Il giudice è lo stesso della sentenza sulla restituzione adeguamento istat delle pensioni, solo che questa volta ci saranno altri 2 giudici che saranno scelti dal parlamento, staremo a vedere.gino59 ha scritto:costerebbe 35 miliardi
L'Avvocatura dello Stato invita la Corte Costituzionale a valutare l'impatto economico del ricorso: a livello strutturale la spesa annua dal 2016 sarebbe pari a 13 miliardi di euro. L'adeguamento degli stipendi pubblici è fermo dal 2010
Pa, lo sblocco dei contratti dal 2010 costerebbe 35 miliardi
Il ministro della Pa, Marianna Madia (lapresse)
MILANO - Dallo sblocco delle pensioni all'adeguamento dei contratti per la pubblica amministrazione. Dalla Corte Costituzionale potrebbe arrivare un'altro un altro conto pesante per le casse dello Stato. Secondo una memoria dell'Avvocatura dello Stato - anticipata dall'Ansa - "l'onere" della "contrattazione di livello nazionale, per il periodo 2010-2015, relativo a tutto il personale pubblico, non potrebbe essere inferiore a 35 miliardi", con "effetto strutturale di circa 13 miliardi" annui dal 2016.
La situazione è delicata perché i contratti dei dipendenti pubblici sono bloccati dal 2010, l'adeguamento sarebbe dovuto ripartire nel 2017, ma sul costo dell'operazione c'è parecchia incertezza. Il congelamento scattato cinque anni è costato già oltre 600 euro, ma l'ultima rilevazione dell'Istat in materia si ferma alla fine del 2013: il conto rischia quindi di essere ancora più salato. D'altra parte, l'alleggerimento della busta paga si spiega sia con il congelamento dei rinnovi contrattuali e lo stop alle maturazioni stipendiali, come gli scatti, sia con il freno al turnover.
La partita ora si sposta alla Consulta dove è in calendario - il prossimo 23 giugno - un'udienza che valuterà la questione di legittimità costituzionale sul blocco della contrattazione nel pubblico impiego. L'Avvocatura generale dello Stato precisa che "i rilevanti effetti finanziari derivanti dall'intervento normativo che si esamina sono evidenti. Ed infatti - prosegue - l'onere conseguente alla contrattazione di livello nazionale, per il periodo 2010-2015, relativo a tutto il personale pubblico, non potrebbe essere inferiore a 35 miliardi di euro, con un effetto strutturale di circa 13 miliardi di euro, a decorrere dal 2016".
L'avvocato dello Stato chiede quindi alla Corte costituzionale di considerare l'impatto economico della contrattazione: "Di tali effetti non si può non tenere conto a seguito della riforma costituzionale" che "ha riscritto l'art. 81 Cost, a partire dalla disposizione del nuovo comma 1, secondo la quale lo Stato assicura l'equilibrio fra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico".
Inoltre l'Avvocatura nella parte iniziale della memoria precisa come "in ogni caso le prerogative sindacali risultano salvaguardate e si sono estrinsecate, tra l'altro, nella partecipazione all'attività negoziale per la stipulazione dei contratti integrativi (Ccni), sia pure entro i limiti finanziari normativamente previsti" e "di contratti quadro". Poi, aggiunge, è rimasta in piedi la possibilità "di dar luogo alle procedure relative ai contratti collettivi nazionali, sia pure
per la sola parte normativa". Insomma, evidenzia, ciò dimostra come "un'intensa attività contrattuale sia stata svolta, anche in pendenza del nuovo complesso normativo, ed abbia riguardato sia la contrattazione integrativa che quella nazionale".
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