere mia figlia appena nata che abitava a 700 km di distanza, scrivevano loro i miei turni, da un giorno all'altro mi mandavano in missione in istituti lontani modificando i registri di portineria, io documentavo tutto al provveditorato che era trascritto una persona diversa da me, ma cancellato col bianchetto e trascritto il mio nome sopra, poi mi rapportavano che non mi ero presentato,ma niente peggiorava la situazione, ero diventato uno zimbello, avevo tutti contro in quel piccolo istituto, eppure io pensavo, come sia possibile che nell'atto dell'espletamento del mio lavoro io debba essere ridotto in questo modo? Durò più di tre anni questa situazione, ogni anno sul mio rapporto rendimento veniva trascritto un bel mediocre con la giustificazione che mi ero permesso di denunciare il comandante, in sostanza ero pregiudicato prima di essere giudicato dalla giustizia. Venivo scavalcato nei servizi e nelle competenze da tutti i più giovani le mie mansioni erano ridotte al minimo. Il Gip che mi interrogò si meravigliò che io ebbi denunciato il comandande, mi diede dello scemo e mi mandò a fare dei test attitudinali all'ospedale militare, li superai così brillantemente che la psicologa disse ma come è possibile che l'abbiano mandata a fare questi test? Ma sotto sotto questa storia mi stava indebolendo veramente psico-fisicamente, mi spostarono una ennesiva volta da un istituto all'altro e ogni qual volta succedeva arrivavano anche le informazione di quello che "avevo fatto" quindi le mie mansioni e le mie attitudini informative rimanevano le stesse. Fino a quando giunse il giorno del processo, fui assolto perché i fatti che mi contestavano non sussistevano. Ero contento ma indebolito, finanziariamente spesi tutto quello che avevo anche indebitandomi, psicologicamente ero distrutto, la mia carriera rovinata, per quei fatti prima del processo fui degradato, cioè mi ritardarono gli assegni, i gradi, la moltitudine di rapporti negativi che mi fecero era impressionante oltre a quelli disciplinari per cose futili,sfociati in pecuniari , un esempio per tutti, mi venivano a fare ispezione nella stanza dove dormivo dopo aver fatto la notte, un giorno il comanante dopo una ispezione del genere mi fece rapporto poi sfociato in pecunario perché io avevo incollato al muro sul mio comodino la foto di mia figlia. Dopo questa tempesta che si era abbattuta su di me continuarono a vessarmi, ma stavolta non mi trasferivano volevano tenermi in sede, nulla cambiò professionalmente e nemmeno accettavano le mie istanze di trasferimento o distacco. Persi tutto, famiglia, la morta della propria mamma, le mie condizioni di salute peggiorarono, la mattina non riuscivo nemmeno a stare in piedi, mi si erano consumate le forze nervose, la mia stoicità chiedeva il prezzo da pagare, mi mandarono all'ospedale militare dove mi misero a riposo, ma intanto non avevo più dove andare, avevo bisogne di cure e riposo, me ne andai all'estero da amici che mi ospitarono, da li documentavo tutto, le cure, lo psichiatra che mi seguiva, tutto documentato e vidimato dal consolato, non ero più in grado di affronatare nessuna fatica nervosa. Un bel giorno mi fece visita un dottore generico del consolato e disse che io stavo bene e dovevo rientrare a lavorare, fregandosene della documentazione psichiatrica, poco dopo mi arrivò il licenziamento, dicevano che non sapevano dove stavo, invece io ero in perfetta comunicazione con loro. Non avevo ne la forza, ne le condizioni economiche per affrontare quel licenziamento anche perché mi giunse con ritardo. Quindi alla fine riuscirono a dostruggermi, persi tutto, famiglia, figli, madre, lavoro e pure la patria. Ma questo è solo un sunto di quello che mi accadde. Non ho mai potuto contestare questi fatti e sono consapevole che non c'è più niente da fare per il mio lavoro, anche se ho sempre nel mio comodino le mostrine, le sento ancora attaccate ai bordi del mio collo. Non ho più lavorato da allora, mi chiedevo possibile che una persona venga trattata e distrutta in questo modo dopo quasi 20 anni di servizio e rimanerla con un pugno di mosche tra le mani?


vito1966
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Re: Licenziamento

Messaggio da vito1966 »

Massimone ! la tua storia di lavoro è molto complessa..! da quello che racconti e leggevo pensavo che eri un detenuto che racconta la sua esperienza nelle carceri..! e non un pol.pen..!! Cmq la cosa che stona nel tuo racconto, volevo chiederti la tua esperienza di lavoro che hai fatto nei sette penitenziari che hai girato in Italia che fine ha fatto..? sei sempre stato considerato una pecora zoppa..? poi perchè in quest'ultimo penitenziario hai alzato un polverone !! per fare bene a chi..? secondo te il C.te di ogni penitenziario non è conoscenza di quello che succede all'interno del regime dei detenuti..? hai solo alzato un polverone..!! dove hai affossato la tua carriera...Sei stato licenziato per scarso rendimento..? o perchè avevi un procedimento penale in corso...? .Ultimo Step..hai sbagliato in convalescenza ad andare all'estero..??.visto che avevi racimolato almeno 15/20 anni di servizio effettivo quando sei andato in convalescenza..per motivi psicologici .dopo i 730 giorni ti facevi riformare dalla CMO , ed optavi per i servizi civili..dove potevi essere impiegato civile presso un Tribunale visto che appartieni al Ministero di Grazia e Giustizia...!! Cmq auguroni per un futuro più roseo sai che oggi una porta si chiude ed un portone si potrebbe aprire ,forza e coraggio, cerca un buon Legale che ti potrebbe risolvere e fatti rientrare al lavoro...Buona giornata
GiulioTR
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Re: Licenziamento

Messaggio da GiulioTR »

Ho letto con attenzione le tue vicissitudini, ma per essere licenziati ci vuole una giusta causa e un decreto firmato dal capo del corpo con circostanziate elementi. Inoltre se il licenziamento è dovuto ad una condanna penale non essendoci più la destituzione di diritto, ormai abrogata da decenni, deve essere istituita una commissione disciplinare apposita dove è possibile fare valere le tue ragioni. Dovresti essere più preciso perché cosi è impossibile pronunciarsi e capirci qualcosa.
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