IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

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gino59
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da gino59 »

Detrazioni d’imposta. Invio dei datiData pubblicazione: 06/09/2013 Pubblicato lo schema di convenzione con i soggetti abilitati all’assistenza fiscale per la raccolta e trasmissione all’Inps delle dichiarazioni presentate dai pensionati

Dal momento che la normativa prevede l’obbligo da parte del sostituto d’imposta di acquisire le dichiarazioni dei propri sostituiti ai fini del riconoscimento del diritto alle detrazioni d’imposta, l’Inps ha il compito di acquisire dai pensionati interessati dette dichiarazioni, al fine di calcolare le detrazioni e di rideterminare ed applicare l’eventuale conseguente tassazione. L’Istituto ha predisposto un apposito modello per la comunicazione delle eventuali variazioni intervenute, per poter procedere al ricalcolo e alla corretta determinazione delle detrazioni realmente spettanti in base alla variazione comunicata. È stato quindi approvato lo schema di convenzione (allegato alla circolare n. 129 del 5 settembre 2013) con i soggetti abilitati all’assistenza fiscale per la raccolta e la trasmissione all’Inps delle dichiarazioni presentate dai pensionati ai fini delle detrazioni d’imposta.
Maggiori informazioni sono disponibili nella già citata circolare 129/2013.


gino59
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da gino59 »

Nel 2014 non ci sarà rivalutazione rispetto all'inflazione per i redditi da pensione superiori a 6 volte il minimo (circa 3mila euro al mese). Il blocco della rivalutazione verrà quindi confermato. La rivalutazione sarà invece piena fino a tre volte il minimo, al 90% fra tre e cinque volte il minimo e il 75% fra cinque e sei volte. Lo ha anticipato il ministro del lavoro Enrico Giovannini, in un'audizione in commissione Lavoro alla Camera.

I risparmi che scaturiranno da questa soluzione saranno utilizzati «in un'ottica di solidarietà». «Ulteriori interventi sull'occupazione - ha poi aggiunto - naturalmente ci saranno, in parte nella legge di stabilità, in parte in un possibile collegato lavoro o in un altro strumento normativo». Il ministro ha affrontato anche la questione dei lavoratori esodati «Complessivamente - ha spiegato - con la quarta salvaguardia siamo arrivati a un importo
juriromeo
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da juriromeo »

Buongiorno a tutti, si può sapere all'incirca di che cifre parliamo, un esempio per favore, ciao e grazie, Nino.
fox62
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da fox62 »

Ciao gino59, sono un pò disorientato, in quanto sul quotidiano il sole 24 ore ho letto che la rivalutazione delle pensioni sarà sugli importi mensili che non superano i tremila euro netti, mentre al TG. 1, il giornalista che ha confezionato il servizio ha detto che le rivalutazioni saranno fatte sugli importi che non eccedono i tremila euro lordi. Quindi la differenza tra il netto ed il lordo è tanta. Tù che sei un guru in materia pensionistica cosa ne pensi ? Ciao.
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da fox62 »

Ciao gino59, sono un pò disorientato, in quanto sul quotidiano il sole 24 ore ho letto che la rivalutazione delle pensioni sarà sugli importi mensili che non superano i tremila euro netti, mentre al TG. 1, il giornalista che ha confezionato il servizio ha detto che le rivalutazioni saranno fatte sugli importi che non eccedono i tremila euro lordi. Quindi la differenza tra il netto ed il lordo è tanta. Tù che sei un guru in materia pensionistica cosa ne pensi ? Ciao.
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da gino59 »

juriromeo ha scritto:Buongiorno a tutti, si può sapere all'incirca di che cifre parliamo, un esempio per favore, ciao e grazie, Nino.
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......Nino sono piccole cifre mensili, ma tutto fa brodo....!!! vi allego lo schema valido sino al 2013:-
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gennaio 2013 stampa quest'articolo segnala ad un amico feed inShare.
Inps
Titolo Articolo
La rivalutazione delle pensioni:
il criterio di calcolo per il 2013
Immagine pagina
Didascalia immagine
Contenuto Articolo​Quest’anno le pensioni si sono incrementate del 3%, ma non a tutti. L’aumento è l’effetto della consueta operazione di “perequazione automatica” (l’ex scala mobile) che, ogni anno, adegua le pensioni al costo della vita calcolato dall’Istat. Come accennato, però, l’aumento non c’è stato per tutti. Infatti, è stato negato ancora una volta alle pensioni d’importo superiore a 1.443 euro, per via della manovra cosiddetta Salva Italia di fine anno 2011 che ha previsto, per un biennio (cioè per il 2012/2013), la parziale esclusione dalla perequazione dei trattamenti pensionistici.

La perequazione automatica
Si chiama così il vecchio automatismo della scala mobile, in virtù del quale gli importi delle pensioni vengono adeguati all’aumento del costo della vita calcolato sulla base degli indici Istat; ciò al fine di salvaguardare (in qualche misura) il potere reale d’acquisto delle pensioni. L’automatismo prevede, prima di tutto, la fissazione del tasso di rivalutazione per mezzo di un decreto ministeriale. Quello provvisorio con riferimento all’anno 2013 è stato fissato in misura pari al 3%.

Il criterio di calcolo
Il tasso di rivalutazione non viene applicato nella stessa misura a “tutta” la pensione, ma con un particolare criterio:
• sulla quota di pensione il cui importo non è superiore a tre volte il trattamento minimo Inps in vigore immediatamente prima dell’aumento, si applica il tasso pieno (cioè al 100%);
• sulla quota di pensione il cui importo è superiore a tre volte ma non a cinque volte il trattamento minimo Inps in vigore immediatamente prima dell’aumento, si applica il tasso ridotto del 10% (cioè al 90%);
• sulla quota di pensioni il cui importo è superiore a cinque volte il trattamento minimo Inps in vigore immediatamente prima dell’aumento, si applica il tasso ridotto del 25% (cioè al 75%);
Ai titolari di più pensioni, la perequazione è applicata sull’importo complessivo (cioè sommando tutte le pensioni).

La perequazione per il 2013
Per il biennio 2012/2013 la manovra Monti ha stabilito che la rivalutazione, secondo il consueto meccanismo, è riconosciuta esclusivamente ai trattamenti pensionistici d’importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo Inps, nella misura del 100%. Praticamente, dunque, la rivalutazione si ferma al primo stadio del percorso visto in precedenza: restano fuori invece la quota di pensione superiore a tre volte ma non a cinque volte il trattamento minimo Inps (su cui si sarebbe dovuto applicare il tasso ridotto del 10%, cioè al 90%); nonché la quota di pensione il cui importo è superiore a cinque volte il trattamento minimo Inps (su cui si sarebbe dovuto applicare il tasso ridotto del 25%, cioè al 75%). Per l’anno 2013, poiché il trattamento minimo Inps dell’anno 2012 è pari a 481,00 euro e il tasso di perequazione (provvisorio) è del 3%, ne deriva la seguente perequazione:
• 3% (cioè al 100%) sulla quota di pensione non superiore 1.443,00 euro;
• nulla sulla quota di pensione superiore a 1.443,00 (salvo il “garantito”).

L’importo “garantito”
Sempre la manovra Monti ha previsto, poi, una sorta di “clausola di salvaguardia” per quelle pensioni che superano poco il limite per avere diritto alla perequazione. Ha stabilito, in particolare, che per le pensioni d’importo superiore a tre volte il trattamento minimo dell’Inps e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato. Ciò serve, evidentemente, a evitare che il pensionato che si trova appena al di sotto del limite di tre volte il trattamento minimo Inps ottenga un beneficio superiore del pensionato che supera di poco lo stesso limite. Tradotto in pratica, il correttivo funziona così: le pensioni d’importo compreso tra 1.443,00 euro (tre volte il trattamento minimo Inps) e 1.486,29 euro (tre volte il trattamento minimo Inps più la rivalutazione del 3%) ottengono una rivalutazione d’importo tale da garantire una pensione di 1.486,29 euro.-
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......P.S. Sperando che mantengono la parola, in pratica le rivalutazioni ci saranno sino alla soglia
dei 3mila lorde, mentre sino al C.A. la soglia lorda era meno della metà.- Salutoni
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da gino59 »

Pensioni: chi ci perde e chi no, con la Legge di stabilità Pensioni: chi ci perde e chi no, con la Legge di stabilità
(Credits:Epa Photo/Ansa)






Tag: governo Legge stabilità 2013 pensioni perequazione





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di Andrea Telara
Assegni bloccati e indicizzazioni piene o parziali all'inflazione. Sono tante le misure messe in cantiere dai governi negli ultimi 3 anni, per tenere a bada la spesa previdenziale, annullando gli aumenti automatici delle pensioni (che ogni 12 mesi, per legge, dovrebbero seguire del tutto o in parte la crescita dei prezzi). L'ultimo provvedimento su questo fronte è contenuto nella Legge di stabilità del governo Letta che modifica ancora una volta le regole precedentemente in vigore, penalizzando soprattutto i pensionati più ricchi, ma anche quelli con un assegno medio.

ECCO LE NUOVE REGOLE SULLE RIVALUTAZIONI

Prima della manovra di Letta, un intervento analogo è stato adottato dal governo Monti, che ha bloccato gli assegni sopra i 1.400 euro circa, lasciando invece la rivalutazione piena per quelli di importo inferiore. L'attuale esecutivo ha poi deciso di correggere nuovamente queste norme, mantenendole però in vigore per gli assegni superiori a 3mila euro lordi. Per effetto di tutti queste manovre, le regole sulla rivalutazione delle rendite oggi sono molto diverse rispetto a quelle in vigore nel 2011 e peseranno non poco sulle tasche dei pensionati. Ecco, di seguito, alcuni esempi di quanto costeranno tutte queste manovre nell'arco di un quinquennio (cioè tra il 2012 e il 2016), in termini di mancati aumenti.

CHI CONSERVA GLI AUMENTI

Gli italiani che hanno una pensione uguale o inferiore a 1.400 euro lordi al mese sono scampati a qualsiasi penalizzazione. Gli assegni con questo importo verranno infatti rivalutati ogni anno in base all'intera inflazione dei 12 mesi precedenti, come è sempre avvenuto in passato, anche dopo le manovre del governo Monti. Una rendita lorda di mille euro incassata due anni fa, per esempio, è cresciuta del 2,7% nel 2012, fino a 1.027 euro, e del 3,1% nel 2013, fino a 1.059 euro.

L'aumento del prossimo anno dipenderà invece dall'inflazione del 2013 che, tra gennaio e settembre, si è attestata all'1,5%. Nell'ipotesi che il carovita rimanga su questi livelli sino a fine anno, a gennaio del 2014 la pensione indicata nell'esempio precedente crescerà dunque sino a 1.075 euro mensili. La rivalutazione del biennio successivo non è ancora certa e dipenderà, ovviamente, dal costo della vita del 2014 e del 2015. Nell'ipotesi che l'aumento dei prezzi sia del 2% annuo , l'assegno crescerà nel 2016 fino a 1.118 euro.

I PIU' PENALIZZATI

Sul fronte opposto, i più penalizzati sono gli italiani con una pensione superiore a sei volte il trattamento minimo (circa 3mila euro lordi al mese e poco più di 2.100 euro netti), che subiscono il blocco totale della rivalutazione, in vigore già da due anni. Nel caso di una rendita di 3.500 euro lordi incassata nel 2011, per esempio, l'importo è rimasto invariato sino a oggi e resterà tale fino al 2016. Le situazione sarebbe ben diversa, invece, senza la Legge di stabilità appena messa in cantiere da Letta e senza le manovre approvate dal governo Monti.

Se fossero ancora in vigore le regole del 2011, oggi lo stesso assegno di 3.500 euro lordi si sarebbe infatti rivalutato, per legge, di una quota pari al 75% del tasso di inflazione (cioè del 2% nel 2012 e del 2,3% nel 2013). Nell'arco di un biennio, la pensione sarebbe dunque cresciuta fino a 3.652 euro. Sempre con le vecchie regole, ipotizzando un inflazione dell'1,5% quest'anno e del 2% nel periodo 2014-2015, la rendita si rivaluterebbe di altri 150 euro circa, per raggiungere i 3800 euro nel 2016. In definitiva, chi aveva una pensione di 3.500 euro nel 2011, in 5 anni perderà un aumento mensile attorno ai 300 euro lordi mensili (circa 180 euro netti) proprio per effetto di tutte le manovre approvate.

STANGATI A META'

Minori sacrifici (anche se non trascurabili) vengono richiesti a chi ha un reddito da pensione intermedio, compreso tra 1.500 e 3mila euro circa. Ecco una simulazione per un assegno che, nel 2011, era di 2.300 euro lordi mensili (1.725 euro circa netti). Nel 2012 e nel 2013, una pensione con questo importo è rimasta bloccata per effetto delle manovre di Monti. Dal prossimo anno, invece, tornerà a rivalutarsi di una quota pari al 75% del tasso di inflazione. Nell'ipotesi che il caro-vita sia quello indicato nei paragrafi precedenti (tra l'1,5 e il 2%), entro il 2016 l'assegno aumenterà a 2.397 euro. Se fossero rimaste in vigore le regole del 2011, invece, la rendita sarebbe cresciuta molto di più, cioè di una quota pari al 90% dell'inflazione. L'importo sarebbe dunque salito fino a 2.420 euro circa quest'anno, per raggiungere poi i 2.540 euro lordi mensili nel 2016
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da gino59 »

pensioni, trattenute a gennaio e febbraio per gli ex inpdap


Martedì, 14 gennaio, 2014 - 11:24 pubblicato da Ritratto di teamteam@idealista




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non è un inizio d'anno scoppiettante per i pensionati della previdenza pubblica, ovvero gli ex inpdap. a gennaio e febbraio, infatti, subiranno delle trattenute sulle pensioni a causa dell'abbinamento delle prestazioni pensionistiche con altre somme loro corrisposte

il sole 24 ore ha spiegato che la notizia è stata resa nota dall'inps, con il messaggio 574 del 13 gennaio 2014. l'istituto nazionale di previdenza sociale ha fatto sapere che "per l'anno fiscale 2013 la direzione centrale bilanci e servizi fiscali ha provveduto a comunicare alla gestione pubblica gli importi dei preconguagli fiscali a debito del pensionato, derivanti dall'abbinamento dei trattamenti pensionistici con altre somme corrisposte dall'istituto"

per calcolare le trattenute sugli assegni pensionistici verrà suddiviso l'importo del debito fiscale in due rate, trattenendolo sulle pensioni di gennaio e febbraio 2014. i conguagli per il 2014 sono stati determinati tenendo in considerazione le somme corrisposte dalla gestione pubblica nel periodo che va dal mese di gennaio al mese di agosto del 2013

per i pensionati il cui trattamento pensionistico mensile è maggiore di 626,73 euro, sarà assicurato il pagamento di un importo netto di 501,38 euro, corrispondente al trattamento minimo inps per l'anno 2014. nei casi in cui i pensionati siano titolari di un trattamento pensionistico mensile uguale o inferiore a 626,73 euro mensili, si procederà a effettuare la trattenuta di un quinto
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da gino59 »

Addizionali comunali e regionali IRPEF 2014: aliquote in rialzo, buste paga in discesa (27.01.2014.-


Il 2014 è, secondo molti analisti, un vero e proprio annus horribilis per quanto riguarda le tasse, non soltanto quelle nuove o originali come la Mini IMU 2013-2014 sulla prima casa e la maggiorazione Tares, ma anche quelle vecchie. In effetti, quello di cui parliamo in questo articolo e cerchiamo di spiegare, riguarda l'incremento delle aliquote IRPEF per quanto riguarda le cosiddette addizionali comunali e regionali.

Si tratta di una nuova sorpresa che gli italiani si ritroveranno in busta paga a partire dal febbraio 2014. Vediamo nello specifico cosa e come cambiano le addizionali comunali e regionali IRPEF, quanto sarà il rialzo delle aliquote e cosa perderanno gli italiani in busta paga.



Addizionali comunali e regionali IRPEF 2014: le aliquote in rialzo in 1.220 Comuni

Può essere utile, in vista di una corretta informazione, ricordare cosa si intenda per addizionali comunali e regionali IRPEF. Si tratta di una forma d'imposta istituita nel 1998 ma soggetta a parecchie modifiche nel corso degli anni. Le addizionali IRPEF si articolano in due aliquote distinte: 1) aliquota di compartecipazione dell'addizionale IRPEF che è stabilita in misura uguale in tutti i Comuni; 2) aliquota parziale, soggetta alle decisioni dei singoli Comuni, la quale rappresenta una sorta di aggiunta impositiva richiesta liberamente dai Comuni. Il discorso che stiamo facendo riguarda essenzialmente questa seconda richiesta impositiva. Ad aver aumentato le addizionali comunali IRPEF per il 2014 sono stati oltre 1220 Comuni, tra cui anche grandi città come Milano e Napoli, quest'ultima vede addirittura l'aliquota salire all'8 per mille. Non ci resta che fare qualche esempio e capire come anno dopo anno le addizionali comunali si sono fatte sentire dai contribuenti.



Addizionali comunali e regionali IRPEF 2014: alcuni esempi

Per comprendere l'impatto che un rialzamento delle aliquote delle addizionali comunali IRPEF può avere sulle buste paga degli italiani, ecco qualche esempio: 1) un pensionato medio che ha una pensione di circa 1000 euro al mese ha pagato dal 2010 al 2014 circa 85 euro in più, cioè la variazione è stata del 34%; 2) un operaio con uno stipendio netto medio di 1300 euro ha pagato dal 2010 al 2014 circa 121 euro in più, cioè la variazione è stata del 36%; 3) un impiegato con uno stipendio di 2000 euro ha pagato dal 2010 al 2014 circa 189 euro in più, cioè la variazione è stata del 30%; 4) un dirigente con uno stipendio netto mensile di circa 3000 euro ha pagato dal 2010 al 2014 circa 324 euro in più, la variazione è stata del 31%.



Addizionali comunali e regionali IRPEF 2014: anche le Regioni sul piede di guerra

Il problema principale è l'affanno dei Comuni. Tutta la trasformazione della tassazione della casa e l'esigenza di far quadrare i bilanci hanno spinto i sindaci ad alzare le aliquote per le addizionali comunali IRPEF 2014. Ma se i Comuni piangono, le Regioni certo non ridono, e quindi è in arrivo anche una batosta da parte delle addizionali regionali, le aliquote IRPEF sono infatti salite dall'1,73% al 2,33%.
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da gino59 »

Aliquote IRPEF 2014: il taglio proposto dal governo Renzi, ecco quanto si guadagnare di più e gli scaglioni.


Il governo Renzi che si è presentato da poco al Paese ha già fatto sapere che uno dei primi obiettivi è quello del taglio delle aliquote IRPEF sulle buste paga dei dipendenti pubblici e privati. Secondo le elaborazioni, questa misura, che di certo non potrà che fare piacere ai contribuenti, riguarderà circa 4 lavoratori contribuenti su 5 (più di 17 milioni su circa 21 milioni), cioè tutti coloro che hanno un reddito inferiore ai 30.000.

È chiaro che la mossa del governo Renzi in vista del taglio delle aliquote IRPEF per il 2014 è quella di rimettere in moto i consumi. Gli italiani avranno qualche euro in più in tasca da spendere ma bisognerà capire a quale "costo". La questione resta sempre la stessa: la sostenibilità economica del provvedimento. In poche parole, i tagli sulle aliquote IRPEF 2014 porteranno meno introiti nelle casse dello Stato che dovrà in altro modo recuperare la "somma". Vedremo insomma quali saranno le idee del governo Renzi nelle prossime settimane.

I nuovi scaglioni IRPEF
Ecco allora gli scaglioni previsti con l'entità del taglio sulle aliquote IRPEF 2014:

per un reddito fino a 15.000 euro, la detrazione attuale arriva al massimo a 1564,30 euro, mentre con l'ipotesi avanzata dal governo Renzi si arriverebbe a 2186,30 euro, il contribuente avrebbe 622 euro in più in busta paga all'anno, 47,80 euro al mese;
per un reddito di 20.000 euro, la detrazione attuale arriva al massimo a 1338,80 euro, mentre con l'ipotesi avanzata dal governo Renzi si arriverebbe a 1960,80 euro, il contribuente avrebbe 622 euro in più in busta paga all'anno, 47,80 euro al mese;
per un reddito di 25.000 euro, la detrazione attuale arriva al massimo a 1113,30 euro, mentre con l'ipotesi avanzata dal governo Renzi si arriverebbe a 1753,30 euro, il contribuente avrebbe 622 euro in più in busta paga all'anno, 47,80 euro al mese;
per un reddito di 29.000 euro, la detrazione attuale arriva al massimo a 942 euro, mentre con l'ipotesi avanzata dal governo Renzi si arriverebbe a 1541 euro, il contribuente avrebbe 599 euro in più in busta paga all'anno, 46,10 euro al mese;
per un reddito di 30.000 euro, la detrazione attuale arriva al massimo a 906 euro, mentre con l'ipotesi avanzata dal governo Renzi si arriverebbe a 1481 euro, il contribuente avrebbe 575,90 euro in più in busta paga all'anno, 44,30 euro al mese.-
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da gino59 »

gino59 ha scritto:Aliquote IRPEF 2014: il taglio proposto dal governo Renzi, ecco quanto si guadagnare di più e gli scaglioni.


Il governo Renzi che si è presentato da poco al Paese ha già fatto sapere che uno dei primi obiettivi è quello del taglio delle aliquote IRPEF sulle buste paga dei dipendenti pubblici e privati. Secondo le elaborazioni, questa misura, che di certo non potrà che fare piacere ai contribuenti, riguarderà circa 4 lavoratori contribuenti su 5 (più di 17 milioni su circa 21 milioni), cioè tutti coloro che hanno un reddito inferiore ai 30.000.

È chiaro che la mossa del governo Renzi in vista del taglio delle aliquote IRPEF per il 2014 è quella di rimettere in moto i consumi. Gli italiani avranno qualche euro in più in tasca da spendere ma bisognerà capire a quale "costo". La questione resta sempre la stessa: la sostenibilità economica del provvedimento. In poche parole, i tagli sulle aliquote IRPEF 2014 porteranno meno introiti nelle casse dello Stato che dovrà in altro modo recuperare la "somma". Vedremo insomma quali saranno le idee del governo Renzi nelle prossime settimane.

I nuovi scaglioni IRPEF
Ecco allora gli scaglioni previsti con l'entità del taglio sulle aliquote IRPEF 2014:

per un reddito fino a 15.000 euro, la detrazione attuale arriva al massimo a 1564,30 euro, mentre con l'ipotesi avanzata dal governo Renzi si arriverebbe a 2186,30 euro, il contribuente avrebbe 622 euro in più in busta paga all'anno, 47,80 euro al mese;
per un reddito di 20.000 euro, la detrazione attuale arriva al massimo a 1338,80 euro, mentre con l'ipotesi avanzata dal governo Renzi si arriverebbe a 1960,80 euro, il contribuente avrebbe 622 euro in più in busta paga all'anno, 47,80 euro al mese;
per un reddito di 25.000 euro, la detrazione attuale arriva al massimo a 1113,30 euro, mentre con l'ipotesi avanzata dal governo Renzi si arriverebbe a 1753,30 euro, il contribuente avrebbe 622 euro in più in busta paga all'anno, 47,80 euro al mese;
per un reddito di 29.000 euro, la detrazione attuale arriva al massimo a 942 euro, mentre con l'ipotesi avanzata dal governo Renzi si arriverebbe a 1541 euro, il contribuente avrebbe 599 euro in più in busta paga all'anno, 46,10 euro al mese;
per un reddito di 30.000 euro, la detrazione attuale arriva al massimo a 906 euro, mentre con l'ipotesi avanzata dal governo Renzi si arriverebbe a 1481 euro, il contribuente avrebbe 575,90 euro in più in busta paga all'anno, 44,30 euro al mese.-

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Taglio cuneo fiscale «operazione di portata storica»
Su uno dei fronti di intervento più attesi, quello del taglio del cuneo fiscale con l'intervento sull'Irpef, Renzi spiega che sarà «in vigore dal primo maggio: saranno 1.000 euro netti all'anno a chi guadagna meno di 1.500 mila euro al mese», con una spesa totale di 10 miliardi di euro. Il tutto «senza aumento delle tasse», perché «la copertura dei dieci miliardi» per il taglio delle tasse sarà «totalmente fatta dal governo sulla base del risparmio di spesa ma «senza aumenti di tassazione». In questo caso la fonte di finanziamento sarà lo Stato che «vede stringere un pò la cinghia.-
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da STANCHISSIMO »

Allora se lo stato deve stringere la cinghia, suppongo lo fara' a spese nostre non rinnovandoci nuovamente il contratto.

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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da christian71 »

Ovviamente, non potendo scioperare, siamo la categoria meno fastidiosa....ma la stanno tirando troppo questa cinghia....il giorno che ci fermeremo noi sarà guerra civile......

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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da gino59 »

“È una vicenda incredibile, mi chiedo come sia stato possibile creare falsi precari dando loro un sussidio e togliendo risorse alla gente veramente bisognosa”. Così il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, commenta il caso del precario con sussidio da 832 euro al mese ma poi risultato milionario: con un reddito Isee, il sistema che certifica l’accesso alle agevolazioni sociali, di 150 mila euro, quattro familiari a carico e un patrimonio di 1,2 milioni di euro.

Il caso è stato scoperto e denunciato dallo stesso governatore. Il precario milionario è uno dei 1.800 ex Pip che quattro anni fa erano stati assunti dalla Regione Siciliana con regolare contratto per una spesa di oltre 36 milioni all’anno. Fu proprio Crocetta, un anno fa, a revocare i contratti, ripristinando il sussidio.

Nel bacino degli ex Pip ci sono svantaggiati ed ex detenuti che fanno parte del progetto “Emergenza Palermo”, precari impiegati nei servizi di pulizia, portierato e facchinaggio nelle scuole e negli ospedali.

Intanto secondo il governo il caso del Pip milionario non sarebbe isolato. Il Dipartimento del Lavoro della Regione sta infatti effettuando i controlli e avrebbe già trovato diverse situazioni anomale: ci sarebbero altri 80 precari con redditi anche fino a 300 mila euro, quindici volte al di sopra della soglia consentita per l’accesso al sussidio, stabilita in 20 mila euro.

La Regione, intanto sta procedendo ad espellere il “super precario” dal bacino e altri provvedimenti analoghi saranno formalizzati nei prossimi giorni. L’anno scorso il governatore Crocetta erano aveva espulso 87 ex Pip per diverse irregolarità: alcuni di questi beneficiavano del sussidio nonostante si trovassero in carcere anche per reati di mafia.
gino59
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da gino59 »

Roma, 01-04-2014
Messaggio n. 3722
OGGETTO:
Applicazione delle risultanze delle verifiche reddituali nei confronti dei pensionati della gestione dipendenti pubblici titolari di assegno per il nucleo familiare.

In attuazione dell’art. 35 del decreto legge n. 207/2008, convertito in legge n. 14/2009 e successive modificazioni ed integrazioni, l’Istituto ha proceduto alla verifica, nei confronti dei pensionati titolari di assegno per il nucleo familiare, iscritti alle gestioni dipendenti pubblici, delle situazioni reddituali influenti sulla misura della prestazione in esame, acquisendo dall’amministrazione finanziaria i c.d. redditi influenti.

A seguito delle verifiche si è reso necessario in alcuni casi rideterminare gli importi dell’ANF, spettanti per il periodo dal 1° luglio 2012 al 30 giugno 2013, sulla base dei redditi sia da pensione che di diversa natura, relativi all’anno 2011.

Ciò in quanto in materia di assegno per il nucleo familiare continua a trovare applicazione la normativa prevista dalla legge n. 153/1988 che prevede l’erogazione della prestazione sulla base del reddito conseguito nell’anno solare antecedente al primo luglio di ciascun anno.

Qualora l’importo dell’assegno in esame, erogato nel periodo 1° luglio 2012/30 giugno 2013, sia risultato superiore a quello spettante sulla base delle dichiarazioni reddituali, con la rata di pensione di giugno 2014, verrà avviato il recupero dell’importo eccedente in quanto non dovuto.

A tal fine verrà recapitata ai pensionati interessati una lettera (di cui si allega fac-simile) con la quale saranno comunicati l’importo del debito e le relative modalità di recupero delle somme erogate e non spettanti.

Per il recupero delle somme sarà operata una trattenuta mensile nei limiti di un quinto dell’importo complessivo della pensione, comprensiva anche dell’indennità integrativa speciale se corrisposta come emolumento a sé stante, al netto delle ritenute IRPEF e con un recupero in un massimo di 60 rate (art. 2 del D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 180 e art. 3 del D.P.R. 30 giugno 1955, n. 1544).

Nei casi in cui la rateizzazione massima non sia sufficiente ad estinguere totalmente il debito accertato, la Direzione provinciale dovrà convocare il pensionato per concordare le modalità di rifusione di quanto non recuperato con le trattenute sulle pensioni.

Il pensionato, entro 30 giorni dalla ricezione della nota riferita alla verifica effettuata sulla sua situazione reddituale, potrà recarsi presso l’Ufficio della gestione dipendenti pubblici che ha in carico la gestione della relativa pensione per presentare eventuale documentazione che ritenga utile al chiarimento della propria posizione accertata dall’Istituto.

Gli operatori potranno visualizzare sulla rete Intranet nell’applicativo “PROSPETTI EROGAZIONE PENSIONI” (sezione ESITI DA RATA - MARZO 2014) i risultati delle operazioni effettuate che consentiranno di fornire ai pensionati interessati tutte le informazioni relative all’applicazione della campagna Red 2012.

In particolare, per ciascuna posizione, sono riportati anche tutti i codici fiscali dei componenti il nucleo familiare, come presenti nella banca dati reddituale, con l’indicazione dei relativi redditi, suddivisi per tipologia.

Le Direzioni provinciali - gestione dipendenti pubblici dovranno assumere ogni utile iniziativa per fornire esaustive delucidazioni ai pensionati. A tal fine verrà messo in produzione l’applicativo Banca Dati Reddituale (in utilizzo visualizzazione e stampa) in Gestione Fisco.

A seguito di segnalazione del pensionato di anomalie relative ai redditi diversi da pensione riferite esclusivamente all’anno reddituale 2011,le medesimedovranno essere immediatamente comunicate da parte delle sedi al seguente indirizzo di posta elettronica: helpfisco-GDP@inps.it indicando anche il cognome, nome e il codice fiscale dell’interessato/a.

La D.C. Sistemi Informativi sulla scorta delle informazioni ricevute provvederà a verificare l’esattezza del dato ed eventualmente a disporre l’integrazione/modifica della Banca dati reddituale in Gestione Fisco, dandone contestualmente comunicazione sia alla Sede richiedente, sia alla D.C. Previdenza al fine di autorizzare la sede competente alla lavorazione con il programma GPP WEB.

Eventuali anomalie riferite ai redditi da pensione relativi all’anno 2011dovranno invece essere comunicate alla casella di posta elettronica:
conduzionepensioni-GDP@inps.it

A conclusione delle verifiche la Direzione provinciale dovrà comunicare direttamente all’interessato la situazione definitivamente accertata.

Qualora il pensionato presenti un’autodichiarazione dei redditi riferita all’anno reddituale 2012, le Direzioni provinciali potranno procedere direttamente ad aggiornare gli importi dell’assegno in pagamento.


Il Direttore Generale
Nori
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