ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

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panorama
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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da panorama »

questa sentenza della Corte dei Conti del F.V.G. richiama anche la sentenza della Corte dei Conti Sardegna n. 93/2014 a favore del nostro ex collega CC. in pensione da me postata in altri post nel novembre 2014 e che potete leggerla benissimamente.
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La Corte dei Conti del F.V.G. ha dato ragione a questa ricorrente, e pertanto la voglio postare anche qui nel caso possa interessare a qualcuno circa l'arrotondamento al mese completo ed altro.

1) - maturato, al 30.12.2015, l’anzianità contributiva di anni 41, mesi 5 e giorni 16, periodo suscettibile di arrotondamento ad anni 41 e mesi 6 in applicazione dell’art. 59 della legge n. 449/1997.

2) - L’interessata ha contestato il diniego della pensione opposto dall’I.N.P.S., ponendo in evidenza come il D.L. n. 201/2011, convertito in legge n. 214/2011, non abbia abrogato la normativa in materia di arrotondamento dell’anzianità contributiva prevista dall’art. 59 della legge n. 449/1997 ed ha richiamato, in proposito, il messaggio n. 3305 del 14.5.2015, con il quale lo stesso Ente previdenziale ha confermato l’ operatività di tale beneficio nei confronti di coloro che, alla data del 30.4.2015, risultassero già cessati dal lavoro.

3) - l’I.N.P.S. ha contestato la fondatezza della pretesa attorea, osservando come a seguito della legge n. 247/2007 e del D.L. n. 201/2011, convertito in legge n. 214/2011, sia l’I.N.P.D.A.P (circolare n. 7/2008) che l’I.N.P.S. (messaggio n. 2974/2015) hanno ritenuto non più applicabile la disciplina di cui all’art. 59 della legge n. 449/1997.
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FRIULI VENEZIA GIULIA SENTENZA 84 13/12/2016
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SEZIONE ESITO NUMERO ANNO MATERIA PUBBLICAZIONE
FRIULI VENEZIA GIULIA SENTENZA 84 2016 RESPONSABILITA 13/12/2016



REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE DEI CONTI
SEZIONE GIURISDIZIONALE PER LA REGIONE
FRIULI VENEZIA GIULIA

IL GIUDICE UNICO DELLE PENSIONI
ha pronunciato la seguente
SENTENZA

sul ricorso iscritto al n. 13788 del registro di Segreteria, proposto da IANNI Isabella, nata a Gorizia in data Omissis, rappresentata e difesa dall’avv. Luigi Genovese ed elettivamente domiciliata presso il suo studio, in Gorizia, Viale XXIV Maggio n. 11, giusta mandato a margine del ricorso introduttivo del giudizio, nei confronti dell’I.N.P.S., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avv.ti Luca Iero, Aldo Formicola e Marilina Rando, giusta procura generale alle liti per notaio Paolo Castellini di Roma del 21.7.2015, rep. n. 80974, rog. n. 21569, elettivamente domiciliato presso l’Ufficio Legale della Direzione Provinciale INPS di Trieste, Via Sant’Anastasio n. 5;

Alla pubblica udienza del 16 novembre 2016, con l’assistenza del segretario dott.ssa Alessandra Vidulli, uditi l’avv. Rossella Genovese per delega dell’avv. Luigi Genovese e l’avv. Luca Iero;

Esaminati gli atti e i documenti di causa;

Ritenuto in
FATTO

Con il ricorso in epigrafe, la sig.ra Isabella Ianni ha convenuto in giudizio l’I.N.P.S. al fine di vedersi riconoscere la pensione anticipata con effetto dal 30.12.2015. A fondamento della pretesa azionata la ricorrente ha dedotto di essere in possesso dei requisiti per l’accesso alla pensione, essendo cessata dal servizio in data 1.4.2015 ed avendo maturato, al 30.12.2015, l’anzianità contributiva di anni 41, mesi 5 e giorni 16, periodo suscettibile di arrotondamento ad anni 41 e mesi 6 in applicazione dell’art. 59 della legge n. 449/1997.

L’interessata ha contestato il diniego della pensione opposto dall’I.N.P.S., ponendo in evidenza come il D.L. n. 201/2011, convertito in legge n. 214/2011, non abbia abrogato la normativa in materia di arrotondamento dell’anzianità contributiva prevista dall’art. 59 della legge n. 449/1997 ed ha richiamato, in proposito, il messaggio n. 3305 del 14.5.2015, con il quale lo stesso Ente previdenziale ha confermato l’ operatività di tale beneficio nei confronti di coloro che, alla data del 30.4.2015, risultassero già cessati dal lavoro.

Costituitosi in giudizio con memoria difensiva depositata il 3.8.2016, l’I.N.P.S. ha contestato la fondatezza della pretesa attorea, osservando come a seguito della legge n. 247/2007 e del D.L. n. 201/2011, convertito in legge n. 214/2011, sia l’I.N.P.D.A.P (circolare n. 7/2008) che l’I.N.P.S. (messaggio n. 2974/2015) hanno ritenuto non più applicabile la disciplina di cui all’art. 59 della legge n. 449/1997.

Tale indirizzo interpretativo, peraltro, avrebbe trovato conferma nella giurisprudenza della Corte dei conti (C.d.C., Sez. Lazio n. 253/2015; id n. Sez. Marche n. 50/2015).

In siffatto contesto, le istruzioni impartite dall’ I.N.P.S. con il messaggio n. 3305/2015 farebbero ritenere applicabile la disciplina prevista dall’art. 59 della legge n. 449/1997 limitatamente ai pensionamenti antecedenti alla data del 30.4.2015. Ne discenderebbe, in definitiva, l’insussistenza del presupposti per l’applicazione della disciplina in materia di arrotondamento dell’anzianità contributiva, posto che la ricorrente, alla data del 30.4.2015, non aveva ancora maturato il diritto a pensione ed era stata ammessa alla prosecuzione volontaria.

Con provvedimento istruttorio assunto all’udienza del 21 settembre 2016, è stato ordinato all’I.N.P.S. di trasmettere il fascicolo amministrativo unitamente ad una relazione volta ad acquisire elementi informativi utili ai fini della decisione. Espletata l’ordinanza istruttoria, alla successiva udienza del 16 novembre 2016, l’avv. Rossella Genovese ha insistito per l’accoglimento del ricorso, con il favore delle spese di lite. L’avv. Luca Iero, nel rimarcare le difficoltà interpretative poste dalla questione in esame, si è riportato alle richieste formulate in atti. Sulle conclusioni rassegnate dalle parti la causa è stata decisa, mediante lettura del dispositivo in pubblica udienza, per le ragioni in diritto che si vanno di seguito ad esporre.

Considerato in
DIRITTO

A seguito della posizione assunta dall’I.N.P.S. in ordine alle richieste formulate con l’ordinanza istruttoria del 21 settembre 2016, può ritenersi che l’unico elemento ostativo al riconoscimento, in favore della ricorrente, della pensione anticipata con decorrenza 30 dicembre 2015, sia dato dalla ritenuta inoperatività, da parte dell’I.N.P.S., dei criteri di arrotondamento dell’anzianità assicurativa previsti dall’art. 59, co. 1, lett. B) della legge n. 449/1997. In particolare, l’anzianità contributiva di anni 41, mesi 5 e giorni 16, maturata dalla sig.ra Ianni al 30 dicembre 2015, non è stata ritenuta arrotondabile a mese intero ( anni 41 e mesi 6), e ciò ha determinato il diniego di accesso alla pensione anticipata.

Ciò premesso, deve rilevarsi come in materia di calcolo dell’ anzianità contributiva, l’art. 3 della legge n. 274/1991 ha previsto, per gli iscritti alle Casse pensioni degli Istituti di previdenza, che “ai fini della determinazione della quota del trattamento di quiescenza di cui al primo comma, lettera a), dell’art. 3 della legge 26 luglio 1965, n. 965, il complessivo servizio utile viene arrotondato a mese intero, trascurando la frazione del mese non superiore a quindici giorni e computando per un mese quella superiore”.

Per quanto di specifico interesse nella fattispecie in esame, va richiamata la previsione di cui all’art. 59, co. 1, lett. b) della legge n. 449/1997, secondo cui, per “la determinazione dell’anzianità contributiva sia ai fini del diritto che della misura della prestazione, le frazioni di anno non danno luogo ad arrotondamenti per eccesso o per difetto”. Tale norma, nell’interpretazione adottata dall’I.N.P.D.A.P., avrebbe sostituito il principio dell’arrotondamento ad anno intero (art. 40 del D.P.R. n. 1092/1973) con quello dell’arrotondamento a mese intero mutuato dall’art. 3 della legge n. 274/1991, alla stregua del quale va trascurata la frazione di mese non superiore a quindici giorni e computata, per un mese, quella superiore (vd. circolare I.N.P.D.A.P. n. 14 del 16 marzo 1998, punto 6).

La giurisprudenza della Corte dei conti ha ritenuto condivisibile tale orientamento osservando che “il legislatore non ha mai esteso ai dipendenti pubblici il sistema di calcolo dell’anzianità contributiva vigente per i lavoratori del sistema privato, in cui il periodo di base a detti fini è costituito dalla settimana coperta da contribuzione obbligatoria” e ponendo, altresì, in evidenza che, in difetto di una norma direttamente disciplinante la fattispecie, “è giustificato il ricorso all’analogia, facendo applicazione di una norma dettata per un regime previdenziale (quello degli iscritti alle ex Casse pensioni) diverso da quello dei dipendenti dello Stato, ma comunque a quest’ultimo più assimilabile rispetto a quello vigente per gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria” (C.d.C., Sez. Sardegna n. 93/2014).

Così delineato il quadro normativo di riferimento, rileva questo Giudice come la normativa richiamata dall’I.N.P.S. per giustificare il diniego della pensione anticipata (legge n. 247/2007; art. 24 del D.L. n. 201/2011, convertito in legge n. 214/2011) non preveda alcuna disposizione abrogativa dell’ indicato criterio dell’arrotondamento a mese intero. Né, a maggior ragione, la previsione di cui all’art. 59, co. 1, lett. b) della legge n. 449/1997, può ritenersi superata dalle mutevoli e contraddittorie interpretazioni adottate, nel tempo, dall’I.N.P.S. e dall’I.N.P.D.A.P. e trasposte in atti privi di efficacia normativa (circolare I.N.P.D.A.P. n. 7 del 13 maggio 2008; messaggio I.N.P.S. n. 2974 del 30 aprile 2015).

Per quanto attiene alla posizione della sig.ra Ianni, è significativo rilevare come, non senza contraddizioni, l’I.N.P.S., pur ritenendo operante, fino al mese di aprile 2015, gli arrotondamenti per frazione di mese di cui all’art. 59, co. 1, lett. b) della legge n. 449/1997 (vd. nota della Sede I.N.P.S. di Trieste del 18 ottobre 2016), abbia negato, in concreto, l’applicazione di tale criterio. Tale diniego, tuttavia, si pone in contrasto con le direttive contenute nel messaggio n. 3305 del 14 maggio 2015, la cui applicazione avrebbe dovuto indurre gli stessi uffici amministrativi dell’I.N.P.S. a disporre l’arrotondamento a mese intero sul presupposto che l’interessata, alla data del 30 aprile 2015, aveva già risolto il rapporto di lavoro. A ben vedere, poi, non è dato vedere su quale base normativa trovi fondamento la tesi difensiva dell’Ente previdenziale secondo cui, ai fini dell’applicazione dell’arrotondamento, rileverebbe non già l’avvenuta risoluzione del rapporto alla data del 30 aprile 2015 (fattispecie, questa, espressamente prevista nel messaggio n. 3305 del 14 maggio 2015), ma l’aver maturato, entro la medesima data, il diritto a pensione.

Alla luce delle sopra esposte considerazioni ed in applicazione dell’art. 59, co. 1, lett. b) della legge n. 449/1997, si ravvisano i presupposti affinché l’anzianità contributiva maturata dalla ricorrente alla data del 30 dicembre 2015, pari ad anni 41, mesi 5 e giorni 16, venga arrotondata ad anni 41 e mesi 6.

Conclusivamente, nella ravvisata sussistenza dei presupposti di legge, va riconosciuto il diritto della sig.ra Isabella Ianni a fruire della pensione anticipata dal 30 dicembre 2015, con ogni effetto utile ai fini della liquidazione degli arretrati e dei relativi accessori.

In applicazione del principio della soccombenza, va disposta la condanna dell’I.N.P.S. alla rifusione, in favore della ricorrente, delle spese di lite, che si liquidano nell’importo di euro 1.380,00 oltre spese forfettarie (15%), C.A.P e I.V.A..

P.Q.M.

La Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Regione Friuli Venezia Giulia, Giudice Unico delle Pensioni, definitivamente pronunciando, ogni contraria istanza ed eccezione reiette, dichiara il diritto della ricorrente a conseguire la pensione anticipata dal 30.12.2015, con ogni effetto di legge. Condanna l’I.N.P.S. alla rifusione delle spese di lite, che liquida nell’importo di euro 1.380,00 oltre spese forfettarie (15%), CAP e IVA.

Fissa il termine di giorni trenta per il deposito della sentenza.

Manda alla Segreteria della Sezione per gli ulteriori adempimenti.
Così deciso in Trieste nella pubblica udienza del 16 novembre 2016.
Il Giudice Unico delle Pensioni
Dott. Giancarlo Di Lecce
f.to

Depositata in Segreteria il 13 dicembre 2016


IL DIRETTORE DI SEGRETERIA
dott. ANNA DE ANGELIS
f.to


gino59
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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da gino59 »

Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83
Messaggio da leggereda oreste.vignati » lun gen 23, 2017 5:02 pm

gino59 ha scritto:
oreste.vignati ha scritto:
ciro49 ha scritto:
oreste.vignati ha scritto:Sicuramente, ma solo se percepiscono già la pensione..........

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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da oreste.vignati »

credo anch'io, comincio a sentire una strana presenza ahahahahahah
Filippogianni
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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da Filippogianni »

Sul forum xxxxxxxxxxx c'è un nuovo articolo al riguardo e per quanto letto qualcosa si sta muovendo , non serve presentare ricorso se andrà in porto le correzioni l'inps le farà in automatico
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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da Sempreme064 »

Bene..aspettatemi che tra poco arrivo pure io..tanto Boeri dice che aumenterà il debito, non so a cosa si riferisce, notizia della serata.. Non ho approfondito, ho tre sindacati e patronati, basta una tel. Speriamo sia in automatico, poi passerò anche nel post di Ciro, ne sono sicuro, un passo alla volta, gomme liscie...Buona serata
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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da Sempreme064 »

https://www.google.it/amp/www.repubblic ... 76117/amp/" onclick="window.open(this.href);return false;
Potrebbe avere ragione..l'importante che mi.adeguino la mia tempo permettendo
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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da ariete17 »

juriromeo ha scritto:ECCOLO STO BENEDETTO RICORSO, (sorriso), ciao Nino.
ciao juriromeo ho appena visto il ricorso che ti ha fatto la tua amministrativa e letto la difficoltà che hai avuto nel pubblicarlo. Posso darti un consiglio che servirà anche ad altri colleghi. Prendi il tuo file in pdf, evidenzialo tutto, poi fai copia e incollalo in un Nuovo file di Word, a questo punto cancella i dati sensibili, salvalo e ripostalo. In questo modo dai la possibilità a colleghi non esperti di informatica di poter inserire agevolmente i loro dati.Buona serata.
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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da ciro49 »

gino59 ha scritto:Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83
Messaggio da leggereda oreste.vignati » lun gen 23, 2017 5:02 pm

gino59 ha scritto:
oreste.vignati ha scritto:
ciro49 ha scritto:
oreste.vignati ha scritto:Sicuramente, ma solo se percepiscono già la pensione..........

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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da ciro49 »

marco064 ha scritto:Bene..aspettatemi che tra poco arrivo pure io..tanto Boeri dice che aumenterà il debito, non so a cosa si riferisce, notizia della serata.. Non ho approfondito, ho tre sindacati e patronati, basta una tel. Speriamo sia in automatico, poi passerò anche nel post di Ciro, ne sono sicuro, un passo alla volta, gomme liscie...Buona serata
Marco ho una dritta su investimenti -investi nelle quotazione dell'oro che da dopodomani sale a 40 euro al grammo per lingotti acquistati-
lascia stare le binarie che non rendono più -e attenzione sempre alle gomme lisce-

P.S- BOERI ha detto che le pensioni del comparto difesa e sicurezza sono alte ed hanno bisogno di una sforbiciata-
Io so dove dargli una sforbiciata a Boeri li al centro in mezzo ai cxxxxxxxxxxxxxi
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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da Sempreme064 »

ciro49 ha scritto:
marco064 ha scritto:Bene..aspettatemi che tra poco arrivo pure io..tanto Boeri dice che aumenterà il debito, non so a cosa si riferisce, notizia della serata.. Non ho approfondito, ho tre sindacati e patronati, basta una tel. Speriamo sia in automatico, poi passerò anche nel post di Ciro, ne sono sicuro, un passo alla volta, gomme liscie...Buona serata
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Appunto pensiamoci noi caro Boeri...io sono un poveraccio..dove vuoi che investa, mi investono con le gomme liscie, il turbo è troppo da cardiospasmo, se investo solo binarie fine mese o fine settimana, preferisco fine mese almeno compenso con la pensione petrolio o euro dollaro, l'oro non mi serve investire, c'è un fiume sotto casa...
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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da gino59 »

ciro49 ha scritto:
gino59 ha scritto:Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83
Messaggio da leggereda oreste.vignati » lun gen 23, 2017 5:02 pm

gino59 ha scritto:
oreste.vignati ha scritto:
ciro49 ha scritto:
oreste.vignati ha scritto:Sicuramente, ma solo se percepiscono già la pensione..........

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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da lucky341 »

https://www.google.it/amp/www.repubblic ... 76117/amp/
Potrebbe avere ragione..l'importante che mi.adeguino la mia tempo permettendo
il Professor Boeri, da wikipedia
si è laureato in economia nel 1983 presso l'Università Bocconi dove insegna nei corsi undergraduate[3]. Nel 1990 ha ottenuto il PhD in economia alla New York University. Nell'università milanese è stato il primo professore a introdurre un corso interamente in lingua inglese.
Professore ordinario di economia del lavoro, svolge le proprie attività di ricerca presso l'IGIER dell'Università Bocconi. È direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti, istituzione volta a promuovere la ricerca nel campo della riforma dei sistemi di welfare e dei mercati del lavoro in Europa.
È stato consulente del Fondo monetario internazionale, della Banca Mondiale, della Commissione europea e del governo italiano, nonché senior economist all'OCSE dal 1987 al 1996. È inoltre research fellow del CEPR, del William Davidson Institute dell'Università del Michigan, del Netspar dell'Università di Tilburg e dell'IZA - Institut zur Zukunft der Arbeit (Istituto per il Futuro del Lavoro) a Bonn. È membro del Consiglio della European Economic Association.
Ha collaborato con il quotidiano Il Sole 24 Ore, La Stampa e poi la Repubblica. Con il contributo di altri economisti, tra i quali Pietro Garibaldi, ha fondato i siti lavoce.info (rivista online su cui si confrontano le opinioni sull'economia italiana e internazionale) e Voxeu.org, ed è direttore scientifico del Festival dell'economia di Trento.
Ebbene il professor Boeri sembra non aver capito un concetto basilare di macroeconomia ossia ce quella del debito pubblico è UNA BALLA GROSSOLANA!
1- Il problema del debito pubblico è una delle più grandi ipnosi di massa della storia. Perché in realtà il problema del debito pubblico, per uno stato a moneta sovrana, non esiste. Siccome il denaro è creato dallo stato attraverso la banca centrale, la banca centrale è in grado di addebitare al tesoro tutto il denaro necessario alle spese dello stato, alle infrastrutture e agli investimenti... (in maniera adeguata e proporzionale alla crescita economica e alla massa monetaria in circolazione - per non creare eccessiva inflazione).
Solo che non vuole farlo. Purtroppo ciò che avviene oggi è che la banca centrale crea nuovo denaro mettendolo in circolazione quasi esclusivamente a beneficio del sistema bancario. Queste iniezioni di liquidità (489 miliardi recentemente) vanno sì a beneficiare i mercati finanziari, ma entrano solo limitatamente nell'economia reale.

2- L'unica causa della crisi economica e della sfiducia dei mercati in molte nazioni dell'area euro come l'Italia, è l'adozione dell'euro come moneta.
Il malgoverno e gli sprechi, e tutto quello che ci vogliono far credere, non c'entrano un bel niente, nisba, zero. L'entità del debito pubblico nemmeno. (Per esempio il Giappone ha un debito pubblico molto più grande di quello dell'Italia, eppure i rendimenti dei suoi titoli di stato sono vicini allo zero. Questo perché il Giappone ha una banca centrale che stampa yen, e quindi nessuno dubita della sua capacità di ripagare i debiti).

Il problema dell'euro invece, è che l'euro è una moneta tecnicamente straniera, e quindi gli stati come l'Italia che l'hanno adottata, non possono garantire la restituzione dei debiti nella loro moneta, perché non hanno più la facoltà di crearla..., possono solo prenderla in prestito. Questo diritto di creare moneta nell'area euro è oggi esclusivo della BCE, che però sembra avere dei piani non molto in sintonia con quello che è l'interesse delle nazioni dell'area euro...

(Ora la stangata di Mario Monti è di 40 miliardi. PER EVITARE LA STANGATA BASTAVA CHE LA BCE INVECE DICESSE AD UN FUNZIONARIO DI DIGITARE "40.000.000.000 euro" NEL CONTO DEL TESORO ITALIANO sotto le "passività" e la stessa cifra nel suo conto nelle "attività" (cioè nel foglio elettronico che vedete sotto). Impiegava un minuto. Dopdichè lo stato italiano poteva accreditare stipendi, pensioni, pagare forniture, bollette perchè il suo conto corrente era aumentato di 40 miliardi.... - dal forum di cobraf.com)

3- Lo stato potrebbe creare moneta senza emettere titoli di stato, direttamente accreditando il tesoro, a tasso zero (come ha fatto l'Italia fino al 1980 diventando la 5 potenza industriale mondiale_nota_mia ).
Ad ogni modo, per rimanere ad oggi, anche il debito accumulato tramite titoli di stato e i conseguenti interessi, sono un problema irrilevante per uno stato a moneta sovrana. Solitamente lo stato emette semplicemente nuovi titoli di stato per rimborsare i titoli di stato giunti a maturazione. Inoltre i rendimenti sui titoli di stato arricchiscono i cittadini che acquistano i titoli di stato, a rischio zero perché il debito di uno stato a moneta sovrana è sempre solvibile.
Alla base rimane sempre la facoltà dello stato di creare moneta dal nulla, e la conseguente certezza della sua abilità di ripagare i debiti e gli interessi.

4- Il problema del debito pubblico è essenzialmente un problema LINGUISTICO. Il debito pubblico non può essere chiamato debito pubblico, perché in uno stato a moneta sovrana, il denaro da resistuire è creato dal colui che è indebitato. Supponiamo che io sia l'unica persona al mondo ad avere il diritto di creare "ciccrigoti" (- non so cosa siano...), ma ho facoltà di produrne in maniera illimitata e istantanemente, dal nulla: a questo punto, il fatto che io abbia un debito di un milione di trilioni di "ciccrigoti" con te non significa nulla, perché tu non dubiterai della mia ability to pay, ovvero della mia abilità di restituire i "ciccrigoti", perché li posso creare istantaneamente.
Lo stesso discorso vale per una moneta sovrana come il dollaro, lo yen, o il franco svizzero... Quindi in questo senso è improprio usare il termine "debito", perché qui si tratta di qualcosa che è sempre restituibile per definizione.

5- Il problema del debito pubblico è essenzialmente un problema LINGUISTICO. Questo perché la moneta è creata dal nulla dallo stato, senza alcuna parità o convertibilità con l'oro o con altri beni fisici reali. Se fossimo sotto il gold standard, allora sì, il debito pubblico sarebbe un problema reale, perché quanto dovuto corrisponderebbe a un equivalente in oro. Ma oggi, all'interno del nostro sistema monetario, il debito pubblico per uno stato a moneta sovrana non è un debito reale, perché non corrisponde ad alcun bene materiale che deve essere restituito.
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ariete17
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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da ariete17 »

lucky341 ha scritto:
https://www.google.it/amp/www.repubblic ... 76117/amp/
quote]
Ebbene il professor Boeri sembra non aver capito un concetto basilare di macroeconomia ossia ce quella del debito pubblico è UNA BALLA GROSSOLANA!
1- Il problema del debito pubblico è una delle più grandi ipnosi di massa della storia. Perché in realtà il problema del debito pubblico, per uno stato a moneta sovrana, non esiste. Siccome il denaro è creato dallo stato attraverso la banca centrale, la banca centrale è in grado di addebitare al tesoro tutto il denaro necessario alle spese dello stato, alle infrastrutture e agli investimenti... (in maniera adeguata e proporzionale alla crescita economica e alla massa monetaria in circolazione - per non creare eccessiva inflazione).
Solo che non vuole farlo. Purtroppo ciò che avviene oggi è che la banca centrale crea nuovo denaro mettendolo in circolazione quasi esclusivamente a beneficio del sistema bancario. Queste iniezioni di liquidità (489 miliardi recentemente) vanno sì a beneficiare i mercati finanziari, ma entrano solo limitatamente nell'economia reale.

2- L'unica causa della crisi economica e della sfiducia dei mercati in molte nazioni dell'area euro come l'Italia, è l'adozione dell'euro come moneta.
Il malgoverno e gli sprechi, e tutto quello che ci vogliono far credere, non c'entrano un bel niente, nisba, zero. L'entità del debito pubblico nemmeno. (Per esempio il Giappone ha un debito pubblico molto più grande di quello dell'Italia, eppure i rendimenti dei suoi titoli di stato sono vicini allo zero. Questo perché il Giappone ha una banca centrale che stampa yen, e quindi nessuno dubita della sua capacità di ripagare i debiti).

Il problema dell'euro invece, è che l'euro è una moneta tecnicamente straniera, e quindi gli stati come l'Italia che l'hanno adottata, non possono garantire la restituzione dei debiti nella loro moneta, perché non hanno più la facoltà di crearla..., possono solo prenderla in prestito. Questo diritto di creare moneta nell'area euro è oggi esclusivo della BCE, che però sembra avere dei piani non molto in sintonia con quello che è l'interesse delle nazioni dell'area euro...

(Ora la stangata di Mario Monti è di 40 miliardi. PER EVITARE LA STANGATA BASTAVA CHE LA BCE INVECE DICESSE AD UN FUNZIONARIO DI DIGITARE "40.000.000.000 euro" NEL CONTO DEL TESORO ITALIANO sotto le "passività" e la stessa cifra nel suo conto nelle "attività" (cioè nel foglio elettronico che vedete sotto). Impiegava un minuto. Dopdichè lo stato italiano poteva accreditare stipendi, pensioni, pagare forniture, bollette perchè il suo conto corrente era aumentato di 40 miliardi.... - dal forum di cobraf.com)

3- Lo stato potrebbe creare moneta senza emettere titoli di stato, direttamente accreditando il tesoro, a tasso zero (come ha fatto l'Italia fino al 1980 diventando la 5 potenza industriale mondiale_nota_mia ).
Ad ogni modo, per rimanere ad oggi, anche il debito accumulato tramite titoli di stato e i conseguenti interessi, sono un problema irrilevante per uno stato a moneta sovrana. Solitamente lo stato emette semplicemente nuovi titoli di stato per rimborsare i titoli di stato giunti a maturazione. Inoltre i rendimenti sui titoli di stato arricchiscono i cittadini che acquistano i titoli di stato, a rischio zero perché il debito di uno stato a moneta sovrana è sempre solvibile.
Alla base rimane sempre la facoltà dello stato di creare moneta dal nulla, e la conseguente certezza della sua abilità di ripagare i debiti e gli interessi.

4- Il problema del debito pubblico è essenzialmente un problema LINGUISTICO. Il debito pubblico non può essere chiamato debito pubblico, perché in uno stato a moneta sovrana, il denaro da resistuire è creato dal colui che è indebitato. Supponiamo che io sia l'unica persona al mondo ad avere il diritto di creare "ciccrigoti" (- non so cosa siano...), ma ho facoltà di produrne in maniera illimitata e istantanemente, dal nulla: a questo punto, il fatto che io abbia un debito di un milione di trilioni di "ciccrigoti" con te non significa nulla, perché tu non dubiterai della mia ability to pay, ovvero della mia abilità di restituire i "ciccrigoti", perché li posso creare istantaneamente.
Lo stesso discorso vale per una moneta sovrana come il dollaro, lo yen, o il franco svizzero... Quindi in questo senso è improprio usare il termine "debito", perché qui si tratta di qualcosa che è sempre restituibile per definizione.

5- Il problema del debito pubblico è essenzialmente un problema LINGUISTICO. Questo perché la moneta è creata dal nulla dallo stato, senza alcuna parità o convertibilità con l'oro o con altri beni fisici reali. Se fossimo sotto il gold standard, allora sì, il debito pubblico sarebbe un problema reale, perché quanto dovuto corrisponderebbe a un equivalente in oro. Ma oggi, all'interno del nostro sistema monetario, il debito pubblico per uno stato a moneta sovrana non è un debito reale, perché non corrisponde ad alcun bene materiale che deve essere restituito.
[/quote]

cosè FANTAECONOMIA, che libro hai letto?
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La vera conoscenza è sapere che non ci sono limiti della nostra ignoranza.(cit.mia)
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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da lucky341 »

cosè FANTAECONOMIA, che libro hai letto?
Il debito pubblico è un falso problemahttps://www.youtube.com/watch?v=SNEJR1vmrLs
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Re: ATTENZIONE, L'INPS DEVE RIFARE I CALCOLI ARRUOLATI 81/83

Messaggio da Dufour »

oreste.vignati ha scritto:penso che per ora ti conviene attedere e vedere che cosa farà l'Inps, eventualmente hai sempre la possibilità di ricorrere alla corte dei conti, per la pensione non vi è prescrizione
Grazie Oreste per la celere e precisa risposta. Ero convinto che ci fosse un termine anche per ricorrere alla Corte dei Conti.
Complimenti vivissimi a tutti per il servizio che rendete.
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