corona virus - Decreto Legge

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mauri64
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da mauri64 »

Ciao frankcip,
mi sono sentito in dovere di intervenire cancellando il post poiché offensivo.
Si può essere non d'accordo sulle idee altrui, ma questo non ci autorizza ad offendere chicchessia.
Quello che rimarco sempre, "il confronto è utile quando costruttivo"... nel caso in questione è risultato inadatto.

Maurizio


frankcip
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da frankcip »

Ciao Maurizio, il mio post di risposta è offensivo? può essere, però si permette a qualcun'altro di far vedere che è compiaciuto se togliessero ai no-vax la pensione... quindi anche qui pensiero unico... rispondo solo così alla persona compiaciuta... il karma te la toglierà a te la pensione....
mauri64 ha scritto: mar set 28, 2021 3:45 pm Ciao frankcip,
mi sono sentito in dovere di intervenire cancellando il post poiché offensivo.
Si può essere non d'accordo sulle idee altrui, ma questo non ci autorizza ad offendere chicchessia.
Quello che rimarco sempre, "il confronto è utile quando costruttivo"... nel caso in questione è risultato inadatto.

Maurizio
Comunque nel prossimo decreto..ai No Vax No Pension...sospesa la pensione.
mauri64
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da mauri64 »

Ciao Frank, non ho intenzione di alimentare polemiche inutili, pertanto non entro nel merito.

Maurizio
Paco1960

Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da Paco1960 »

Paco1960 ha scritto: gio set 23, 2021 7:56 am Comunque nel prossimo decreto..ai No Vax No Pension...sospesa la pensione.
Guarda che il post era palesemente ironico difficile da non capirlo...oltre al vaccino per il Covid cè ne vorrebbero altri... :D

altro che Karma quando ti prenderà il virus poi non piagnucolate come molti Sicax che dopo la terapia intensiva hanno cambiato parere ....................... sono morte 130 mila persone .......e gli hanno tolto la pensione naturalmente e mi dispiace tanto per loro perchè il vaccino non c'era e non potevano difendersi ..invece discorso molto ma molto diverso per quelli non vaccinati...
panorama
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da panorama »

Pfizer: il vaccino dura 6 mesi, anzi 9.

E' stato stabilito che le dosi già prodotte e distribuite abbiano un prolungamento di scadenza di 3 MESI

SI LEGGE:

Le confezioni che riportano in etichetta una data di scadenza compresa tra settembre 2021 e marzo 2022 possono continuare ad essere utilizzate per ulteriori 3 mesi oltre la data di scadenza stampata, purché siano state mantenute le condizioni di conservazione approvate tra -90 °C e -60 °C. Le date di scadenza aggiornate sono elencate qui di seguito.

Data di scadenza stampata = settembre 2021 → Data di scadenza aggiornata dicembre 2021
Data di scadenza stampata = ottobre 2021 → Data di scadenza aggiornata gennaio 2022
Data di scadenza stampata = novembre 2021 → Data di scadenza aggiornata febbraio 2022
Data di scadenza stampata = dicembre 2021 → Data di scadenza aggiornata marzo 2022
Data di scadenza stampata = gennaio 2022 → Data di scadenza aggiornata aprile 2022
Data di scadenza stampata = febbraio 2022 → Data di scadenza aggiornata maggio 2022
Data di scadenza stampata = marzo 2022 → Data di scadenza aggiornata giugno 2022

Tutti i flaconcini con una data di scadenza successiva a marzo 2022 saranno già aggiornati con il nuovo periodo di validità a 9 mesi.
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lino
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da lino »

Solo di appartenenti alle ff.pp vi sono ben 83.000 uomini senza green pass.(fonte ski)
Se la cifra fosse vera , vi saranno dei seri problemi nel gestire i servizi.
Ero rimasto sulle 31000 unita' tra CC e PS.,ed erano già molti.
Vedremo domani che succede!!!!
Per Aspera ad Astra!!!!
panorama
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da panorama »

Libertà di espressione sotto attacco in pandemia, la denuncia di Amnesty International.

Amnesty International denuncia che col Covid la libertà di espressione è sotto attacco in diversi Stati per legislazioni che vogliono fermare l’informazione indipendente.

Notizia del 19 ottobre 2021

Libertà di espressione sotto attacco in pandemia. In un nuovo dossier pubblicato oggi, dal titolo Silenced and Misinformed (“Tra bavaglio e disinformazione: libertà d’espressione in pericolo durante la pandemia da Covid-19”) Amnesty International ha denunciato che «gli attacchi portati dai governi alla libertà d’espressione e i flussi di disinformazione hanno avuto conseguenze sulla capacità di avere accesso a informazioni accurate e tempestive, fondamentali per arginare la crisi globale di salute pubblica».

Pandemia e attacchi alla libertà di espressione

Da oltre un anno, denuncia Amnesty, governi e autorità adottano censura e sanzioni per ridurre la qualità delle informazioni che arrivano all’opinione pubblica.

“ La pandemia ha dato vita a una situazione in cui «nuove legislazioni sono state usate per mettere il bavaglio all’informazione indipendente e per punire chi criticava o cercava d’indagare sulla risposta dei governi alla pandemia da Covid-19».

Anche con la pandemia, insomma, la libertà di espressione e di informazione sono state considerate una minaccia e i giornalisti che denunciavano la reale dimensione del contagio, il numero effettivi di ricoveri e decessi, la risposta inadeguata dei governi al Covid sono stati licenziati, minacciati, arrestati o processati, spesso grazie ad apposite leggi sulle “fake news”, in diversi paesi.

“ Amnesty International «sollecita gli stati a cessare di usare la pandemia come pretesto per ridurre al silenzio l’informazione indipendente, ad abolire tutte le limitazioni indebite al diritto alla libertà d’espressione e a diffondere informazioni credibili, attendibili e accessibili in modo tale che il pubblico sia pienamente informato sulla pandemia. Per contrastare la disinformazione non serve la censura, ma occorrono una stampa libera e indipendente e una forte società civile».

Censura dei media e limitazioni all’informazione

«Abbiamo assistito a un attacco senza precedenti alla libertà d’espressione: tra chiusure di mezzi di comunicazione e censura dei social media, il pubblico ha enorme difficoltà ad accedere a informazioni utili per fronteggiare la pandemia», ha dichiarato Rajat Khosla, direttore delle ricerche di Amnesty International.

Giornalisti e operatori sanitari sono stati ridotti al silenzio e imprigionati. Le situazioni critiche denunciate da Amnesty riguardano, fra gli altri, la Cina col controllo all’informazione già allo scoppio della pandemia, poi stati quali Nicaragua, Russia e Tanzania, per l’introduzione di leggi repressive che hanno limitato il diritto alla libertà d’espressione e ridotto al silenzio coloro che avevano criticato la risposta delle autorità alla pandemia.

Amnesty chiama in causa anche le piattaforme social e il loro ruolo nella diffusione della disinformazione sulla pandemia. Le piattaforme infatti amplificano quei contenuti che attirano attenzione e «non hanno applicato una sufficiente diligenza dovuta nel prevenire la diffusione di informazioni false e fuorvianti».

«Mentre chiediamo ai governi e alle aziende farmaceutiche di assicurare che i vaccini siano prodotti e distribuiti a tutte e a tutti nel mondo, ci rivolgiamo anche agli stati e alle proprietà delle piattaforme social affinché garantiscano libero accesso a informazioni accurate, basate su prove e tempestive, in modo tale da minimizzare l’impatto della disinformazione sulle campagne vaccinali – ha sottolineato Khosla – Oltre sei miliardi e mezzo di dosi di vaccino sono state inoculate a livello globale, ma solo il 2,5 per cento della popolazione degli stati a basso reddito ha ricevuto almeno una dose. Quando mancano meno di 75 giorni alla fine dell’anno, chiediamo agli stati e alle aziende farmaceutiche di cambiare radicalmente rotta e di fare tutto il necessario per fornire due miliardi di dosi di vaccino agli stati a basso e a medio-basso reddito. Ma per fare questo occorrono informazioni sicure e attendibili».
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da panorama »

Case di riposo, Amnesty: lavoratori messi a tacere per aver criticato la risposta alla pandemia

In un nuovo dossier Amnesty Italia denuncia che i lavoratori sanitari nelle case di riposo sono stati sottoposti a ritorsioni, misure disciplinari, clima di paura e licenziamenti per aver criticato la risposta alla pandemia nelle RSA.

«Le cooperative e le strutture residenziali pubbliche hanno messo la museruola alle persone che hanno denunciato o parlato con la stampa», ha detto un lavoratore di una RSA privata. Nelle case di riposo italiane, operatori sanitari e sociosanitari sono stati sottoposti a ritorsioni per aver criticato la risposta alla pandemia da Covid 19.
Alcuni hanno subito procedimenti disciplinari e licenziamenti. Uno su tre denuncia un clima di paura e di ritorsioni sul posto di lavoro.

Sono lavoratori messi a tacere per aver criticato la risposta alla pandemia, in quelle stesse case di riposo – le residenze sociosanitarie e socioassistenziali – che hanno contato migliaia di morti. L’8,5% degli ospiti nelle case di riposo sono morti nei primi mesi della pandemia, dicono alcune stime.

Case di riposo, le indagini di Amnesty

“Messi a tacere e inascoltati in piena pandemia” è il nuovo dossier di Amnesty International che fa luce su quanto accaduto nelle RSA in Italia.

Il primo studio, Abbandonati, lanciato a dicembre 2020, aveva così definito gli anziani che hanno perso la vita all’interno delle strutture di residenza sociosanitarie e socioassistenziali in Italia, migliaia dall’inizio della pandemia. E aveva analizzato le criticità emerse nella gestione dell’emergenza sanitaria all’interno delle case di riposo.

Ora l’associazione punta i riflettori sui lavoratori delle RSA, sottoposti a critiche, vessazioni e ritorsioni per aver criticato la risposta delle istituzioni alla pandemia da Covid-19 nelle case di riposo.

«Dall’inizio della pandemia da Covid-19, migliaia di persone anziane hanno perso la vita all’interno delle strutture di residenza sociosanitarie e socioassistenziali in tutta Italia, dove il personale sanitario e sociosanitario a loro dedicato ha spesso subito ritorsioni e misure disciplinari per aver denunciato le condizioni lavorative precarie, estenuanti e insicure», denuncia Amnesty.

“Messi a tacere e inascoltati”

Questo secondo rapporto, Messi a tacere e inascoltati, analizza dunque le ritorsioni e provvedimenti disciplinari, incluso il licenziamento, subiti dal personale sanitario e sociosanitario delle case di riposo solo per aver denunciato presunte irregolarità sul posto di lavoro o preoccupazioni per la propria sicurezza o per quella degli ospiti anziani.

Datori di lavoro sia pubblici che privati, spiega Amnesty, hanno impedito al personale di godere del diritto alla libertà di espressione e alla libertà di associazione, che include il diritto a riunirsi in sindacato e a cercare, ricevere e diffondere informazioni.

«Invece di affrontare le criticità sollevate, come quelle sull’uso dei dispositivi di protezione individuale e sul numero dei contagi nelle strutture residenziali, i datori di lavoro hanno imposto il silenzio, effettuato licenziamenti ingiusti e adottato misure antisindacali».

Fra febbraio e agosto del 2021 Amnesty International ha parlato con 34 tra operatori e operatrici in servizio nelle strutture residenziali durante la pandemia da Covid-19, così come con avvocati, esperti del settore e sindacalisti. È un settore con l’85% di presenza femminile, in cui manca personale, ci sono bassi stipendi e condizioni precarie di lavoro.

Case di riposo, misure disciplinari e antisindacali

Un terzo delle persone intervistate ha denunciato un clima di paura e ritorsioni sul posto di lavoro. Gli avvocati hanno riferito di oltre dieci casi di procedimenti disciplinari e di licenziamenti, riguardanti anche rappresentanti sindacali che avevano denunciato la mancanza di adeguate misure sanitarie e di sicurezza in varie strutture residenziali sia pubbliche che private.

In quelle stesse case di riposo, nei primi mesi della pandemia c’è stato un numero sconvolgente di decessi.

«Fino al 29 settembre 2021, in Italia la pandemia da Covid-19 aveva causato oltre 130.200 decessi, il 95 per cento dei quali relativi a persone ultrasessantenni. Secondo alcune stime, l’8,5 per cento di tutte le persone ospitate nelle strutture residenziali è deceduto nei primi mesi della pandemia», dice Amnesty.

Violazione del diritto alla vita, alla salute, del diritto alla libertà d’espressione, associazione e di riunirsi in sindacato: nelle case di riposo sono state violati i diritti degli anziani e dei lavoratori.

Amnesty chiede una commissione parlamentare di inchiesta

Amnesty chiede al Parlamento italiano di istituire una commissione parlamentare di inchiesta sulla salute e sulla sicurezza degli anziani nelle case di cura in pandemia e sulla violazione dei diritti subiti dagli anziani e dai lavoratori delle RSA.

La Commissione dovrebbe esaminare le preoccupazioni sollevate dal personale e dai sindacati in tema di sicurezza, salute e precarie condizioni di lavoro durante la pandemia da Covid-19 e nel periodo precedente nelle case di riposo. Amnesty chiede poi di modificare l’attuale quadro legislativo sul whistleblowing assicurando che tutti i datori di lavoro mettano in atto sistemi che consentano ai lavoratori di segnalare i rischi per la salute e la sicurezza garantendo una protezione adeguata per quanto riguarda riservatezza e indipendenza.

«Amnesty International chiede al parlamento italiano di portare a termine le fasi necessarie per istituire una commissione d’inchiesta indipendente che indaghi sulla risposta delle autorità alla pandemia da COVID-19; tale commissione dovrà inoltre avere uno specifico focus sulle strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali e prendere in seria considerazione le gravi preoccupazioni espresse da lavoratrici, lavoratori e sindacati in merito a salute, sicurezza e cattive condizioni di lavoro», si legge nel dossier.

Quì sotto il link

https://www.helpconsumatori.it/diritti/ ... -pandemia/
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da panorama »

Da leggere,
- la sentenza del CdS sezione 3 n. 7045/2021 resa pubblica il 20/10/2021 e l’Ordinanza Collegiale del TAR LAZIO sezione 3Q n. 11524/2021 resa pubblica il 10/11/2021.

Il CdS
lo accoglie ai sensi di cui in motivazione e per l’effetto, dichiarato ammissibile il ricorso di primo grado, lo respinge nel merito.
Vedi n. 7;
n. 15;
n. 20.3;
n. 24, n. 25 e n. 26;
n. 27.3, 4 e 6;
n. 28, 28.4, 5 e 6;
n. 30.1 e 2;
ATTENZIONE che dopo il punto n. 35 forse per errore di scrittura, viene riportato il n. 32.3 e così via a seguire nell’errore. Quindi, vi invito a ripartire nella lettura da questo punto 32.3 che parla di Corte Costituzionale (sentenza n. 5 del 18 gennaio 2018), 5, 6.
37.7;
39.5, 6, 7, 8 e 9;
n. 40;
n. 41.3 e 4;
n. 44 parla di Indennizzo da Vaccino, 44.1, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9.
Dal n. 48 in poi, parla della sospensione dell’esercizio professionale, autonomo o dipendente.

Il Tar Lazio tratta richiamo e G.P.
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da panorama »

Novità,

SENTENZA N. 213
ANNO 2021


REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE COSTITUZIONALE

composta dai signori:

Presidente: Giancarlo CORAGGIO

Giudici: Giuliano AMATO, Silvana SCIARRA, Daria de PRETIS, Nicolò ZANON, Franco MODUGNO, Augusto Antonio BARBERA, Giulio PROSPERETTI, Giovanni AMOROSO, Francesco VIGANÒ, Luca ANTONINI, Stefano PETITTI, Angelo BUSCEMA, Emanuela NAVARRETTA, Maria Rosaria SAN GIORGIO,

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

nei giudizi di legittimità costituzionale dell’art. 103, comma 6, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19), convertito, con modificazioni, nella legge 24 aprile 2020, n. 27; dell’art. 17-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19), convertito, con modificazioni, nella legge 17 luglio 2020, n. 77; dell’art. 13, comma 13, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante «Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall’Unione europea», convertito, con modificazioni, nella legge 26 febbraio 2021, n. 21; e dell’art. 40-quater del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41 (Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19), convertito, con modificazioni, nella , promossi dal Tribunale ordinario di Trieste, in funzione di giudice dell’esecuzione, con ordinanza del 24 aprile 2021 e Tribunale ordinario di Savona, in funzione di giudice dell’esecuzione, con ordinanza del 3 giugno 2021, iscritte, rispettivamente, ai numeri 107 e 125 del registro ordinanze 2021 e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica numeri 28 e 33, prima serie speciale, dell’anno 2021.

OMISSIS

15.– Mette conto, infine, rilevare che, se l’eccezionalità della pandemia da COVID-19 giustifica, nell’immediato e per un limitato periodo di tempo, la sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili (anche perché, in particolare, vi è stato, da parte del legislatore, un progressivo aggiustamento del bilanciamento degli interessi e dei diritti in gioco, nei termini sopra indicati), d’altra parte però questa misura emergenziale è prevista fino al 31 dicembre 2021 e deve ritenersi senza possibilità di ulteriore proroga, avendo la compressione del diritto di proprietà raggiunto il limite massimo di tollerabilità, pur considerando la sua funzione sociale (art. 42, secondo comma, Cost.).

Resta ferma in capo al legislatore, ove l’evolversi dell’emergenza epidemiologica lo richieda, la possibilità di adottare altre misure più idonee per realizzare un diverso bilanciamento, ragionevole e proporzionato (sentenza n. 128 del 2021).

Per Questi Motivi

LA CORTE COSTITUZIONALE

riuniti i giudizi,

1) dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 103, comma 6, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19), convertito, con modificazioni, nella legge 24 aprile 2020, n. 27, e dell’art. 17-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19), convertito, con modificazioni, nella legge 17 luglio 2020, n. 77, sollevate dal Tribunale ordinario di Trieste, in funzione di giudice dell’esecuzione, in riferimento agli artt. 3, 24, 42, 47, 77 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione all’art. 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), firmata a Roma il 4 novembre 1950, ratificata e resa esecutiva con legge 4 agosto 1955, n. 848, e all’art. 1 del Protocollo addizionale alla CEDU, firmato a Parigi il 20 marzo 1952, con l’ordinanza indicata in epigrafe, e dell’art. 103, comma 6, del d.l. n. 18 del 2020, sollevate dal Tribunale ordinario di Savona, in funzione di giudice dell’esecuzione, in riferimento agli artt. 3, 11, 24, 41, 42, 111 e 117 Cost., nonché all’art. 6 CEDU, all’art. 1 Prot. addiz. CEDU e all’art. 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (CDFUE), proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000 e adattata a Strasburgo il 12 dicembre 2007, con l’ordinanza indicata in epigrafe;

2) dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 13, comma 13, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante «Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall’Unione europea», convertito, con modificazioni, nella legge 26 febbraio 2021, n. 21, e dell’art. 40-quater del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41 (Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19), convertito, con modificazioni, nella legge 21 maggio 2021, n. 69, sollevate dal Tribunale ordinario di Savona, in riferimento agli artt. 11 e 41 Cost., nonché all’art. 47 CDFUE, con l’ordinanza indicata in epigrafe;

3) dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 13, comma 13, del d.l. n. 183 del 2020, come convertito, sollevata, in riferimento all’art. 77 Cost., dal Tribunale ordinario di Trieste con l’ordinanza indicata in epigrafe;

4) dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 13, comma 13, del d.l. n. 183 del 2020, come convertito, e dell’art. 40-quater del d.l. n. 41 del 2021, come convertito, sollevate, in riferimento all’art. 3 Cost., dal Tribunale ordinario di Trieste e dal Tribunale ordinario di Savona con le ordinanze indicate in epigrafe;

5) dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 13, comma 13, del d.l. n. 183 del 2020, come convertito, e dell’art. 40-quater del d.l. n. 41 del 2021, come convertito, sollevate dal Tribunale ordinario di Trieste, in riferimento agli artt. 42, 47, secondo comma, e 117, primo comma, Cost., quest’ultimo in relazione all’art. 1 Prot. addiz. CEDU, e dal Tribunale ordinario di Savona, in riferimento all’art. 42 Cost. e all’art. 1 Prot. addiz. CEDU, con le ordinanze indicate in epigrafe;

6) dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 13, comma 13, del d.l. n. 183 del 2020, come convertito, e dell’art. 40-quater del d.l. n. 41 del 2021, come convertito, sollevate, in riferimento all’art. 24 Cost., dal Tribunale ordinario di Trieste e dal Tribunale ordinario di Savona con le ordinanze indicate in epigrafe;

7) dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 13, comma 13, del d.l. n. 183 del 2020, come convertito, e dell’art. 40-quater del d.l. n. 41 del 2021, come convertito, sollevate dal Tribunale ordinario di Trieste e dal Tribunale ordinario di Savona, in riferimento all’art. 117, primo comma, Cost., quest’ultimo in relazione all’art. 6 CEDU, e dal solo Tribunale ordinario di Savona, in riferimento all’art. 111 Cost., con le ordinanze indicate in epigrafe.

Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 19 ottobre 2021.

F.to:

Giancarlo CORAGGIO, Presidente

Giovanni AMOROSO, Redattore

Roberto MILANA, Direttore della Cancelleria

Depositata in Cancelleria l'11 novembre 2021.

---------------------------------------------------

ALLEGO

Ufficio Stampa della Corte costituzionale

Comunicato dell’11 novembre 2021
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da anco2010 »

stralcio articolo stampa.
Non ci sarà il lockdown, neppure parziale: lo dice in un'intervista il professor Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute, che indica una serie di possibili interventi per proteggere l'Italia dall'avanzata della quarta ondata che arriva da Est: sanzioni più rapide nei confronti di medici e infermieri No vax; analisi, Asl per Asl, per verificare se tra gli assistiti di un determinato studio medico ci siano molti non vaccinati, per correre ai ripari; spingere, in modo energico, sulle terze dosi, collegandole al Green pass: chi non completa con il richiamo il ciclo vaccinale riceve prima un' ammonizione e, se dopo due o tre mesi ancora non si mette in regola con l'iniezione di rinforzo, la certificazione verde perde di validità.
Io sono vaccinato e non riesco a capire se non faccio la terza dose scatta il cartellino giallo e dopo due o tre mesi se non provvedo a farla scatta il cartellino rosso.
La domanda è sempre la stessa chi non ha fatto nessuna dose?
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da frapisa »

I NO VAX saranno premiati, il governo interviene sui singoli e non sulla massa, basta vedere ai rave, come interviene il governo. Siamo i classici del "bisogna educare e non punire" classica frase dei kompagni. Alla fine il governo buono troverà un compromesso, con questi illegali. La caccia la daranno a noi che siamo vaccinati e attenzione a non fare il richiamo a tempo debito.
E come dico io ai NO VAX, andate sul famoso terrazzo e meditate sul danno che state arrecando.
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da mauri64 »

Salve frapisa,
sei consapevole che così dicendo ti attirerai le critiche di quelle persone che la pensano in maniera diversa dalla tua...

Un caro Saluto
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da frapisa »

mauri64 ha scritto: dom nov 14, 2021 2:09 pm Salve frapisa,
sei consapevole che così dicendo ti attirerai le critiche di quelle persone che la pensano in maniera diversa dalla tua...

Un caro Saluto
Certamente, ognuno dice la sua, solo che la mia non è offensiva, ma la realtà dei fatti, mentre loro sono come gli hooligans negli stadi, hanno sempre ragione su tutto. Comunque certi NO VAX senza tampone, l'altro giorno in mia presenza, sono stati allontanati da un reparto ambulatoriale a molo modo, con le urla delle infermiere, che tentavano in due diverse circostanze di accedervi per accompagnare dei parenti a visita medica, urlando a loro volta che era un LORO DIRITTO accedervi. Ecco questi sono i NO VAX che cercano la libertà!!!!! Fregano chi è in regola.
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Re: corona virus - Decreto Legge

Messaggio da panorama »

Cerchiamo di non alimentare i fuochi su coloro che non l'hanno fatto e su chi l'ha fatto.
Non scateniamo una guerra e odio tra di noi, ormai ci pensano i Virologhi dei teatrino e le TV a far guerra con le parole al popolo italiano.
Abbiate rispetto di coloro che si sono recati volontari per Libera scelta e per coloro che si astengono.

Inoltre, ieri ALICIA ERAZO ospite a Messina a "NO PAURA DAY", ha detto che, la Corte Penale Internazionale dell’AIA, ha accolto la denuncia-esposto di 30 pagine presentata dal Gruppo "Mille Avvocati per la Costituzione” circa tutte le gravissime violazioni sull'umanità che si sono compiuti e che si continuano a compiere in Italia.
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