INPS da ottobre 2020 , il PIN è sostituito con lo SPID

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mario1960
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INPS da ottobre 2020 , il PIN è sostituito con lo SPID

Messaggio da mario1960 »

Dal primo di ottobre 2020, non si potrà accedere all’area riservata dell’INPS con il PIN in possesso, bisognerà avere del credenziali dello SPID.
Circolare INPS nr. 87 del. 17 luglio 2020......

Datevi da fare. Saluti


lellobit
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Re: INPS da ottobre 2020 , il PIN è sostituito con lo SPID

Messaggio da lellobit »

Azzzzzz
KURO OBI
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Re: INPS da ottobre 2020 , il PIN è sostituito con lo SPID

Messaggio da KURO OBI »

mario1960 ha scritto: dom lug 19, 2020 2:19 pm Dal primo di ottobre 2020, non si potrà accedere all’area riservata dell’INPS con il PIN in possesso, bisognerà avere del credenziali dello SPID.
Circolare INPS nr. 87 del. 17 luglio 2020......

Datevi da fare. Saluti
Invece di pensare a pagare in tempi civili quello che spetta agli italiani , trovano il tempo di fare queste minc..ate :(
panorama
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Re: INPS da ottobre 2020 , il PIN è sostituito con lo SPID

Messaggio da panorama »

come e dove attivare lo SPID

https://www.spid.gov.it/richiedi-spid


N.B. Anche INTESA SAN PAOLO lo fa, mi sembra con 3,50.


Inoltre, se andate sul sito di ARUBA e cliccando su SPID gratuito ai cittadini, una volta dentro e cliccando ATTIVA, poi vai su il tuo ORDINE prosegui, si aprono diverse sezione per attivarlo ma esce questo testo: Avvicina la tua CIE al lettore NFC collegato al PC e premi il tasto Prosegui cosa che penso nessuno di noi ha detto lettore NFC". Se invece vuoi sapere chi è abilitato "A PAGAMENTO euro 5,00" nel tuo comune o nella tua provincia, ebbene, ARUBA da un servizio in più cliccando sulla opzione "DI PERSONA" e poi su "VISUALIZZA LA LISTA DEGLI SPORTELLI" e cliccare su Regione, Provincia o Comune ove recarsi di persona pagando tale importo.

Se si vuole fare una ricerca un po ristretta basta indicare la Regione e la Provincia, una volta che si apre la Provincia escono fuori tutti gli esercizi/sportelli ore recarsi di persona e se si vuole avere notizie sono pubblicati pure i recapiti di telefono.
panorama
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Re: INPS da ottobre 2020 , il PIN è sostituito con lo SPID

Messaggio da panorama »

1) Scelta del provider SPID

Il servizio SPID è offerto da alcuni provider online che, in collaborazione con lo Stato Italiano, permettono a qualsiasi cittadino di procurarsi in maniera semplice e veloce la propria identità digitale.

I provider autorizzati a fornire le credenziali SPID ai cittadini privati sono:

- Aruba ID
- PosteID
- Infocert ID
- TIM ID
- SPID Register.it
- SIELTE ID
- Namirial ID
- Intesa ID
- Lepida ID

Tutti questi servizi sono gratuiti, ma ogni provider può prevedere un costo in caso di scelgano attivazioni remote via webcam oppure per ottenere un livello di sicurezza maggiore. In ogni caso la semplice attivazione dello SPID con il profilo base (senza nessuna funzionalità aggiuntiva) è sempre gratuita. Scegliamo quindi il provider che riteniamo adatto alle nostre esigenze e procediamo con il resto della guida.

Vi ricordiamo che non è necessario avere già un prodotto attivo presso uno di questi provider: non dobbiamo già avere una carta o un conto delle Poste Italiane, un dominio o una PEC su Aruba o una SIM TIM per poterli utilizzare come provider, visto che l'identità digitale è un diverso prodotto gestito insieme allo Stato Italiano.

2) Requisiti per la SPID

Prima di procedere alla registrazione vera e propria, controlliamo di avere a disposizione i seguenti requisiti:

un indirizzo e-mail valido (niente email temporanee!)

un numero di telefono cellulare attivo (meglio se smartphone)

un documento di identità valido (uno tra: carta di identità, passaporto, patente o permesso di soggiorno)

la tessera sanitaria con il codice fiscale

La procedura è molto simile tra tutti i provider, cambia davvero poco:

- Dovremo inserire i dati anagrafici
- Verranno create le nostre credenziali SPID
- Dovremo effettuare il riconoscimento per certificare l'identità digitale

Il passaggio più importante è ovviamente quello del riconoscimento, visto che solo grazie ad esso potremo certificare che la SPID è nostra.

3) Metodi di riconoscimento SPID

Per confermare la nostra SPID dovremo effettuare il riconoscimento della persona fisica; attualmente ci sono 5 metodi per certificare la propria identità digitale.

- Di persona, recandosi in un ufficio adibito all'attivazione SPID
- Tramite Carta d’Identità Elettronica (CIE)
- Tramite Carta Nazionale dei Servizi (CNS o tessera sanitaria)
- Tramite Firma Digitale
- Tramite Webcam (a pagamento, dove presente)

I metodi di riconoscimento più pratici sono quello in cui ci rechiamo di persona nell'ufficio oppure tramite Webcam, ma i problemi possono essere altri in questi casi: l'ufficio potrebbe essere molto lontano da casa e tramite Webcam è prevista una spesa aggiuntiva.

I metodi più veloci sono ovviamente quelli legati ai documenti con certificati digitali come la Carta d’Identità Elettronica e la Carta Nazionale dei Servizi ma richiedono degli appositi lettori da collegare al PC (da acquistare a parte), mentre la firma digitale è comoda per chi già la usa per firmare online i documenti e per la PEC. In base a ciò che già abbiamo e alle nostre necessità, possiamo scegliere il metodo di riconoscimento più efficace per la nostra SPID.

- Se creiamo la SPID con Poste Italiane, possiamo effettuare il riconoscimento portando con noi i documenti (codice fiscale e carta d'identità, anche cartacea) in qualsiasi ufficio postale subito dopò la registrazione effettuata online. Gli altri provider hanno uffici sparsi per tutta Italia, ma possono essere anche molto distanti (in alcuni casi sono presenti solo a Roma e Milano, risultando scomodi per chi non abita vicino a queste città).

- Se non vogliamo muoverci da casa e non abbiamo fretta, possiamo acquistare un lettore smart card apposito per utilizzare la tessera sanitaria o la carta d'identità elettronica per effettuare il riconoscimento, visto che entrambe contengono un certificato digitale personale all'interno dei loro chip.

- Se andiamo di fretta e vogliamo attivare subito la SPID, scegliamo l'attivazione tramite Webcam e paghiamo la somma richiesta, così da poter ottenere l'identità digitale pronta in pochi minuti.

- Se utilizziamo già la PEC e la firma digitale, possiamo utilizzarla subito per ottenere anche la SPID in pochi minuti.

- Se siamo già correntisti Bancoposta, possiamo attivare lo SPID con le poste attraverso la registrazione con account Poste ID, senza muoverci da casa.

4) Hardware e software richiesti per SPID

Se vogliamo fare tutto da casa, dovremo procurarci anche l'hardware e il software adatto per poter effettuare correttamente il riconoscimento.
panorama
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Re: INPS da ottobre 2020 , il PIN è sostituito con lo SPID

Messaggio da panorama »

dal sito dell'INPS,

Dal 1°ottobre il PIN INPS lascia il passo a SPID

aggiornato il 07 agosto 2020

A partire dal 1° ottobre 2020 l’INPS non rilascerà più PIN come credenziale di accesso ai servizi dell’Istituto. Il PIN sarà sostituito da SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale che permette di accedere ai servizi on-line della Pubblica Amministrazione. Per gli attuali possessori di PIN il passaggio allo SPID avverrà gradualmente secondo le istruzioni fornite con la circolare INPS 17 luglio 2020, n. 87, che prevede una fase transitoria che si concluderà con la definitiva cessazione della validità dei PIN rilasciati dall’Istituto.

Con lo switch off dal PIN allo SPID l’INPS rafforza il diritto dei cittadini alla semplificazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e rende operative le politiche nazionali di digitalizzazione aperte ormai agli sviluppi europei.

Lo SPID, infatti, consente agli utenti di interagire con l’Istituto, con l’intero sistema pubblico e con i soggetti privati aderenti. In base al Regolamento eIDAS l’identità digitale SPID (con credenziali di livello 2 o 3) può essere usata per l’accesso ai servizi in rete delle Pubbliche Amministrazioni dell’Unione europea.

Grazie ai vari livelli di autenticazione dello SPID, l’INPS potrà abilitare nuovi servizi che richiedono una maggiore affidabilità nella fase di riconoscimento dell’utente.

I PIN in possesso degli utenti conserveranno la loro validità e potranno essere rinnovati alla naturale scadenza fino alla conclusione della fase transitoria la cui data verrà successivamente definita.

Il PIN dispositivo sarà mantenuto per gli utenti che non possono avere accesso alle credenziali SPID, come i minori di diciotto anni, le persone che non hanno documenti di identità italiana o le persone soggette a tutela, curatela o amministrazione di sostegno, e per i soli servizi loro dedicati.

Tutti gli altri utenti dovranno pertanto dotarsi di credenziali di autenticazione alternative al PIN.

Si ricorda che gli strumenti di autenticazione elettronica attualmente utilizzabili in alternativa al PIN per accedere ai servizi offerti sul portale INPS sono i seguenti:

Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID)

Carta d'Identità Elettronica (CIE)

Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Tutte le informazioni sul passaggio da PIN a SPID sono disponibili nella sezione Accedere ai servizi.
panorama
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Re: INPS da ottobre 2020 , il PIN è sostituito con lo SPID

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SPID, al via la nuova procedura per il rilascio delle identità digitali

Via libera del Garante per la protezione dei dati personali alle nuove modalità di rilascio delle identità digitali mediante il riconoscimento da remoto, grazie alle modifiche delle modalità attuative dello Spid proposte dall’Agid

Via libera del Garante per la protezione dei dati personali alle nuove modalità di rilascio delle identità digitali mediante il riconoscimento da remoto, grazie alle modifiche delle modalità attuative dello Spid proposte dall’Agid (Agenzia per l’Italia digitale).

Lo SPID (Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale di cittadini e imprese), è lo strumento che permette ai cittadini di accedere ai servizi online delle Pubbliche Amministrazioni e dei soggetti privati con un’unica Identità Digitale (username e password) utilizzabile da computer, tablet e smartphone.

SPID, la nuova procedura

In sintesi, per ottenere lo Spid con la nuova modalità, il richiedente, dopo una prima registrazione sul sito del gestore, dovrà avviare una sessione automatica audio-video, durante la quale mostrerà il proprio documento di riconoscimento e il tesserino del codice fiscale o la tessera sanitaria.

SPID

Per evitare tentativi di furti di identità, la procedura è stata rafforzata con specifiche misure di sicurezza e verifiche incrociate: durante la sessione audio-video, infatti il richiedente dovrà leggere un codice ricevuto via sms o tramite un’apposita App installata sul cellulare personale. Inoltre, è previsto che il richiedente effettui un bonifico da un conto corrente italiano a lui intestato o cointestato, indicando nella causale uno specifico codice precedentemente ricevuto.

Tutte queste informazioni e la registrazione audio-video saranno in seguito verificate dall’operatore di back-office che procederà al rilascio dell’identità digitale.

Il Garante Privacy ha chiesto ulteriori controlli a campione

Come ulteriore misura di garanzia, e per poter valutare l’affidabilità della procedura, il Garante per la privacy ha chiesto anche che il gestore dell’identità digitale sottoponga le richieste a ulteriori controlli a campione, facendo verificare nuovamente l’audio-video a un secondo operatore.

Al termine di un periodo di test di sei mesi delle nuove procedure, l’Agid dovrà trasmettere al Garante un report con l’esito di queste verifiche, così da valutare l’efficacia del controllo di secondo livello. Inoltre, dovrà poi inviare al Garante i report settimanali, redatti dai gestori Spid, relativi alle richieste di rilascio respinte per profili critici connessi al trattamento dei dati personali e configurabili come tentativi fraudolenti.

Riscontri che potranno essere utili al Garante per svolgere eventuali accertamenti e valutare la necessità di individuare ulteriori misure tecniche e organizzative per rafforzare il procedimento di identificazione da remoto.
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Re: INPS da ottobre 2020 , il PIN è sostituito con lo SPID

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Dal sito di Altroconsumo

https://www.altroconsumo.it/vita-privat ... addio-spid

Spid, ad aprile scadono le convenzioni coi provider. Ecco cosa potrebbe accadere

23 febbraio 2023

Le convenzioni coi provider accreditati che offrono il servizio Spid rimangono in vigore solo fino al 23 aprile. Ma cosa succede dopo? Non si potrà più utilizzare la Spid per accedere ai servizi online della pubblica amministrazione? Si tratta di uno scenario poco probabile che metterebbe in difficoltà circa 33 milioni di italiani. Ecco cosa davvero potrebbe succedere e quali sono le risposte alle domande che i cittadini si stanno facendo riguardo il futuro della propria identità digitale.

La notizia sta facendo il giro delle varie testate: allo stato dei fatti, il 23 aprile 2023 scade la proroga d'ufficio che Agid (ovvero l'Agenzia per l'Italia Digitale) aveva concesso agli attuali gestori del servizio Spid. Le convenzioni con i provider erano in realtà scadute a fine 2022 ma erano state prorogate fino ad aprile proprio per non creare dall'oggi al domani un'interruzione di un servizio diventato ormai fondamentale e imprescindibile per oltre 33 milioni di italiani.

Tanti sono infatti i cittadini che a oggi utilizzano Spid per accedere a tutti quei servizi della pubblica amministrazione (circa 12 mila) che sono stati in questi anni completamente digitalizzati, dall'accesso al portale dell'Inps a quello dell'Agenzia delle Entrate, dalla richiesta di certificati alla partecipazione a concorsi e bandi, fino alle iscrizioni scolastiche, alle prenotazioni sanitarie e all'accesso ai servizi della stragrande maggioranza dei Comuni italiani.

Cosa significa allora che il 23 aprile scadono le convenzioni con i provider di Spid? Significa che non si potrà più usare Spid per accedere a tutti questi servizi? E quale sarà l'alternativa per il cittadino? La carta d'identità elettronica? E chi ha ancora quella cartacea cosa fa? Sono domande legittime, ma che possono trovare una risposta solo se si inquadra la situazione attuale e si cerca di capire quali possono essere gli scenari futuri.

Stop alla Spid? La situazione e i possibili scenari

Innanzitutto, dal punto di vista pratico, non è lo Stato che non vuole rinnovare le convenzioni coi gestori, ma questa volta sono i gestori stessi che stanno chiedendo allo Stato maggiori garanzie (soprattutto di tipo economico) per poter continuare a sostenere i costi di un servizio così vasto e capillare. Sono quindi in atto incontri e tavoli tra Agid (il Governo) e provider al fine di trovare un accordo per garantire il proseguimento del servizio Spid. Quali sono allora gli scenari per i prossimi mesi?

Il primo scenario è quello più rassicurante: il Governo trova i soldi per venire incontro alle richieste dei provider, si rinnovano le convenzioni e tutto prosegue senza intoppi, almeno fino a quando il Governo (come ha già annunciato di voler fare) deciderà di smantellare Spid per consentire ai cittadini di utilizzare un solo strumento come accesso a tutti i servizi della PA.

Il secondo scenario, quello forse più probabile, è che si raggiunga l'accordo per un'ulteriore proroga fino a giugno, in modo da avere più tempo per negoziare le nuove condizioni economiche necessarie al proseguimento del servizio.

Infine, il terzo scenario, quello attualmente meno probabile, è che il 23 aprile cessi davvero il servizio Spid e, dal giorno dopo, i cittadini possano utilizzare soltanto la Cie (Carta d'Identità elettronica) per accedere a molti servizi della Pubblica Amministrazione.

Le risposte ai dubbi dei cittadini

Soprattutto quest'ultimo scenario, che al momento riteniamo (come detto) tutt'altro che probabile, creerebbe non pochi problemi ai 33 milioni di cittadini che oggi hanno un account Spid. L'alternativa per loro sarebbe al momento la Cie che però è ben lungi dall'essere uno strumento diffuso e utilizzabile da tutti (in molti ad esempio hanno ancora la carta d'identità cartacea non in scadenza). Sorgono quindi spontanee alcune domande pratiche alle quali abbiamo cercato di dare delle risposte, soprattutto per fornire informazioni al cittadino che volesse muoversi per tempo per non rimanere col cerino in mano.

Ho ancora la carta d’identità cartacea, posso richiedere la Cie anche se non è scaduta? La richiesta può avvenire in qualsiasi momento , anche prima della scadenza della propria carta d’identità oppure anche in caso di furto, smarrimento o deterioramento.

Ho fatto la Cie tanto tempo fa ed è senza codici, posso richiederli o devo rifare una carta nuova? Non è necessario rifare una carta nuova; bisogna recarsi presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di residenza e chiedere la ristampa dei codici Pin e Puk: verranno ristampate solo le prime metà dei codici Pin e Puk; le seconde metà, invece, arriveranno sull’indirizzo email inserito in fase di registrazione per ottenere la Cie.

Se non dovessero rinnovare le attuali convenzioni con i provider di Spid, si può continuare a usare la Spid? Al momento non è possibile dare una risposta certa a questa domanda; teoricamente no, perché lo Spid deve essere operativamente gestito dagli operatori/provider.

E’ possibile che entrino sul mercato altri provider? I provider accreditati sono quelli riconosciuti dall’Agid (Agenzia per l’Italia digitale); possono entrare sul mercato altri provider.

Quali alternative allo Spid ci sono? La Cie e la Cns, carta nazionale dei servizi. Dall’1-10-2021, con la dismissione delle vecchie credenziali personali, per accedere ai servizi on line delle pubbliche amministrazioni si possono utilizzare solo Spid, Cie e Cns. Senza lo Spid, quindi si potranno utilizzare la Cie e la Cns.

Meglio iniziare a richiedere la Cie

Chiudiamo infine con un consiglio. Non riteniamo si tratti di una cosa imminente, ma è evidente che il nuovo Governo si è posto l'obbiettivo di dare ai cittadini un unico strumento per accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione. C'è allo studio anche l'ipotesi di un'app istituzionale in grado di unificare Cie e Spid da usare come un'identità digitale nazionale, ma la strada che al momento il Governo sembra intenzionato a seguire è quella di puntare tutto sulla Cie. Per questa ragione, a chi ancora non l'ha fatta, consigliamo di provvedere a richiederla: su come richiedere la Cie e su come funziona, puoi trovare tutte le informazioni in questo contenuto.

Carta d'identità elettronica: cos'è, come si richiede, a cosa serve.

24 Agosto 2022

Sarà presto il passepartout, la carta unica con cui il cittadino non solo può accedere, assieme allo Spid, ai servizi online della pubblica amministrazione, ma anche ai mezzi di trasporto, ai musei oppure agli uffici o ai luoghi di lavoro. Ma come è fatta la cearta d'identità elettronica, come si richiede e per quali servizi si può al momento utilizzare?

La carta d'identità elettronica (Cie) si presenta esteriormente a tutti gli effetti come una carta di credito. In sostanza è composta da un supporto di materiale plastico, su cui sono stampati a laser la foto e i dati del cittadino, protetti con elementi e tecniche di anticontraffazione, come ologrammi e inchiostri speciali. È provvista di un microchip contactless che contiene i dati personali, la foto e le impronte digitali del titolare, protetti da meccanismi che ne prevengono la contraffazione. La carta d'identità elettronica contiene al suo interno tutte le informazioni per consentire l’autenticazione in rete da parte del cittadino a servizi erogati da pubbliche amministrazioni e imprese, ma anche altri dati per la fruizione di servizi a valore aggiunto, in Italia e in Europa.

Come si ottiene la carta d'identità elettronica

La Cie può essere richiesta dai cittadini residenti in Italia e presso il consolato di riferimento per i cittadini residenti all’estero. La richiesta può avvenire in qualsiasi momento prima della scadenza della propria carta d’identità oppure in caso di furto, smarrimento o deterioramento e la durata del documento varia secondo le fasce d’età di appartenenza:

• 3 anni per i bambini di età inferiore a 3 anni;

• 5 anni per i minori di età compresa tra i 3 e i 18 anni;

• 10 anni per i maggiorenni.

Per ottenerla bisogna presentare “richiesta di rilascio” al proprio Comune di residenza o domicilio. Bisogna prendere un appuntamento. Se il Comune ha attivato il servizio di prenotazione online si può verificare le disponibilità oppure si può fare collegandosi al sito del Comune stesso. Se non c’è la prenotazione online bisogna contattare telefonicamente l'amministrazione comunale o andare direttamente a chiedere informazioni. Il giorno dell’appuntamento si va in Comune con la vecchia carta di identità, il codice fiscale o la tessera sanitaria e una fototessera in formato cartaceo o elettronico (su chiavetta usb).

Se non puoi andare di persona

Se non è possibile presentarsi personalmente allo sportello del Comune per il rilascio della Cie a causa di malattia grave o per altre motivazioni (quali la reclusione, l'appartenenza a ordini di clausura...), può presentarsi un delegato deve con la documentazione che attesta l’impossibilità a presentarsi del titolare della Carta d'identità. Il delegato dovrà fornire la carta di identità del richiedente o un altro suo documento di riconoscimento, la sua foto e il luogo dove spedire la carta. Poi concorderà con l’operatore comunale un appuntamento presso il domicilio per completare la procedura.

Se hai figli minorenni

Se si è genitori di minori è necessario presentare anche la dichiarazione di assenso all’espatrio sottoscritta dall’altro genitore (o di chi esercita la responsabilità genitoriale). In alternativa, si può fornire l’autorizzazione del giudice tutelare. Questa procedura vale anche quando la richiesta riguarda la carta di identità elettronica del minore.

Quanto costa

Per il rilascio della carta si pagano 16,79 euro più i diritti di segreteria (dai 5 agli 8 euro circa), quindi siamo tra i 22 e i 27 euro circa totali a seconda del Comune. Il versamento si può fare direttamente il giorno dell’appuntamento pagando in contanti o con bancomat.

I codici di sicurezza: a cosa servono

Una volta conclusa la procedura per il rilascio della Cie, l'operatore comunale allo sportello dà una ricevuta cartacea dove compare la prima parte di pin e puk, i codici di sicurezza che ci serviranno per accedere ai servizi digitali con la carta. La seconda metà ci arriverà con la lettera che accompagna la busta con cui la carta arriva a casa. Completato il pin, si può usare per abilitare l’accesso ai servizi tramite la Cie. Invece, il puk serve a sbloccare il pin nel caso si facciano tre tentativi errati di immissione del pin stesso.

Dove si può usare la carta d'identità elettronica

La Cie di fatto serve a consentire l’autenticazione dei cittadini, sfruttando i massimi livelli di sicurezza dei servizi online degli enti pubblici o privati che ne consentono l’utilizzo. Ad esempio, assieme allo Spid, per poter accedere ai servizi online dell'Agenzia delle entrate, dell’INPS, dell’Anagrafe nazionale popolazione residente (ANPR) oppure ai servizi digitali offerti dal proprio Comune. La carta d'identità elettronica, quando sarà dato pieno sviluppo alle sue potenzialità, potrà servire anche per:

• effettuare procedure di registrazione oppure check-in (strutture alberghiere, operatori telefonici, istituti e operatori finanziari...) in modo facile e sicuro;

• accedere ai mezzi di trasporto (autobus, tram, tornelli della metro, car/bike sharing...), sostituendo titoli di viaggio e abbonamenti;

• accedere a eventi (musei, manifestazioni sportive, concerti...), in sostituzione dei biglietti;

• accedere ai luoghi di lavoro, al posto del badge identificativo, sia per il controllo accessi che per la rilevazione delle presenze.

Ecco l'altro link

https://www.altroconsumo.it/vita-privat ... lettronica
mauri64
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Re: INPS da ottobre 2020 , il PIN è sostituito con lo SPID

Messaggio da mauri64 »

Ciao,
https://quifinanza.it/pubblica-amminist ... le/693910/

Ad aprile 2023 calerà il sipario sul sistema dello SPID così come l’abbiamo conosciuto finora. Addirittura potrebbe scomparire, per fare spazio alla cosiddetta Identità Digitale Nazionale. Fra due mesi scadranno infatti le convenzioni per la gestione del Sistema Pubblico di Identità Digitale, prorogate d’ufficio dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) dopo la deadline originaria stabilita a fine 2022.

Che fine farà lo SPID?
In assenza di un ulteriore accordo, il 22 aprile diremo dunque addio allo SPID. Il progetto del Governo Meloni, già annunciato a dicembre, è l’introduzione di una nuova Identità Digitale Unica Nazionale, gestita dallo Stato. In altre parole, unire lo SPID alla CIE (Carta d’identità elettronica) per dar vita a un’unica applicazione da utilizzare per l’accesso ai servizi pubblici online.

Proprio a dicembre il sottosegretario con delega all’Innovazione, Alessio Butti, aveva manifestato l’intenzione di chiudere definitivamente il sistema SPID, ritenuto poco versatile perché gestito da aziende private. La volontà è quella di offrire un’applicazione come SPID, ma che sia nazionale. Nella riunione svoltasi con AGID, la posizione di Assocertificatori ha registrato il sostegno anche del 5% dei servizi digitali come SPID, PEC e firma elettronica che non prende parte all’associazione. Tra i soci figurano Aruba, Infocert e Poste Italiane, che da sola conta il 76% dei profili SPID rilasciati.

“Vista la criticità rappresentata dal servizio, siamo disposti ad accettare un’ulteriore proroga di alcuni mesi. A patto però che ci sia la volontà politica di affrontare il problema della sostenibilità economica del sistema. Siamo disponibili a collaborare per definire insieme una strategia”, ha affermato il presidente di Assocertificatori, Carmine Auletta.

Una nuova Identità Digitale unica: quando arriverà
Tra i servizi di autenticazione digitale, lo SPID è il più utilizzato a livello europeo. Impensabile, dunque, eliminare il meccanismo dell’identità digitale, come ha anche sottolineato lo stesso Butti. Lo scopo finale è renderla unica, nazionale e gestita dallo Stato. Per quattro motivi fondamentali:

semplificare la vita digitale dei cittadini;
aumentare la sicurezza;
rendere più accessibili i servizi digitali;
tagliare le spese pubbliche.
Entro marzo il Governo vorrebbe mettere a bando la gara per la nuova app unificata. Prima si dovrà però passare da un tavolo tecnico, con gli esperti che nutrono già dubbi pratici sulla sicurezza come il collegamento del profilo a una carta fisica (come attualmente previsto dal sistema CIE). Al momento il Dipartimento per la Trasformazione Digitale n on ha confermato né smentito.

Il problema dei costi
Il 20 febbraio le aziende hanno ribadito le loro richieste in un incontro col direttore generale di AGID, Francesco Paorici, riassumendo la loro posizione in una lettera indirizzata ad Alessandro Musumeci, capo della segreteria tecnica del sottosegretario all’Innovazione. Il problema principale emerso riguarda i costi di gestione dei servizi di assistenza agli oltre 33 milioni di cittadini e alle 12mila Pubbliche Amministrazioni che hanno adottato il sistema. Costi troppo alti, per di più non coadiuvati (con riferimento diretto al Governo) da un meccanismo che spinga i privati ad adottare lo SPID e quindi a promuovere entrate per le aziende che gestiscono il servizio.

L’idea alla base della nascita dello SPID, otto anni fa, era quella di offrire un servizio gratuito a cittadini e Pubbliche Amministrazioni, da finanziare coi flussi di cassa dei provider che avrebbero dovuto essere ripagati dalle transazioni dei privati. Nel frattempo però l’Esecutivo non ha creato le condizioni per raggiungere l’obiettivo. Nella lettera al sottosegretario Butti, i gestori chiedono dunque un fondo ad hoc per coprire i costi del servizio e gli investimenti in innovazione.

Assocertificatori sottolinea come nel 2022 le autenticazioni abbiano raggiunto quota un miliardo e realtà come l’INPS hanno risparmiato decine di milioni di euro grazie allo SPID. Una somma ingente, di cui i gestori non hanno però percepito neanche una piccola frazione. Nel 2022 l’AGID aveva proposto l’erogazione una tantum di un milione di euro da ripartire tra tutti. Che sarebbe stata comunque insufficiente. Il vero ostacolo da superare per il prossimo accordo sarà proprio questo.

Cosa sono SPID e CIE: quali differenze
Come si legge sul portale online del Governo, lo SPID rappresenta “la chiave di accesso semplice, veloce e sicura ai servizi digitali delle amministrazioni locali e centrali”. Esso permette di usufruire dei servizi sul web della Pubblica Amministrazione per effettuare pagamenti, iscrizioni o accedere a bonus e agevolazioni. La sua erogazione avviene attraverso vari “identity provider” accreditati.

Ad oggi questi provider sono nove:

Aruba Pec;
In.Te.Sa;
InfoCert;
Lepida;
Namirial;
Poste italiane;
Register;
Sielte;
TI Trust Technologies.
I cittadini possono quindi scegliere a chi rivolgersi e, attraverso lo SPID, utilizzando sempre la stessa password e lo stesso nome utente, accedere con qualsiasi dispositivo a tutti i servizi della PA abilitati.

La CIE, invece, non è altro che l’evoluzione della carta d’identità cartacea. Ha le dimensioni standard di una carta di credito e possiede due microchip contenenti i dati personali del titolare e le informazioni per l’autenticazione online. Anche questa può quindi essere utilizzata per l’accesso ai servizi sul web delle Pubbliche Amministrazioni. E oltre ad accertare l’identità del titolare, permette di firmare documenti digitali attraverso la Firma Elettronica Avanzata (FEA).

Come già accennato, lo Spid viene rilasciato dai cosiddetti “gestori di identità digitale”, in gran parte aziende private che si occupano di gestire la raccolta dei dati degli utenti e il loro interscambio con la Pubblica amministrazione. Il costo varia a seconda da chi eroga il servizio. La CIE è invece gestita direttamente dai Comuni e dal Ministero dell’Interno. Da qui il riferimento del sottosegretario Butti alla carta “nazionale e gestita dallo Stato”. Spedita direttamente a casa del cittadino utente dopo la richiesta all’ufficio Anagrafe, al costo di circa 20 euro.

L’autenticazione
Anche per quanto riguarda l’autenticazione online, i due servizi registrano delle differenze. Mentre l’accesso ai servizi via cellulare è abbastanza simile (si tratta di inserire codici o avvicinare la carta al dispositivo mobile), il procedimento via computer è completamente diverso: a differenza dello SPID che non lo richiede, la CIE necessita invece di un software dedicato e un lettore di smart card.

Per quanto riguarda la sicurezza, il Sistema Pubblico di Identità Digitale garantisce una soglia di primo e secondo livello. La Carta d’Identità Elettronica arriva invece al terzo livello, che è anche quello richiesto dagli standard fissati dall’Ue per l’identità digitale europea, che dovrebbe vedere la luce a partire dal 2025.
panorama
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Re: INPS da ottobre 2020 , il PIN è sostituito con lo SPID

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Spid: il Governo proroga le convenzioni con i provider

Il Governo rinnova le convenzioni con i provider accreditati che offrono il servizio Spid. La misura è stata inserita in un emendamento al decreto legge Pnrr ter che ha permesso di stanziare 40 milioni di euro. Il testo ha avuto l'ok del Senato e ora passa alla Camera che dovrà approvarlo entro il 25 aprile. Gli oltre 33 milioni di italiani in possesso dell'identità digitale potranno quindi continuare a utilizzarla regolarmente.

Lo stop è stato scongiurato. Con uno stanziamento di 40 milioni di euro, il Governo ha rinnovato per altri due anni le convenzioni con i provider accreditati da Agid, Agenzia per l'Italia Digitale, per la fornitura dei servizi Spid, il sistema pubblico di identità digitale. Sarà quindi possibile continuare a utilizzarla regolarmente anche dopo il 23 aprile. I fondi sono stati inseriti in un emendamento al decreto legge Pnrr ter che ha ricevuto l'ok da parte del Senato e che ora passa alla Camera che dovrà approvarlo entro il 25 aprile.

Un'alternativa è la carta d'identità elettronica (Cie)

Tra gli obiettivi del Governo c'è anche quello di dare ai cittadini un unico strumento per accedere ai servizi digitali della Pubblica amministrazione. C'è anche l'ipotesi di un'app istituzionale in grado di unificare Cie e Spid da usare come un'identità digitale nazionale, ma la strada che il Governo sembra intenzionato a seguire è quella di puntare sulla Cie che ora - grazie a una versione semplificata - consente di aver accesso ai servizi online della Pa anche soltanto con user name e password oppure con una notifica sul proprio smartphone (quindi con livelli di sicurezza 1 e 2). Per questa ragione, a chi ancora non l'ha fatto, consigliano di richiederla.
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