IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

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gino59
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

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Detrazioni e deduzioni a rischio.-

04 aprile 2015



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ROMA - Dieci miliardi, tra spending review e riduzione delle agevolazioni fiscali. Ferve il lavoro tra Palazzo Chigi e Via venti Settembre per mettere a punto il Documento di economia e finanza, che sarà varato venerdì prossimo ed oggetto di un giro di tavolo nella riunione di governo di martedì, subito dopo Pasqua. L'obiettivo primario è quello di non aumentare le tasse, di scongiurare la clausola di salvaguardia che, al netto dei 6 miliardi già realizzati quest'anno, vale circa 10 miliardi di aumento dell'Iva e delle accise dal primo gennaio del prossimo anno (dunque 16 a regime).

Ma anche di non strozzare l'economia e di fare, come ha detto il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan in Parlamento, una manovra "il più espansiva possibile". Le intenzioni del governo, ancora oggetto di dibattito, già emergono dal corposo Piano nazionale di riforme che dovrà essere presentato a Bruxelles, insieme al Def, e che ne ricalca sostanzialmente i contenuti. La bozza del piano, che Palazzo Chigi avverte di non considerare definitiva, e che la Repubblica è in grado di anticipare, contiene la griglia degli interventi del governo e in pratica ci dice cosa ci aspetterà il prossimo anno.

Le detrazioni fiscali. Occhi puntati sulla nuova spending review: "Il governo -spiega il documento - si impegna ad assicurare ulteriori risparmi pari a 0,45 punti percentuali del Pil nel 2016", sottolinea la bozza del Programma di stabilità, l'altro documento del pacchetto da spedire alla Commissione europea. Si tratta dunque di 7,2 miliardi che andrebbero a sterilizzare l'aumento dell'Iva, ai quali si aggiungeranno "ulteriori risparmi strutturali che verranno dalla revisione dell'insieme delle tax expenditures come previsto dai decreti attuativi della delega fiscale".

Invalidità e Asl. Sono otto i punti di intervento sui quali si agirà per ridurre sprechi e rendere più efficace la spesa pubblica. Per gli enti locali si prevede l'allineamento delle regole del Patto di stabilità interno a quelle europee: pareggio di bilancio, costi standard e pubblicazione online degli indici di performance. Nel mirino le aziende municipalizzate: in particolare il documento cita le aziende di trasporto pubblico e quelle di raccolta dei rifiuti che "soffrono di gravi e crescenti criticità di costo". Terzo punto d'attacco i 10 mila capitoli di spesa dello Stato centrale e la riorganizzazione di Prefetture e delle altre strutture periferiche.

Al quarto punto la creazione di una "unità indipendente di valutazione" degli investimenti pubblici al fine di ridurre i costi. Sul Welfare, il Def annuncia una stretta sulle pensioni di invalidità finalizzata a eliminare le differenze tra Nord e Sud e alla creazione di un nuovo modello di assistenza che ottimizzi il coordinamento tra Inps, Comuni e Asl. Maggiore impatto anche della centrale degli acquisti per i beni della Pubblica Amministrazione. Al settimo e ottavo punto: la razionalizzazione delle detrazioni fiscali e la "ricognizione" degli incentivi alle imprese per una "successiva razionalizzazione". Nel Pnr si parla anche di riforma della tassazione locale sugli immobili.

Le riforme strutturali. Con il vento di ripresa internazionale che l'Italia deve agganciare la partita è tutta da giocare. Abbastanza scontato che il Pil di quest'anno debba crescere allo 0,7 (più dello 0,6 previsto). Per il prossimo anno - se si punterà all'1,5 per cento, a fronte dell'1,3 previsto da Bruxelles - ci sarebbero margini maggiori. Come pure bisognerà vedere se il governo accetterà di scendere all'1,8 per cento di deficit-Pil, come fissato nel vecchio Def, oppure deciderà di aumentare il deficit e avere più respiro. Sul fronte delle flessibilità ci sono inoltre 7-8 miliardi, cioè lo 0,5 del Pil, che vengono concessi dall'Europa a chi mette in atto riforme strutturali.

Questa clausola sostituirebbe quella sulle "circostanze eccezionali" che ci ha permesso di accedere ad uno sconto nel 2015. Margini si potranno avere anche con la flessibilità concessa agli investimenti, ma per entrambe le facilitazioni bisogna restare saldamente sotto il 3 per cento. L'utilizzo delle due clausole consentirebbe di bypassare l'ulteriore necessità di ridurre il deficit dello 0,3 per cento per rispettare la discesa verso il pareggio di bilancio strutturale prevista per il 2016 e pari a circa 5 miliardi. Se si considerasse anche questo aspetto infatti le necessità della legge di Stabilità 2016 salirebbero a 15 invece dei 10 miliardi previsti.

Interessi e capitali. Sebbene da maneggiare con prudenza, ci sono almeno due poste attive che il governo potrà utilizzare per il biennio 2015-2016. La prima è la riduzione della spesa per interessi, il cosiddetto dividendo della spread, dovuto al programma di acquisto dei titoli pubblici della Bce, che potrebbe ridurre la spesa per interessi per circa 5 miliardi fin da quest'anno. La prudenza tuttavia è d'obbligo visto il rischio implicito nei mercati finanziari. L'altra questione riguarda la voluntary disclosure: la versione definitiva del Def potrebbe cifrare in 3-5 miliardi il gettito aggiuntivo per quest'anno anche se c'è un pericolo messo in evidenza ieri dal Pd Marco Causi: "C'è un grande allarme per il potenziale caos dovuto alla sentenza della Corte costituzionale sui dirigenti dell'Agenzia delle Entrate che mette a rischio il gettito e la stessa griglia del Def". La soluzione dovrebbe arrivare da un imminente decreto interpretativo da parte del governo che assicuri come gli atti firmati dai dirigenti, a partire dalla voluntary, siano legittimi; poi si procederà all'assetto organizzativo e al bando di nuovi concorsi.


gino59
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da gino59 »

Il “Qe” della Bce è per tutti. Ecco cosa cambia per pensionati, imprenditori, risparmiatori e mutuatari

Bisogna distinguere gli effetti del “qe” per chi sta già prendendo una pensione e chi invece sta costruendo oggi le basi per una pensione futura. Finché c'è il “qe”, paradossalmente, gli attuali pensionati possono dormire sonni tranquilli. Perché vuol dire che saremo ancora in deflazione o in bassissima inflazione. Ne consegue che le pensioni non subiranno una decurtazione del valore in termini reali. Ovviamente, l'obiettivo del “qe” è proprio quello di riportare l'inflazione intorno al 2% ma finché c'è “qe” vuol dire che tale obiettivo non è stato ancora raggiunto.Viceversa, per chi sta costruendo oggi le basi per una futura pensione, il “Qe” potrebbe causare dei rischi. Per il semplice motivo che ha l'effetto di abbassare i rendimenti dei titoli obbligazionari (oggi ci sono molti titoli nell'Eurozona con tassi di partenza addirittura negativa) costringendo i fondi pensione ad acquistare prodotti finanziari più rischiosi pur di garantire un rendimento positivo.
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

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Caro gino59, il QE europeo abbassando il rendimento delle obbligazioni, sta dando fiato sopratutto ai paesi più indebitati come l'Italia, ma che possa far aumentare l'inflazione e posti di lavoro lo sapremo nei prossimi anni.
L'ideale sarebbe ne inflazione e ne deflazione.
La cosa che detesto è il bassissimo rendimento delle obbligazioni.
Inoltre il Re Dollaro, è arrivato ora dopo anni di ribasso a valere 1,05 contro euro, e l'euro ha perso valore rispetto alle altre valute questo si che aumenterà le esportazioni e porterà un pò di inflazione.
Ma in finanza le previsioni spesso vengono smentite dalla realtà.

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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

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STANCHISSIMO ha scritto:Caro gino59, il QE europeo abbassando il rendimento delle obbligazioni, sta dando fiato sopratutto ai paesi più indebitati come l'Italia, ma che possa far aumentare l'inflazione e posti di lavoro lo sapremo nei prossimi anni.
L'ideale sarebbe ne inflazione e ne deflazione.
La cosa che detesto è il bassissimo rendimento delle obbligazioni.
Inoltre il Re Dollaro, è arrivato ora dopo anni di ribasso a valere 1,05 contro euro, e l'euro ha perso valore rispetto alle altre valute questo si che aumenterà le esportazioni e porterà un pò di inflazione.
Ma in finanza le previsioni spesso vengono smentite dalla realtà.

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=============================Maledette obbligazioni......o no....???
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

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Ora come ora non vorrei nessun a obbligazione governativa dato l'alto rischio dell'italia che con il rendimento ridicolo veramente è una truffa autorizzata contro il risparmiatore.
Se uno vuole un pò di rendimento deve rischiare di più, e comprare High yield europei, e titoli dei mercati emergenti con cambio protetto.

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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da gino59 »

STANCHISSIMO ha scritto:Ora come ora non vorrei nessun a obbligazione governativa dato l'alto rischio dell'italia che con il rendimento ridicolo veramente è una truffa autorizzata contro il risparmiatore.
Se uno vuole un pò di rendimento deve rischiare di più, e comprare High yield europei, e titoli dei mercati emergenti con cambio protetto.

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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da STANCHISSIMO »

Quello che mi interessa molto sapere è come fanno alcuni fondi pensione dal profilo bassissimo rischio a poter dare alti rendimenti, a maggior ragione se hanno costi fissi annui di 0,7 per cento annuo che va a rosicare il rendimento totale.
Anni addietro, alcuni fondi dal profilo tranquillo sono saltati in aria per aver usato troppi derivati.
E i risparmiatori sono rimasti col cerino in mano.

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ANSA

Pensioni, bocciato il blocco della rivalutazione. Così la Consulta inguaia l’Inps: buco da 5 miliardi

Sentenza-bomba della Corte Costituzionale, tegola per i conti dell’ente previdenziale



30/04/2015


Dalla Corte costituzionale arriva una sentenza-bomba per i conti dell’Inps, una bella grana imprevista per il governo. La Corte Costituzionale, con una sentenza depositata oggi, relatore il giudice Silvana Sciarra ha infatti bocciato il blocco della perequazione, ovvero la rivalutazione legata all’aumento dell’inflazione, introdotta nel 2011 dal governo Monti col famigerato decreto Salva-Italia.



CHE COSA CAMBIA

In pratica, con quelle disposizioni, ribattezzate “legge Fornero” e subito contestate dai diretti interessati, venivano bloccati gli aumenti di tutti i trattamenti più ricchi, quelli che superavano di tre volte il minimo Inps, per gli anni 2012 e 2013. Per la Corte, nonostante quel blocco fosse motivato dalla «contingente situazione finanziaria», ovvero dalla crisi che finanziaria che stava aggredendo il nostro Paese, è incostituzionale. Secondo i supremi giudici, infatti, «l’interesse dei pensionati, in particolar modo i titolari di trattamenti previdenziali modesti, è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio».



FORNERO: “UNO FU UNA SCELTA MIA”

L’impatto sui conti pubblici, stimato dall’Avvocatura dello Stato quando si tenne l’udienza pubblica, è davvero considerevole: sarebbe infatti pari a circa 1,8 miliardi per il 2012 e circa 3 miliardi per il 2013. Tutti soldi che a questo punto andrebbero restituiti. L’ex ministro del Lavoro si è subito chiamata fuori da ogni responsabilità. «Il blocco della perequazione per le pensioni oltre tre volte il minimo non fu scelta mia», spiega Elsa Fornero, ricordando che fu una decisione «di tutto il Governo» presa per fare risparmi in tempi brevi. «Vengo rimproverata per molte cose - dice - ma quella non fu una scelta mia, fu la cosa che mi costò di più». E come il ministro tutti, forse, ricordano che proprio su questo punto la Fornero si commosse fino al pianto nella conferenza stampa di presentazione del Salva Italia. «Fu ritenuta dal Governo nel suo insieme - ha detto - soprattutto da quelli che guardano ai conti, una scelta necessaria perché dava risparmi nell’immediato».
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

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gino59 ha scritto:ANSA

Pensioni, bocciato il blocco della rivalutazione. Così la Consulta inguaia l’Inps: buco da 5 miliardi

Sentenza-bomba della Corte Costituzionale, tegola per i conti dell’ente previdenziale



30/04/2015


Dalla Corte costituzionale arriva una sentenza-bomba per i conti dell’Inps, una bella grana imprevista per il governo. La Corte Costituzionale, con una sentenza depositata oggi, relatore il giudice Silvana Sciarra ha infatti bocciato il blocco della perequazione, ovvero la rivalutazione legata all’aumento dell’inflazione, introdotta nel 2011 dal governo Monti col famigerato decreto Salva-Italia.



CHE COSA CAMBIA

In pratica, con quelle disposizioni, ribattezzate “legge Fornero” e subito contestate dai diretti interessati, venivano bloccati gli aumenti di tutti i trattamenti più ricchi, quelli che superavano di tre volte il minimo Inps, per gli anni 2012 e 2013. Per la Corte, nonostante quel blocco fosse motivato dalla «contingente situazione finanziaria», ovvero dalla crisi che finanziaria che stava aggredendo il nostro Paese, è incostituzionale. Secondo i supremi giudici, infatti, «l’interesse dei pensionati, in particolar modo i titolari di trattamenti previdenziali modesti, è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio».



FORNERO: “UNO FU UNA SCELTA MIA”

L’impatto sui conti pubblici, stimato dall’Avvocatura dello Stato quando si tenne l’udienza pubblica, è davvero considerevole: sarebbe infatti pari a circa 1,8 miliardi per il 2012 e circa 3 miliardi per il 2013. Tutti soldi che a questo punto andrebbero restituiti. L’ex ministro del Lavoro si è subito chiamata fuori da ogni responsabilità. «Il blocco della perequazione per le pensioni oltre tre volte il minimo non fu scelta mia», spiega Elsa Fornero, ricordando che fu una decisione «di tutto il Governo» presa per fare risparmi in tempi brevi. «Vengo rimproverata per molte cose - dice - ma quella non fu una scelta mia, fu la cosa che mi costò di più». E come il ministro tutti, forse, ricordano che proprio su questo punto la Fornero si commosse fino al pianto nella conferenza stampa di presentazione del Salva Italia. «Fu ritenuta dal Governo nel suo insieme - ha detto - soprattutto da quelli che guardano ai conti, una scelta necessaria perché dava risparmi nell’immediato».
===============================TUTTO QUESTO SARA' PAGATO CON QUESTI===================


Ecco perchè vuole anticipare le pensione al giorno 1 del mese-

Tenendo conto che le pensioni costano allo Stato circa 120 miliardi all'anno (quindi ogni mese 10 miliardi), rinviando il pagamento di un solo giorno, al primo del mese successivo, quest'anno costeranno 110 miliardi, ben 10 miliardi in meno. Infatti, le pensioni di dicembre verrebbero pagate il primo gennaio 2016 e sarebbero quindi di competenza dell'anno prossimo.
Si tratta di un artifizio (per non dire frode) contabile per riuscire a trovare 10 miliardi e mantenere diverse promesse elettorali, in particolare gli 80 euro al mese per i lavoratori dipendenti. In pratica il problema di trovare copertura a questa operazione viene spostato all'anno prossimo. Così, se il governo renzi non ci sarà più, il problema se lo becca il nuovo governo. Se invece renzi ci sarà ancora, troverà un'altra burla contabile per rinviare. Scusate se faccio notare che la Grecia è fallita proprio quando si è scoperto che falsificava i bilanci
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angri62
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

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gino59 ha scritto:
gino59 ha scritto:ANSA

Pensioni, bocciato il blocco della rivalutazione. Così la Consulta inguaia l’Inps: buco da 5 miliardi

Sentenza-bomba della Corte Costituzionale, tegola per i conti dell’ente previdenziale



30/04/2015


Dalla Corte costituzionale arriva una sentenza-bomba per i conti dell’Inps, una bella grana imprevista per il governo. La Corte Costituzionale, con una sentenza depositata oggi, relatore il giudice Silvana Sciarra ha infatti bocciato il blocco della perequazione, ovvero la rivalutazione legata all’aumento dell’inflazione, introdotta nel 2011 dal governo Monti col famigerato decreto Salva-Italia.



CHE COSA CAMBIA

In pratica, con quelle disposizioni, ribattezzate “legge Fornero” e subito contestate dai diretti interessati, venivano bloccati gli aumenti di tutti i trattamenti più ricchi, quelli che superavano di tre volte il minimo Inps, per gli anni 2012 e 2013. Per la Corte, nonostante quel blocco fosse motivato dalla «contingente situazione finanziaria», ovvero dalla crisi che finanziaria che stava aggredendo il nostro Paese, è incostituzionale. Secondo i supremi giudici, infatti, «l’interesse dei pensionati, in particolar modo i titolari di trattamenti previdenziali modesti, è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio».



FORNERO: “UNO FU UNA SCELTA MIA”

L’impatto sui conti pubblici, stimato dall’Avvocatura dello Stato quando si tenne l’udienza pubblica, è davvero considerevole: sarebbe infatti pari a circa 1,8 miliardi per il 2012 e circa 3 miliardi per il 2013. Tutti soldi che a questo punto andrebbero restituiti. L’ex ministro del Lavoro si è subito chiamata fuori da ogni responsabilità. «Il blocco della perequazione per le pensioni oltre tre volte il minimo non fu scelta mia», spiega Elsa Fornero, ricordando che fu una decisione «di tutto il Governo» presa per fare risparmi in tempi brevi. «Vengo rimproverata per molte cose - dice - ma quella non fu una scelta mia, fu la cosa che mi costò di più». E come il ministro tutti, forse, ricordano che proprio su questo punto la Fornero si commosse fino al pianto nella conferenza stampa di presentazione del Salva Italia. «Fu ritenuta dal Governo nel suo insieme - ha detto - soprattutto da quelli che guardano ai conti, una scelta necessaria perché dava risparmi nell’immediato».
===============================TUTTO QUESTO SARA' PAGATO CON QUESTI===================


Ecco perchè vuole anticipare le pensione al giorno 1 del mese-

Tenendo conto che le pensioni costano allo Stato circa 120 miliardi all'anno (quindi ogni mese 10 miliardi), rinviando il pagamento di un solo giorno, al primo del mese successivo, quest'anno costeranno 110 miliardi, ben 10 miliardi in meno. Infatti, le pensioni di dicembre verrebbero pagate il primo gennaio 2016 e sarebbero quindi di competenza dell'anno prossimo.
Si tratta di un artifizio (per non dire frode) contabile per riuscire a trovare 10 miliardi e mantenere diverse promesse elettorali, in particolare gli 80 euro al mese per i lavoratori dipendenti. In pratica il problema di trovare copertura a questa operazione viene spostato all'anno prossimo. Così, se il governo renzi non ci sarà più, il problema se lo becca il nuovo governo. Se invece renzi ci sarà ancora, troverà un'altra burla contabile per rinviare. Scusate se faccio notare che la Grecia è fallita proprio quando si è scoperto che falsificava i bilanci
===ma tu pensi veramente che a dicembre resti senza pensione?
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

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Sinceramente,non riesco a capire dove ho detto/scritto che a dicembre resto senza pensione.....!!!!
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Antonio_1961
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

Messaggio da Antonio_1961 »

Sotto l articolo ci sono i commenti critici dei lettori,(i critici ricordiamolo sono quelle persone con lo spirito di contestazioni ma di fatto non esprimono nulla ) uno di questi commenti lo ha copiato Gino, per questo poi scaturisce confusione. La proposta è scaturita dal presidente dell Inps, sembra un beneficio per tutti...poi ognuno puo' dire la sua, la sicurezza è certa: LA PENSIONE ARRIVA OGNI MESE, a prescindere del giorno.
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

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Pensioni, pressing dei sindacati: il governo applichi subito la sentenza della Consulta

2 maggio 2015



archiviate le celebrazioni del 1° maggio e il via all'Expo, si torna a parlare dell'agenda del governo, le cui priorità non potranno non tener conto della sentenza della Consulta che il 30 aprile ha bocciato la riforma Fornero sulle pensioni. A farsi sentire sono soprattutto consumatori e sindacati, in attesa che lunedì riapra il Parlamento.

Spi-Cgil: governo e Inps applichino sentenza a stretto giro
«Il governo e l'Inps devono applicare la sentenza emessa dalla Corte costituzionale sulla rivalutazione delle pensioni così come avvenne con il contributo di solidarietà su quelle d'oro che fu restituito a stretto giro». Chiede il segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone. «È del tutto evidente - aggiunge Cantone - che bisognerà tornare al meccanismo di rivalutazione ante Fornero. La sentenza su questo è molto chiara: non si può fare cassa con i pensionati. Le pensioni da lavoro, che sono state conquistate e non regalate, devono essere tutelate». Palazzo Chigi, conclude la leader del sindacato pensionati Cgil, deve quindi «rimettere mano a tutto l'impianto di una riforma che ha penalizzato anziani, adulti e giovani», intervenendo «anche sul capitolo esodati ed età pensionabile».

Codacons: in arrivo class action pro-pensionati
In arrivo anche una class action promossa dal Codacons a favore dei pensionati per la rivalutazione degli assegni pensionistici inferiori ai 2.400 euro mensili. Il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, intende incalzare raccogliendo i ricorsi di migliaia di pensionati perché «tagliare gli assegni pensionistici o bloccare la rivalutazione delle pensioni, come ha sostenuto la Consulta, è un atto illegittimo». La stessa Costituzione, conclude «prevede l'obbligo di dare una vita libera e dignitosa ei lavoratori e ai pensionati, i quali hanno diritto ad aumenti delle pensioni proporzionali alla crescita del costo della vita».
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Re: IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!

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