Assegno unico e universale per i figli a carico. Modifiche al decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230

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mauri64
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Assegno unico e universale per i figli a carico. Modifiche al decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230

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Re: Assegno unico e universale per i figli a carico. Modifiche al decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230

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Re: Assegno unico e universale per i figli a carico. Modifiche al decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230

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Re: Assegno unico e universale per i figli a carico. Modifiche al decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230

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Leggi l'allegato al post di cui sopra
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Assegno Unico 2023, Inps liquiderà d’ufficio la prestazione a chi ha già beneficiato dell’assegno.

Dal 1° marzo 2023 stop alle domande di rinnovo per coloro che, nel corso del periodo gennaio 2022 – febbraio 2023, abbiano presentato una domanda di Assegno Unico e Universale. I dati dell’istanza saranno automaticamente prelevati dagli archivi dell’Inps, che procederà a liquidare la prestazione in continuità

N.B.: >> Potranno, invece, presentare domanda coloro che non hanno mai fruito dell’Assegno Unico e quanti avevano prima del 28 febbraio 2023 trasmesso una istanza che non è stata accolta o non è più attiva.

- >> Pertanto eventuali variazioni delle informazioni, precedentemente inserite nella domanda di assegno unico trasmessa a INPS prima del 28 febbraio 2023 (ad esempio: nascita di figli, variazione/inserimento della condizione di disabilità, separazione, variazioni iban, maggiore età dei figli), dovranno essere comunicate dai richiedenti, integrando tempestivamente la domanda già trasmessa.

- >> Per quanto attiene la decorrenza della prestazione, l’Istituto ricorda che – per le domande presentate entro il 30 giugno del 2023 – l’Assegno è riconosciuto a decorrere dal mese di marzo del medesimo anno.

- >> Per la quantificazione dell’Assegno permane, per tutti i beneficiari, l’onere di procedere alla presentazione della nuova DSU per l’anno 2023. In assenza di una nuova DSU, correttamente attestata, l’importo dell’Assegno unico e universale sarà calcolato a partire dal mese di marzo 2023 con riferimento agli importi minimi previsti dalla normativa.
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Re: Assegno unico e universale per i figli a carico. Modifiche al decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230

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Ciao Antonino,
hai fatto bene a semplificare ulteriormente il comunicato stampa.
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Re: Assegno unico e universale per i figli a carico. Modifiche al decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230

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Re: Assegno unico e universale per i figli a carico. Modifiche al decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230

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Lì, 15 Febbraio 2023

…….. e assegno unico, Commissione europea: requisiti discriminatori.

La Commissione europea avvia due procedure di infrazione contro l’Italia sui requisiti per il reddito di cittadinanza e per l’assegno unico. Il motivo: i requisiti richiesti sono discriminatori.

Reddito di cittadinanza e assegno unico, arriva il richiamo della Commissione europea che ha avviato due procedure di infrazione contro l’Italia.

Procedura di infrazione anche per i requisiti dell’assegno unico per i figli: bocciata la richiesta di essere da almeno due anni in Italia e risiedere nella stessa famiglia dei loro figli. La normativa “non tratta i cittadini dell’UE in modo equo e si qualifica pertanto come discriminazione”.

L’Italia ha ora due mesi per rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione, trascorsi i quali quest’ultima potrà decidere di inviare un parere motivato.

OMISSIS

La procedura di infrazione sull’assegno unico

La Commissione ha inoltre deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia per il mancato rispetto delle norme dell’UE sul coordinamento della sicurezza sociale e sulla libera circolazione dei lavoratori. Nel marzo 2022 l’Italia ha introdotto l’assegno unico e universale per i figli a carico, cui hanno diritto solo persone residenti in Italia da almeno 2 anni, a condizione che vivano in uno stesso nucleo familiare insieme ai figli.

Secondo la Commissione «questa normativa è in contrasto con il diritto dell’UE in quanto non tratta i cittadini dell’UE in modo equo e si qualifica pertanto come discriminazione. Il regolamento sul coordinamento della sicurezza sociale vieta inoltre qualsiasi requisito di residenza ai fini della percezione di prestazioni di sicurezza sociale, quali gli assegni familiari».
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