Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
Salve, come indicato in oggetto, desideravo sapere se era possibile prestare la propria attività lavorativa dipendente od autonoma, a seguito della riforma per i militari di carriera. Chiedo anche se ci siano limiti , sempre per i riformati , all'iscrizione nei vari albi professionali.
Grazie in anticipo a coloro che vorranno confrontarsi sul tema.
Grazie in anticipo a coloro che vorranno confrontarsi sul tema.
Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
Salve LiberoX,
Per informazioni in merito all'argomento in titolo,
dovrai attendere la competenza degli esperti in materia.
Saluti
Per informazioni in merito all'argomento in titolo,
dovrai attendere la competenza degli esperti in materia.
Saluti
Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
Ciao, è assolutamente possibile, non vi è incompatibilità alcuna (si può fare anche il porno divo ) sempre che l'attività/albo professionale non contrastino con la patologia della riforma. La pensione verrà decurtata in questo modo:
- lavoro dipendente: si sottratte il trattamento minimo lordo quale franchigia, la parte rimanente viene decurtata del 50%
- lavoro autonomo: si sottratte il trattamento minimo lordo quale franchigia, la parte rimanente viene decurtata del 30%
Per l'anno 2022 il trattamento minimo è 525,38 euro mensili, ovvero 6.829 euro annui (lordi).
In pratica, se hai una pal (pensione annua lorda) di 30.829 euro:
- lavoro dipendente: 30.829 - 6.829 = 24.000 viene decurtata al 50%, ovvero 12.000. La pal sarà quindi 30.829 - 12.000 = 18.829
- lavoro autonomo: 24.000 viene decurtata al 30%, ovvero 7.200. La pal sarà quindi 30.829 - 7.200 = 23.629
Questa pal farà cumulo con il reddito da lavoro, ai fini dell'irpef. Bisogna valutare bene il punto di pareggio, perchè si rischia di andare a lavorare e di rimetterci pure (molti se ne accorgono solo dopo un anno, con la prima dichiarazione dei redditi).
- lavoro dipendente: si sottratte il trattamento minimo lordo quale franchigia, la parte rimanente viene decurtata del 50%
- lavoro autonomo: si sottratte il trattamento minimo lordo quale franchigia, la parte rimanente viene decurtata del 30%
Per l'anno 2022 il trattamento minimo è 525,38 euro mensili, ovvero 6.829 euro annui (lordi).
In pratica, se hai una pal (pensione annua lorda) di 30.829 euro:
- lavoro dipendente: 30.829 - 6.829 = 24.000 viene decurtata al 50%, ovvero 12.000. La pal sarà quindi 30.829 - 12.000 = 18.829
- lavoro autonomo: 24.000 viene decurtata al 30%, ovvero 7.200. La pal sarà quindi 30.829 - 7.200 = 23.629
Questa pal farà cumulo con il reddito da lavoro, ai fini dell'irpef. Bisogna valutare bene il punto di pareggio, perchè si rischia di andare a lavorare e di rimetterci pure (molti se ne accorgono solo dopo un anno, con la prima dichiarazione dei redditi).
Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
No, nella PAL non c'è la 13sima. Ma nel calcolo delle decurtazioni viene considerato il trattamento minimo annuo, che la comprende. Diciamo che è a favore del pensionato lavoratore
Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
Ok,
quante cose bisogna considerare (nella pal non bisogna aggiungere la 13a, mentre nel trattamento minimo si )
non si finisce mai di imparare
cmq in effetti la cosa e' a favore
thanks
quante cose bisogna considerare (nella pal non bisogna aggiungere la 13a, mentre nel trattamento minimo si )
non si finisce mai di imparare
cmq in effetti la cosa e' a favore
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Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
Messaggio da Pupusinfabula »
Grazie NavySeals,
Finalmente mi è chiara la formula per lavorare oltre la riforma.
Quello che mi sfugge è perché la pensione debba essere decurtata, se uno decide, per necessità, di mettersi in gioco svolgendo un’altra attività.
Lo chiedo in maniera ingenua visto che, in teoria, uno la pensione che riceve, se l’è già “guadagnata”.
Grazie..buonasera a tutti.
Finalmente mi è chiara la formula per lavorare oltre la riforma.
Quello che mi sfugge è perché la pensione debba essere decurtata, se uno decide, per necessità, di mettersi in gioco svolgendo un’altra attività.
Lo chiedo in maniera ingenua visto che, in teoria, uno la pensione che riceve, se l’è già “guadagnata”.
Grazie..buonasera a tutti.
Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
Sai quale è il paradosso nel paradosso? Che NON ci sono decurtazioni nel caso che chi intraprende altra attività, sia stato pensionato con il raggiungimento del massimo contributivo. In pratica, il collega che va via con 40 anni di contributi e vuole lavorare ancora da "anziano", non ha decurtazioni. Il collega giovane che viene riformato e che magari ha necessità di lavorare perchè la pensione è da fame, si trova il taglio.Pupusinfabula ha scritto: ↑lun mar 21, 2022 9:05 pm Grazie NavySeals,
Finalmente mi è chiara la formula per lavorare oltre la riforma.
Quello che mi sfugge è perché la pensione debba essere decurtata, se uno decide, per necessità, di mettersi in gioco svolgendo un’altra attività.
Lo chiedo in maniera ingenua visto che, in teoria, uno la pensione che riceve, se l’è già “guadagnata”.
Grazie..buonasera a tutti.
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Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
Messaggio da Pupusinfabula »
Allora non è solo una mia pippa aver pensato a questa anomalia.
Capisco magari aver ricevuto, in fase di riforma, qualche piccolo extra, tipo i sei scatti.
Ma tutto il resto è stato ampiamente ripagato dai contributi versati negli anni.
Il solo fatto di dover trovare un punto di pareggio per evitare di rimetterci, mi sembra allucinante.
Il tutto mi sembra un invito a lavorare in nero, ops. Incredibile.
A proposito, sapresti dirmi quel'è il limite massimo da poter dichiarare prima di incorrere nella decurtazione? E il coniuge a carico?
Può dichiarare altrettanto reddito? Quando si perdono le detrazioni??
Grazie ancora per queste info illuminanti.
Capisco magari aver ricevuto, in fase di riforma, qualche piccolo extra, tipo i sei scatti.
Ma tutto il resto è stato ampiamente ripagato dai contributi versati negli anni.
Il solo fatto di dover trovare un punto di pareggio per evitare di rimetterci, mi sembra allucinante.
Il tutto mi sembra un invito a lavorare in nero, ops. Incredibile.
A proposito, sapresti dirmi quel'è il limite massimo da poter dichiarare prima di incorrere nella decurtazione? E il coniuge a carico?
Può dichiarare altrettanto reddito? Quando si perdono le detrazioni??
Grazie ancora per queste info illuminanti.
Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
Allora, non ci sono decurtazioni se percepisci meno del trattamento minimo (i famosi 6.829 lordi per il 2022). Il reddito della moglie non conta per le tue detrazioni. La moglie non è più a carico se percepisce un reddito superiore a 2.840 euro lordi annui.
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Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
Messaggio da Pupusinfabula »
Ok,quindi ipotizzando di svolgere un lavoro autonomo, bisogna stare all’interno di quei 6829 euro, e, invece di superarli, aprire tipo una partita Iva a nome della moglie, ed eventualmente perdere solo le detrazioni del coniuge a carico se superasse il suo limite.
Scusatemi, ma sto cercando di districarmi in questo nuovo mondo dopo essere stato riformato.
Scusatemi, ma sto cercando di districarmi in questo nuovo mondo dopo essere stato riformato.
Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
In Italia si può fare tutto, anche quello che dici. Ma sappi che se ti "beccano", oltre alla sanzione dell'Agenzia delle Entrate (ed eventuale processo penale, questo dipende dagli importi), INPS ti azzera la pensione per l'intero anno di imposta (e siccome partono in genere 4 anni dopo, gli anni senza pensione potrebbero essere almeno 4). Ne vale la pena? Ognuno fa le proprie scelte, ma inutile piangere dopo (qualcuno che piangeva l'ho visto davvero). L'ultimo a me noto aveva aperto un negozio di telefonia a nome della moglie, risultando lui dipendente part-time a 500 euro al mese. Ma siccome in negozio c'era sempre lui, e faceva tutto lui...alla fine l'ha venduto, in totale passività
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Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
Messaggio da Pupusinfabula »
Beh, avendo un negozio, fai fatica a nasconderti e a nasconderlo, il lavoro. Nel mio caso avevo in mente qualcosa di più aleatorio, tipo agente di vendita e potrebbe essere non così scorretto fatturare finchè posso e poi all'occorrenza, o addirittura farlo da subito, aprire una partita iva alla mia dolce metà. Anche perchè lei mi aiuterebbe davvero.
Chissà, ad arrivarci ad avere questi problemi. Vorrebbe dire che le cose vanno bene.
Chissà, ad arrivarci ad avere questi problemi. Vorrebbe dire che le cose vanno bene.
Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
alcune considerazioni da condividere che mi frullano in testa (sempre riguardo al cumulo pensione e reddito da lavoro ed al conseguente taglio della pensione):
- dopo aver servito lo Stato nei migliori anni della vita, a causa di un incidente di percorso che purtroppo può capitare, ti ritrovi riformato e devi scegliere la pensione o il transito agli impieghi civili
- diciamo che, fatte le personali valutazioni sul proprio stato di salute, si decide di andare in pensione (perché lavorare fino ai 67 / (forse) 70 anni è un'incognita stante la propria condizione)
- si percepisce una misera pensione (con quegli anni di contributi in passato si prendeva molto di più)
- per arrotondare ti metti a cercare lavoro (visto che si può e perché ti hanno detto che non si è più idonei al servizio militare incondizionato ma si idonei al lavoro civile)
- diciamo che lo trovi (e tu Stato che fai: dici bravo, adesso che lavori ti taglio quella pensione misera che ti ho dato)
qual è la ratio del taglio della pensione misera?:
vuoi scoraggiare chi già possiede una, minima, entrata fissa a cercare lavoro per lasciare spazio ai giovani? (ma se tu dai una pensione da fame, è più che giustificato che ci si impegni a cercare un lavoro per arrotondare, entrando poi in competizione anche con persone più giovani)
si ha diritto alla pensione in base a quanto fatto prima (che c'entra con il nuovo lavoro?)
mah, volevo condividere il mio pensiero, ritenendola una (ennesima) normativa sbagliata ed ingiusta
- dopo aver servito lo Stato nei migliori anni della vita, a causa di un incidente di percorso che purtroppo può capitare, ti ritrovi riformato e devi scegliere la pensione o il transito agli impieghi civili
- diciamo che, fatte le personali valutazioni sul proprio stato di salute, si decide di andare in pensione (perché lavorare fino ai 67 / (forse) 70 anni è un'incognita stante la propria condizione)
- si percepisce una misera pensione (con quegli anni di contributi in passato si prendeva molto di più)
- per arrotondare ti metti a cercare lavoro (visto che si può e perché ti hanno detto che non si è più idonei al servizio militare incondizionato ma si idonei al lavoro civile)
- diciamo che lo trovi (e tu Stato che fai: dici bravo, adesso che lavori ti taglio quella pensione misera che ti ho dato)
qual è la ratio del taglio della pensione misera?:
vuoi scoraggiare chi già possiede una, minima, entrata fissa a cercare lavoro per lasciare spazio ai giovani? (ma se tu dai una pensione da fame, è più che giustificato che ci si impegni a cercare un lavoro per arrotondare, entrando poi in competizione anche con persone più giovani)
si ha diritto alla pensione in base a quanto fatto prima (che c'entra con il nuovo lavoro?)
mah, volevo condividere il mio pensiero, ritenendola una (ennesima) normativa sbagliata ed ingiusta
- nonno Alberto
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Re: Compatibilità tra pensione a seguito riforma e lavoro dipendente/autonomo
Messaggio da nonno Alberto »
cicciotto ha scritto: ↑sab apr 23, 2022 3:56 pm alcune considerazioni da condividere che mi frullano in testa (sempre riguardo al cumulo pensione e reddito da lavoro ed al conseguente taglio della pensione):
- dopo aver servito lo Stato nei migliori anni della vita, a causa di un incidente di percorso che purtroppo può capitare, ti ritrovi riformato e devi scegliere la pensione o il transito agli impieghi civili
- diciamo che, fatte le personali valutazioni sul proprio stato di salute, si decide di andare in pensione (perché lavorare fino ai 67 / (forse) 70 anni è un'incognita stante la propria condizione)
- si percepisce una misera pensione (con quegli anni di contributi in passato si prendeva molto di più)
- per arrotondare ti metti a cercare lavoro (visto che si può e perché ti hanno detto che non si è più idonei al servizio militare incondizionato ma si idonei al lavoro civile)
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vuoi scoraggiare chi già possiede una, minima, entrata fissa a cercare lavoro per lasciare spazio ai giovani? (ma se tu dai una pensione da fame, è più che giustificato che ci si impegni a cercare un lavoro per arrotondare, entrando poi in competizione anche con persone più giovani)
si ha diritto alla pensione in base a quanto fatto prima (che c'entra con il nuovo lavoro?)
mah, volevo condividere il mio pensiero, ritenendola una (ennesima) normativa sbagliata ed ingiusta
Prova a vedere se in qualche angolino del cappello a cilindro ci sia parcheggiato qualche acciacco fisico giusto da presentare una domanda di riconoscimento causa di servizio che chissà che non diventa pure una futura ppo con un + 10% sulla pal lorda.
Tempo 5 anni dal congedo / riforma
Ciao
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