Salve Avvocato,
voglio rappresentarle un problema e conoscere un suo parere in merito alla mia situazione.
Premesso che sono un appartenente della Polizia di stato, con 23 anni di servizio, e dal 25 giugno 2013 in aspettativa per malattia e motivi di salute.
Recentemente, dopo vari esami della C.M.O. , sono stato ritenuto NON IDONEO in forma PERMANENTE in modo "parziale" ai ruoli della polizia di stato.
Considerato che allo stato attuale le patologie che hanno portato a tale decisione, sono in corso di accertamento
per il riconoscimento come dipendenti da "causa di servizio" ;
In virtù di questo, in base all'art. 16/3 del D.P.R. n.51 del 2009, è stato collocato in "aspettativa speciale" con piena e totale retribuzione, fino alla definizione della pratica di riconoscimento della patologia come dipendente da causa di servizio.
Posto che i tempi sono abbastanza lunghi ( un collega della questura, nella situazione analoga, sta giungendo al terzo anno di attesa) , vorrei conoscere:
Quale è lo "status" del dipendente posto in "aspettativa speciale"?
Mantiene gli stessi obblighi e doveri come quando è in servizio?
Considerato che nel caso in cui la patologia, non sia riconosciuta come dipendente da causa di servizio, il dipendente sarebbe a tal punto "riformato" e quindi posto in quiescenza, tutto ciò si traduce in un "congelamento a lungo termine" del dipendente, e dunque lo vedrebbe obbligato ad aspettare tutti questi anni senza sapere quale sarà il suo futuro lavorativo, mentre la vita e il tempo gli scorre sotto i piedi inerme, con il rischio di dover restituire le somme relative al secondo anno, lo obbligherebbe a non programmare o effettuare nessun tipo di miglioramento dal punto di vista personale.
pertanto la domanda è:
considerando la posizione "ambigua" e non ben definita del dipendente in tale situazione, dato che è collocato in aspettativa e non per sua volontà, deve mantenere comunque gli obblighi e i doveri come se fosse in effettivamente in servizio?
Specificatamente, la domanda si rivolge a quelle situazioni di "incompatibilità", legate allo svolgimento di altre attività lavorative e professionali;
Può dunque esercitare una professione, o un altra attività lavorativa anche commerciale, in modo lecito dal punto di vista legale e fiscale, in tutto il periodo di "aspettattiva speciale" da chiudere ( chiaramente) nel caso in cui venga reintegrato in servizio anche se con limitazioni?
Decadono dunque le condizioni di incompatibilità nello status di aspettativa speciale?
nel caso in cui , questo non avvenga, a quali rischi si espone o o quali sanzioni si rischia di incorrere?
grazie anticipatamente.
doppio lavoro e incompatibilità in stato di aspettativa spec
Moderatore: Avv. Giorgio Carta
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Re: doppio lavoro e incompatibilità in stato di aspettativa
Messaggio da analogista »
speriamo di avere la risposta la più presto.
Re: doppio lavoro e incompatibilità in stato di aspettativa
analogista ha scritto:speriamo di avere la risposta la più presto.
L'art. 50 del D.P.R. 24.4.1982, n. 335 vieta espressamente agli appartenenti alla Polizia di Stato l'esercizio di attività professionali, commerciali e industriali, l'assunzione di impieghi pubblici e privati nonché l'accettazione di cariche in società costituite a scopo di lucro, fatti salvi i casi espressamente previsti da disposizioni speciali. Con tale disposizione è stato escluso l'esercizio di attività caratterizzate da continuità e prevalenza, e pertanto incompatibili con gli obblighi di fedeltà, diligenza e puntualità propri del rapporto di pubblico impiego. Al di fuori di tali fattispecie, in relazione allo status speciale derivante dalle funzioni svolte dal personale in parola, vanno analogamente escluse le attività in contrasto con gli obblighi e i doveri istituzionali, oppure riferibili a settori coincidenti con quelli demandati per legge alla Polizia di Stato. Per le altre attività, considerate astrattamente compatibili alla luce dei suesposti criteri di valutazione, è prescritta l'autorizzazione dell'Amministrazione ai sensi dell'art. 53 del D.Lvo 30.3.2001, n.165, al fine di verificarne la conciliabilità in concreto con il tipo di lavoro e l'orario di servizio del dipendente, nel senso che non deve essere arrecato alcun pregiudizio al corretto espletamento dei compiti che è chiamato a svolgere. L'elemento dell'onerosità non costituisce invece presupposto che faccia escludere automaticamente la concessione dell'autorizzazione dell'Amministrazione, non essendoci in tal senso alcuna preclusione legislativa. Al contrario è possibile dedurre dal contesto normativo la possibilità per il dipendente pubblico di svolgere una attività lavorativa remunerata, in conformità alla legge sull'anagrafe delle prestazioni, che prevede un sistema di rilevazione degli incarichi gratuiti ed onerosi assunti dai medesimi.
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Re: doppio lavoro e incompatibilità in stato di aspettativa
Messaggio da Avv. Giorgio Carta »
durante questa aspettativa, lei rimane a tutti gli effetti un dipendente della polizia di Stato, anche se dovesse eventualmente transitare poi ai ruoli civili del ministero.
Di conseguenza, lei continua a soggiacere a tutti gli obblighi (ed alle incompatibilità) dei poliziotti, tranne quello di prestare l'attività di servizio. Pertanto, lei non può al momento svolgere altri lavori od incarichi retribuiti, se non previa autorizzazione della sua amministrazione.
In caso dovesse trasgredire a detto obbligo, riceverebbe una diffida ad interrompere l'attività extra professionale, scaduta invano la quale, lei sarebbe posto in congedo. Inoltre, l'Amministrazione avrebbe diritto a tutti i compensi da lei percepiti in violazione del rapporto di esclusività.
Saluti,
Avv. Giorgio Carta
Di conseguenza, lei continua a soggiacere a tutti gli obblighi (ed alle incompatibilità) dei poliziotti, tranne quello di prestare l'attività di servizio. Pertanto, lei non può al momento svolgere altri lavori od incarichi retribuiti, se non previa autorizzazione della sua amministrazione.
In caso dovesse trasgredire a detto obbligo, riceverebbe una diffida ad interrompere l'attività extra professionale, scaduta invano la quale, lei sarebbe posto in congedo. Inoltre, l'Amministrazione avrebbe diritto a tutti i compensi da lei percepiti in violazione del rapporto di esclusività.
Saluti,
Avv. Giorgio Carta
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